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Mathew Sawyer – The Return of Death and Hot Pop Corn
Intrisi di malinconia e humour, le sue fotografie e i suoi progetti, vengono spesso accompagnati da brevi testi esplicativi.
Comunicato stampa
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La galleria è lieta di presentare la prima personale italiana di Mathew Sawyer, giovane artista inglese che utilizza diversi media, dal video al disegno alla fotografia alla performance.
Intrisi di malinconia e humour, le sue fotografie e i suoi progetti, vengono spesso accompagnati da brevi testi esplicativi in cui si descrive il tragicomico e non corrisposto tentativo di avere un contatto o di vedere riconosciuta la sua presenza.
In quest’ottica si situa un lavoro del 1999 che prevedeva l’acquisto giornaliero in un mercato londinese, di una mela, una Granny Smith. Mathew ha comprato la mela ogni giorno per più di un mese fino a quando il negoziante ha anticipato la sua richiesta: “una Granny, non è vero?”. Una volta riconosciuto e “accettato” all’interno di una regolare clientela, l’artista ha portato a termine la sua missione.
In It’ll All Come Out in the Wash, Sawyer ha scarabocchiato frammenti di liriche rock (dai Velvet Underground a Neil Young e i Raincoats) su pezzetti di carta per poi lasciarli di nascosto nelle tasche o nelle borse di sconosciuti incrociati per strada o negli autobus, con la vaga speranza che questi messaggi incontrassero una qualche risonanza negli inconsapevoli destinatari.
In un altro lavoro, Someone to Share My Life With, 2002, Sawyer ha rubato le scarpe che, di notte, il suo vicino di casa aveva l’abitudine di lasciare nel corridoio e, dopo averle portate nel suo appartamento, ha dipinto le suole con delle bellissime rondini. Ha poi rimesso le scarpe nel corridoio prima che qualcuno ne notasse l’assenza. Il giorno dopo, il vicino ha continuato la sua normale routine quotidiana apparentemente ignaro del poetico intervento di Sawyer.
Scrive Matthew Higgs: “ Così come l’artista olandese Bas Jan Ader che ha immesso nel terreno spesso sterile dell’arte Concettuale una evidente emozione, Mathew Sawyer non ha paura di mostrare il suo cuore. Così come le canzoni dei musicisti che dichiaratamente adora, i lavori di Sawyer sono, allo stesso tempo, scomodamente personali e misteriosamente universali: dopo tutto, ciascuno di noi non vuole essere accettato, ricordato, amato (o, infine, veder la propria esistenza riconosciuta)?” (Artforum , January 2003)
Recentemente Sawyer si è anche cimentato come cantautore proponendosi con una formula quasi “scultorea” . Timidamente intrattiene il pubblico con le sue originali ballate, spesso tristi e malinconiche, ma al contempo cariche di humour.
Tra le sue recenti partecipazioni: Documentary Creations, Museum of Art Lucern, curated by Susanne Neubauer, 2005; Your heart is no match for my love, Soap Factory, Minneapolis, 2004; The distance beween me and you, Lisson gallery, London, 2004; Someone to Share my life with, the Approach, London, 2004
Intrisi di malinconia e humour, le sue fotografie e i suoi progetti, vengono spesso accompagnati da brevi testi esplicativi in cui si descrive il tragicomico e non corrisposto tentativo di avere un contatto o di vedere riconosciuta la sua presenza.
In quest’ottica si situa un lavoro del 1999 che prevedeva l’acquisto giornaliero in un mercato londinese, di una mela, una Granny Smith. Mathew ha comprato la mela ogni giorno per più di un mese fino a quando il negoziante ha anticipato la sua richiesta: “una Granny, non è vero?”. Una volta riconosciuto e “accettato” all’interno di una regolare clientela, l’artista ha portato a termine la sua missione.
In It’ll All Come Out in the Wash, Sawyer ha scarabocchiato frammenti di liriche rock (dai Velvet Underground a Neil Young e i Raincoats) su pezzetti di carta per poi lasciarli di nascosto nelle tasche o nelle borse di sconosciuti incrociati per strada o negli autobus, con la vaga speranza che questi messaggi incontrassero una qualche risonanza negli inconsapevoli destinatari.
In un altro lavoro, Someone to Share My Life With, 2002, Sawyer ha rubato le scarpe che, di notte, il suo vicino di casa aveva l’abitudine di lasciare nel corridoio e, dopo averle portate nel suo appartamento, ha dipinto le suole con delle bellissime rondini. Ha poi rimesso le scarpe nel corridoio prima che qualcuno ne notasse l’assenza. Il giorno dopo, il vicino ha continuato la sua normale routine quotidiana apparentemente ignaro del poetico intervento di Sawyer.
Scrive Matthew Higgs: “ Così come l’artista olandese Bas Jan Ader che ha immesso nel terreno spesso sterile dell’arte Concettuale una evidente emozione, Mathew Sawyer non ha paura di mostrare il suo cuore. Così come le canzoni dei musicisti che dichiaratamente adora, i lavori di Sawyer sono, allo stesso tempo, scomodamente personali e misteriosamente universali: dopo tutto, ciascuno di noi non vuole essere accettato, ricordato, amato (o, infine, veder la propria esistenza riconosciuta)?” (Artforum , January 2003)
Recentemente Sawyer si è anche cimentato come cantautore proponendosi con una formula quasi “scultorea” . Timidamente intrattiene il pubblico con le sue originali ballate, spesso tristi e malinconiche, ma al contempo cariche di humour.
Tra le sue recenti partecipazioni: Documentary Creations, Museum of Art Lucern, curated by Susanne Neubauer, 2005; Your heart is no match for my love, Soap Factory, Minneapolis, 2004; The distance beween me and you, Lisson gallery, London, 2004; Someone to Share my life with, the Approach, London, 2004
24
febbraio 2005
Mathew Sawyer – The Return of Death and Hot Pop Corn
Dal 24 febbraio al 30 aprile 2005
giovane arte
Location
GALLERIA SONIA ROSSO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 11H, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 11H, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19 o su appuntamento
Vernissage
24 Febbraio 2005, ore 19
Autore