Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Matteo Fato
Il tempo e lo spazio si piegano al segno. Per l’occasione Matteo Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004, il tentativo di mappare il volo delle rondini; centinaia di chine su carta interpongono il confronto con la scultura, l’istallazione e il video, in un percorso fra parola e fantasma.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
[(GALLERIA CESARE MANZO)]
!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽
Roma 23.09.2009
h 18.30
Pescara 26.09.2009
h 18.30
I.
Il tempo e lo spazio si piegano allo scandirsi del segno; le due sedi della Galleria Cesare Manzo, a Roma e Pescara, vengono accordate nella personale dell’artista Matteo Fato, presentata in entrambi gli spazi.
Per l’occasione, Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004 come tentativo di mappare il volo delle rondini sopra i tetti di Pescara. Dopo un mese di ricerca eseguita come intensivo rito mattiniero, le centinaia di chine su carta risultatene vengono incartate e riposte. Rallentate.
L’anno seguente, Fato torna sul luogo in cui ha realizzato lo studio dal vero e compone una seconda serie di chine in assenza dello stormo. Basandosi sulla memoria di ciò che vide, traccia il ricordo come se sviluppasse un archivio fotografico da lungo tempo dimenticato. Il confine cartaceo ora è il cerchio.
Al ritorno delle rondini, Fato si reca un’ultima volta sui tetti cercando di isolare le traiettorie dei singoli corpi in volo attraverso l’occhio della telecamera. Le cassette girate sono depositate in una scatola e conservate. Nel corso dei successivi quattro anni l’artista sviluppa un proprio linguaggio pittorico esplorando le strutture di esperienza e conoscenza attraverso il segno calligrafico.
II.
Nei corridoi della galleria di Pescara, un fil di ferro si storce da una frase presa in prestito: una frase di cui l’artista si appropria perché percepita come portatrice di qualche verità essenziale. Prima di manifestarsi come oggetto tangibile, la frase è stata letta, copiata, riscritta, letta, copiata e riscritta. Incorniciati e appesi, i cerchi dalla seconda serie del progetto mettono a fuoco il ricordo di un tempo futuro che riappare accanto come visione inquietante nella proiezione video delle rondini isolate.
A Roma, le prime tracce del progetto sono riprese ed animate in un video che emana l’aura di un momento perduto. I disegni stessi sono posizionati su un tavolo continuo che attraversa le sale della galleria, rivelandosi, nella loro disposizione, proto-simboli nati per annunciare la nascita di un nuovo linguaggio.
Per Fato, il vuoto è un testo congelato in quel preciso istante prima della realizzazione di questa impossibile rivoluzione linguistica. Ciò che quindi rimane è il tempo: un gruppo di sculture in ferro illuminano la perdita della cadenza ed il linguaggio ricerca l’assurdità del suo rinnovamento in una stasi fra parola e fantasma.
III.
Un libro d’artista realizzato appositamente per accompagnare la mostra, verrà presentato all’inaugurazione.
[(GALLERIA CESARE MANZO)]
!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽
Roma 23.09.2009
h 18.30
Pescara 26.09.2009
h 18.30
I.
Time and space fold to the rhythmic articulation of the painted mark; the Rome and Pescara locations of the Galleria Cesare Manzo are attuned in artist Matteo Fato’s most recent solo show, on exhibition in both spaces.
For the occasion, Fato presents a new project begun in 2004: the mapping of a flock of sparrows in flight over the roofs of Pescara. The hundreds of ink drawings that resulted after a month of research carried out in intense morning rituals, were carefully wrapped by the artist and stored away. Delayed.
The following year, Fato revisited the site of his study from life and composed a second series of ink drawings in the absence of the migrating birds. Retracing the memory of what he had seen, brushstrokes took form like photographs from a long-forgotten archive, slowly developing in the basins of a darkroom. Here, the limits of the paper supports are cut to circles.
Upon the return of the sparrows, Fato climbed to the roofs one last time, looking to isolate the trajectories of each single body in flight through the “eye” of a video camera. The cassettes filmed were deposited in a box and shelved. Over the course of the next four years, the artist developed his own unique pictorial language, exploring the structures of experience and consciousness through the calligraphic mark.
II.
