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Matières Sensibles 2009. Corps. Identités. Territoires. Frontières
“Matières Sensibles 2009, Corps, Identités, Territoires, Frontières”. Unica data italiana del festival Francese, nato nel 2007 a Lille nell’ambito del “Mois de la photographie”, che da 28anni in Francia anima Novembre con incontri e manifest.ni, protagonisti creatività e il mondo della fotografia.
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
MATIERES SENSIBLES #SAISON3
LILLE > MILAN_NOVEMBRE 2009
FESTIVAL PHOTO
Matières Sensibles 2009: il festival della fotografia di Lille torna a Milano
Giovedì 19 novembre alle ore 17.30 apre, negli spazi di Pomezia Uno Gallery (via Pomezia 1, Milano), la mostra fotografica “Matières Sensibles, Corps, Identités, Territoires, Frontières ” (ingresso libero).
Unico appuntamento italiano del festival Matières Sensibles, nato nel 2007 a Lille nell'ambito del “Mois de la photographie”, che da 28 anni in Francia anima il mese di novembre con incontri e manifestazioni che hanno come protagonisti la creatività e il mondo della fotografia.
A Milano, fino al 30 novembre dalle ore 11.00 alle ore 18.00
(o su appuntamento tel. 02. 45489381), saranno esposti i lavori di 15 giovani fotografi:
Marco Baldessari e Achille Viggo Calegari (“Progetto Curvia”); Maristella Colombo (“My Body Lanscapes”); Moria De Zen (“Wondering high”, “Path”, “Before the sin”), Tommaso Fiscaletti (“Mute + Night Vision”); Andrea Gilberti e Jean Claude Manfredi (“7000 miglia lontano”); Groppi Gianluca (“La ragazza in scatola”); Marturano Gaia (“Ostalgie? Un viaggio sulle tracce di uno Stato scomparso”); Minucci Francesco (“Play”).
Saranno inoltre in mostra gli “Anatomic painting” di Nazzarena Poli Maramotti; infine Mattia Arioli e Alessandro Esposto presenteranno immagini in anteprima tratte dal libro “Mass Portraits, catalogo fotografico di massa 2009”.
L'evento sarà impreziosito dal momento performativo del percussionista e compositore Sergio Armaroli, che presenterà l'installazione sonora “Divenir Animal” (computer tape and live percussion electronic pads; testo di Antonin Artaud; voce di Virginie Lutz), accompagnato da videoproiezioni degli autori presenti al festival di Lille.
Ecco i numeri dell’edizione 2009 di Matières Sensibles:
30 tra fotografi, designers e fashion designer; 25 tra musicisti, poeti, compositori e cantautori; 12 i paesi coinvolti: Argentina, Cambogia, Canada, Costa d'Avorio, Cuba, India, Laos, Malesia, Marocco, Repubblica Democratica del Congo, Usa, Vietnam.
Info:
www.matieressensibles.com
www.pomeziauno.com
press@pomeziauno.com
MATIERES SENSIBLES #SAISON3
LILLE > MILAN_NOVEMBRE 2009_
FESTIVAL PHOTO
Presentazione di Eric Dohoun Direttore artistico e ideatore del Festival di Lille
Nelle materie sensibili: le immagini prendono corpo, le forme artistiche attraversano le frontiere e debordano in territori nuovi senza perdere la propria identità.
Il festival di immagini e di musica “Matières sensibles”, organizzato dai fotografi dell’agenzia African’Artz e Pomezia Uno Gallery, è arrivato alla sua terza edizione.
Tale evento culturale ha per vocazione e ambizione lo scambio dei talenti artistici provenienti dall’Europa e dal mondo. I territori di espressione sono le gallerie d’arte, gli ateliers, i luoghi pubblici e gli stabilimenti scolastici.
L’esigenza è di richiamare gli amanti dell’arte nell’esplorazione delle opere fotografiche partendo da stimoli diversi, suoni dimenticati, odori tecnologici e sensazioni primitive.
Quattro saranno i temi che “Matières Sensibles” affronterà in questa stagione: Corpo, Identità, Territori, Frontiere.
1.Il Corpo è il fulcro della manifestazione
2.le Identità sono fondo e forma dell’espressione dell’umano;
3.i Territori sono luoghi marcati dalla dicotomia natura-cultura, investiti dalla bellezza e
dal pensiero;
4.le Frontiere sono linee oscure e specchio dell’Uomo.
Eric Dohoun, attivo nel Nord della Francia (Lille e la sua regione) è creatore di diversi eventi culturali e artistici. Ideatore di African’ Artz, l’agenzia di promozione artistica e di sviluppo culturale, filosofo di formazione, è anche, pedagogo, conferenziere e agente di artisti. Fervente sostenitore della “riconciliazione culturale” e del dialogo tra i linguaggi artistici, Dohoun è alla direzione artistica del festival “La Rencontre des Francophonies”.
Direttore artistico African'Artz
Manager e coordinatore del festival “Matières Sensibles”
+(33) (0)6 19 58 35 79
www.matieressensibles.com
MATTIA ARIOLI e ALESSANDRO ESPOSTO
Mattia Arioli
Lavora attualmente come fotografo free-lance per la moda e il design. Grazie a questa sua professione, riesce a soddisfare la passione per i viaggi, raggiungendo mete come Parigi, New York e Londra. In queste città, ha fotografato importanti eventi di moda e design, per studi fotografici che pubblicano su riviste conosciute a livello nazionale e internazionale. La sua attuale ricerca artistica è rivolta ad approfondire, in maniera personale, lo studio del ritratto fotografico.
Alessandro Esposto
Nasce nel 1984 a Secugnago, un piccolo centro nel cuore del lodigiano. La fotografia lo appassiona sin dal liceo, e lo porterà successivamente a frequentare la scuola CFP Riccardo Bauer a Milano.
Dopo il diploma, ha collaborato per diversi studi di moda milanesi. Attualmente lavora per Rino Carraro Fine Art. Affascinato dalla diapositiva, ha recentemente intrapreso la strada del digitale per sviluppare progetti anche a livello multimediale.
info@ariospoproject.com
“MASS PORTRAITS, Catalogo fotografico di massa 2009”
I due giovani fotografi emergenti, ideatori del connubio fotografico Ariospo Projet. Hanno iniziato questo progetto artistico ispirandosi all'idea di un work in progress, fatto per essere rinnovato di mese in mese, di manifestazione in manifestazione, così da plasmare una sorta di inesauribile enciclopedia di ritratti. Il lavoro ha trovato attualmente la sua realizzazione nel libro “Mass Portraits, Catalogo fotografico di massa 2009” una galleria di ritratti fotografici scattati durante eventi di massa, raduni, feste popolari e concerti musicali. Il filo conduttore del progetto è quello di comporre una sorta di mosaico sfaccettato e multiforme della società contemporanea, caleidoscopio inesauribile e inafferrabile di immagini e situazioni.
SERGIO ARMAROLI
Maestro e Percussionista "Concreto"
Ha compiuto gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano diplomandosi con il massimo dei voti e presso il Conservatorio G.Verdi di Milano in strumenti a percussione, jazz e musica elettronica. Inoltre ha studiato presso l'Istituto Superior de Arte de l'Habana.
Ha suonato in qualità di percussionista in numerose orchestre ed ensemble in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Svizzera, Messico e Polonia esibendosi in prestigiosi teatri, tra cui il Teatro alla Scala, il Berliner Ensemble, la Citè de la Musique e Luxembourg Philarmonie.
Come solista si è esibito al festival MITO e alla Biennale di Venezia (Exit 09). Ha al suo attivo numerose registrazioni con ArtAche, Stradivarius e BMG Ricordi.
Come compositore e artista sonoro realizza alcuni progetti multimediali e performativi (“Phoemetto/Es”, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano e Studio Foce, Lugano; “Care/Of Via Farini”, Milano), installazioni sonore ("Ritorna da dove sei venuto", Studio d'Ars, Milano) e per computer tape ("One Week One Day", 2005; "Fingers for Guitar Solo", 2006; "Il Teatro della Percussione e della Crudeltà", 2007/09).
