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Materica, linee, solchi, resine, rilievi in colla
Materica è tutto ciò che è pittura, segno e materia. Una pittura di stampo informale, senza escludere una figurativa non banale. Quindi un lavoro che sia denso, carico, segnato, vissuto in ogni piccolissimo granello di colore.
Comunicato stampa
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Per dimostrare che la pittura, la vera pittura ancora esiste, vivendo un passaggio di metamorfosi per rinascere su una base di sperimentazione pura, usando i più svariati materiali e tecniche, purché ci sia il segno materiale e palpabile su ogni lavoro, come un graffio, una bruciatura o un buco lasciato dall’acido su una fotografia, senza riportarsi sempre al passato.
Cosa è la materia? E la figura? Il colore è alla figura, uno sfuocato oppure solo alla linea del cielo e della terra. Materia …….. è quella sensazione che esiste nel rapportarsi ad un’immagine che benché fotografata ha consistenza energia e fuoriesce al supporto.
La materia non solo un quadro lavorato: è molto di più: é tutto ciò che forma la tela, la creta che serve per formare una scultura, è un segno graffiante segnato su un semplice foglio che taglia l’istante e s’imprigiona dell’immortalità nella sua breve esistenza. Il colore che si fa strada è la spiritualità, è il caos che prende forma, è la forza primordiale che rinasce, è un ariete da combattimento.
Ora la materia in molti casi diviene virtuale, impalpabile oppure segna il processo alla sperimentazione, ecco a voi una fotografia, una semplice fotografia alter ego o il complementare della pura pittura, è un rosso scarlatto: la passione, la forza, il sangue, la vita.
Nella collettiva di là dal titolo, ci sarà una sorta di confronto e scontro tra una pittura materica a un figurativo, tra un figurativo e una fotografia, tra una fotografia e un video, tra un video e una scultura. Una collettiva che può spaziare per la sua varietà ma che mette a confronto le varie tendenze artistiche che si sovrappongono. È un modo anche, per presentare e in un certo senso spiazzare lo spettatore dal titolo originario MATERICA.
GLI ARTISTI PARTECIPANTI:
• Adria opere ricche d’intensità, di tutto ciò che si può contenere. Un quadro che vibra, dove le figure si confondono con i mille pensieri rimanendo però sempre vive. Si viaggia alla continua scoperta: ricerca di colori, luci, di cercare di impadronirsi di ogni attimo. Le luci e colori dosati attraverso un turbinio di imput dati dal mondo esterno. Riscattare se stesso in quel gesto pittorico, che porta alla rappresentazione del buco nero che inghiotte l’uomo.
• Angelo Conte in una figurazione matura e dalla padronanza del colore, fuoriesce un gioco dell’evocazione e nello stesso tempo di polemica contro tutto ciò che non va. Dalla schiavitù della carne, in un pensiero scordato, alla riappropriazione del se: tutto in paesaggio surreale, tagliati come vecchi dipinti del ‘400 ma con una rappresentazione più che moderna di un mondo malato che continua a puntare e perdere al gioco d’azzardo.
• Claudia Lia Sejanovich un piano, due piani, tre piani, sopra e sotto. Un quadro cucito come un vestito, scritto come un libro, dipinto come un quadro. Il colore, il tessuto, il gioco delle linee, confondono la figura e la scompongono come in un puzzle, ci riporta a uno spazio virtuale di masse, solide, il colore conquista lo spazio in un cromatismo lavorato e maturo.
• Costanza Majorana la sua pittura come lei stessa afferma, parte da una poesia o aforisma, come ispirazione o legata idealmente alla sua opera. Un concetto questo che ritorna alla rivalsa dopo anni di silenzio, la scrittura e la pittura si unisco. In quest’ artista senza nessun legame accademico, ma solamente con tanta passione per il colore e la pittura composta di segni, linee che si scontrano sempre, rendendo lì per lì al suo ipotetico titolo Risveglio,Rabbia, Insoddisfazione.
• Dan delle Bette Bambe un lavoro a 10 mani, ciò che c’è e ciò che è stato eliminato. Questo si, quest’altro no…. Qui si trova tutto, basta osservare. C’è il mio ma c’è anche il tuo. O forse no?Ma qui che cosa c’è? È un cadavere……. Ma non è morto! La sua nascita è nel video.
