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Matilde Domestico / Hirohaki Asahara – Home sweet Japan
una sorta di viaggio-percorso in un’altra dimensione.
Qui quadri e sculture sono fatti di carta, teiere e tazzine si animano per divenire “arcatazze”, oppure si afflosciano tramutandosi in “dondotazze” o “deformatazze”.
Comunicato stampa
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Open Lab, sorto all’interno di Compagnia Unica come spazio aperto alla creazione ed esposizione di arte, moda, design e sperimentazioni musicali vi invita a visitare “Home Sweet Japan”, una sorta di viaggio-percorso in un’altra dimensione.
Qui quadri e sculture sono fatti di carta, teiere e tazzine si animano per divenire “arcatazze”, oppure si afflosciano tramutandosi in “dondotazze” o “deformatazze”. In un contesto etereo e precario la carta Washi di Hiroaki Asahara convive con le creazioni in ceramica di Matilde Domestico. Questi materiali prelevati da un contesto naturale o artificiale, ma pur sempre quotidiano, prendono forma per divenire non solo oggetti di consumo ma anche mezzo per esprimere nuove funzioni ludico-poetiche in un’atmosfera magico-incantata in cui l’osservatore è messo a suo agio dall’incontro con affetti familiari e convenevoli ufficiali, come la cerimonia del tè, alla quale è invitato a partecipare.
Matilde Domestico è nata a Torino, dove attualmente opera. Con il suo lavoro ossessivo sulle tazze e sui cocci è sempre alla ricerca di soluzioni sorprendenti ed ironiche, in grado di capovolgere il nostro sistema di valori abituali. Nella sua poetica dell’oggetto è la tazza di uso comune che viene strappata dal contesto quotidiano per essere proiettata in una dimensione straniante e carica di nuovi significati. All’interno di Open Lab, ad esempio, delle tazzine in ceramica, oggetto considerato comunemente fragile e delicato, si trasformeranno addirittura in elemento architettonico, un’arcata da attraversare. Così Matilde “utilizza” l’arte come finzione in grado di creare nuovi rapporti con gli oggetti, inconsuete associazioni d’idee in grado di arricchire e stimolare lo spettatore.
Hirohaki Asahara, nato e formatosi in Giappone, si trasferisce a Torino dove vive e lavora. Realizza egli stesso a mano il materiale delle sue opere, la carta, tramite una serie di lavorazioni della fibra Washi, particolare tipo di cellulosa di origine giapponese, arricchisce poi l'impasto con elementi recuperati direttamente in natura (frammenti di corteccia, fiori o foglie). Questo accorgimento comporta spesso la permanenza d’increspature sulla superficie cartacea, a loro volta valorizzate dalla luce per ricreare un effetto di armonia e leggerezza. Hirohaki sceglie di ergere a soggetto delle sue creazioni quello che è generalmente mero supporto dell’opera d’arte. La sua ricerca insegue il punto di equilibrio tra attuazione dell’idea nella sua forma pura e perfetta e resistenza di una materia sfuggente e flessibile come la carta.
Qui quadri e sculture sono fatti di carta, teiere e tazzine si animano per divenire “arcatazze”, oppure si afflosciano tramutandosi in “dondotazze” o “deformatazze”. In un contesto etereo e precario la carta Washi di Hiroaki Asahara convive con le creazioni in ceramica di Matilde Domestico. Questi materiali prelevati da un contesto naturale o artificiale, ma pur sempre quotidiano, prendono forma per divenire non solo oggetti di consumo ma anche mezzo per esprimere nuove funzioni ludico-poetiche in un’atmosfera magico-incantata in cui l’osservatore è messo a suo agio dall’incontro con affetti familiari e convenevoli ufficiali, come la cerimonia del tè, alla quale è invitato a partecipare.
Matilde Domestico è nata a Torino, dove attualmente opera. Con il suo lavoro ossessivo sulle tazze e sui cocci è sempre alla ricerca di soluzioni sorprendenti ed ironiche, in grado di capovolgere il nostro sistema di valori abituali. Nella sua poetica dell’oggetto è la tazza di uso comune che viene strappata dal contesto quotidiano per essere proiettata in una dimensione straniante e carica di nuovi significati. All’interno di Open Lab, ad esempio, delle tazzine in ceramica, oggetto considerato comunemente fragile e delicato, si trasformeranno addirittura in elemento architettonico, un’arcata da attraversare. Così Matilde “utilizza” l’arte come finzione in grado di creare nuovi rapporti con gli oggetti, inconsuete associazioni d’idee in grado di arricchire e stimolare lo spettatore.
Hirohaki Asahara, nato e formatosi in Giappone, si trasferisce a Torino dove vive e lavora. Realizza egli stesso a mano il materiale delle sue opere, la carta, tramite una serie di lavorazioni della fibra Washi, particolare tipo di cellulosa di origine giapponese, arricchisce poi l'impasto con elementi recuperati direttamente in natura (frammenti di corteccia, fiori o foglie). Questo accorgimento comporta spesso la permanenza d’increspature sulla superficie cartacea, a loro volta valorizzate dalla luce per ricreare un effetto di armonia e leggerezza. Hirohaki sceglie di ergere a soggetto delle sue creazioni quello che è generalmente mero supporto dell’opera d’arte. La sua ricerca insegue il punto di equilibrio tra attuazione dell’idea nella sua forma pura e perfetta e resistenza di una materia sfuggente e flessibile come la carta.
13
ottobre 2007
Matilde Domestico / Hirohaki Asahara – Home sweet Japan
Dal 13 ottobre al 24 novembre 2007
performance - happening
Location
OPENLAB IN COMPAGNIA UNICA
Genova, Vico San Vincenzo, 102/104 r, (Genova)
Genova, Vico San Vincenzo, 102/104 r, (Genova)
Orario di apertura
Mercoledì / Sabato ore 15.30 – 19.30
Vernissage
13 Ottobre 2007, ore 18.00
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