Per i "Concerti del Chiostro" del Conservatorio G.Verdi di Milano scrive "Le souffle corporel", per pianoforte, computer tape e una danzatrice (2006). Come pittore partecipa ad alcune mostre collettive (Milano, Saronno) mentre alcune sue poesie sono state pubblicate dalla rivista "Sacco" (Casa degli Artisti, Milano).
sergioarmaroli@libero.it
“DIVENIR ANIMAL”, Sound Installation (2007/2009)
La serata inaugurale sarà impreziosita momento performativo del percussionista e compositore Sergio Armaroli, che presenterà l'installazione sonora “Divenir Animal” (computer tape and live percussion electronic pads; testo di Antonin Artaud; voce di Virginie Lutz,; 2007/2009), accompagnato da videoproiezioni provenienti direttamente dagli autori presenti al festival di Lille.
MARCO BALDESSARI e ACHILLE VIGGO CALEGARI
Progetto CURVIA
Il progetto Curvia nasce nel 2008 dall'incontro delle giovani menti di Achille Viggo Calegari e di Marco Baldessari, votate alla ricerca di uno stile fotografico e illustrativo d'avanguardia.
Figli l'uno di un padre fotografo e l'altro di un genitore architetto, iniziano insieme l'esplorazione di tecniche narrative surrealiste, traendo ispirazione tanto dalla fotografia contemporanea quanto dall'arte classica e moderna, con particolare attenzione ai princìpi della pittura metafisica. Lungo il loro cammino artistico incontrano Vincenzo Carucci, giovane studente come loro, appassionato, fin dalla tenera età, di fotografia analogica. Sotto la guida di Calegari il gruppo ha così realizzato e continua a realizzare numerose serie fotografiche.
marco.baldes@gmail.com
“SUBLIVIOUS”, Curvia's work in progress
In mostra opere tratte dal work in progress “Sublivious”, stampe da negativo di fotografie analogiche (non manipolate digitalmente).
MARISTELLA COLOMBO
Laureata come Art Director presso la facoltà di Comunicazione e Visual design presso The International College of Arts and Sciences di Milano, ha successivamente ottenuto un Master in Fashion Design all'Istituto Marangoni di Londra e, sempre a Londra, un diploma in Fashion Business & Management al prestigioso College of Fashion. Si è poi occupata di ricerca e sviluppo collezioni per la linea Brums di Preca Brummel, per la linea femminile del marchio Boudicca di Londra e per il brand Susan Cianciolo di New York. Ha svolto anche l'importante ruolo di Art Director di Maiden-Art e Conceptual Design.
È ora docente di progettazione collezioni, storia della moda e ricerca di tendenze presso l'Istituto Europeo di Design (I.E.D.) di Milano. Le attività di stilista, illustratrice, fotografa e video artista l'hanno spinta a partecipare a numerose esposizioni e festival internazionali, tra cui spiccano: la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo (B.J.E.C.M), il Festival spagnolo di Arte digitale ARTECH MEDIA, il Salone internazionale dei Giovani Artisti di Alessandria d'Egitto, e il “Trophes des Createurs de Mode” presso il prestigioso Palazzo del Festival di Cannes, grazie anche al contributo di Movin'up e della Gai (Associazione Giovani Artisti Italiani).
www.maristellacolombo.it
“MY BODY LANDSCAPES”
«Indagare il proprio corpo per mettere a nudo la propria anima», è questa l'idea che sostiene il progetto intitolato My Body Landscapes, attraverso una ricerca minuziosa che analizza nei minimi dettagli il proprio corpo, schedandolo e dividendolo fotogramma per fotogramma per scandire una sorta di ritmo interiore, di atomo emozione-sensazione, alla ricerca di quell'attimo imperituro in cui anima e corpo si toccano in un abbraccio originario. Sono segni , tracce, vicissitudini del tempo che scorre e che lascia cicatrici sulla pelle, impronte che la pellicola fotografica tenta di rivelare, cercando sempre di superare se stessa e realizzare quell'abbraccio fatale.
L'artista, attraverso elaborazioni fotografiche e digitali, esprime tale connubio attraverso un paesaggio simbiotico dove il paesaggio che traspare non è che un segno tangibile dell'anima corporea dell'artista stessa.
MORIA DE ZEN
Moria De Zen vive e lavora ad Asolo, suo paese natale. Fotografa e art director studia, pubblicità e fotografia al NABA di Milano, dove si diploma con lode nel 1993. Prosegue la sua formazione a Londra dove risiede per due anni. Tornata in Italia collabora con agenzie di pubblicità e aziende svolgendo in proprio molti lavori commerciali e pubblicitari.
La passione per la fotografia la spingerà ad esplorare nuovi linguaggi artistici che apprenderà in viaggi e workshop. Grazie all’incontro con tre affermati fotografi americani si perfeziona nel ritratto e nel reportage. Con il reportage “I bambini di Amman” inizia nel 2003 la sua attività espositiva. Oggi, oltre a pubblicazioni editoriali e proiezioni, conta numerose mostre fotografiche personali e collettive su tutto il territorio nazionale. Sue produzioni artistiche sono “Lasciami essere”, un visual clip sulla malattia di Alzheimer, “Ferita al cuore” ed “Evoke”; quest’ultima, una rassegna di sequenze oniriche presentate in tour nazionale, segna la scelta matura verso una ricerca stilistica e introspettiva più personale.
www.moriadezen.com
moria.dezen@gmail.com
“WONDERING HIGH dalla serie Sidelight, (untitled) dalla serie Passage, “PATH dalla serie Sidelight, “BEFORE THE SIN” dalla serie The Tree.
Questo lavoro, ancora in corso di definizione, è costituito da più serie di immagini che compongono delle sequenze narrative. In questo racconto fotografico ha indagato, in chiave performativa, il rapporto tra la natura e l’essere umano. Ha quindi scelto luoghi spogli di ogni riferimento temporale e geografico, ma intrisi di una loro storia e bellezza, limitando volutamente l’area di indagine al Veneto, regione in cui vive.
Nelle molteplici declinazioni di questo rapporto, oggi come in passato, la sua attenzione è rivolta principalmente ad alcuni aspetti: ad esempio, il profondo, ancestrale bisogno umano di appartenenza, di connessione con una forza creatrice e distruttrice, un’energia a cui si possono dare valenze divine, soprannaturali, esoteriche. Ma si rivela anche nel bisogno dell’uomo di integrarsi in modo costruttivo nell’ambiente, o nel bisogno di conquistare e soggiogare a sua volta la natura, la quale non trascura di sottolineare la disparità di tale relazione.
I raggi di luce ricorrenti diventano simbolicamente un canale di collegamento, un messaggio, una porta di accesso verso qualcosa che si potrebbe goffamente chiamare Conoscenza, uno spiraglio di possibilità di mediazione che si apre in una dimensione, quasi fuori dal tempo, tra presenze svettanti.
TOMMASO FISCALETTI
Nasce a Cattolica nel 1981. Diplomato all'Istituto d'Arte di Pesaro, a vent'anni inizia a lavorare come assistente in uno studio fotografico. In questo periodo comincia ad avvicinarsi alla fotografia di scena, allo still-life e al ritratto, portando avanti costantemente anche ricerche personali.
Nel 2002 inizia a occuparsi di reportage in ambito sociale. Le sue ricerche si concentrano sul Nord Africa e sull'Est Europa. In seguito si interessa al ritratto e al paesaggio, affrontando progetti che raccontano il singolo nel suo variegato rapporto con la natura e la società. Da qualche anno vive e lavora a Milano come fotografo pubblicitario, collaborando con importanti agenzie del settore.
Nel 2007 vince il premo “Diesel Wall” di Toronto. Nel 2009 viene selezionato tra i finalisti del concorso “Celebrate Originality” indetto da Adidas. Sempre nel 2009 è tra i finalisti del premio “Celeste”.
Parte dei suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive a Pesaro, Bologna, Venezia, Milano e Londra.
www.livello6.it/fotografi_view.php?fotografo=16&
tofisca@gmail.com
“MUTE NIGHT VISION”
“Mute Night Vision”, come visioni della e nella notte, con gli occhi di un nottambulo che segue echi, luci e specchi nelle periferie urbane. Visioni come chimere, come strascichi che si disperdono nell'emulsione della pellicola fotografica e lasciano impressioni, disagi, ricordi luminosi. Dispersi nel cuore della notte, ecco emergere personaggi umbratili ravvivati appena dallo scatto improvviso; anch'esso sogno e visione al tempo stesso.
