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Massimo Pennacchini – Storie di tango
Una coppia allacciata nel tango, che danza sui ritmi accesi e passionali di un bandoneón, e di una musica che Astor Piazzola ha innovato e trasportato dalle balere di Buenos Aires fino al limbo della classicità, senza mai tradirne l’origine popolare
Comunicato stampa
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Una coppia allacciata nel tango, che danza sui ritmi accesi e passionali di un bandoneón, e di una
musica che Astor Piazzola ha innovato e trasportato dalle balere di Buenos Aires fino al limbo della
classicità, senza mai tradirne l’origine popolare; tutto questo ha fatto di Massimo Pennacchini
l’interprete di un rito sensuale e scenografico, in cui si celebra, ancor più che la passione amorosa, lo
scontro e l’incontro fra due corpi in movimento, che si attraggono e si respingono, in un gioco
impenetrabile di sguardi e di gesti, isolati dal mondo, apparentemente incuranti di chi li guarda, e
interpreti assoluti di una partitura prefissata e ogni volta reinventata.
L’incontro con la pittura di un evento così singolare era inevitabile, fatale persino, e va dato atto
all’artista, che lo ha reso possibile, di un’attenzione e di una sensibilità al colore e al movimento del
tutto coerente allo spirito che anima la danza degli adepti della milonga.
La pittura di Pennacchini ha valenze compositive e coloristiche di grande spessore, essendosi
confrontata in passato con la classicità della natura morta e della ritrattistica. La sua tecnica ha
percorso quindi le tappe evolutive di una riflessione approfondita su forma e colore; in questa ultima
fase si assiste a un processo di depurazione, per cui il moto della danza tende inevitabilmente a
dissolversi in puro richiamo luminoso e dinamico, e in una colta ricognizione del rapporto fra spazio e
figura, dove il riferimento temporale si scioglie in un’indeterminatezza sospesa. E il resto è solo
musica.
Paolo Levi
musica che Astor Piazzola ha innovato e trasportato dalle balere di Buenos Aires fino al limbo della
classicità, senza mai tradirne l’origine popolare; tutto questo ha fatto di Massimo Pennacchini
l’interprete di un rito sensuale e scenografico, in cui si celebra, ancor più che la passione amorosa, lo
scontro e l’incontro fra due corpi in movimento, che si attraggono e si respingono, in un gioco
impenetrabile di sguardi e di gesti, isolati dal mondo, apparentemente incuranti di chi li guarda, e
interpreti assoluti di una partitura prefissata e ogni volta reinventata.
L’incontro con la pittura di un evento così singolare era inevitabile, fatale persino, e va dato atto
all’artista, che lo ha reso possibile, di un’attenzione e di una sensibilità al colore e al movimento del
tutto coerente allo spirito che anima la danza degli adepti della milonga.
La pittura di Pennacchini ha valenze compositive e coloristiche di grande spessore, essendosi
confrontata in passato con la classicità della natura morta e della ritrattistica. La sua tecnica ha
percorso quindi le tappe evolutive di una riflessione approfondita su forma e colore; in questa ultima
fase si assiste a un processo di depurazione, per cui il moto della danza tende inevitabilmente a
dissolversi in puro richiamo luminoso e dinamico, e in una colta ricognizione del rapporto fra spazio e
figura, dove il riferimento temporale si scioglie in un’indeterminatezza sospesa. E il resto è solo
musica.
Paolo Levi
18
novembre 2014
Massimo Pennacchini – Storie di tango
Dal 18 novembre al 17 dicembre 2014
arte contemporanea
Location
CAFFETTERIA DART – CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Roma, Arco Della Pace, (Roma)
Roma, Arco Della Pace, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
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