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Massimo Salvadori – Geometrie illusorie
Massimo Salvadori è, ormai, riconosciuto come uno tra i più significativi interpreti dell’Optical Art italiana. Le sue tele sono una continua sfida alla percezione visiva.
Comunicato stampa
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Mettiamola così: l’Arte Cinetica e Programmata non smette mai di germogliare. Pionieristica nell’ambito dei fenomeni percettivi di natura ottico-matematica, fin dagli anni Cinquanta del Novecento, ecco che oggi ricompare nell’ Optical di Massimo Salvadori: preferibilmente smalti e acrilici o soli acrilici su tela, di indubbio impatto formale, sia nell’assoluto della bicromia bianco-nero, sia negli sgargianti rossi, verdi, viola, blu, gialli, stesi con pulizia e nitore. Frantumazione e ricomposizione di figure geometriche inscritte nella perfezione del solo quadrato, coincidente con la spazialità della tela stessa. Nei recenti acrilici (2009-2010), esposti ora presso la Casa d’Arte di Via dei Mercati, la tecnica pittorica smussa in modo più fluido la spigolosità naturale di angoli, fughe prospettiche, intersezioni, sovrapposizioni. L’esuberanza coloristica, trattenuta nell’ordinato reticolo geometrico, riconferma l’alfabeto combinatorio modulare delle prime opere. Certosina pazienza, quella di Salvadori, paradigmatica della sfida con le leggi della percezione neuro-sensoriale, oltre che ottica: l’angolo visuale dell’osservatore è costretto a virare di continuo, gradevolmente spiazzato dalla sintassi della sequenza estetica. Bell’atto di coraggio, dal momento che questa poetica torna a ragionare, in fondo, sul “grande libro della natura”: la fisica e la matematica sono la chiave di lettura scientifica del mondo, non senza religiosità; a dar retta al libro biblico della Sapienza, infatti, tutto è stato disposto da Dio “in misura, numero e peso”. Ma è pur vero che l’esperienza artistica non ha mai smesso di interpretare il loro linguaggio in modi originali. Anche Salvadori si cimenta, con esiti dignitosamente antiaccademici: non mette in gabbia l’energia che lo sospinge verso le dinamiche della visione; non inciampa in ingombranti riconosciuti maestri (Vasarely, in primis. Ma anche, verrebbe quasi da dire, l’austriaco Tornquist; la nutrita schiera di molti artisti dell’Est europeo; poi, Costalonga e molti altri ancora). All’origine della sua ricerca c’è anche una cultura della curiosità? Come se l’artista avesse tra le mani, all’atto del dipingere, un caleidoscopio in grado di sollecitare la fantasia, persa dietro alle infinite possibilità delle forme? E se anche fosse? La curiosità è tra i propellenti dell’atteggiamento speculativo. Cosa non da poco considerando che l’Optical di Salvadori non è solo un pregevole esercizio di competenza tecnica, ma indaga intorno a questioni teoriche centrali (nel pieno dell’agguerrita svolta tecnologica): la tridimensionalità, prima di tutto, poi le interferenze e le alterazioni della luce nelle dinamiche della spazialità, infine l’effetto della rappresentazione estetica all’interno delle fissazioni retiniche. Gli elementi geometrici condivisi, protagonisti di questi lavori, si pongono come segno di comunicazione naturale tra espressione artistica e vita di Salvadori, per il valore simbolico assunto nella storia delle umane culture – si pensi al triangolo, o al cerchio -, e per il loro concretizzarsi quotidianamente nella realtà del mondo che ci circonda.
Luisa Facelli
Luisa Facelli
20
marzo 2010
Massimo Salvadori – Geometrie illusorie
Dal 20 marzo al 18 aprile 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA CASA D’ARTE
Vercelli, Via Mercati, 15, (Vercelli)
Vercelli, Via Mercati, 15, (Vercelli)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 17,00-19,30
Vernissage
20 Marzo 2010, ore 18,00
Autore
Curatore