Il progetto fotografico è una dimostrazione di come l'obiettivo possa restituirci uno sguardo in balia del sogno rinnovato e purificato dalla trita luce della quotidianità. Nel rapporto tra singolo e ambiente, l'autore vi intravede una relazione «tra gli aspetti psicologici dell'uomo e il paesaggio circostante che, in qualche modo, ne condiziona l'esistenza». Questo rapporto viene indagato relazionandosi con ciò che non è immediatamente visibile, poiché, e qui viene in luce il rapporto stesso dell'artista con la sua opera: «quando mi trovo di fronte al soggetto, l'intenzione è sempre quella di cogliere la morbosità che sta dietro, nella fugacità di uno sguardo, o di un gesto. Cogliere questi momenti diventa un'operazione paradossale, un gioco di prestigio dove realtà e finzione interagiscono in maniera continua, generando atmosfere iperrealistiche e teatrali».
ANDREA GILBERTI E JEAN CLAUDE MANFREDI
Andrea Gilberti
Andrea Gilberti è fotografo professionista dal 1998. Collabora con artisti e gallerie d’arte contemporanea per fotografie di mostre, installazioni e opere. Lavora come fotografo di still-life di moda per diversi marchi italiani. Il reportage è la sua passione. Tra luglio e agosto del 2009 con altri colleghi-amici fotografi ha preso parte al progetto “settemilamiglialontano” di cui è anche ideatore, attraversando India, Pakistan, China, Kirgistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Georgia, Turchia. Ha partecipato alle mostre “Discontinuità Narrative” (Brescia) e “Insieme per i bambini” (Milano)
www.andreagilberti.com
Jean Claude Mafredi
Intraprende la carriera fotogiornalistica nel 2005, documentando la situazione politico-sociale nella repubblica democratica del Congo. Da allora viaggia e documenta tutto ciò che lo circonda. Ha partecipato alle mostre “Insieme per i bambini” (Milano, 2008 e 2009), “Matières Sensibles” (Lille, 2008).
www.homepage.mac.com/jcmphoto/Menu13.html
jcmphoto@mac.com
“7000 MIGLIA LONTANO, più di 12.000 chilometri”
È questa la distanza che separa i bambini del centro “Casa di Luce” a Mysore, in India, dai loro genitori adottivi dell’associazione Jyhoti Nilaya, a Brescia.
Nell'agosto 2009 un gruppo di 8 persone, tra fotografi e videomaker, ha attraversato il centro dell'Asia a cavallo delle Royal Enfield, storiche motociclette indiane.
Un viaggio della consapevolezza mettere in luce il problema della condizione minorile nei paesi del sud del mondo e in via di sviluppo, con un preciso scopo umanitario: raccogliere fondi da destinare all’associazione Jyothi Nilaya.
L’intero ricavato della vendita dei libri fotografici realizzati durante il viaggio sarà infatti devoluto all’associazione.
www.settemilamiglialontano.asia
GIANLUCA GROPPI
Nato e cresciuto a Piacenza, città dove risiede attualmente, inizia a dedicarsi alla fotografia nel 1997. Attualmente collabora con la Galleria d'Arte Contemporanea Joyce & Co. di Genova.
Definisce le proprie opere dei tableaux vivants, e cioè «set curati nei minimi dettagli e nell'ambientazione, all'interno dei quali sono le mie stesse amicizie e frequentazioni a prestarsi in qualità di personaggi, di simboli». Ha partecipato a diverse mostre, tra cui “Nud-Art”, mostra itinerante di Prato (2003); “Fotosintesi”, festival internazionale di fotografia di Piacenza (2004); “Ecce Homo” (2005); “Suoni e visioni III”, Amburgo-Genova-Copenaghen-San Marino (2006-2007). È stato inoltre curatore della mostra fotografica collettiva “Labirinti e Umanità” presso la Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza (Festival Carovane 2006), con la partecipazione del regista Giuliano Montaldo.
www.myspace.com/gianlucagroppi
gianlucagroppi@gmail.it
“LA RAGAZZA IN SCATOLA”
“La ragazza in scatola” occulta il suo corpo e mostra soltanto due gambe e due braccia nude che sorreggono una pila di scatole. Dietro, una porta chiusa da un chiavistello. L'ambiente è uno scantinato dalle mura incrostate che s'allungano in una prospettiva volutamente deformata. Nello sequenza successiva, il corpo è svanito; rimangono soltanto dei frammenti di foto racchiuse dentro delle scatole aperte: ecco una mano, un viso, un pezzo di busto. Il corpo non è più presente ma è ora “rappresentato”. Le scatole che raccolgono come urne i frammenti della “ragazza” evocano ironia e insieme dissacrazione, “rivelamento” silenzioso di una critica al gusto e alla bellezza patinata in voga nella società contemporanea. L'opera ha, come in molti altri tableaus vivants dell'autore, un chiaro bersaglio polemico: la moderna società occidentale. Il fine dell'artista consiste perciò nello «svelare le contraddizioni dell'attuale società che, dietro larghi sorrisi e cerimonie di benevolenza, nasconde un profondo malessere esistenziale». Questo dramma tuttavia, come lo stesso autore afferma, «è arginato e congelato da un'inquieta ironia noir».
LAURA LIVERANI
Laura Liverani ha studiato e vissuto a Bologna, Londra, Hong Kong e Tokyo, viaggiando e fotografando. Ha puntato il suo obiettivo sui grattacieli popolari di Hong Kong, sui punk di Pechino, sui guerrieri Shaolin e sui pendolari di Tokyo, raccontando quindi le grandi metropoli asiatiche. Le sue foto sono apparse su riviste, libri e mostre in Europa e in Asia.
Attualmente svolge la sua attività professionale e di ricerca spostandosi tra Tokyo e l’Italia.
www.lauraliverani.com
info@lauraliverani.com
lauramolly@softbank.ne.jp
+39.347.5871478 (Italy)
+81.090.85171136 (Japan)
“TATTOO SHOP”
“Tattoo Shop” fa parte di una serie di scatti commissionati dalla cinese Immersion Guides, per il libro fotografico “One Night in Beijing” (2007), in cui trenta fotografi internazionali raccontano Pechino simultaneamente, in una sola notte, dal tramonto all’alba.
LUCA LOLLI
Nato a Bologna nel 1966, Luca Lolli si diploma in pittura (1995) e si specializza in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo (2007) presso l'Accademia delle Belle Arti della propria città natale. L’interesse per la fotografia, emerso durante l’esperienza Erasmus presso l’Università di Bilbao nel 1993, lo spinge ad approfondirne le tecniche e le possibilità espressive, nel dialogo con la pittura.
Da sempre predilige lavorare affrontando delle tematiche, in modo da approfondire un “nucleo”, esaminandolo da molti punti di vista. A proposito del proprio pensiero poetico, l’artista conferma che «dopo aver per molto tempo cercato una forma primaria, rincorso l’essenza delle cose», esprimibile «in figure e geometrie minimali», attualmente «l’attenzione si volge al mondo delle forme e dei fenomeni, ossia al fatto che anche una forma primaria esiste, “prende forma” nel mio pensiero, nella mia mente, e tutto questo... da dove nasce? […] attorno a queste tematiche sono nati i miei ultimi lavori», nella consapevolezza che «ogni mio sforzo di dire qualcosa attraverso un’opera artistica non è che un tentativo di avvicinamento a quell’abisso che non si può colmare, al nostro “esserci”».
