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Massimo Pelagagge – Piccola poesia antica
Il lavoro di un fotografo raffinato che ama sperimentare, fuori dagli schemi e dai percorsi omologati del digitale. Sono foto stenopeiche, insieme a immagini elaborate dalla luce: un minimalismo espressivo che fa a meno della stessa macchina, per arrivare al contatto diretto con l’oggetto.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Galleria Spaziografico ospita fino al 7 gennaio 2022 una mostra intensa e di grande poesia di un fotografo raffinato e sperimentatore.
Abbandonata l'esplorazione con pellicola e digitale, Massimo Pelagagge presenta una collezione preziosa, con opere frutto di una ricerca fotografica stenopeica, realizzate con una macchina fotografica di sua costruzione alla quale è arrivato dopo un'esperienza trentennale.
Sospese nel tempo e nello spazio, le sue immagini fissano dimensioni immaginifiche in cui l’unica chiave di lettura è quella intima e poetica. Opere uniche, dove la ricerca si spinge oltre il mezzo fotografico, dove la prima impressione sulla pellicola diventa la base di partenza per gli interventi dell’autore.
In fase di sviluppo, infatti, l’artista trasforma la fotografia in un’opera unica e riconoscibile, in cui i difetti vengono valorizzati, alla ricerca di sensazioni e di emozioni profonde da trasmettere all’osservatore.
Una tecnica antica in cui il tempo di posa si dilata e la precisione della composizione diventa canone fondamentale per la riuscita di ogni singolo scatto, di ogni singola parte della storia che Pelagagge desidera raccontare.
Dopo essere tornato all’essenziale con la macchina stenopeica, ha intrapreso una nuova sperimentazione, togliendo la macchina fotografica stessa: attraverso la manipolazione sapiente, l’esposizione luminosa e le reazioni chimiche guidate, crea immagini dove il soggetto viene scolpito direttamente dalla luce.
Nella serie “Herbarium”, che in questa mostra propone in anteprima, ha dato vita ad uno studio sulle forme del regno vegetale proponendo immagini intense, riconoscibili e mai banali, dove l’osservatore si trova immerso in una natura distinguibile, eppure nuova.
A Massimo Pelagagge abbiamo rivolto due domande per approfondire la sua poetica:
Quanto è importante per te la sperimentazione?
"La sperimentazione è fondamentale per me, le mie opere nascono dall’esigenza di uscire dall’omologazione e dalla moltiplicazione. Il fruitore odierno è sovraesposto a una molteplicità di immagini belle e patinate che omologano anche il suo gusto. La mia ricerca invece mi spinge a creare immagini concettuali, uniche nella loro semplice complessità".
Perché la scelta di utilizzare la macchina stenopeica?
"Nonostante ci siano macchine fotografiche potenti, con l’utilizzo di un mezzo fotografico ‘povero’ intendo dimostrare che è possibile creare un'immagine mettendo in campo la competenza tecnica e la sensibilità. L’opera d’arte non è preclusa a nessuno e si possono realizzare ottime fotografie con mezzi minimi ed essenziali, utilizzando soggetti da indagare nel loro spirito, più che nella loro bellezza".
Una ricerca, dunque, al di fuori degli schemi che promette sorprese.
Abbandonata l'esplorazione con pellicola e digitale, Massimo Pelagagge presenta una collezione preziosa, con opere frutto di una ricerca fotografica stenopeica, realizzate con una macchina fotografica di sua costruzione alla quale è arrivato dopo un'esperienza trentennale.
Sospese nel tempo e nello spazio, le sue immagini fissano dimensioni immaginifiche in cui l’unica chiave di lettura è quella intima e poetica. Opere uniche, dove la ricerca si spinge oltre il mezzo fotografico, dove la prima impressione sulla pellicola diventa la base di partenza per gli interventi dell’autore.
In fase di sviluppo, infatti, l’artista trasforma la fotografia in un’opera unica e riconoscibile, in cui i difetti vengono valorizzati, alla ricerca di sensazioni e di emozioni profonde da trasmettere all’osservatore.
Una tecnica antica in cui il tempo di posa si dilata e la precisione della composizione diventa canone fondamentale per la riuscita di ogni singolo scatto, di ogni singola parte della storia che Pelagagge desidera raccontare.
Dopo essere tornato all’essenziale con la macchina stenopeica, ha intrapreso una nuova sperimentazione, togliendo la macchina fotografica stessa: attraverso la manipolazione sapiente, l’esposizione luminosa e le reazioni chimiche guidate, crea immagini dove il soggetto viene scolpito direttamente dalla luce.
Nella serie “Herbarium”, che in questa mostra propone in anteprima, ha dato vita ad uno studio sulle forme del regno vegetale proponendo immagini intense, riconoscibili e mai banali, dove l’osservatore si trova immerso in una natura distinguibile, eppure nuova.
A Massimo Pelagagge abbiamo rivolto due domande per approfondire la sua poetica:
Quanto è importante per te la sperimentazione?
"La sperimentazione è fondamentale per me, le mie opere nascono dall’esigenza di uscire dall’omologazione e dalla moltiplicazione. Il fruitore odierno è sovraesposto a una molteplicità di immagini belle e patinate che omologano anche il suo gusto. La mia ricerca invece mi spinge a creare immagini concettuali, uniche nella loro semplice complessità".
Perché la scelta di utilizzare la macchina stenopeica?
"Nonostante ci siano macchine fotografiche potenti, con l’utilizzo di un mezzo fotografico ‘povero’ intendo dimostrare che è possibile creare un'immagine mettendo in campo la competenza tecnica e la sensibilità. L’opera d’arte non è preclusa a nessuno e si possono realizzare ottime fotografie con mezzi minimi ed essenziali, utilizzando soggetti da indagare nel loro spirito, più che nella loro bellezza".
Una ricerca, dunque, al di fuori degli schemi che promette sorprese.
18
dicembre 2021
Massimo Pelagagge – Piccola poesia antica
Dal 18 dicembre 2021 al 07 gennaio 2022
fotografia
Location
Galleria Spaziografico
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 16.00 - 19.00
Vernissage
18 Dicembre 2021, ore 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
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