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Massimo Ragionieri – La poesia del Vero tra sogno e ironia
Pittura che richiama la grande e rinomata scuola fiamminga ma che si fa altresì moderna e contemporanea per il taglio compositivo sintetico e deciso, la libera e personale interpretazione, per l’atmosfera generale che avvolge e anima ogni opera.
Comunicato stampa
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Nato a Montecchio (RE), dove anche oggi vive e lavora, Massimo Ragionieri è un artista di lunga esperienza, con alle spalle mostre e rassegne di livello nazionale. Affascinato dalla “grande pittura” della nostra tradizione ottocentesca, disegna e dipinge da una vita, fin da quando era bambino ricercando sempre novità e perfezione all’interno di quel variegato e complesso mondo definito in modo molto sommario come “Pittura figurativa”. La pittura figurativa! Un tipo di espressione oggi alquanto dimenticato, o per lo meno non più alla “moda” forse perché praticato solo da pochi eletti o perché incredibilmente sostituito dall’Informale e dalle ultime tendenze del novecento siano esse di derivazione europea o d’oltreoceano. Eppure il “figurativo” e la capacità grafica (disegno) sono e restano la base dell’arte, il cuore e la sostanza di ogni espressione. Allora ancora più autentica e preziosa ci appare l’opera e la produzione di Massimo Ragionieri. Autentica perché controcorrente e quindi coraggiosa, moderna e rivoluzionaria. Preziosa perché tutta concentrata sul “segno” e la “forma”, sulla rappresentazione, quasi iperrealistica, di cose, oggetti e persone senza però tralasciare la sua libera interpretazione, il suo intimo sentire, la sua straordinaria capacità di entrare dentro le sfumature del reale e dell’animo umano. Ecco perchè le sue opere, pur nella fedele riproduzione della verità, non cedono mai alla scontata e banale narrazione e neppure al freddo e impersonale messaggio fotografico, ma restano invece sempre e profondamente autentiche, sentite e personali. E ancora, in questi lavori percorsi dal segno grafico minuzioso e preciso, lavorati e cesellati, si coglie non solo l’amore e la passione dell’autore per il suo nobile e alto “mestiere” e i soggetti rappresentati, ma anche la novità esecutiva allorché, attingendo dalla sua fantasia e creatività, sintetizza le visioni, le veste di un’atmosfera sognante, surreale e metafisica dove, molto spesso, appare anche una delicata ed elegante ironia capace di catturare l’attenzione dell’osservatore per portarlo a pensare, a riflettere sulla vita e sulle bellezze che essa ci offre. Espressione, dunque, che rivela senza dubbio grande maestria e abilità tecnica, ma che si veste anche di un alto valore simbolico. Massimo Ragionieri è senza dubbio pittore di “verità” e di visioni naturalistiche, ma capace di tradurre tutto ciò in magica e lirica visione, in attimi e momenti di altissima e sentita vibrazione poetica. La sua espressione, infatti, pur attingendo dal “reale” è immediata e sintetica, libera da ogni condizionamento descrittivo e/o ornamentale e orientata verso un moderno geometrismo che toglie e purifica, semplifica e schematizza dando libero sfogo all'emozione e al sentimento. Ma in questa mostra piacentina, l’artista presenta soprattutto le sue famose nature morte che io definirei invece “nature vive” per rendere al meglio il loro indissolubile collegamento con il quotidiano, la concretezza del reale, la bellezza della verità.
“La natura morta”, un genere tornato prepotentemente alla ribalta in questi ultimi anni grazie anche, e soprattutto, alle grandi mostre istituzionali dedicate a questa tematica e alle numerose pubblicazioni sull’argomento, un ritorno, dunque, alla tecnica, alla poesia delle cose, alla vera pittura. Le nature morte di Massimo Ragionieri sono davvero raffinatissime ed essenziali: l’artista riduce al minimo il contesto (gli sfondi sono di solito monocromi) per concentrarsi solo ed unicamente sugli oggetti e le cose rappresentate che così diventano unici ed indiscussi protagonisti, veri e propri ritratti inanimati in grado, però, di trasmettere intense emozioni. Sono opere dal sapore antico, eseguite con grande perizia e abilità, ma anche con tanto cuore e sentimento: colpisce la cura riservata al particolare, al minimo dettaglio, dall’ombra sulle foglie alla delicata patina sulla frutta. E ancora, chi osserva, resta affascinato dalla trasparenza del vetro, dal riflesso della luce sugli oggetti, dalle atmosfere rarefatte e sospese, quasi surreali. Pittura che, per certi versi, richiama la grande e rinomata scuola fiamminga ma che si fa altresì moderna e contemporanea per il taglio compositivo sintetico e deciso, la libera e personale interpretazione, per l’atmosfera generale che avvolge e anima ogni opera.
Pittura intensa e senza cedimenti, questa, dove tutto è colore e materia e dove tutto si trasforma in sorprendenti e fatate atmosfere dominate dal silenzio e dal raccoglimento.
La rassegna, che sarà illustrata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 18 aprile.
“La natura morta”, un genere tornato prepotentemente alla ribalta in questi ultimi anni grazie anche, e soprattutto, alle grandi mostre istituzionali dedicate a questa tematica e alle numerose pubblicazioni sull’argomento, un ritorno, dunque, alla tecnica, alla poesia delle cose, alla vera pittura. Le nature morte di Massimo Ragionieri sono davvero raffinatissime ed essenziali: l’artista riduce al minimo il contesto (gli sfondi sono di solito monocromi) per concentrarsi solo ed unicamente sugli oggetti e le cose rappresentate che così diventano unici ed indiscussi protagonisti, veri e propri ritratti inanimati in grado, però, di trasmettere intense emozioni. Sono opere dal sapore antico, eseguite con grande perizia e abilità, ma anche con tanto cuore e sentimento: colpisce la cura riservata al particolare, al minimo dettaglio, dall’ombra sulle foglie alla delicata patina sulla frutta. E ancora, chi osserva, resta affascinato dalla trasparenza del vetro, dal riflesso della luce sugli oggetti, dalle atmosfere rarefatte e sospese, quasi surreali. Pittura che, per certi versi, richiama la grande e rinomata scuola fiamminga ma che si fa altresì moderna e contemporanea per il taglio compositivo sintetico e deciso, la libera e personale interpretazione, per l’atmosfera generale che avvolge e anima ogni opera.
Pittura intensa e senza cedimenti, questa, dove tutto è colore e materia e dove tutto si trasforma in sorprendenti e fatate atmosfere dominate dal silenzio e dal raccoglimento.
La rassegna, che sarà illustrata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 18 aprile.
06
aprile 2024
Massimo Ragionieri – La poesia del Vero tra sogno e ironia
Dal 06 al 18 aprile 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO C
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
Feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30. Lunedi' chiuso.
Vernissage
6 Aprile 2024, ore 18:00
Autore
Curatore