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Massimo Pasca
Un giovane artista leccese
Comunicato stampa
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PASCA D'APRILE
Sono alcuni anni che seguo il percorso creativo di Massimo Pasca, artista
pugliese eclettico e multiforme che da anni arricchisce la vita cultura pisana.
Proprio per questa sua ampia gamma di modi espressivi (pittore, cantante,
performer) è all’apparenza più arduo inserire la sua ultima produzione
pittorica in un contesto ben definito, in uno dei tanti generi oggi così
tanto di moda.
Pasca è soprattutto artista contemporaneo, capace quindi di stupire con
eclatanti invenzioni sceniche o altresì di rielaborare e riproporre in un
gioco della memoria frammenti rubati al nostro rinascimento.
Le sue opere partendo da una essenziale e diretta espressione grafica,
quella della vignetta per intenderci e se non addirittura dei writers
americani e graffitismo italiano, cercano di riqualificare non solo le cose
ordinarie della vita quotidiana, per trasformarle in soggetti estetici,
facendole così diventare icone extra-ordinarie, simboliche ed espressive di
nuovi valori ma di giocare ed ironizzare ricontestualizzando gli echi
lontani dei nostri più conosciuti capolavori del ‘500 e ‘600.
Proprio in questo Pasca è allora, secondo me, un nuovo esponente della
POP-ART italiana se con “pop-art” si da il significato di “popular art”
ossia arte di massa, elaborata però con nuove valenze umanistiche e
letterarie, caratterizzata in maniera evidente e personale dalle
differenze culturali e dalla sensibilità soggettive dei
protagonisti/interpreti.
Nelle sue ampie tele, così come nelle opere di formato più piccole si
possono facilmente trovare svariate e molteplice richieste sul pericolo
della supremazia della comunicazione mediatica e della massificazione della
cultura (la globalizzazione per capirci meglio), presenti come frammenti
della quotidianità da ricollocare attraverso una logica e una sapienza
compositiva.
Pasca però attinge anche dalla sua realtà giovanile, che diviene archivio
presente e prossimo del nuovo olimpo di immagini, sensazioni e possibilità,
dove tutto può diventare mito dell’immaginario popolare, aggiungendo però
quasi a drammatizzare il gravoso peso sociale che molti emergenti artisti
sembrano tenuti a sostenere, un ironia che a mio parere è ancora oggi
l’unica forma possibile alla quale consegnare le nostre problematiche.
Un ironia dunque a cui Massimo Pasca proprio perché essa è, per eccellenza,
il frutto di una presa di distanza, di un rallentamento del tempo affida i
suoi variopinti scenari e personaggi, nella speranza che un sorriso plachi
se pur per qualche istante le nostre urgenze sociali.
Massimiliano Sbrana
Sono alcuni anni che seguo il percorso creativo di Massimo Pasca, artista
pugliese eclettico e multiforme che da anni arricchisce la vita cultura pisana.
Proprio per questa sua ampia gamma di modi espressivi (pittore, cantante,
performer) è all’apparenza più arduo inserire la sua ultima produzione
pittorica in un contesto ben definito, in uno dei tanti generi oggi così
tanto di moda.
Pasca è soprattutto artista contemporaneo, capace quindi di stupire con
eclatanti invenzioni sceniche o altresì di rielaborare e riproporre in un
gioco della memoria frammenti rubati al nostro rinascimento.
Le sue opere partendo da una essenziale e diretta espressione grafica,
quella della vignetta per intenderci e se non addirittura dei writers
americani e graffitismo italiano, cercano di riqualificare non solo le cose
ordinarie della vita quotidiana, per trasformarle in soggetti estetici,
facendole così diventare icone extra-ordinarie, simboliche ed espressive di
nuovi valori ma di giocare ed ironizzare ricontestualizzando gli echi
lontani dei nostri più conosciuti capolavori del ‘500 e ‘600.
Proprio in questo Pasca è allora, secondo me, un nuovo esponente della
POP-ART italiana se con “pop-art” si da il significato di “popular art”
ossia arte di massa, elaborata però con nuove valenze umanistiche e
letterarie, caratterizzata in maniera evidente e personale dalle
differenze culturali e dalla sensibilità soggettive dei
protagonisti/interpreti.
Nelle sue ampie tele, così come nelle opere di formato più piccole si
possono facilmente trovare svariate e molteplice richieste sul pericolo
della supremazia della comunicazione mediatica e della massificazione della
cultura (la globalizzazione per capirci meglio), presenti come frammenti
della quotidianità da ricollocare attraverso una logica e una sapienza
compositiva.
Pasca però attinge anche dalla sua realtà giovanile, che diviene archivio
presente e prossimo del nuovo olimpo di immagini, sensazioni e possibilità,
dove tutto può diventare mito dell’immaginario popolare, aggiungendo però
quasi a drammatizzare il gravoso peso sociale che molti emergenti artisti
sembrano tenuti a sostenere, un ironia che a mio parere è ancora oggi
l’unica forma possibile alla quale consegnare le nostre problematiche.
Un ironia dunque a cui Massimo Pasca proprio perché essa è, per eccellenza,
il frutto di una presa di distanza, di un rallentamento del tempo affida i
suoi variopinti scenari e personaggi, nella speranza che un sorriso plachi
se pur per qualche istante le nostre urgenze sociali.
Massimiliano Sbrana
01
aprile 2007
Massimo Pasca
Dal primo al 09 aprile 2007
arte contemporanea
Location
LA LIMONAIA
Pisa, Vicolo Del Ruschi, 4, (Pisa)
Pisa, Vicolo Del Ruschi, 4, (Pisa)
Vernissage
1 Aprile 2007, ore 17:30-20
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