In the halls of the gallery in Pescara, a wire sculpture is twisted from a borrowed phrase, a phrase appropriated by the artist because perceived as the holder of some essential truth. Before manifesting as a tangible object, the phrase was read, copied, rewritten, read, copied, rewritten, again and again. Framed and hung, the circles from the project’s second series of works on paper bring into focus the recollection of a future moment whose uncanny vision reappears nearby in the video projection of the individual soaring sparrows.
In Rome, the project’s first series of drawings are photographed meticulously and animated in another video that emanates with the aura of time lost. The drawings themselves are arranged on a continuous table that runs through the four rooms of the gallery, revealing, in display, their nature as proto-symbols drawn to herald the birth of a new language.
For Fato, the void is a text frozen in that precise moment before the realization of this impossible linguistic revolution. Thus, all that remains is time; a group of iron sculptures illuminate the loss of stress and cadence as language explores the absurdity of its renewal, caught in stasis between word and phantasm.
III.
An artist’s book, created specially to accompany the exhibition, will be presented at the opening.
Matteo Fato (Pescara 1979) lives and works in Pescara, Italy. Since 2003, his work has been exhibited both nationally and internationally in such institutions, galleries and festivals as the Centro per l’ Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Galleria Riccardo Crespi, Milan; MLAC, Rome; Galleria Annarumma 404, Naples; MNAC, Bucharest; ACAX, Budapest; Kasa Gallery, Istanbul; GC.AC, Monfalcone; 45° Mostra internazionale del nuovo cinema, Pesaro; Mestre Film Fest, Venezia. In 2006, he participated in Fuori Uso - Are you Experienced?, curated by Nicolas Bourriaud and in 2008, he was selected to take part in an invitational workshop at the Fondazione Spinola Banna in Turin with visiting professor Adrian Paci. He currently teaches Printmaking at the Accademia di Belle Arti di Urbino.
Galleria Cesare Manzo
Roma 23.09 – 14.11.2009
Vicolo del Governo Vecchio 8
00186 Roma, Italy
tel. +39 0693933992
roma@galleriamanzo.it
galleriamanzo.it
Pescara 26.09 – 14.11.2009
Via Umbria 48
65122 Pescara, Italy
tel. +39 085297206
info@galleriamanzo.it
galleriamanzo.it
!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽
Roma 23.09.2009
h 18.30
Pescara 26.09.2009
h 18.30
I.
Il tempo e lo spazio si piegano allo scandirsi del segno; le due sedi della Galleria Cesare Manzo, a Roma e Pescara, vengono accordate nella personale dell’artista Matteo Fato, presentata in entrambi gli spazi.
Per l’occasione, Fato propone un progetto inedito iniziato nel 2004 come tentativo di mappare il volo delle rondini sopra i tetti di Pescara. Dopo un mese di ricerca eseguita come intensivo rito mattiniero, le centinaia di chine su carta risultatene vengono incartate e riposte. Rallentate.
L’anno seguente, Fato torna sul luogo in cui ha realizzato lo studio dal vero e compone una seconda serie di chine in assenza dello stormo. Basandosi sulla memoria di ciò che vide, traccia il ricordo come se sviluppasse un archivio fotografico da lungo tempo dimenticato. Il confine cartaceo ora è il cerchio.
Al ritorno delle rondini, Fato si reca un’ultima volta sui tetti cercando di isolare le traiettorie dei singoli corpi in volo attraverso l’occhio della telecamera. Le cassette girate sono depositate in una scatola e conservate. Nel corso dei successivi quattro anni l’artista sviluppa un proprio linguaggio pittorico esplorando le strutture di esperienza e conoscenza attraverso il segno calligrafico.
II.
Nei corridoi della galleria di Pescara, un fil di ferro si storce da una frase presa in prestito: una frase di cui l’artista si appropria perché percepita come portatrice di qualche verità essenziale. Prima di manifestarsi come oggetto tangibile, la frase è stata letta, copiata, riscritta, letta, copiata e riscritta. Incorniciati e appesi, i cerchi dalla seconda serie del progetto mettono a fuoco il ricordo di un tempo futuro che riappare accanto come visione inquietante nella proiezione video delle rondini isolate.
A Roma, le prime tracce del progetto sono riprese ed animate in un video che emana l’aura di un momento perduto. I disegni stessi sono posizionati su un tavolo continuo che attraversa le sale della galleria, rivelandosi, nella loro disposizione, proto-simboli nati per annunciare la nascita di un nuovo linguaggio.
