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Matteo Beltrami – Do the right thing
« Gente mia, gente mia. Cosa posso dirvi? Cosa posso dirvi? Ho visto, ma non ho creduto. Non ho creduto a quello che ho visto. Riusciremo mai a vivere insieme? Insieme riusciremo mai a vivere? »
Comunicato stampa
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MAGAZZINI CRIMINALI
i Magazzini Criminali presentano
“DO THE RIGHT THING”
personale di MATTEO BELTRAMI
a cura di Chiara Messori
dal 13 ottobre al 4 novembre 2012
« Gente mia, gente mia. Cosa posso dirvi? Cosa posso dirvi? Ho visto, ma non ho creduto. Non ho creduto a quello che ho visto. Riusciremo mai a vivere insieme? Insieme riusciremo mai a vivere? »
(Mister Señor Love Daddy, dopo la rivolta)
Così dice alla radio il disc jockey Mister Señor Love Daddy dopo aver annunciato il decesso del ragazzo, morto per mano di poliziotti bianchi per proteggere un bianco, alla fine del noto film di Spike Lee “Do the right thing”.
La pellicola del 1989 è una chiara denuncia sociale, narrata attraverso fatti di violenza realmente accaduti negli stati Uniti (una rivolta ad Harlem avvenuta negli anni quaranta, l'uccisione da parte di otto poliziotti bianchi di un uomo di colore e il cosiddetto Howard Beach Incident-pestaggio da parte di alcuni giovani italoamericani ai danni di tre afroamericani).
Dare a questi disegni all’apparenza così colrati e vivaci un titolo così “pesante” induce a molteplici riflessioni, innanzitutti cosa è rappresentato? Chi sono questi esseri-caricature che popolano le opere dell’artista?
I personaggi di Beltrami sono vere e proprie icone che si stagliano su fondi interamente campiti di colore e stanno lì, intrisi di significati che ci vengono svelati solo attraverso rimandi di gesti o maschere da loro indossate. Come Kenny Sharf riempiva le sue superfici di personaggi caricaturali, dai colori vivacissimi, così il lavoro dell’autore attinge ai fumetti per la figurazione, ed alla pittura pop per i colori. Egli s’ispira anche alla tradizione storico-artistica raffigurando gli amanti del “Bacio” di Hayez sospesi nel cielo sopra prefabbricati gialli, affiancati da un’altra coppia di fenicotteri rosa colti nello stesso atteggiamento amoroso, ad unirli, oltre alla posa, c’è un improbabile arcobaleno. E ancora il ragazzino con la maglia a righe, la donna con la testa da corvo e l’uomo con la maschera, entrambi in costume riempiono lo spazio attorno ad un’architettura di stampo razionalista, ma dalle finestre colorate.
Le architetture, spesso parte integrante dei quadri, si collocano a metà strada fra la matrice razionalistica ed uno spunto metafisco; sono luoghi improbabili in cui però si rivedono anche i palazzoni delle metropoli contemporanee.
La contemporaneità e soprattutto la società odierna sono i temi più cari all’artista; il suo intento è “svelare”; cercar di far aprile gli occhi a chi ancora non vuole vedere o non si vuole accorgere di come le persone possano essere crudeli con loro stesse ma soprattutto con gli altri. Sono opere sociali nel senso che vogliono rappresentare i condizionamenti a cui tutti noi siamo sottoposti quotidianamente ed il rapporto di forza tra chi detiene il potere e coloro considerati socialmente “i deboli”, costretti e soffocati da ciò che gli sta’ attorno.
“Do the right thing” mi piace vederlo come un motto, anzi più che come motto come vera e propria riflessione esistenziale, un pensiero che si svolge e ci avvolge in modo affatto lineare ma che ci cattura; a “rete”, e che ci parla del rapporto uomo-natura mettendo in luce, proprio attraverso questo incontro/scontro, una consapevole e sferzante critica verso la società e il degrado di quest’età contemporanea.