La sua lunga carriera artistica inizia nel 1992, insieme al suo interesse per la scenografia che prosegue nel 2003 con l'allestimento dello spettacolo “Il canto di Etty”, dedicato a Etty Hillesum (per voce recitante, soprano e danzatrice, violoncello e fisarmonica). Dal 1993 partecipa a mostre collettive nell’ambito di importanti rassegne d’arte bolognesi e dal 1996 espone in personali. Nel 2002 realizza i primi HabitatWall Drawing in interni privati, mentre nel 2004 realizza il WallDrawing Specchio. Nel 2005 lavora all’installazione “I semi del mondo”, evento legato al Festival della Filosofia di Modena e partecipa a numerose rassegne d’arte contemporanea. Nel 2008 partecipa a “Education 2008”, esposizione collettiva presso l’Istituto Italiano di Cultura di Atene e nel 2009 è selezionato al concorso internazionale “Dependtendency” di Venezia, organizzato da Premioceleste.
www.lucalolli.com
info@lucalolli.com
“HUMAN CONDITION”
L'opera “Condizione umana” riflette una visione di realtà maturata in anni di ricerca nell'ambito della filosofia Zen. I colori "virati" esprimono il nostro vedere e interpretare il mondo: la nostra è una visione un po’ sfocata, allucinata. Siamo schiavi di noi stessi e della tecnica, con cui sempre più cerchiamo di dominare tutto, nel tentativo di esorcizzare ciò che non riusciamo a spiegarci. Ma la domanda di senso dentro noi rimane aperta…
Il pensiero orientale offre punti di vista interessanti, nuove possibilità di ascolto, riflessione e visione.
La foto è stampata su carta metallica per cui il cielo assume la colorazione oro, tipica delle antiche stampe orientali, e richiamo all’astrazione, rispetto al concetto di cosa sia realtà.
GAIA MARTURANO
Nasce a Firenze nel 1981 e si trasferisce a Milano all'età di quattro anni. Dopo gli studi superiori frequenta la scuola di fotografia CFP Riccardo Bauer. Successivamente lavora come assistente fotografo di moda e nel 2003 si avvicina al fotogiornalismo.
Collabora prima con l'agenzia stampa Aldo Liverani e successivamente Emmevì Photo, pubblicando così sulle maggiori testate italiane. (Espresso, Panorama, Oggi, Gente, Corriere della Sera, Giornale, Giorno...). Appassionata di viaggi realizza diversi servizi fotografici in Italia e all'estero. Nel 2007 partecipa alla mostra fotografica "Integrazione di successo", che si tiene in occasione del laboratorio Euro- Mediterraneo a palazzo Giureconsulti e nel 2008 a "Matieres Sensibles"
www.gaiamarturano.it
“OSTALGIE?” Viaggio sulle tracce di uno Stato scomparso
Immagini che raccontano i lati più oscuri del regime comunista, ma anche la “Ostalgie”, fenomeno in continua crescita, che indica la nostalgia (Nostalgie) dell’Est (Ost in tedesco). Tale rimpianto dei dei tempi passati - “si stava meglio una volta” -, nasce però dalla necessità di ricostruire una coscienza collettiva: è una risposta d’orgoglio al sentimento diffuso di appartenere ai perdenti della storia.
1.Un ritratto di Erich Honecker, leader della repubblica Democratica Tedesca dal 1971 al 1989, in un ufficio dei servizi segreti della DDR (Stasi).
2.Wolfgang Rüddenklau, ex prigioniero di Hohenschönhausen (prigione della Stasi a Berlino) guida i turisti attraverso la prigione.
3.Conny Kaden, nostalgico, colleziona oggetti della vita quotidiana nella DDR ed ha aperto un piccolo museo nella provincia di Dresda.
4. A Zirndorf, un team ricostruisce a mano decine di milioni di frammenti di documenti distrutti dalla STASI nei suoi ultimi mesi di vita. La distruzione frenetica e compulsiva aveva messo fuori uso le apposite macchine tritacarte, inceppate e usurate da quell’enorme quantità; non restava quindi che distruggere centinaia di migliaia di documenti a mano, riducendoli in mille pezzi.
5.Sui muri dei garage dell’ex sede dei servizi segreti di Lipsia si possono ancora vedere le tracce degli schizzi di cellulosa che documentano la distruzione frenetica e compulsiva dei documenti gettati nelle macchine trinciacarta.
6.La “nuova” ala del carcere di Hohenschönhausen, soprannominata dai detenuti “Hotel Hilton”. Le stanze furono restaurate pochi mesi prima della caduta del Muro e c’è chi dice che non fu un caso ma la scelta lungimirante dei vertici della Stasi, che fiutavano il peggio. Dopo la pacifica rivoluzione del 1989 infatti, Erich Mielke, il capo della polizia segreta comunista, venne detenuto qui alcuni mesi.
7.Telefono in un bunker costruito dalla Stasi tra il 1968 e il 1972 nelle campagne vicino a Lipsia. In caso di stato d’emergenza, la STASI era pronta a trasferire qui le sue posizioni cruciali per non perdere il controllo sul paese.
8.Una stanza nella prigione di Hohenschönhausen.
9.Il ritratto di Erich Honecker in un negozio di oggetti vintage.
FRANCESCO MINUCCI
Francesco Minucci nasce nel 1974 e si appassiona fin da giovanissimo al mondo delle arti visive. Dal 1999 al 2001 frequenta a Firenze la Fondazione Studio Marangoni, dove apprende le tecniche di camera oscura e fine art. Nel 2001 consegue il diploma di fotografia still-life presso il C.F.P. di Firenze. Nel 2005 ha curato la direzione tecnica del “Toscana Fotofestival” (manifestazione fotografica internazionale), ed entra a stretto contatto con fotografi di fama, come Giovanni Gastel, Maurizio Galimberti e Nikos Economopoulos (Magnum Photos).
Attualmente si dedica alla fotografia, sia nel campo commerciale, che in ambito artistico, partecipando a premi e mostre. Fotografo free-lance vive in Toscana e lavora in tutta Italia e all’estero.
www.francescominucci.com
info@francescominucci.com
“PLAY: BUBBLES, LAST MINUTE, LITTLE BOY”
Le tre fotografie fanno parte dell’ultimo progetto intitolato “Play”.
Dietro un mondo ludico e materiale, si cela un autentico nichilismo, dove ciascun individuo tende a negare in modo definitivo e radicale l'esistenza di un valore in sé e l'esistenza di una qualsiasi verità oggettiva. È la società postmoderna: l'uomo combatte contro tutti, ma soprattutto contro sé stesso, in una dimensione senza storia e senza tempo che si rivela drammaticamente concreta e reale.
NAZZARENA POLI MARAMOTTI
Nasce a Montecchio Emilia (RE) nel 1987. Attualmente frequenta il primo anno del biennio specialistico della sezione pittura all'Accademia di Belle Arti di Urbino.
Nel 2009 ha partecipato alla mostra collettiva “Kaleidoscopio”, svoltasi nel Palazzo Ducale di Urbino. Ha preso parte alla mostra “Peppermint 2”, curata da Giandomenico Semeraro presso il Conventino di Monteciccardo (PU), ala “Rassegna Internazionale d'Arte G.B. Salvi” a Sassoferrato (AN), e alla collettiva “Sinergie”, svoltasi ad Acqualagna (PU).
È inoltre finalista selezionata per il catalogo del Premio Celeste 2009.
zayrya87@hotmail.com
“ANATOMIC PAINTING”
La ricerca personale di Nazzarena Poli Maramotti si trova a metà strada tra oggettività e interpretazione, tra un realismo immaginativo e un'immaginazione oggettiva, come testimoniano per esempio opere quali “Anatomie”, dove il fascino per lo studio anatomico diventa un metodo di interpretazione in chiave simbolica del soggetto rappresentato. Un modo molto “primitivo e pagano”, allo stesso tempo ironico, per svelare ciò che ogni corpo umano “nasconde”; e cioè la propria reale “interiorità”.
Un'altra fonte ispiratrice per questa giovane artista, è rintracciabile nelle antiche mappe geografiche: più che prodotti di una scienza vera e propria, queste si rivelano infatti come interpretazioni; una sorta, di “metodo” artistico.
La serie “Anatomic Painting” è infatti tutta percorsa da una ricerca geografico-anatomica, tra isole-polmoni, circumnavigazioni di scheletri-continenti e traversate di penisole-muscolari.
