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Matteo Ceccarelli
Inaugurazione nel Borgo Campidoglio, a Torino del nuovo Studio M.C., con una personale di Matteo Ceccarelli a cura di Edoardo Di Mauro. Nell’ambito della serata saranno inaugurate, sempre in via Rocciamelone 7, due installazioni permanenti di Matteo Ceccarelli prodotte dal Museo d’Arte Urbana, che porta a 112 il numero di opere di arte pubblica della sua collezione.
Comunicato stampa
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Una rassegna che ha caratterizzato, insieme ad altre iniziative, la mia esperienza professionale nel corso degli anni zero è stata “Interni Italiani”, manifestazione itinerante presso varie sedi italiane ed europee. Aspetto centrale del progetto è stata la possibilità di compiere un’analisi del rapporto intercorrente tra l’ambito delle arti visive tradizionalmente inteso e, quello, per molti aspetti collegato, pur nella diversità dell’approccio mentale, del design, dell’architettura e dell’intero universo delle cosiddette “arti applicate”. Un approccio generato dalla medesima nascita in seno all’estesa categoria dell’artigianato, della “teknè” inteso, nell’etimologia antica del termine, come concretizzazione oggettiva dei procedimenti mentali, connubio tra cultura “alta”, ideale e simbolica, e sua applicazione materiale, sinergia a lungo ignorata, ma ormai pienamente compresa nel clima della post modernità, dove ci troviamo a vivere e ad operare.
Dopo un percorso storico databile a partire dai primi del Novecento, e che qui sarebbe arduo riassumere, a partire dagli anni’80, in Italia, assistiamo ad un rapporto dell’arte con le nuove tecnologie ed i feticci mediali che iniziano a dilagare sempre più pervasivamente nel territorio urbano. Nel decennio successivo verifichiamo una volontaria regressione dell’arte nei territori della smaterializzazione concettuale, dove gli oggetti, pur sempre presenti, vengono scomposti nella loro primarietà, per svelarne i meccanismi di produzione mentale e dove il design riscopre il minimalismo progettuale e l’importanza della funzione pratica. Nei primi anni di questo nuovo millennio le carte si rimescolano nuovamente, riavvicinando, per taluni aspetti ed in presenza di quello che è un’enorme ampliamento dell’offerta creativa a tutti i livelli, le arti ad un clima simile a quello degli anni ’80, con gli artisti intenti ad esplorare la dimensione ludica ed innocente del gioco e dell’immaginario infantile e quella di una rinnovata dimensione artigianale del fare artistico, ispirazioni che paiono trovare precisa rispondenza nei territori delle creatività applicate.
Queste considerazioni si sposano perfettamente al percorso in questi anni sviluppato da Matteo Ceccarelli, che in quest’occasione presenta le sue opere recenti nel nuovo show-room in via Rocciamelone 7, nel cuore di quel Borgo Vecchio del quartiere Campidoglio, a Torino, che si animerà la sera dell’inaugurazione con l’apertura, fino a notte, di botteghe d’arte, gallerie e punti di ritrovo, site in un luogo che è un esempio unico di preservazione fino ai giorni nostri, nella struttura architettonica e, soprattutto, nell’animo dei residenti, di quello che era un quartiere operaio sorto nella seconda metà dell’Ottocento.
Matteo Ceccarelli è figlio d’arte, il padre, Giovanni Ceccarelli in arte Nerone, è stato un’artista importante, grande demiurgo ed assemblatore di materiali. Matteo, insieme ai fratelli Lepoldo e Neri, ha proseguito lungo il sentiero della creatività artistica. Il progetto estetico di Matteo Ceccarelli non conosce distinzione tra fantasia e funzione, alto e basso, concettualismo e disincantata ironia, tutto si fonde in un insieme unico e totalizzante. Come dichiarato nelle pagine del sito internet la sua attività si espande a comprendere “arte e architettura, scultura, arredo e complementi artistici”. I materiali, impiegati con grande maestria e consapevolezza formale, sono molteplici, legno, marmo ed ogni genere di metallo. Nel suo stile l’eredità del minimalismo degli anni Sessanta e Settanta, concentrato sulla nudità dei materiali e sul rapporto di interscambio con il fruitore, si rende più complesso ed articolato da un punto di vista strutturale, con l’innesto, all’interno della massa aniconica, di elementi figurativi. Per l’apertura del suo nuovo spazio nel Borgo Campidoglio, dove da anni vive e lavora, Ceccarelli esporrà una serie di opere e di realizzazioni indicative del suo cammino recente. Tra le varie cose, ad esempio, un pannello scultoreo in alluminio e rame che diventerà una porta scorrevole, una scultura parietale intitolata “Deserto”, dove, tra le pieghe del metallo, spuntano resti fossili e vestigia animali, tre suggestivi pannelli in rame ossidato che richiamano alla memoria l’arte astratta e minimale degli anni Settanta, due composizioni zoomorfe, una ludica girandola di pesci ed il muso di un inquietante ed espressivo caprone, e due mirabili esempi di arte applicata, uno specchio ed un tavolo dove la creatività artistica si fonde con la funzionalità dell’oggetto d’uso quotidiano. Corollario all’intera operazione, e segno artistico tangibile e permanente per il futuro, la collocazione di due installazioni sulle pareti dell’edificio che ospita il locale, realizzate dall’artista con il suo tipico stile e prodotte dal Museo d’Arte Urbana.