• Domenico Daoli la spazialità dell’immagine, contenuta. Rame, piombo,silicone e colore acrilico, si mescolano si ricompongono per dar vita a uno spazio che apparentemente fisso si muove come molecole, tanti atomi che girano. In un solo colore si avverte il movimento di tutto ciò che c’è al di sotto, come se ci fosse una battaglia incorso. Particolari di punti, di gocce che cadono sulla superficie senza un senso logico, ma creano un percorso d’identità e di rivalsa del loro spessore.
• Floriana Vittani anche quest’ artista, lavora unendo la scrittura alla pittura, pittura e scrittura si unisco per esprimere i sentimenti, l’amore, i colori, quelle lievi sensazioni che molte volte sono difficili da raccontare, si cerca quindi una sorta di equilibrio:Gioia dei nostri occhi e del cuore, unione tra cielo e terra, anima e corpo, passato e futuro.
• Francesca Siccardi Si gioca con l’immagine, si modifica, si taglia e la si sovrappone in sfondi illusori, su sfondi virtuali come se fossero tanti codici. Volti che appaiono perfetti, e benché reali sembrano tanti manichini: innaturali. Ecco “mom” un ritratto immutabile, perfetto, immortale, come se tutto il mondo fosse allo stesso tempo tirato fuori, mentre gli occhi mostrano l’intensità di quell’istante specchio della vita.
• Gloria Giovannella Il gioco dei vari materiali che graffiano e si tagliano creando screpolature che mostrano la velatura del colore che si mostra al di sotto. Le linee che creano dimensioni in rientranze come se fossero una strada, un percorso da seguire. Un lavoro che sembra dire: non tutte le apparenze sono vere.
• Joy Bhaduri un artista maturo formato dall’esperienza della vita, da discipline zen, dalla musica. Tutto questo converge nelle sue opere. In una meditazione profonda ci s’immerge nel quadro, è qui che si convergono le sue energie, il mondo che lo circonda, ogni sensazione che sprigiona il suo essere: il rapporto tra l’intimo e l’esterno e il ritmo interiore di una musica vibrante. Tutto entra in discussione:giusto e sbagliato. Mentre si cerca in qualche modo di rientrare nell’anima della vera arte.
• Laura Libera Lupo il cromatismo nei colori, i sotto squadri di una pittura materica e corposa, crea ombre nette come in una scultura, come se lo stesso colore prendesse vita e per rigenerarsi si mescolasse da solo per poi esplodere nella sua lucidità e forza. Le lievi velature permettono di sentire e toccare i diversi strati della pittura, rendendola sempre di più vibrante e come un cuore che batte, il quadro diviene un’incubatrice della nascita
• Max Montano la figura che fuoriesce da uno sfondo segnato, si sbriciola e poi si ricompone all’improvviso. Una figura che rimane comunque segnata, alcune volte accennata eppure è: si rappresenta come un contenitore da dove converge ogni cosa, un luogo da dove si ricomincia. Perché qui succede di tutto, mentre il corpo molte volte rimane fermo e impotente, mentre altre volte diviene protagonista ammiccando o guardandoti fisso negli occhi.
• Monica Marioni un quadro che si ritrae…poi susulta…. Si affaccia…. E si nasconde…. Si avverte la forte carica espressiva ed emotiva nel rappresentare attraverso ogni materiale il futuro, il presente ma anche il passato attraverso ritagli, volti enigmatici che compaiono in frammenti di vita assolutamente vissuta. Materialità e nello stesso tempo il puro spirito della tecnica mista…..
• Roberta Moresco un micro cosmo che appare, in figure dolci, sorprese..sono come fotografie scultoree, di attimi di vita…. Di quei momenti che non torneranno. Rappresentazione di un’immagine reale, vista e vissuta, che appare ai nostri occhi come frammenti di memoria.
• Sonia Vangi L’esplosione del movimento, tra virgolette, ascese, tocchi di stucco che sembrano prelevati da soffitti barocchi: vivi, provocanti, sentiti. Colore ramato, colore oro, rossi: una splendida rappresentazione di un interno. Come il barocco porta con sé il senso della contraddizione, dalla perfetta superficie che si fa avanti, si mostra spavalda il senso interiore di un’esistenza e passione nel rapportarsi al quadro.
• Valeria Kou J Hwa luci al neon, volti e corpi incorniciati come se fossero in un manifesto pubblicitario di teatro: inizia lo spettacolo.. ma quando? Questo è l’attimo d’attesa: una parola,un gesto, un movimento. É questo il concetto di fermare l’attimo per poi ripartire in un continuo divenire, in uno spazio/tempo rivisitato e conquistato.
