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Mat Collishaw / Tim Rollins and k.o.s.
L’analisi, la seduzione e l’illusionarità delle immagini continua ad essere per Mat Collishaw il motivo ricorrente di tutta la sua produzione artistica // Tim Rollins e i Kids of Survival affrontano, nella loro terza esposizione napoletana, questo sistema di scrittura rendendone visibili i contenuti
Comunicato stampa
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Gallery A : MAT COLLISHAW
L’analisi, la seduzione e l’illusionarità delle immagini continua ad essere per Mat Collishaw il motivo ricorrente di tutta la sua produzione artistica. Esse possono apparirci più o meno costruite con semplici mezzi tecnologici come le foto o con altri, più adatti alla realizzazione della finzione, come le videoproiezioni. La costruzione dell’immagine in Collishaw non è solo, da un lato, il semplice desiderio di svelare ma di rendere, dall’altro, invisibile il meccanismo della sua creazione, perché l’ambigua seduzione dell’immagine possa restituirci il suo vero significato. Questo derivato anche dalle relazioni di quelle che sono le connotazioni storiche e culturali degli elementi costitutivi dell’immagine o dai materiali di cui è costituita l’opera. La serie di foto di bambini Indiani può fornirci un’ottimo esempio di collasso temporale e dell’immagine tra la contemporaneità del soggetto raffigurato e la connotazione iconica dello sfondo Vittoriano in cui sono raffigurati gli adolescenti ritratti. Una serie d’indizi atti a riconfigurare la visione delle foto con nuove direzioni che valicano le immagini per approdare a significati storici, politici e culturali in esse contenute. Questi stessi meccanismi interpretativi sono automaticamente indotti da una videoscultura raffigurante un famoso dipinto di Chardin presentato nell’obbiettivo di una macchina fotografica degli inizi del secolo posta su di un tavolo dalle forme vagamente Chippendale. Mentre un’altra videoscultura, costituita da un flat screen posto tra il muro ed uno specchio in una vecchia cornice Vittoriana, ci mostra, invece, una seducente immagine che appare e scompare svelandoci la nostra immagine riflessa nello specchio.
Queste illusioni ci traducono come le onnipresenti immagini teconologiche ci chiedono se i sogni siano ancora frutto del nostro io o il presumilbile prodotto di consumo derivato da un indotto compiacimento visivo offertoci da altri nel convincimento di un illusoria libertà.
Gallery B : TIM ROLLINS and K.O.S.
La musica è un linguaggio che attraversa trasversalmente tutta la storia e, anche se è paradossalmente costituito da codici astratti, arriva direttamente senza alcuna mediazione ad ognuno di noi. Questo sistema di scrittura traduce storicamente e formalmente il suo tempo nel pentagramma con le note così come la letteratura con i libri attraverso l’uso delle lettere. Tim Rollins e i Kids of Survival affrontano, nella loro terza esposizione napoletana, questo sistema di scrittura rendendone visibili i contenuti. Sempre attraverso il lavoro di gruppo, questi ragazzi, guidati da Rollins nella traduzione visiva del contenuto emozionale dei brani musicali classici, intervengono con la pittura sulle tele rivestite dalle pagine pentagrammate delle opere di Haydn o Schubert.
Come per la letteratura l’impegno di Rollins arriva a restituire agli appartenenti del gruppo dei K.O.S., ragazzi presi da situazioni socialmente deprivate, la cultura delle classi elevate attraverso la lettura e la discussione fino alla trasfigurazione del contenuto del testo in materiale visibile sulla tela, così lo stesso discorso viene attuato per la musica. La cooperazione conduce l’artista ad una metodologia di realizzazione in cui il singolo individuo si relaziona al gruppo beneficiando di valenze che annullano la peculiare individualità dell’artista.
In questo modo il riscatto emancipa i partecipanti e ridefinisce, attraverso l’utilizzo dell’arte, una condizione sociale negata e incentiva il concetto della democraticizzazione della creatività e la liberalizzazione dello stato sociale. Questi concetti, nella loro accezzione più estesa, sono parti integranti della storia dell’arte e in maniera traslata dell’estetica che l’accompagna. Essi sono la base della discussione della contemporaneità dell’opera nel tempo e nel momento in cui queste sono mostrate negli spazi deputati alla loro visione.