Per Fato, il vuoto è un testo congelato in quel preciso istante prima della realizzazione di questa impossibile rivoluzione linguistica. Ciò che quindi rimane è il tempo: un gruppo di sculture in ferro illuminano la perdita della cadenza ed il linguaggio ricerca l’assurdità del suo rinnovamento in una stasi fra parola e fantasma.
III.
Un libro d’artista realizzato appositamente per accompagnare la mostra, verrà presentato all’inaugurazione.
[(GALLERIA CESARE MANZO)]
!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽
Roma 23.09.2009
h 18.30
Pescara 26.09.2009
h 18.30
I.
Time and space fold to the rhythmic articulation of the painted mark; the Rome and Pescara locations of the Galleria Cesare Manzo are attuned in artist Matteo Fato’s most recent solo show, on exhibition in both spaces.
For the occasion, Fato presents a new project begun in 2004: the mapping of a flock of sparrows in flight over the roofs of Pescara. The hundreds of ink drawings that resulted after a month of research carried out in intense morning rituals, were carefully wrapped by the artist and stored away. Delayed.
The following year, Fato revisited the site of his study from life and composed a second series of ink drawings in the absence of the migrating birds. Retracing the memory of what he had seen, brushstrokes took form like photographs from a long-forgotten archive, slowly developing in the basins of a darkroom. Here, the limits of the paper supports are cut to circles.
Upon the return of the sparrows, Fato climbed to the roofs one last time, looking to isolate the trajectories of each single body in flight through the “eye” of a video camera. The cassettes filmed were deposited in a box and shelved. Over the course of the next four years, the artist developed his own unique pictorial language, exploring the structures of experience and consciousness through the calligraphic mark.
II.
In the halls of the gallery in Pescara, a wire sculpture is twisted from a borrowed phrase, a phrase appropriated by the artist because perceived as the holder of some essential truth. Before manifesting as a tangible object, the phrase was read, copied, rewritten, read, copied, rewritten, again and again. Framed and hung, the circles from the project’s second series of works on paper bring into focus the recollection of a future moment whose uncanny vision reappears nearby in the video projection of the individual soaring sparrows.
In Rome, the project’s first series of drawings are photographed meticulously and animated in another video that emanates with the aura of time lost. The drawings themselves are arranged on a continuous table that runs through the four rooms of the gallery, revealing, in display, their nature as proto-symbols drawn to herald the birth of a new language.
For Fato, the void is a text frozen in that precise moment before the realization of this impossible linguistic revolution. Thus, all that remains is time; a group of iron sculptures illuminate the loss of stress and cadence as language explores the absurdity of its renewal, caught in stasis between word and phantasm.
III.
An artist’s book, created specially to accompany the exhibition, will be presented at the opening.
Matteo Fato (Pescara 1979) lives and works in Pescara, Italy. Since 2003, his work has been exhibited both nationally and internationally in such institutions, galleries and festivals as the Centro per l’ Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Galleria Riccardo Crespi, Milan; MLAC, Rome; Galleria Annarumma 404, Naples; MNAC, Bucharest; ACAX, Budapest; Kasa Gallery, Istanbul; GC.AC, Monfalcone; 45° Mostra internazionale del nuovo cinema, Pesaro; Mestre Film Fest, Venezia. In 2006, he participated in Fuori Uso - Are you Experienced?, curated by Nicolas Bourriaud and in 2008, he was selected to take part in an invitational workshop at the Fondazione Spinola Banna in Turin with visiting professor Adrian Paci. He currently teaches Printmaking at the Accademia di Belle Arti di Urbino.
Galleria Cesare Manzo
Roma 23.09 – 14.11.2009
Vicolo del Governo Vecchio 8
00186 Roma, Italy
tel. +39 0693933992
roma@galleriamanzo.it
galleriamanzo.it
Pescara 26.09 – 14.11.2009
Via Umbria 48
65122 Pescara, Italy
tel. +39 085297206
info@galleriamanzo.it
galleriamanzo.it
23
settembre 2009
Matteo Fato
Dal 23 settembre al 14 novembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CESARE MANZO
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Orario di apertura
martedì-venerdì 16:00-20:00
sabato 15:30-19
Vernissage
23 Settembre 2009, ore 18:30
Autore