• Giancarlo Riccardi e Damiano Martino apparentemente diversi, eppure così simili.
Giancarlo Riccardi dai colori del fuoco,così vivo. Questo sole o luna che incombe in un paesaggio distrutto, la forza che fuoriesce da ogni attimo di vita… il rosso: la passione, il sangue che scorre nelle vene, la vita. Eppure si avverte un senso di solitudine, di vuoto. Queste luci abbaianti così vive bruciano chiunque le guardi, come se volessero in qualche modo nascondere un segreto, ma nello stesso tempo ti avvertono che sono loro gli dei e che nessuno osi guardare. Damiano Martino dal canto suo, rappresenta due aspetti del quotidiano la solitudine di un uccello che volo, il vuoto dell’immensità del cielo e della carica e potenza che possiede una nuvola con scatti di quel mondo che apparentemente è molto lontano, dal silenzio di una natura che incombe, alla velocità di una strada metropolitana: le sue luci, i suoi colori artificiali. Due mondi che coinvivono ma che nello stesso tempo sono così diversi. Il silenzio dello spazio e la sua carica rigenerativa, con il caos e la sua velocità che in molti casi ti risucchia l’energia accumulata.
Il silenzio, il caos, la velocità, spazi desolati, il vuoto che cerca di riempirsi, la rinascita nel rosso. Tutto questo si unisce portando allo spettatore frammenti di rabbia e solitudine, di quella velocità che spiazza chiunque osservi, rendendo ancora più labile quel filo conduttore che solo un occhio attento riesce ad osservare.
Cosa in realtà osservo? L’attimo fermato, il passato. L’attimo che in qualche modo è stato modificato. Ma nessuno sa dove e quando. È solo un dato di fatto. È solo un’apparenza. O è solo un ritorno fuoriuscito da una mente assente. Questo ti pone davanti agli occhi ciò che vogliamo dimenticare o sorvolare: domande, dubbi. Perché non sempre c’è una risposta, e molte volte nasce solo una muta accettazione.
Dal silenzio si rinasce senza colmare il vuoto.
Marica Petti
Cosa è la materia? E la figura? Il colore è alla figura, uno sfuocato oppure solo alla linea del cielo e della terra. Materia …….. è quella sensazione che esiste nel rapportarsi ad un’immagine che benché fotografata ha consistenza energia e fuoriesce al supporto.
La materia non solo un quadro lavorato: è molto di più: é tutto ciò che forma la tela, la creta che serve per formare una scultura, è un segno graffiante segnato su un semplice foglio che taglia l’istante e s’imprigiona dell’immortalità nella sua breve esistenza. Il colore che si fa strada è la spiritualità, è il caos che prende forma, è la forza primordiale che rinasce, è un ariete da combattimento.
Ora la materia in molti casi diviene virtuale, impalpabile oppure segna il processo alla sperimentazione, ecco a voi una fotografia, una semplice fotografia alter ego o il complementare della pura pittura, è un rosso scarlatto: la passione, la forza, il sangue, la vita.
Nella collettiva di là dal titolo, ci sarà una sorta di confronto e scontro tra una pittura materica a un figurativo, tra un figurativo e una fotografia, tra una fotografia e un video, tra un video e una scultura. Una collettiva che può spaziare per la sua varietà ma che mette a confronto le varie tendenze artistiche che si sovrappongono. È un modo anche, per presentare e in un certo senso spiazzare lo spettatore dal titolo originario MATERICA.
GLI ARTISTI PARTECIPANTI:
• Adria opere ricche d’intensità, di tutto ciò che si può contenere. Un quadro che vibra, dove le figure si confondono con i mille pensieri rimanendo però sempre vive. Si viaggia alla continua scoperta: ricerca di colori, luci, di cercare di impadronirsi di ogni attimo. Le luci e colori dosati attraverso un turbinio di imput dati dal mondo esterno. Riscattare se stesso in quel gesto pittorico, che porta alla rappresentazione del buco nero che inghiotte l’uomo.
• Angelo Conte in una figurazione matura e dalla padronanza del colore, fuoriesce un gioco dell’evocazione e nello stesso tempo di polemica contro tutto ciò che non va. Dalla schiavitù della carne, in un pensiero scordato, alla riappropriazione del se: tutto in paesaggio surreale, tagliati come vecchi dipinti del ‘400 ma con una rappresentazione più che moderna di un mondo malato che continua a puntare e perdere al gioco d’azzardo.
