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Matteo Ceretto Castigliano / Marco Schiavone – ViaTorino
Prima mostra personale del giovane artista torinese Matteo Ceretto Castigliano. Con fotografie di Marco Schiavone.
Comunicato stampa
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Torino difficile da comprendere.
Una città in cui convivono molte anime del suo passato e simultaneamente ne determinano l’ identità contemporanea. Sontuosa capitale barocca irregimentata in una stretta maglia cartesiana nella quale è impossibile perdersi.
Capitale industriale dal dopoguerra, fu calamita per chi voleva riscattarsi dalla povertà endemica; crogiolo per le inevitabili lotte e tensioni sociali negli anni ‘60 e ‘70. Culla dell’Arte Povera che da queste tensioni è scaturita e ne è diventata manifesto, ha utilizzato per le sue opere i materiali stessi con cui è stata ricostruita.
Ma cosa accade quando la macchina produttiva si inceppa e si ferma, cosa accade all’anima dei torinesi quando le fabbriche chiudono e quando il polo artistico italiano si disgrega?
Chi si fa interprete di questo malessere che scorre costantemente sotterraneo e potente? .
Le fabbriche deserte e gli alti forno spenti, gli edifici che cadono in rovina non cessano di esercitare il loro fascino su quelli che lo riconoscono. Sono spazi immensi che nei decenni sono stati riconquistati dalla vegetazione. Cannibalizzati di tutto quello che poteva essere rivenduto o riutilizzato. E’ questo paesaggio post-industriale lo “studio” di Matteo Ceretto Castigliano, artista torinese classe 1985, che di questi luoghi ha assorbito tutta l’eredità simbolica della storia recente della città.
Le sue opere sono nate da questo territorio e in gran parte non sono visibili.
Esse sono fissate ai muri . Sono nate dal bisogno, dalla paura e dalla necessità di fare presto. Sono forme geometriche essenziali, lettere astratte che si intrecciano su pareti scabre, necessariamente destinate a essere cancellate dalle intemperie o demolite insieme all’organismo che le ospita.
Unitamente ai lavori di Ceretto Castigliano verranno esposti alcuni scatti di Matteo Schiavone fotografo torinese che viene presentato in galleria per la prima volta.
La loro collaborazione, nata in un primo tempo per l’esigenza di documentare i lavori di Matteo, si è sviluppata in una ricerca indipendente. Seguendo un processo simile a quello di un pittore Schiavone esibisce un elegante equilibrio cromatico e compositivo che restituisce le suggestioni estetiche, non canoniche, di questi non-luoghi.
Una città in cui convivono molte anime del suo passato e simultaneamente ne determinano l’ identità contemporanea. Sontuosa capitale barocca irregimentata in una stretta maglia cartesiana nella quale è impossibile perdersi.
Capitale industriale dal dopoguerra, fu calamita per chi voleva riscattarsi dalla povertà endemica; crogiolo per le inevitabili lotte e tensioni sociali negli anni ‘60 e ‘70. Culla dell’Arte Povera che da queste tensioni è scaturita e ne è diventata manifesto, ha utilizzato per le sue opere i materiali stessi con cui è stata ricostruita.
Ma cosa accade quando la macchina produttiva si inceppa e si ferma, cosa accade all’anima dei torinesi quando le fabbriche chiudono e quando il polo artistico italiano si disgrega?
Chi si fa interprete di questo malessere che scorre costantemente sotterraneo e potente? .
Le fabbriche deserte e gli alti forno spenti, gli edifici che cadono in rovina non cessano di esercitare il loro fascino su quelli che lo riconoscono. Sono spazi immensi che nei decenni sono stati riconquistati dalla vegetazione. Cannibalizzati di tutto quello che poteva essere rivenduto o riutilizzato. E’ questo paesaggio post-industriale lo “studio” di Matteo Ceretto Castigliano, artista torinese classe 1985, che di questi luoghi ha assorbito tutta l’eredità simbolica della storia recente della città.
Le sue opere sono nate da questo territorio e in gran parte non sono visibili.
Esse sono fissate ai muri . Sono nate dal bisogno, dalla paura e dalla necessità di fare presto. Sono forme geometriche essenziali, lettere astratte che si intrecciano su pareti scabre, necessariamente destinate a essere cancellate dalle intemperie o demolite insieme all’organismo che le ospita.
Unitamente ai lavori di Ceretto Castigliano verranno esposti alcuni scatti di Matteo Schiavone fotografo torinese che viene presentato in galleria per la prima volta.
La loro collaborazione, nata in un primo tempo per l’esigenza di documentare i lavori di Matteo, si è sviluppata in una ricerca indipendente. Seguendo un processo simile a quello di un pittore Schiavone esibisce un elegante equilibrio cromatico e compositivo che restituisce le suggestioni estetiche, non canoniche, di questi non-luoghi.
20
ottobre 2016
Matteo Ceretto Castigliano / Marco Schiavone – ViaTorino
Dal 20 ottobre al 22 dicembre 2016
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIUSEPPE PERO
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Orario di apertura
lun-ven 14-19
sabato su appuntamento
Vernissage
20 Ottobre 2016, ore 18.00
Autore