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Massimo Palumbo – La musica che ci piace
In esposizione quattordici opere, tra quadri e installazioni, che attraversano circa quindici anni della carriera dell’artista/architetto, la cui poetica è incentrata sul Minimalismo e sull’Arte Povera
Comunicato stampa
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Domani 22 ottobre alle 20,00, per la rassegna Giovedì in Musica, ci sarà il vernissage de “La musica che ci piace”, mostra di Massimo Palumbo a cura di Fabio D’Achille allestita al Conservatorio di Latina “Ottorino Respighi” in concomitanza con il concerto “Tre donne che amano il barocco”, con Lilina Moliterno (soprano), Carolina Ramos (flauto) e Catia Rocci (clavicembalo). La mostra dell’artista/architetto molisano sarà presentata dalla Dottoressa Marcella Cossu, storica dell’arte GNAM.
In esposizione quattordici opere, tra quadri e installazioni, che attraversano circa quindici anni della carriera dell’artista/architetto, la cui poetica è incentrata sul Minimalismo e sull’Arte Povera, su una concezione etica dell’Arte volta a una critica costruttiva della società contemporanea.
Il titolo della mostra è in stretta relazione con il luogo che l’accoglie, come spiega Palumbo: “una situazione ambientale, uno spazio che non poteva in noi non suscitare pensieri, riflessioni con l' idea del fare nel senso e nella direzione di poter mettere insieme lavori, possibilità e contenuti che poi altro non sono che "....la musica che ci piace (…) Una mostra messa su forse in modo casuale, un puzzle con opere, pezzi apparentemente diversi tra loro, ma che sono legate dal file rouge dei "suoni" delle "note" che a noi piacciono” .
All’ingresso dell’edificio troviamo una grande installazione, “Il grande leggio”, realizzata nel 1992 e composta da ferro, filo di lana e carta da musica, materiali semplici che ribadiscono ancora una volta la predilezione dell’artista per l’Arte Povera.
Nella sala antistante l’ingresso dell’Auditorium/Galleria Musicale d’Arte Contemporanea l’ultima installazione in ordine di tempo: " a piedi, un fiume possente ma silenzioso " (2015), su cui l’artista afferma:
“Un lavoro "criptico" direbbe qualcuno, nel senso del dire e del non dire .
Di sicuro su un piano bianco 200x200 è poggiato, ritorna un rotolo avvolto ed un lungo filo spinato attraversa in diagonale il piano di riferimento. A lato di tale piano un cuscino bianchissimo e diremmo anche di una certa eleganza nella sua purezza e nella sua fattura.
Sopra il cuscino poggiato uno strumento, questa volta non sporco di grasso, come capita di vederlo, ma questa volta pulito, addirittura d'orato: è un tronchese...
Un arnese semplice ma molto utile in alcune pieghe della vita degli umani. Un arnese che migliaia e migliaia di uomini e donne in momenti difficili della loro vita avrebbero voluto avere a disposizione :.......a piedi, un fiume possente ma silenzioso.
E il pensiero va ai tanti migranti visti nelle settimane scorse attraversare i territori d’Europa ed essere respinti da una frontiera all’altra”.
Tra queste due installazioni si snoda il resto della mostra, che, afferma ancora l’artista, “va a raccontare la storia e la contemporaneità che a noi interessa”.
In esposizione quattordici opere, tra quadri e installazioni, che attraversano circa quindici anni della carriera dell’artista/architetto, la cui poetica è incentrata sul Minimalismo e sull’Arte Povera, su una concezione etica dell’Arte volta a una critica costruttiva della società contemporanea.
Il titolo della mostra è in stretta relazione con il luogo che l’accoglie, come spiega Palumbo: “una situazione ambientale, uno spazio che non poteva in noi non suscitare pensieri, riflessioni con l' idea del fare nel senso e nella direzione di poter mettere insieme lavori, possibilità e contenuti che poi altro non sono che "....la musica che ci piace (…) Una mostra messa su forse in modo casuale, un puzzle con opere, pezzi apparentemente diversi tra loro, ma che sono legate dal file rouge dei "suoni" delle "note" che a noi piacciono” .
All’ingresso dell’edificio troviamo una grande installazione, “Il grande leggio”, realizzata nel 1992 e composta da ferro, filo di lana e carta da musica, materiali semplici che ribadiscono ancora una volta la predilezione dell’artista per l’Arte Povera.
Nella sala antistante l’ingresso dell’Auditorium/Galleria Musicale d’Arte Contemporanea l’ultima installazione in ordine di tempo: " a piedi, un fiume possente ma silenzioso " (2015), su cui l’artista afferma:
“Un lavoro "criptico" direbbe qualcuno, nel senso del dire e del non dire .
Di sicuro su un piano bianco 200x200 è poggiato, ritorna un rotolo avvolto ed un lungo filo spinato attraversa in diagonale il piano di riferimento. A lato di tale piano un cuscino bianchissimo e diremmo anche di una certa eleganza nella sua purezza e nella sua fattura.
Sopra il cuscino poggiato uno strumento, questa volta non sporco di grasso, come capita di vederlo, ma questa volta pulito, addirittura d'orato: è un tronchese...
Un arnese semplice ma molto utile in alcune pieghe della vita degli umani. Un arnese che migliaia e migliaia di uomini e donne in momenti difficili della loro vita avrebbero voluto avere a disposizione :.......a piedi, un fiume possente ma silenzioso.
E il pensiero va ai tanti migranti visti nelle settimane scorse attraversare i territori d’Europa ed essere respinti da una frontiera all’altra”.
Tra queste due installazioni si snoda il resto della mostra, che, afferma ancora l’artista, “va a raccontare la storia e la contemporaneità che a noi interessa”.
22
ottobre 2015
Massimo Palumbo – La musica che ci piace
Dal 22 ottobre al 31 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
CONSERVATORIO OTTORINO RESPIGHI
Latina, Via Ezio, 32, (Latina)
Latina, Via Ezio, 32, (Latina)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato ore 10,30 - 19,30
Vernissage
22 Ottobre 2015, ore 20,00
Autore
Curatore