• Claudia Lia Sejanovich un piano, due piani, tre piani, sopra e sotto. Un quadro cucito come un vestito, scritto come un libro, dipinto come un quadro. Il colore, il tessuto, il gioco delle linee, confondono la figura e la scompongono come in un puzzle, ci riporta a uno spazio virtuale di masse, solide, il colore conquista lo spazio in un cromatismo lavorato e maturo.
• Costanza Majorana la sua pittura come lei stessa afferma, parte da una poesia o aforisma, come ispirazione o legata idealmente alla sua opera. Un concetto questo che ritorna alla rivalsa dopo anni di silenzio, la scrittura e la pittura si unisco. In quest’ artista senza nessun legame accademico, ma solamente con tanta passione per il colore e la pittura composta di segni, linee che si scontrano sempre, rendendo lì per lì al suo ipotetico titolo Risveglio,Rabbia, Insoddisfazione.
• Dan delle Bette Bambe un lavoro a 10 mani, ciò che c’è e ciò che è stato eliminato. Questo si, quest’altro no…. Qui si trova tutto, basta osservare. C’è il mio ma c’è anche il tuo. O forse no?Ma qui che cosa c’è? È un cadavere……. Ma non è morto! La sua nascita è nel video.
• Domenico Daoli la spazialità dell’immagine, contenuta. Rame, piombo,silicone e colore acrilico, si mescolano si ricompongono per dar vita a uno spazio che apparentemente fisso si muove come molecole, tanti atomi che girano. In un solo colore si avverte il movimento di tutto ciò che c’è al di sotto, come se ci fosse una battaglia incorso. Particolari di punti, di gocce che cadono sulla superficie senza un senso logico, ma creano un percorso d’identità e di rivalsa del loro spessore.
• Floriana Vittani anche quest’ artista, lavora unendo la scrittura alla pittura, pittura e scrittura si unisco per esprimere i sentimenti, l’amore, i colori, quelle lievi sensazioni che molte volte sono difficili da raccontare, si cerca quindi una sorta di equilibrio:Gioia dei nostri occhi e del cuore, unione tra cielo e terra, anima e corpo, passato e futuro.
• Francesca Siccardi Si gioca con l’immagine, si modifica, si taglia e la si sovrappone in sfondi illusori, su sfondi virtuali come se fossero tanti codici. Volti che appaiono perfetti, e benché reali sembrano tanti manichini: innaturali. Ecco “mom” un ritratto immutabile, perfetto, immortale, come se tutto il mondo fosse allo stesso tempo tirato fuori, mentre gli occhi mostrano l’intensità di quell’istante specchio della vita.
• Gloria Giovannella Il gioco dei vari materiali che graffiano e si tagliano creando screpolature che mostrano la velatura del colore che si mostra al di sotto. Le linee che creano dimensioni in rientranze come se fossero una strada, un percorso da seguire. Un lavoro che sembra dire: non tutte le apparenze sono vere.
• Joy Bhaduri un artista maturo formato dall’esperienza della vita, da discipline zen, dalla musica. Tutto questo converge nelle sue opere. In una meditazione profonda ci s’immerge nel quadro, è qui che si convergono le sue energie, il mondo che lo circonda, ogni sensazione che sprigiona il suo essere: il rapporto tra l’intimo e l’esterno e il ritmo interiore di una musica vibrante. Tutto entra in discussione:giusto e sbagliato. Mentre si cerca in qualche modo di rientrare nell’anima della vera arte.
• Laura Libera Lupo il cromatismo nei colori, i sotto squadri di una pittura materica e corposa, crea ombre nette come in una scultura, come se lo stesso colore prendesse vita e per rigenerarsi si mescolasse da solo per poi esplodere nella sua lucidità e forza. Le lievi velature permettono di sentire e toccare i diversi strati della pittura, rendendola sempre di più vibrante e come un cuore che batte, il quadro diviene un’incubatrice della nascita
• Max Montano la figura che fuoriesce da uno sfondo segnato, si sbriciola e poi si ricompone all’improvviso. Una figura che rimane comunque segnata, alcune volte accennata eppure è: si rappresenta come un contenitore da dove converge ogni cosa, un luogo da dove si ricomincia. Perché qui succede di tutto, mentre il corpo molte volte rimane fermo e impotente, mentre altre volte diviene protagonista ammiccando o guardandoti fisso negli occhi.