MATIERES SENSIBLES #SAISON3
LILLE > MILAN_NOVEMBRE 2009
FESTIVAL PHOTO
pomezia uno | Fine Art Gallery | Photo Studio & Events
via Pomezia, 1
20127 MILANO
Tel +39 02 454 89 381
Cell + 39 347 9340599
massimiliano.lenti@pomeziauno.com
press@pomeziauno.com
www.pomeziauno.com
MATIERES SENSIBLES #SAISON3
LILLE > MILAN_NOVEMBRE 2009
FESTIVAL PHOTO
Matières Sensibles 2009: il festival della fotografia di Lille torna a Milano
Giovedì 19 novembre alle ore 17.30 apre, negli spazi di Pomezia Uno Gallery (via Pomezia 1, Milano), la mostra fotografica “Matières Sensibles, Corps, Identités, Territoires, Frontières ” (ingresso libero).
Unico appuntamento italiano del festival Matières Sensibles, nato nel 2007 a Lille nell'ambito del “Mois de la photographie”, che da 28 anni in Francia anima il mese di novembre con incontri e manifestazioni che hanno come protagonisti la creatività e il mondo della fotografia.
A Milano, fino al 30 novembre dalle ore 11.00 alle ore 18.00
(o su appuntamento tel. 02. 45489381), saranno esposti i lavori di 15 giovani fotografi:
Marco Baldessari e Achille Viggo Calegari (“Progetto Curvia”); Maristella Colombo (“My Body Lanscapes”); Moria De Zen (“Wondering high”, “Path”, “Before the sin”), Tommaso Fiscaletti (“Mute + Night Vision”); Andrea Gilberti e Jean Claude Manfredi (“7000 miglia lontano”); Groppi Gianluca (“La ragazza in scatola”); Marturano Gaia (“Ostalgie? Un viaggio sulle tracce di uno Stato scomparso”); Minucci Francesco (“Play”).
Saranno inoltre in mostra gli “Anatomic painting” di Nazzarena Poli Maramotti; infine Mattia Arioli e Alessandro Esposto presenteranno immagini in anteprima tratte dal libro “Mass Portraits, catalogo fotografico di massa 2009”.
L'evento sarà impreziosito dal momento performativo del percussionista e compositore Sergio Armaroli, che presenterà l'installazione sonora “Divenir Animal” (computer tape and live percussion electronic pads; testo di Antonin Artaud; voce di Virginie Lutz), accompagnato da videoproiezioni degli autori presenti al festival di Lille.
Ecco i numeri dell’edizione 2009 di Matières Sensibles:
30 tra fotografi, designers e fashion designer; 25 tra musicisti, poeti, compositori e cantautori; 12 i paesi coinvolti: Argentina, Cambogia, Canada, Costa d'Avorio, Cuba, India, Laos, Malesia, Marocco, Repubblica Democratica del Congo, Usa, Vietnam.
Info:
www.matieressensibles.com
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press@pomeziauno.com
MATIERES SENSIBLES #SAISON3
LILLE > MILAN_NOVEMBRE 2009_
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Presentazione di Eric Dohoun Direttore artistico e ideatore del Festival di Lille
Nelle materie sensibili: le immagini prendono corpo, le forme artistiche attraversano le frontiere e debordano in territori nuovi senza perdere la propria identità.
Il festival di immagini e di musica “Matières sensibles”, organizzato dai fotografi dell’agenzia African’Artz e Pomezia Uno Gallery, è arrivato alla sua terza edizione.
Tale evento culturale ha per vocazione e ambizione lo scambio dei talenti artistici provenienti dall’Europa e dal mondo. I territori di espressione sono le gallerie d’arte, gli ateliers, i luoghi pubblici e gli stabilimenti scolastici.
L’esigenza è di richiamare gli amanti dell’arte nell’esplorazione delle opere fotografiche partendo da stimoli diversi, suoni dimenticati, odori tecnologici e sensazioni primitive.
Quattro saranno i temi che “Matières Sensibles” affronterà in questa stagione: Corpo, Identità, Territori, Frontiere.
1.Il Corpo è il fulcro della manifestazione
2.le Identità sono fondo e forma dell’espressione dell’umano;
3.i Territori sono luoghi marcati dalla dicotomia natura-cultura, investiti dalla bellezza e
dal pensiero;
4.le Frontiere sono linee oscure e specchio dell’Uomo.
Eric Dohoun, attivo nel Nord della Francia (Lille e la sua regione) è creatore di diversi eventi culturali e artistici. Ideatore di African’ Artz, l’agenzia di promozione artistica e di sviluppo culturale, filosofo di formazione, è anche, pedagogo, conferenziere e agente di artisti. Fervente sostenitore della “riconciliazione culturale” e del dialogo tra i linguaggi artistici, Dohoun è alla direzione artistica del festival “La Rencontre des Francophonies”.
Direttore artistico African'Artz
Manager e coordinatore del festival “Matières Sensibles”
+(33) (0)6 19 58 35 79
www.matieressensibles.com
MATTIA ARIOLI e ALESSANDRO ESPOSTO
Mattia Arioli
Lavora attualmente come fotografo free-lance per la moda e il design. Grazie a questa sua professione, riesce a soddisfare la passione per i viaggi, raggiungendo mete come Parigi, New York e Londra. In queste città, ha fotografato importanti eventi di moda e design, per studi fotografici che pubblicano su riviste conosciute a livello nazionale e internazionale. La sua attuale ricerca artistica è rivolta ad approfondire, in maniera personale, lo studio del ritratto fotografico.
Alessandro Esposto
Nasce nel 1984 a Secugnago, un piccolo centro nel cuore del lodigiano. La fotografia lo appassiona sin dal liceo, e lo porterà successivamente a frequentare la scuola CFP Riccardo Bauer a Milano.
Dopo il diploma, ha collaborato per diversi studi di moda milanesi. Attualmente lavora per Rino Carraro Fine Art. Affascinato dalla diapositiva, ha recentemente intrapreso la strada del digitale per sviluppare progetti anche a livello multimediale.
info@ariospoproject.com
“MASS PORTRAITS, Catalogo fotografico di massa 2009”
I due giovani fotografi emergenti, ideatori del connubio fotografico Ariospo Projet. Hanno iniziato questo progetto artistico ispirandosi all'idea di un work in progress, fatto per essere rinnovato di mese in mese, di manifestazione in manifestazione, così da plasmare una sorta di inesauribile enciclopedia di ritratti. Il lavoro ha trovato attualmente la sua realizzazione nel libro “Mass Portraits, Catalogo fotografico di massa 2009” una galleria di ritratti fotografici scattati durante eventi di massa, raduni, feste popolari e concerti musicali. Il filo conduttore del progetto è quello di comporre una sorta di mosaico sfaccettato e multiforme della società contemporanea, caleidoscopio inesauribile e inafferrabile di immagini e situazioni.
SERGIO ARMAROLI
Maestro e Percussionista "Concreto"
Ha compiuto gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano diplomandosi con il massimo dei voti e presso il Conservatorio G.Verdi di Milano in strumenti a percussione, jazz e musica elettronica. Inoltre ha studiato presso l'Istituto Superior de Arte de l'Habana.
Ha suonato in qualità di percussionista in numerose orchestre ed ensemble in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Svizzera, Messico e Polonia esibendosi in prestigiosi teatri, tra cui il Teatro alla Scala, il Berliner Ensemble, la Citè de la Musique e Luxembourg Philarmonie.
Come solista si è esibito al festival MITO e alla Biennale di Venezia (Exit 09). Ha al suo attivo numerose registrazioni con ArtAche, Stradivarius e BMG Ricordi.
Come compositore e artista sonoro realizza alcuni progetti multimediali e performativi (“Phoemetto/Es”, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano e Studio Foce, Lugano; “Care/Of Via Farini”, Milano), installazioni sonore ("Ritorna da dove sei venuto", Studio d'Ars, Milano) e per computer tape ("One Week One Day", 2005; "Fingers for Guitar Solo", 2006; "Il Teatro della Percussione e della Crudeltà", 2007/09).
