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Matteo Fato – Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura)
Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura) è la prima mostra personale di Matteo Fato presso la galleria Monitor. Incentrata sul tema del ritratto, si svolge in contemporanea nella sede di Roma e in quella nuova di Pereto (AQ), inaugurata per l’occasione.
Comunicato stampa
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MONITOR è lieta di presentare Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura), prima mostra personale di Matteo Fato presso la galleria. L’esposizione si svolge in contemporanea nella sede di Roma (opening 20 settembre dalle ore 19 alle 21 ) e in quella nuova di Pereto (AQ), inaugurata per l’occasione (opening 21 settembre ore 11-14).
Ideato in modo unitario, il progetto è dedicato a uno dei temi centrali nel lavoro recente dell’artista, il ritratto. Fra i generi tradizionali della storia dell’arte, il ritratto si è riproposto nella pratica di Fato dal 2012, dopo l’intensa frequentazione durante il tirocinio accademico. In questo ritorno alle proprie origini artistiche, l’autore si è riavvicinato al genere con la consapevolezza della sua tradizione. Concepito come maniera per eccellenza di consegnare un’immagine alla storia, il ritratto conserva paradossalmente una resistenza al tempo ancora oggi, nel delirio delle immagini che assediano la contemporaneità. I soggetti, provenienti da vari ambiti culturali e momenti storici, sono scelti per una particolare ossessione che ne ha animato la vita, trasformandoli – nella visione di Fato – in veri e propri artisti (così Alessandro Moreschi – l’ultimo cantante castrato, lo scienziato Nikola Tesla, Johann Wilhelm Trollmann – pugile di etnia sinti, il filosofo Ludwig Wittgenstein). In altre circostanze, i ritratti nascono in occasioni espositive, diventando strumento d’indagine su un luogo (come nelle opere dedicate a Bernardino Telesio, Ennio Flaiano e l’astronauta Charles Duke).
Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura) prosegue la personale galleria di ritratti di Matteo Fato, soffermandosi su figure di riferimento come l’artista Scipione e i filosofi Kierkegaard e Deleuze, ed estendendo la riflessione a persone viventi. L’autore compone una costellazione di affetti personali che apre allo stesso tempo uno spaccato sul sistema dell’arte: nella raccolta entrano la gallerista e il curatore della mostra, Gianni Garrera – filologo musicale che da anni accompagna il lavoro di Fato (contribuendo anche in questa occasione con un assunto), alcuni collezionisti e un amico. L’intento è conferire valore ai diversi ruoli che contribuiscono a definire l’impegno culturale, esplorando formalmente varie declinazioni della ritrattistica.
In questo nuovo ciclo, Fato si concentra sull’essenza dell’atto pittorico, riducendo gli elementi metapittorici che avevano segnato la produzione precedente per conferire ai dipinti una presenza più assoluta. L’aspetto installativo è affidato al concepimento del ritratto, oggetto di una messa in scena insieme all’effigiato, tramite la scelta della posa e l’impiego di attributi.
Seguendo una prassi consolidata, l’artista inserisce nella scrittura espositiva elementi “estranei” provenienti anche dal passato: due paesaggi che documentano un altro tema tradizionale della storia della pittura, tracciando una connessione verso l’idea del ritratto come – nelle parole dell’autore – “paesaggio del tempo”.
Ideato in modo unitario, il progetto è dedicato a uno dei temi centrali nel lavoro recente dell’artista, il ritratto. Fra i generi tradizionali della storia dell’arte, il ritratto si è riproposto nella pratica di Fato dal 2012, dopo l’intensa frequentazione durante il tirocinio accademico. In questo ritorno alle proprie origini artistiche, l’autore si è riavvicinato al genere con la consapevolezza della sua tradizione. Concepito come maniera per eccellenza di consegnare un’immagine alla storia, il ritratto conserva paradossalmente una resistenza al tempo ancora oggi, nel delirio delle immagini che assediano la contemporaneità. I soggetti, provenienti da vari ambiti culturali e momenti storici, sono scelti per una particolare ossessione che ne ha animato la vita, trasformandoli – nella visione di Fato – in veri e propri artisti (così Alessandro Moreschi – l’ultimo cantante castrato, lo scienziato Nikola Tesla, Johann Wilhelm Trollmann – pugile di etnia sinti, il filosofo Ludwig Wittgenstein). In altre circostanze, i ritratti nascono in occasioni espositive, diventando strumento d’indagine su un luogo (come nelle opere dedicate a Bernardino Telesio, Ennio Flaiano e l’astronauta Charles Duke).
Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura) prosegue la personale galleria di ritratti di Matteo Fato, soffermandosi su figure di riferimento come l’artista Scipione e i filosofi Kierkegaard e Deleuze, ed estendendo la riflessione a persone viventi. L’autore compone una costellazione di affetti personali che apre allo stesso tempo uno spaccato sul sistema dell’arte: nella raccolta entrano la gallerista e il curatore della mostra, Gianni Garrera – filologo musicale che da anni accompagna il lavoro di Fato (contribuendo anche in questa occasione con un assunto), alcuni collezionisti e un amico. L’intento è conferire valore ai diversi ruoli che contribuiscono a definire l’impegno culturale, esplorando formalmente varie declinazioni della ritrattistica.
In questo nuovo ciclo, Fato si concentra sull’essenza dell’atto pittorico, riducendo gli elementi metapittorici che avevano segnato la produzione precedente per conferire ai dipinti una presenza più assoluta. L’aspetto installativo è affidato al concepimento del ritratto, oggetto di una messa in scena insieme all’effigiato, tramite la scelta della posa e l’impiego di attributi.
Seguendo una prassi consolidata, l’artista inserisce nella scrittura espositiva elementi “estranei” provenienti anche dal passato: due paesaggi che documentano un altro tema tradizionale della storia della pittura, tracciando una connessione verso l’idea del ritratto come – nelle parole dell’autore – “paesaggio del tempo”.
20
settembre 2019
Matteo Fato – Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura)
Dal 20 settembre al 30 novembre 2019
arte contemporanea
Location
MONITOR
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 13 - 19
Vernissage
20 Settembre 2019, ore 19-21
Autore
Curatore
Autore testo critico