E come dice la citazione che compare prima dei titoli di coda del film:
« Io non invoco la violenza, ma allo stesso tempo non sono contro il fatto di usare la violenza per difendere se stessi. Io non la chiamo violenza. Se si tratta di autodifesa la chiamo intelligenza. »
(Malcolm X)
Chiara Messori
i Magazzini Criminali presentano
“DO THE RIGHT THING”
personale di MATTEO BELTRAMI
a cura di Chiara Messori
dal 13 ottobre al 4 novembre 2012
« Gente mia, gente mia. Cosa posso dirvi? Cosa posso dirvi? Ho visto, ma non ho creduto. Non ho creduto a quello che ho visto. Riusciremo mai a vivere insieme? Insieme riusciremo mai a vivere? »
(Mister Señor Love Daddy, dopo la rivolta)
Così dice alla radio il disc jockey Mister Señor Love Daddy dopo aver annunciato il decesso del ragazzo, morto per mano di poliziotti bianchi per proteggere un bianco, alla fine del noto film di Spike Lee “Do the right thing”.
La pellicola del 1989 è una chiara denuncia sociale, narrata attraverso fatti di violenza realmente accaduti negli stati Uniti (una rivolta ad Harlem avvenuta negli anni quaranta, l'uccisione da parte di otto poliziotti bianchi di un uomo di colore e il cosiddetto Howard Beach Incident-pestaggio da parte di alcuni giovani italoamericani ai danni di tre afroamericani).
Dare a questi disegni all’apparenza così colrati e vivaci un titolo così “pesante” induce a molteplici riflessioni, innanzitutti cosa è rappresentato? Chi sono questi esseri-caricature che popolano le opere dell’artista?
I personaggi di Beltrami sono vere e proprie icone che si stagliano su fondi interamente campiti di colore e stanno lì, intrisi di significati che ci vengono svelati solo attraverso rimandi di gesti o maschere da loro indossate. Come Kenny Sharf riempiva le sue superfici di personaggi caricaturali, dai colori vivacissimi, così il lavoro dell’autore attinge ai fumetti per la figurazione, ed alla pittura pop per i colori. Egli s’ispira anche alla tradizione storico-artistica raffigurando gli amanti del “Bacio” di Hayez sospesi nel cielo sopra prefabbricati gialli, affiancati da un’altra coppia di fenicotteri rosa colti nello stesso atteggiamento amoroso, ad unirli, oltre alla posa, c’è un improbabile arcobaleno. E ancora il ragazzino con la maglia a righe, la donna con la testa da corvo e l’uomo con la maschera, entrambi in costume riempiono lo spazio attorno ad un’architettura di stampo razionalista, ma dalle finestre colorate.
Le architetture, spesso parte integrante dei quadri, si collocano a metà strada fra la matrice razionalistica ed uno spunto metafisco; sono luoghi improbabili in cui però si rivedono anche i palazzoni delle metropoli contemporanee.
La contemporaneità e soprattutto la società odierna sono i temi più cari all’artista; il suo intento è “svelare”; cercar di far aprile gli occhi a chi ancora non vuole vedere o non si vuole accorgere di come le persone possano essere crudeli con loro stesse ma soprattutto con gli altri. Sono opere sociali nel senso che vogliono rappresentare i condizionamenti a cui tutti noi siamo sottoposti quotidianamente ed il rapporto di forza tra chi detiene il potere e coloro considerati socialmente “i deboli”, costretti e soffocati da ciò che gli sta’ attorno.
“Do the right thing” mi piace vederlo come un motto, anzi più che come motto come vera e propria riflessione esistenziale, un pensiero che si svolge e ci avvolge in modo affatto lineare ma che ci cattura; a “rete”, e che ci parla del rapporto uomo-natura mettendo in luce, proprio attraverso questo incontro/scontro, una consapevole e sferzante critica verso la società e il degrado di quest’età contemporanea.
E come dice la citazione che compare prima dei titoli di coda del film:
« Io non invoco la violenza, ma allo stesso tempo non sono contro il fatto di usare la violenza per difendere se stessi. Io non la chiamo violenza. Se si tratta di autodifesa la chiamo intelligenza. »
(Malcolm X)
Chiara Messori
13
ottobre 2012
Matteo Beltrami – Do the right thing
Dal 13 ottobre al 04 novembre 2012
arte contemporanea
Location
MAGAZZINI CRIMINALI
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Orario di apertura
Sabato e Domenica dalle 16 alle 19
per appuntamento: 392 4811485
Vernissage
13 Ottobre 2012, ore 18
Autore
Curatore