Per i "Concerti del Chiostro" del Conservatorio G.Verdi di Milano scrive "Le souffle corporel", per pianoforte, computer tape e una danzatrice (2006). Come pittore partecipa ad alcune mostre collettive (Milano, Saronno) mentre alcune sue poesie sono state pubblicate dalla rivista "Sacco" (Casa degli Artisti, Milano).
sergioarmaroli@libero.it
“DIVENIR ANIMAL”, Sound Installation (2007/2009)
La serata inaugurale sarà impreziosita momento performativo del percussionista e compositore Sergio Armaroli, che presenterà l'installazione sonora “Divenir Animal” (computer tape and live percussion electronic pads; testo di Antonin Artaud; voce di Virginie Lutz,; 2007/2009), accompagnato da videoproiezioni provenienti direttamente dagli autori presenti al festival di Lille.
MARCO BALDESSARI e ACHILLE VIGGO CALEGARI
Progetto CURVIA
Il progetto Curvia nasce nel 2008 dall'incontro delle giovani menti di Achille Viggo Calegari e di Marco Baldessari, votate alla ricerca di uno stile fotografico e illustrativo d'avanguardia.
Figli l'uno di un padre fotografo e l'altro di un genitore architetto, iniziano insieme l'esplorazione di tecniche narrative surrealiste, traendo ispirazione tanto dalla fotografia contemporanea quanto dall'arte classica e moderna, con particolare attenzione ai princìpi della pittura metafisica. Lungo il loro cammino artistico incontrano Vincenzo Carucci, giovane studente come loro, appassionato, fin dalla tenera età, di fotografia analogica. Sotto la guida di Calegari il gruppo ha così realizzato e continua a realizzare numerose serie fotografiche.
marco.baldes@gmail.com
“SUBLIVIOUS”, Curvia's work in progress
In mostra opere tratte dal work in progress “Sublivious”, stampe da negativo di fotografie analogiche (non manipolate digitalmente).
MARISTELLA COLOMBO
Laureata come Art Director presso la facoltà di Comunicazione e Visual design presso The International College of Arts and Sciences di Milano, ha successivamente ottenuto un Master in Fashion Design all'Istituto Marangoni di Londra e, sempre a Londra, un diploma in Fashion Business & Management al prestigioso College of Fashion. Si è poi occupata di ricerca e sviluppo collezioni per la linea Brums di Preca Brummel, per la linea femminile del marchio Boudicca di Londra e per il brand Susan Cianciolo di New York. Ha svolto anche l'importante ruolo di Art Director di Maiden-Art e Conceptual Design.
È ora docente di progettazione collezioni, storia della moda e ricerca di tendenze presso l'Istituto Europeo di Design (I.E.D.) di Milano. Le attività di stilista, illustratrice, fotografa e video artista l'hanno spinta a partecipare a numerose esposizioni e festival internazionali, tra cui spiccano: la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo (B.J.E.C.M), il Festival spagnolo di Arte digitale ARTECH MEDIA, il Salone internazionale dei Giovani Artisti di Alessandria d'Egitto, e il “Trophes des Createurs de Mode” presso il prestigioso Palazzo del Festival di Cannes, grazie anche al contributo di Movin'up e della Gai (Associazione Giovani Artisti Italiani).
www.maristellacolombo.it
“MY BODY LANDSCAPES”
«Indagare il proprio corpo per mettere a nudo la propria anima», è questa l'idea che sostiene il progetto intitolato My Body Landscapes, attraverso una ricerca minuziosa che analizza nei minimi dettagli il proprio corpo, schedandolo e dividendolo fotogramma per fotogramma per scandire una sorta di ritmo interiore, di atomo emozione-sensazione, alla ricerca di quell'attimo imperituro in cui anima e corpo si toccano in un abbraccio originario. Sono segni , tracce, vicissitudini del tempo che scorre e che lascia cicatrici sulla pelle, impronte che la pellicola fotografica tenta di rivelare, cercando sempre di superare se stessa e realizzare quell'abbraccio fatale.
L'artista, attraverso elaborazioni fotografiche e digitali, esprime tale connubio attraverso un paesaggio simbiotico dove il paesaggio che traspare non è che un segno tangibile dell'anima corporea dell'artista stessa.
MORIA DE ZEN
Moria De Zen vive e lavora ad Asolo, suo paese natale. Fotografa e art director studia, pubblicità e fotografia al NABA di Milano, dove si diploma con lode nel 1993. Prosegue la sua formazione a Londra dove risiede per due anni. Tornata in Italia collabora con agenzie di pubblicità e aziende svolgendo in proprio molti lavori commerciali e pubblicitari.
La passione per la fotografia la spingerà ad esplorare nuovi linguaggi artistici che apprenderà in viaggi e workshop. Grazie all’incontro con tre affermati fotografi americani si perfeziona nel ritratto e nel reportage. Con il reportage “I bambini di Amman” inizia nel 2003 la sua attività espositiva. Oggi, oltre a pubblicazioni editoriali e proiezioni, conta numerose mostre fotografiche personali e collettive su tutto il territorio nazionale. Sue produzioni artistiche sono “Lasciami essere”, un visual clip sulla malattia di Alzheimer, “Ferita al cuore” ed “Evoke”; quest’ultima, una rassegna di sequenze oniriche presentate in tour nazionale, segna la scelta matura verso una ricerca stilistica e introspettiva più personale.
www.moriadezen.com
moria.dezen@gmail.com
“WONDERING HIGH dalla serie Sidelight, (untitled) dalla serie Passage, “PATH dalla serie Sidelight, “BEFORE THE SIN” dalla serie The Tree.
Questo lavoro, ancora in corso di definizione, è costituito da più serie di immagini che compongono delle sequenze narrative. In questo racconto fotografico ha indagato, in chiave performativa, il rapporto tra la natura e l’essere umano. Ha quindi scelto luoghi spogli di ogni riferimento temporale e geografico, ma intrisi di una loro storia e bellezza, limitando volutamente l’area di indagine al Veneto, regione in cui vive.
Nelle molteplici declinazioni di questo rapporto, oggi come in passato, la sua attenzione è rivolta principalmente ad alcuni aspetti: ad esempio, il profondo, ancestrale bisogno umano di appartenenza, di connessione con una forza creatrice e distruttrice, un’energia a cui si possono dare valenze divine, soprannaturali, esoteriche. Ma si rivela anche nel bisogno dell’uomo di integrarsi in modo costruttivo nell’ambiente, o nel bisogno di conquistare e soggiogare a sua volta la natura, la quale non trascura di sottolineare la disparità di tale relazione.
I raggi di luce ricorrenti diventano simbolicamente un canale di collegamento, un messaggio, una porta di accesso verso qualcosa che si potrebbe goffamente chiamare Conoscenza, uno spiraglio di possibilità di mediazione che si apre in una dimensione, quasi fuori dal tempo, tra presenze svettanti.
TOMMASO FISCALETTI
Nasce a Cattolica nel 1981. Diplomato all'Istituto d'Arte di Pesaro, a vent'anni inizia a lavorare come assistente in uno studio fotografico. In questo periodo comincia ad avvicinarsi alla fotografia di scena, allo still-life e al ritratto, portando avanti costantemente anche ricerche personali.
Nel 2002 inizia a occuparsi di reportage in ambito sociale. Le sue ricerche si concentrano sul Nord Africa e sull'Est Europa. In seguito si interessa al ritratto e al paesaggio, affrontando progetti che raccontano il singolo nel suo variegato rapporto con la natura e la società. Da qualche anno vive e lavora a Milano come fotografo pubblicitario, collaborando con importanti agenzie del settore.
Nel 2007 vince il premo “Diesel Wall” di Toronto. Nel 2009 viene selezionato tra i finalisti del concorso “Celebrate Originality” indetto da Adidas. Sempre nel 2009 è tra i finalisti del premio “Celeste”.
Parte dei suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive a Pesaro, Bologna, Venezia, Milano e Londra.
www.livello6.it/fotografi_view.php?fotografo=16&
tofisca@gmail.com
“MUTE NIGHT VISION”
“Mute Night Vision”, come visioni della e nella notte, con gli occhi di un nottambulo che segue echi, luci e specchi nelle periferie urbane. Visioni come chimere, come strascichi che si disperdono nell'emulsione della pellicola fotografica e lasciano impressioni, disagi, ricordi luminosi. Dispersi nel cuore della notte, ecco emergere personaggi umbratili ravvivati appena dallo scatto improvviso; anch'esso sogno e visione al tempo stesso.
