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Matteo Benedetti – La linea d’ombra
Le fotografie di Matteo Benedetti sono “ritratti” di architettura. Così come il ritratto coglie i tratti del volto e ruba con l’occhio dagli occhi, così queste immagini, di un bianco nero senza mezze misure, qualche volta addirittura eccessivo e provocatorio, catturano lacerti di costruito costringendoli ad aspirare ad una propria autonomia.
Comunicato stampa
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Matteo Benedetti è nato a roma l’8 marzo del 1983. Si è laureato in Architettura presso la Facoltà di Valle Giulia con il Prof. Franco Purini nel novembre 2008. Il suo rapporto con la fotografia inizia con i suoi studi di architettura.
Le fotografie di Matteo Benedetti sono “ritratti” di architettura. Così come il ritratto coglie i tratti del volto e ruba con l’occhio dagli occhi, così queste immagini, di un bianco nero senza mezze misure, qualche volta addirittura eccessivo e provocatorio, catturano lacerti di costruito costringendoli ad aspirare ad una propria autonomia. Prive di riferimenti temporali, conservano per lo più soltanto la presenza dell’ombra, come unica qualificatrice della temporalità dell’immagine e unica chiave di lettura di una “spazialità” fisica dell’oggetto, poiché “Più che consistere nel contrario della luce l’ombra ne è l’esito. Essa è l’opera più alta della luce” (Franco Purini).
La lezione di De Chirico: “Il sole autunnale, tiepido e senza amore illuminava la statua e la facciata del tempio. Ebbi allora la strana impressione di vedere tutte quelle cose per la prima volta. E la composizione del quadro apparve al mio spirito; ed ogni volta che guardo questo quadro rivivo quel momento. Momento che tuttavia è un enigma per me, perché è inesplicabile. Perciò mi piace chiamare enigma anche l'opera che ne deriva” è trasmigrata nelle sue fotografie, che ne conservano il fascino e il senso.
Le fotografie di Matteo Benedetti sono “ritratti” di architettura. Così come il ritratto coglie i tratti del volto e ruba con l’occhio dagli occhi, così queste immagini, di un bianco nero senza mezze misure, qualche volta addirittura eccessivo e provocatorio, catturano lacerti di costruito costringendoli ad aspirare ad una propria autonomia. Prive di riferimenti temporali, conservano per lo più soltanto la presenza dell’ombra, come unica qualificatrice della temporalità dell’immagine e unica chiave di lettura di una “spazialità” fisica dell’oggetto, poiché “Più che consistere nel contrario della luce l’ombra ne è l’esito. Essa è l’opera più alta della luce” (Franco Purini).
La lezione di De Chirico: “Il sole autunnale, tiepido e senza amore illuminava la statua e la facciata del tempio. Ebbi allora la strana impressione di vedere tutte quelle cose per la prima volta. E la composizione del quadro apparve al mio spirito; ed ogni volta che guardo questo quadro rivivo quel momento. Momento che tuttavia è un enigma per me, perché è inesplicabile. Perciò mi piace chiamare enigma anche l'opera che ne deriva” è trasmigrata nelle sue fotografie, che ne conservano il fascino e il senso.
03
giugno 2009
Matteo Benedetti – La linea d’ombra
Dal 03 al 18 giugno 2009
fotografia
Location
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA VALLE GIULIA
Roma, Via Antonio Gramsci, 53, (Roma)
Roma, Via Antonio Gramsci, 53, (Roma)
Vernissage
3 Giugno 2009, ore 17
Autore
Curatore