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Matteo Carbone – Aqua
Soggetti a volte comunissimi sotto l’azione del fotografo possono generare immagini ad altissimo contenuto poetico, trasformandosi in puri rapporti di forme e di luce
Comunicato stampa
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Nel 1839 il procedimento di Daguerre riuscì a rendere visibile l’immagine con i vapori di mercurio. Da questo momento in poi, l’immagine del mondo visibile si concreta meccanicamente all’interno dell’apparecchio fotografico, attraverso il quale gli antichi problemi della “distanza”, del “punto di fuga”, della resa oggettiva della realtà vengono risolti con la semplice pressione delle dita.
Semplicemente?
Come per la pittura, anche la fotografia vuole andare oltre la mera resa mimetica della realtà.
Con la mostra fotografica dal titolo “AQUA”, Matteo Carbone non vuole riprodurre soltanto ciò che vede ma anche quello che “sente”.
E se la sua attenzione è, in un primo momento, prevalentemente concentrata sugli aspetti tecnici del “lavoro”, ad un certo punto, smette di essere soltanto fotografo e a livello inconscio, avverte l’esigenza di manifestare la sua dimensione interiore, la sua relazione con l’ambiente e con il tempo.
Proprio perché soggetti, a volte comunissimi, o che siamo abituati a “vedere”, sotto l’azione del fotografo possono generare immagini ad altissimo contenuto poetico, trasformandosi in puri rapporti di forme e di luce.
Emozione che Carbone accentua prediligendo il bianco e il nero.
L’immagine che viene fuori, non è affatto la fotografia di uno stato di cose, bensì di uno stato d’animo perfetto in tutte le sue parti. In questa apparente contrazione della fantasia tematica, il fluire dell’acqua, Carbone non cede alla lusinga di una serie di foto “sul motivo”; ciò che lui vuole riprodurre sono le velature, le opacità, lo scorrere dell’acqua, fino ad arrivare all’esplosione, quasi, di questo elemento fondamentale alla vita dell’uomo.
Cristina Tafuri
Semplicemente?
Come per la pittura, anche la fotografia vuole andare oltre la mera resa mimetica della realtà.
Con la mostra fotografica dal titolo “AQUA”, Matteo Carbone non vuole riprodurre soltanto ciò che vede ma anche quello che “sente”.
E se la sua attenzione è, in un primo momento, prevalentemente concentrata sugli aspetti tecnici del “lavoro”, ad un certo punto, smette di essere soltanto fotografo e a livello inconscio, avverte l’esigenza di manifestare la sua dimensione interiore, la sua relazione con l’ambiente e con il tempo.
Proprio perché soggetti, a volte comunissimi, o che siamo abituati a “vedere”, sotto l’azione del fotografo possono generare immagini ad altissimo contenuto poetico, trasformandosi in puri rapporti di forme e di luce.
Emozione che Carbone accentua prediligendo il bianco e il nero.
L’immagine che viene fuori, non è affatto la fotografia di uno stato di cose, bensì di uno stato d’animo perfetto in tutte le sue parti. In questa apparente contrazione della fantasia tematica, il fluire dell’acqua, Carbone non cede alla lusinga di una serie di foto “sul motivo”; ciò che lui vuole riprodurre sono le velature, le opacità, lo scorrere dell’acqua, fino ad arrivare all’esplosione, quasi, di questo elemento fondamentale alla vita dell’uomo.
Cristina Tafuri
22
dicembre 2007
Matteo Carbone – Aqua
Dal 22 dicembre 2007 al 06 gennaio 2008
fotografia
Location
AULE DELL’EX PRETURA
Montecorvino Rovella, Corso Umberto I, (Salerno)
Montecorvino Rovella, Corso Umberto I, (Salerno)
Orario di apertura
mar/sab 18-20.30, dom 10-13, lunedi chiuso
Vernissage
22 Dicembre 2007, ore 19
Autore