Il progetto fotografico è una dimostrazione di come l'obiettivo possa restituirci uno sguardo in balia del sogno rinnovato e purificato dalla trita luce della quotidianità. Nel rapporto tra singolo e ambiente, l'autore vi intravede una relazione «tra gli aspetti psicologici dell'uomo e il paesaggio circostante che, in qualche modo, ne condiziona l'esistenza». Questo rapporto viene indagato relazionandosi con ciò che non è immediatamente visibile, poiché, e qui viene in luce il rapporto stesso dell'artista con la sua opera: «quando mi trovo di fronte al soggetto, l'intenzione è sempre quella di cogliere la morbosità che sta dietro, nella fugacità di uno sguardo, o di un gesto. Cogliere questi momenti diventa un'operazione paradossale, un gioco di prestigio dove realtà e finzione interagiscono in maniera continua, generando atmosfere iperrealistiche e teatrali».
ANDREA GILBERTI E JEAN CLAUDE MANFREDI
Andrea Gilberti
Andrea Gilberti è fotografo professionista dal 1998. Collabora con artisti e gallerie d’arte contemporanea per fotografie di mostre, installazioni e opere. Lavora come fotografo di still-life di moda per diversi marchi italiani. Il reportage è la sua passione. Tra luglio e agosto del 2009 con altri colleghi-amici fotografi ha preso parte al progetto “settemilamiglialontano” di cui è anche ideatore, attraversando India, Pakistan, China, Kirgistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Georgia, Turchia. Ha partecipato alle mostre “Discontinuità Narrative” (Brescia) e “Insieme per i bambini” (Milano)
www.andreagilberti.com
Jean Claude Mafredi
Intraprende la carriera fotogiornalistica nel 2005, documentando la situazione politico-sociale nella repubblica democratica del Congo. Da allora viaggia e documenta tutto ciò che lo circonda. Ha partecipato alle mostre “Insieme per i bambini” (Milano, 2008 e 2009), “Matières Sensibles” (Lille, 2008).
www.homepage.mac.com/jcmphoto/Menu13.html
jcmphoto@mac.com
“7000 MIGLIA LONTANO, più di 12.000 chilometri”
È questa la distanza che separa i bambini del centro “Casa di Luce” a Mysore, in India, dai loro genitori adottivi dell’associazione Jyhoti Nilaya, a Brescia.
Nell'agosto 2009 un gruppo di 8 persone, tra fotografi e videomaker, ha attraversato il centro dell'Asia a cavallo delle Royal Enfield, storiche motociclette indiane.
Un viaggio della consapevolezza mettere in luce il problema della condizione minorile nei paesi del sud del mondo e in via di sviluppo, con un preciso scopo umanitario: raccogliere fondi da destinare all’associazione Jyothi Nilaya.
L’intero ricavato della vendita dei libri fotografici realizzati durante il viaggio sarà infatti devoluto all’associazione.
www.settemilamiglialontano.asia
GIANLUCA GROPPI
Nato e cresciuto a Piacenza, città dove risiede attualmente, inizia a dedicarsi alla fotografia nel 1997. Attualmente collabora con la Galleria d'Arte Contemporanea Joyce & Co. di Genova.
Definisce le proprie opere dei tableaux vivants, e cioè «set curati nei minimi dettagli e nell'ambientazione, all'interno dei quali sono le mie stesse amicizie e frequentazioni a prestarsi in qualità di personaggi, di simboli». Ha partecipato a diverse mostre, tra cui “Nud-Art”, mostra itinerante di Prato (2003); “Fotosintesi”, festival internazionale di fotografia di Piacenza (2004); “Ecce Homo” (2005); “Suoni e visioni III”, Amburgo-Genova-Copenaghen-San Marino (2006-2007). È stato inoltre curatore della mostra fotografica collettiva “Labirinti e Umanità” presso la Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza (Festival Carovane 2006), con la partecipazione del regista Giuliano Montaldo.
www.myspace.com/gianlucagroppi
gianlucagroppi@gmail.it
“LA RAGAZZA IN SCATOLA”
“La ragazza in scatola” occulta il suo corpo e mostra soltanto due gambe e due braccia nude che sorreggono una pila di scatole. Dietro, una porta chiusa da un chiavistello. L'ambiente è uno scantinato dalle mura incrostate che s'allungano in una prospettiva volutamente deformata. Nello sequenza successiva, il corpo è svanito; rimangono soltanto dei frammenti di foto racchiuse dentro delle scatole aperte: ecco una mano, un viso, un pezzo di busto. Il corpo non è più presente ma è ora “rappresentato”. Le scatole che raccolgono come urne i frammenti della “ragazza” evocano ironia e insieme dissacrazione, “rivelamento” silenzioso di una critica al gusto e alla bellezza patinata in voga nella società contemporanea. L'opera ha, come in molti altri tableaus vivants dell'autore, un chiaro bersaglio polemico: la moderna società occidentale. Il fine dell'artista consiste perciò nello «svelare le contraddizioni dell'attuale società che, dietro larghi sorrisi e cerimonie di benevolenza, nasconde un profondo malessere esistenziale». Questo dramma tuttavia, come lo stesso autore afferma, «è arginato e congelato da un'inquieta ironia noir».
LAURA LIVERANI
Laura Liverani ha studiato e vissuto a Bologna, Londra, Hong Kong e Tokyo, viaggiando e fotografando. Ha puntato il suo obiettivo sui grattacieli popolari di Hong Kong, sui punk di Pechino, sui guerrieri Shaolin e sui pendolari di Tokyo, raccontando quindi le grandi metropoli asiatiche. Le sue foto sono apparse su riviste, libri e mostre in Europa e in Asia.
Attualmente svolge la sua attività professionale e di ricerca spostandosi tra Tokyo e l’Italia.
www.lauraliverani.com
info@lauraliverani.com
lauramolly@softbank.ne.jp
+39.347.5871478 (Italy)
+81.090.85171136 (Japan)
“TATTOO SHOP”
“Tattoo Shop” fa parte di una serie di scatti commissionati dalla cinese Immersion Guides, per il libro fotografico “One Night in Beijing” (2007), in cui trenta fotografi internazionali raccontano Pechino simultaneamente, in una sola notte, dal tramonto all’alba.
LUCA LOLLI
Nato a Bologna nel 1966, Luca Lolli si diploma in pittura (1995) e si specializza in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo (2007) presso l'Accademia delle Belle Arti della propria città natale. L’interesse per la fotografia, emerso durante l’esperienza Erasmus presso l’Università di Bilbao nel 1993, lo spinge ad approfondirne le tecniche e le possibilità espressive, nel dialogo con la pittura.
Da sempre predilige lavorare affrontando delle tematiche, in modo da approfondire un “nucleo”, esaminandolo da molti punti di vista. A proposito del proprio pensiero poetico, l’artista conferma che «dopo aver per molto tempo cercato una forma primaria, rincorso l’essenza delle cose», esprimibile «in figure e geometrie minimali», attualmente «l’attenzione si volge al mondo delle forme e dei fenomeni, ossia al fatto che anche una forma primaria esiste, “prende forma” nel mio pensiero, nella mia mente, e tutto questo... da dove nasce? […] attorno a queste tematiche sono nati i miei ultimi lavori», nella consapevolezza che «ogni mio sforzo di dire qualcosa attraverso un’opera artistica non è che un tentativo di avvicinamento a quell’abisso che non si può colmare, al nostro “esserci”».
La sua lunga carriera artistica inizia nel 1992, insieme al suo interesse per la scenografia che prosegue nel 2003 con l'allestimento dello spettacolo “Il canto di Etty”, dedicato a Etty Hillesum (per voce recitante, soprano e danzatrice, violoncello e fisarmonica). Dal 1993 partecipa a mostre collettive nell’ambito di importanti rassegne d’arte bolognesi e dal 1996 espone in personali. Nel 2002 realizza i primi HabitatWall Drawing in interni privati, mentre nel 2004 realizza il WallDrawing Specchio. Nel 2005 lavora all’installazione “I semi del mondo”, evento legato al Festival della Filosofia di Modena e partecipa a numerose rassegne d’arte contemporanea. Nel 2008 partecipa a “Education 2008”, esposizione collettiva presso l’Istituto Italiano di Cultura di Atene e nel 2009 è selezionato al concorso internazionale “Dependtendency” di Venezia, organizzato da Premioceleste.
www.lucalolli.com
info@lucalolli.com
“HUMAN CONDITION”
L'opera “Condizione umana” riflette una visione di realtà maturata in anni di ricerca nell'ambito della filosofia Zen. I colori "virati" esprimono il nostro vedere e interpretare il mondo: la nostra è una visione un po’ sfocata, allucinata. Siamo schiavi di noi stessi e della tecnica, con cui sempre più cerchiamo di dominare tutto, nel tentativo di esorcizzare ciò che non riusciamo a spiegarci. Ma la domanda di senso dentro noi rimane aperta…
Il pensiero orientale offre punti di vista interessanti, nuove possibilità di ascolto, riflessione e visione.