Edoardo Di Mauro, novembre 2010.
Dopo un percorso storico databile a partire dai primi del Novecento, e che qui sarebbe arduo riassumere, a partire dagli anni’80, in Italia, assistiamo ad un rapporto dell’arte con le nuove tecnologie ed i feticci mediali che iniziano a dilagare sempre più pervasivamente nel territorio urbano. Nel decennio successivo verifichiamo una volontaria regressione dell’arte nei territori della smaterializzazione concettuale, dove gli oggetti, pur sempre presenti, vengono scomposti nella loro primarietà, per svelarne i meccanismi di produzione mentale e dove il design riscopre il minimalismo progettuale e l’importanza della funzione pratica. Nei primi anni di questo nuovo millennio le carte si rimescolano nuovamente, riavvicinando, per taluni aspetti ed in presenza di quello che è un’enorme ampliamento dell’offerta creativa a tutti i livelli, le arti ad un clima simile a quello degli anni ’80, con gli artisti intenti ad esplorare la dimensione ludica ed innocente del gioco e dell’immaginario infantile e quella di una rinnovata dimensione artigianale del fare artistico, ispirazioni che paiono trovare precisa rispondenza nei territori delle creatività applicate.
Queste considerazioni si sposano perfettamente al percorso in questi anni sviluppato da Matteo Ceccarelli, che in quest’occasione presenta le sue opere recenti nel nuovo show-room in via Rocciamelone 7, nel cuore di quel Borgo Vecchio del quartiere Campidoglio, a Torino, che si animerà la sera dell’inaugurazione con l’apertura, fino a notte, di botteghe d’arte, gallerie e punti di ritrovo, site in un luogo che è un esempio unico di preservazione fino ai giorni nostri, nella struttura architettonica e, soprattutto, nell’animo dei residenti, di quello che era un quartiere operaio sorto nella seconda metà dell’Ottocento.
Matteo Ceccarelli è figlio d’arte, il padre, Giovanni Ceccarelli in arte Nerone, è stato un’artista importante, grande demiurgo ed assemblatore di materiali. Matteo, insieme ai fratelli Lepoldo e Neri, ha proseguito lungo il sentiero della creatività artistica. Il progetto estetico di Matteo Ceccarelli non conosce distinzione tra fantasia e funzione, alto e basso, concettualismo e disincantata ironia, tutto si fonde in un insieme unico e totalizzante. Come dichiarato nelle pagine del sito internet la sua attività si espande a comprendere “arte e architettura, scultura, arredo e complementi artistici”. I materiali, impiegati con grande maestria e consapevolezza formale, sono molteplici, legno, marmo ed ogni genere di metallo. Nel suo stile l’eredità del minimalismo degli anni Sessanta e Settanta, concentrato sulla nudità dei materiali e sul rapporto di interscambio con il fruitore, si rende più complesso ed articolato da un punto di vista strutturale, con l’innesto, all’interno della massa aniconica, di elementi figurativi. Per l’apertura del suo nuovo spazio nel Borgo Campidoglio, dove da anni vive e lavora, Ceccarelli esporrà una serie di opere e di realizzazioni indicative del suo cammino recente. Tra le varie cose, ad esempio, un pannello scultoreo in alluminio e rame che diventerà una porta scorrevole, una scultura parietale intitolata “Deserto”, dove, tra le pieghe del metallo, spuntano resti fossili e vestigia animali, tre suggestivi pannelli in rame ossidato che richiamano alla memoria l’arte astratta e minimale degli anni Settanta, due composizioni zoomorfe, una ludica girandola di pesci ed il muso di un inquietante ed espressivo caprone, e due mirabili esempi di arte applicata, uno specchio ed un tavolo dove la creatività artistica si fonde con la funzionalità dell’oggetto d’uso quotidiano. Corollario all’intera operazione, e segno artistico tangibile e permanente per il futuro, la collocazione di due installazioni sulle pareti dell’edificio che ospita il locale, realizzate dall’artista con il suo tipico stile e prodotte dal Museo d’Arte Urbana.
Edoardo Di Mauro, novembre 2010.
16
dicembre 2010
Matteo Ceccarelli
Dal 16 dicembre 2010 al 30 aprile 2011
arte contemporanea
Location
STUDIO M C
Torino, Via Rocciamelone, 7, (Torino)
Torino, Via Rocciamelone, 7, (Torino)
Orario di apertura
tutti i giorni su appuntamento
Vernissage
16 Dicembre 2010, ore 18.30
Sito web
www.matteoceccarelli.it
Autore
Curatore