L’analisi, la seduzione e l’illusionarità delle immagini continua ad essere per Mat Collishaw il motivo ricorrente di tutta la sua produzione artistica. Esse possono apparirci più o meno costruite con semplici mezzi tecnologici come le foto o con altri, più adatti alla realizzazione della finzione, come le videoproiezioni. La costruzione dell’immagine in Collishaw non è solo, da un lato, il semplice desiderio di svelare ma di rendere, dall’altro, invisibile il meccanismo della sua creazione, perché l’ambigua seduzione dell’immagine possa restituirci il suo vero significato. Questo derivato anche dalle relazioni di quelle che sono le connotazioni storiche e culturali degli elementi costitutivi dell’immagine o dai materiali di cui è costituita l’opera. La serie di foto di bambini Indiani può fornirci un’ottimo esempio di collasso temporale e dell’immagine tra la contemporaneità del soggetto raffigurato e la connotazione iconica dello sfondo Vittoriano in cui sono raffigurati gli adolescenti ritratti. Una serie d’indizi atti a riconfigurare la visione delle foto con nuove direzioni che valicano le immagini per approdare a significati storici, politici e culturali in esse contenute. Questi stessi meccanismi interpretativi sono automaticamente indotti da una videoscultura raffigurante un famoso dipinto di Chardin presentato nell’obbiettivo di una macchina fotografica degli inizi del secolo posta su di un tavolo dalle forme vagamente Chippendale. Mentre un’altra videoscultura, costituita da un flat screen posto tra il muro ed uno specchio in una vecchia cornice Vittoriana, ci mostra, invece, una seducente immagine che appare e scompare svelandoci la nostra immagine riflessa nello specchio.
Queste illusioni ci traducono come le onnipresenti immagini teconologiche ci chiedono se i sogni siano ancora frutto del nostro io o il presumilbile prodotto di consumo derivato da un indotto compiacimento visivo offertoci da altri nel convincimento di un illusoria libertà.
Gallery B : TIM ROLLINS and K.O.S.
La musica è un linguaggio che attraversa trasversalmente tutta la storia e, anche se è paradossalmente costituito da codici astratti, arriva direttamente senza alcuna mediazione ad ognuno di noi. Questo sistema di scrittura traduce storicamente e formalmente il suo tempo nel pentagramma con le note così come la letteratura con i libri attraverso l’uso delle lettere. Tim Rollins e i Kids of Survival affrontano, nella loro terza esposizione napoletana, questo sistema di scrittura rendendone visibili i contenuti. Sempre attraverso il lavoro di gruppo, questi ragazzi, guidati da Rollins nella traduzione visiva del contenuto emozionale dei brani musicali classici, intervengono con la pittura sulle tele rivestite dalle pagine pentagrammate delle opere di Haydn o Schubert.
Come per la letteratura l’impegno di Rollins arriva a restituire agli appartenenti del gruppo dei K.O.S., ragazzi presi da situazioni socialmente deprivate, la cultura delle classi elevate attraverso la lettura e la discussione fino alla trasfigurazione del contenuto del testo in materiale visibile sulla tela, così lo stesso discorso viene attuato per la musica. La cooperazione conduce l’artista ad una metodologia di realizzazione in cui il singolo individuo si relaziona al gruppo beneficiando di valenze che annullano la peculiare individualità dell’artista.
In questo modo il riscatto emancipa i partecipanti e ridefinisce, attraverso l’utilizzo dell’arte, una condizione sociale negata e incentiva il concetto della democraticizzazione della creatività e la liberalizzazione dello stato sociale. Questi concetti, nella loro accezzione più estesa, sono parti integranti della storia dell’arte e in maniera traslata dell’estetica che l’accompagna. Essi sono la base della discussione della contemporaneità dell’opera nel tempo e nel momento in cui queste sono mostrate negli spazi deputati alla loro visione.
24
febbraio 2006
Mat Collishaw / Tim Rollins and k.o.s.
Dal 24 febbraio al 31 marzo 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA RAUCCI/SANTAMARIA
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Napoli, Corso Amedeo Di Savoia Duca D'aosta, 190, (Napoli)
Orario di apertura
dal mar. al ven.: 11,00 – 13,30 / 14,30 – 18,30 sab. : 10,30 –13,30
Vernissage
24 Febbraio 2006, 19-21.30
Autore