La foto è stampata su carta metallica per cui il cielo assume la colorazione oro, tipica delle antiche stampe orientali, e richiamo all’astrazione, rispetto al concetto di cosa sia realtà.
GAIA MARTURANO
Nasce a Firenze nel 1981 e si trasferisce a Milano all'età di quattro anni. Dopo gli studi superiori frequenta la scuola di fotografia CFP Riccardo Bauer. Successivamente lavora come assistente fotografo di moda e nel 2003 si avvicina al fotogiornalismo.
Collabora prima con l'agenzia stampa Aldo Liverani e successivamente Emmevì Photo, pubblicando così sulle maggiori testate italiane. (Espresso, Panorama, Oggi, Gente, Corriere della Sera, Giornale, Giorno...). Appassionata di viaggi realizza diversi servizi fotografici in Italia e all'estero. Nel 2007 partecipa alla mostra fotografica "Integrazione di successo", che si tiene in occasione del laboratorio Euro- Mediterraneo a palazzo Giureconsulti e nel 2008 a "Matieres Sensibles"
www.gaiamarturano.it
“OSTALGIE?” Viaggio sulle tracce di uno Stato scomparso
Immagini che raccontano i lati più oscuri del regime comunista, ma anche la “Ostalgie”, fenomeno in continua crescita, che indica la nostalgia (Nostalgie) dell’Est (Ost in tedesco). Tale rimpianto dei dei tempi passati - “si stava meglio una volta” -, nasce però dalla necessità di ricostruire una coscienza collettiva: è una risposta d’orgoglio al sentimento diffuso di appartenere ai perdenti della storia.
1.Un ritratto di Erich Honecker, leader della repubblica Democratica Tedesca dal 1971 al 1989, in un ufficio dei servizi segreti della DDR (Stasi).
2.Wolfgang Rüddenklau, ex prigioniero di Hohenschönhausen (prigione della Stasi a Berlino) guida i turisti attraverso la prigione.
3.Conny Kaden, nostalgico, colleziona oggetti della vita quotidiana nella DDR ed ha aperto un piccolo museo nella provincia di Dresda.
4. A Zirndorf, un team ricostruisce a mano decine di milioni di frammenti di documenti distrutti dalla STASI nei suoi ultimi mesi di vita. La distruzione frenetica e compulsiva aveva messo fuori uso le apposite macchine tritacarte, inceppate e usurate da quell’enorme quantità; non restava quindi che distruggere centinaia di migliaia di documenti a mano, riducendoli in mille pezzi.
5.Sui muri dei garage dell’ex sede dei servizi segreti di Lipsia si possono ancora vedere le tracce degli schizzi di cellulosa che documentano la distruzione frenetica e compulsiva dei documenti gettati nelle macchine trinciacarta.
6.La “nuova” ala del carcere di Hohenschönhausen, soprannominata dai detenuti “Hotel Hilton”. Le stanze furono restaurate pochi mesi prima della caduta del Muro e c’è chi dice che non fu un caso ma la scelta lungimirante dei vertici della Stasi, che fiutavano il peggio. Dopo la pacifica rivoluzione del 1989 infatti, Erich Mielke, il capo della polizia segreta comunista, venne detenuto qui alcuni mesi.
7.Telefono in un bunker costruito dalla Stasi tra il 1968 e il 1972 nelle campagne vicino a Lipsia. In caso di stato d’emergenza, la STASI era pronta a trasferire qui le sue posizioni cruciali per non perdere il controllo sul paese.
8.Una stanza nella prigione di Hohenschönhausen.
9.Il ritratto di Erich Honecker in un negozio di oggetti vintage.
FRANCESCO MINUCCI
Francesco Minucci nasce nel 1974 e si appassiona fin da giovanissimo al mondo delle arti visive. Dal 1999 al 2001 frequenta a Firenze la Fondazione Studio Marangoni, dove apprende le tecniche di camera oscura e fine art. Nel 2001 consegue il diploma di fotografia still-life presso il C.F.P. di Firenze. Nel 2005 ha curato la direzione tecnica del “Toscana Fotofestival” (manifestazione fotografica internazionale), ed entra a stretto contatto con fotografi di fama, come Giovanni Gastel, Maurizio Galimberti e Nikos Economopoulos (Magnum Photos).
Attualmente si dedica alla fotografia, sia nel campo commerciale, che in ambito artistico, partecipando a premi e mostre. Fotografo free-lance vive in Toscana e lavora in tutta Italia e all’estero.
www.francescominucci.com
info@francescominucci.com
“PLAY: BUBBLES, LAST MINUTE, LITTLE BOY”
Le tre fotografie fanno parte dell’ultimo progetto intitolato “Play”.
Dietro un mondo ludico e materiale, si cela un autentico nichilismo, dove ciascun individuo tende a negare in modo definitivo e radicale l'esistenza di un valore in sé e l'esistenza di una qualsiasi verità oggettiva. È la società postmoderna: l'uomo combatte contro tutti, ma soprattutto contro sé stesso, in una dimensione senza storia e senza tempo che si rivela drammaticamente concreta e reale.
NAZZARENA POLI MARAMOTTI
Nasce a Montecchio Emilia (RE) nel 1987. Attualmente frequenta il primo anno del biennio specialistico della sezione pittura all'Accademia di Belle Arti di Urbino.
Nel 2009 ha partecipato alla mostra collettiva “Kaleidoscopio”, svoltasi nel Palazzo Ducale di Urbino. Ha preso parte alla mostra “Peppermint 2”, curata da Giandomenico Semeraro presso il Conventino di Monteciccardo (PU), ala “Rassegna Internazionale d'Arte G.B. Salvi” a Sassoferrato (AN), e alla collettiva “Sinergie”, svoltasi ad Acqualagna (PU).
È inoltre finalista selezionata per il catalogo del Premio Celeste 2009.
zayrya87@hotmail.com
“ANATOMIC PAINTING”
La ricerca personale di Nazzarena Poli Maramotti si trova a metà strada tra oggettività e interpretazione, tra un realismo immaginativo e un'immaginazione oggettiva, come testimoniano per esempio opere quali “Anatomie”, dove il fascino per lo studio anatomico diventa un metodo di interpretazione in chiave simbolica del soggetto rappresentato. Un modo molto “primitivo e pagano”, allo stesso tempo ironico, per svelare ciò che ogni corpo umano “nasconde”; e cioè la propria reale “interiorità”.
Un'altra fonte ispiratrice per questa giovane artista, è rintracciabile nelle antiche mappe geografiche: più che prodotti di una scienza vera e propria, queste si rivelano infatti come interpretazioni; una sorta, di “metodo” artistico.
La serie “Anatomic Painting” è infatti tutta percorsa da una ricerca geografico-anatomica, tra isole-polmoni, circumnavigazioni di scheletri-continenti e traversate di penisole-muscolari.
MATIERES SENSIBLES #SAISON3
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19
novembre 2009
Matières Sensibles 2009. Corps. Identités. Territoires. Frontières
Dal 19 al 30 novembre 2009
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
presentazione
serata - evento
giovane arte
arte contemporanea
performance - happening
presentazione
serata - evento
giovane arte
Location
POMEZIA UNO
Milano, Via Pomezia, 1, (Milano)
Milano, Via Pomezia, 1, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 18.00
Vernissage
19 Novembre 2009, dalle ore 17.30 sino alle 23.30
Sito web
www.matieressensibles.com
Autore
Curatore