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Match 2015 Critici a confronto
Due critici e quattro artisti. Dal 17 al 31 ottobre la Galleria Russo apre le sue porte al pubblico per la terza edizione di Match: uno scontro ideale lungo i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea fra Lea Mattarella e Chiara Casarin.
Comunicato stampa
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Due critici e quattro artisti. Dal 17 al 31 ottobre la Galleria Russo apre le sue porte al pubblico per la terza edizione di Match: uno scontro ideale lungo i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea in cui Lea Mattarella e Chiara Casarin sono state chiamate a confrontarsi attraverso gli artisti da loro prescelti: Iole Capasso e Maria Elisabetta Novello da un lato e Adriano Valeri e Luis Israel Gonzales dall’altro.
Di Maria Elisabetta Novello saranno esposti in mostra i Ricami e le Liridi. Nei primi viene utilizzata la tecnica del disegno, nelle seconde la pittura. In entrambi i casi la Novello ricorre alla sua materia essenziale: la cenere, ottenuta dalla combustione di diversi legni (acero, palissandro, pino). Nelle sue opere domina quindi il grigio che diventa più di un semplice colore. Come ricorda Lea Mattarella, esso diviene “un’orchestra di strumenti differenti… Si apre un mondo, davvero. Ogni materiale dà vita ad un tono diverso, è una nota che non ti sembra di aver mai sentito. È questo il forziere della Novello. Chiamalo grigio…”.
Le fotografie di Iole Capasso evocano una Napoli notturna piena di mistero e di magia, in cui l’uso continuo della fantasia e dell’immaginazione rinuncia a mettere in posa la realtà: vagoni di treni e scialuppe di una nave si alternano a un film che va avanti da solo nel buio di una galleria attraversata dai fantasmi, a una bella addormentata tra i palazzi o a “una surreale fanciulla in bigodini colta in una situazione che farebbe invidia a Magritte”. La realtà torna protagonista con il ciclo di fotografie ‘O Pepp: dal nome di Giuseppina, la venditrice ambulante che tutte le volte cambia colore alla sua bancarella e modifica la sua merce – dalle mimose alle calze della Befana – da quando Iole era bambina.
Valeri e Gonzàles Sosa sono nati entrambi negli anni Ottanta, uno a Milano, l’altro a Sagua la Grande a Cuba. Le loro strade si incrociano per la prima volta a Roma grazie alla visione di Chiara Casarin e alla Galleria Russo per l’attenzione che rivolgono allo studio del paesaggio, delle architetture e dell’ambiente. In entrambi gli artisti ci troviamo di fronte ad una visione che, come osserva la Casari rivela una vera e propria ecologia intesa, come “studio delle interazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente”. Le tecniche sono diverse: da un lato il disegno a matita o a carboncino, fatto di “segni lenti e accurati nel dettaglio”; dall’altro “la pittura a piccole campiture priva di schizzi guida, ricca di toni spezzati che costituiscono il ritmo cromatico, coinvolgente, intenso e sovraesposto”. Da un lato stanno “le sottili architetture, composte di colonne, edifici, terrazze, lampioni e scale” da cui traspare “tutta la storia dell’uomo e della sua arte edificatoria”; dall’altro troviamo “prati accesi” dal sole in cui “emerge un’umanità distratta, forse noncurante della vegetazione, difetti d’amore per la vita che cresce nei giardini delle case di periferia”. Così, se nelle Città Sottili di Gonzàles Sosa spuntano ruote di carovana o bicicletta, corde per esperti funamboli e fragili palafitte, nei quadri di Valeri sembra sempre mezzogiorno: un sole estivo pare appiattire e rendere irreali uomini e oggetti e sembra “accendere anche le ombre, facendole quasi scomparire”.
Di Maria Elisabetta Novello saranno esposti in mostra i Ricami e le Liridi. Nei primi viene utilizzata la tecnica del disegno, nelle seconde la pittura. In entrambi i casi la Novello ricorre alla sua materia essenziale: la cenere, ottenuta dalla combustione di diversi legni (acero, palissandro, pino). Nelle sue opere domina quindi il grigio che diventa più di un semplice colore. Come ricorda Lea Mattarella, esso diviene “un’orchestra di strumenti differenti… Si apre un mondo, davvero. Ogni materiale dà vita ad un tono diverso, è una nota che non ti sembra di aver mai sentito. È questo il forziere della Novello. Chiamalo grigio…”.
Le fotografie di Iole Capasso evocano una Napoli notturna piena di mistero e di magia, in cui l’uso continuo della fantasia e dell’immaginazione rinuncia a mettere in posa la realtà: vagoni di treni e scialuppe di una nave si alternano a un film che va avanti da solo nel buio di una galleria attraversata dai fantasmi, a una bella addormentata tra i palazzi o a “una surreale fanciulla in bigodini colta in una situazione che farebbe invidia a Magritte”. La realtà torna protagonista con il ciclo di fotografie ‘O Pepp: dal nome di Giuseppina, la venditrice ambulante che tutte le volte cambia colore alla sua bancarella e modifica la sua merce – dalle mimose alle calze della Befana – da quando Iole era bambina.
Valeri e Gonzàles Sosa sono nati entrambi negli anni Ottanta, uno a Milano, l’altro a Sagua la Grande a Cuba. Le loro strade si incrociano per la prima volta a Roma grazie alla visione di Chiara Casarin e alla Galleria Russo per l’attenzione che rivolgono allo studio del paesaggio, delle architetture e dell’ambiente. In entrambi gli artisti ci troviamo di fronte ad una visione che, come osserva la Casari rivela una vera e propria ecologia intesa, come “studio delle interazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente”. Le tecniche sono diverse: da un lato il disegno a matita o a carboncino, fatto di “segni lenti e accurati nel dettaglio”; dall’altro “la pittura a piccole campiture priva di schizzi guida, ricca di toni spezzati che costituiscono il ritmo cromatico, coinvolgente, intenso e sovraesposto”. Da un lato stanno “le sottili architetture, composte di colonne, edifici, terrazze, lampioni e scale” da cui traspare “tutta la storia dell’uomo e della sua arte edificatoria”; dall’altro troviamo “prati accesi” dal sole in cui “emerge un’umanità distratta, forse noncurante della vegetazione, difetti d’amore per la vita che cresce nei giardini delle case di periferia”. Così, se nelle Città Sottili di Gonzàles Sosa spuntano ruote di carovana o bicicletta, corde per esperti funamboli e fragili palafitte, nei quadri di Valeri sembra sempre mezzogiorno: un sole estivo pare appiattire e rendere irreali uomini e oggetti e sembra “accendere anche le ombre, facendole quasi scomparire”.
17
ottobre 2015
Match 2015 Critici a confronto
Dal 17 al 31 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA F. RUSSO
Roma, Via Alibert, 20, (Roma)
Roma, Via Alibert, 20, (Roma)
Orario di apertura
lunedì 16.30-19.30
da martedì a sabato 10.00-19.30
domenica chiuso
Vernissage
17 Ottobre 2015, ore 18.00
Autore
Curatore