• Monica Marioni un quadro che si ritrae…poi susulta…. Si affaccia…. E si nasconde…. Si avverte la forte carica espressiva ed emotiva nel rappresentare attraverso ogni materiale il futuro, il presente ma anche il passato attraverso ritagli, volti enigmatici che compaiono in frammenti di vita assolutamente vissuta. Materialità e nello stesso tempo il puro spirito della tecnica mista…..
• Roberta Moresco un micro cosmo che appare, in figure dolci, sorprese..sono come fotografie scultoree, di attimi di vita…. Di quei momenti che non torneranno. Rappresentazione di un’immagine reale, vista e vissuta, che appare ai nostri occhi come frammenti di memoria.
• Sonia Vangi L’esplosione del movimento, tra virgolette, ascese, tocchi di stucco che sembrano prelevati da soffitti barocchi: vivi, provocanti, sentiti. Colore ramato, colore oro, rossi: una splendida rappresentazione di un interno. Come il barocco porta con sé il senso della contraddizione, dalla perfetta superficie che si fa avanti, si mostra spavalda il senso interiore di un’esistenza e passione nel rapportarsi al quadro.
• Valeria Kou J Hwa luci al neon, volti e corpi incorniciati come se fossero in un manifesto pubblicitario di teatro: inizia lo spettacolo.. ma quando? Questo è l’attimo d’attesa: una parola,un gesto, un movimento. É questo il concetto di fermare l’attimo per poi ripartire in un continuo divenire, in uno spazio/tempo rivisitato e conquistato.
• Giancarlo Riccardi e Damiano Martino apparentemente diversi, eppure così simili.
Giancarlo Riccardi dai colori del fuoco,così vivo. Questo sole o luna che incombe in un paesaggio distrutto, la forza che fuoriesce da ogni attimo di vita… il rosso: la passione, il sangue che scorre nelle vene, la vita. Eppure si avverte un senso di solitudine, di vuoto. Queste luci abbaianti così vive bruciano chiunque le guardi, come se volessero in qualche modo nascondere un segreto, ma nello stesso tempo ti avvertono che sono loro gli dei e che nessuno osi guardare. Damiano Martino dal canto suo, rappresenta due aspetti del quotidiano la solitudine di un uccello che volo, il vuoto dell’immensità del cielo e della carica e potenza che possiede una nuvola con scatti di quel mondo che apparentemente è molto lontano, dal silenzio di una natura che incombe, alla velocità di una strada metropolitana: le sue luci, i suoi colori artificiali. Due mondi che coinvivono ma che nello stesso tempo sono così diversi. Il silenzio dello spazio e la sua carica rigenerativa, con il caos e la sua velocità che in molti casi ti risucchia l’energia accumulata.
Il silenzio, il caos, la velocità, spazi desolati, il vuoto che cerca di riempirsi, la rinascita nel rosso. Tutto questo si unisce portando allo spettatore frammenti di rabbia e solitudine, di quella velocità che spiazza chiunque osservi, rendendo ancora più labile quel filo conduttore che solo un occhio attento riesce ad osservare.
Cosa in realtà osservo? L’attimo fermato, il passato. L’attimo che in qualche modo è stato modificato. Ma nessuno sa dove e quando. È solo un dato di fatto. È solo un’apparenza. O è solo un ritorno fuoriuscito da una mente assente. Questo ti pone davanti agli occhi ciò che vogliamo dimenticare o sorvolare: domande, dubbi. Perché non sempre c’è una risposta, e molte volte nasce solo una muta accettazione.
Dal silenzio si rinasce senza colmare il vuoto.
Marica Petti
03
maggio 2008
Materica, linee, solchi, resine, rilievi in colla
Dal 03 al 14 maggio 2008
arte contemporanea
giovane arte
arti decorative e industriali
giovane arte
arti decorative e industriali
Location
ARS HABITAT – PALAZZO RATTO-PICASSO
Genova, Via San Luca, 14/4, (Genova)
Genova, Via San Luca, 14/4, (Genova)
Orario di apertura
dalle 10.00 alle 19.00 dal lun al sabato, escluso festivi
Vernissage
3 Maggio 2008, 18.00
Autore
Curatore