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Matteo Gennaro – La Genesi. Il Mondo nuovo
La Genesi propone una riflessione sull’era della globalizzazione e del consumismo, nonché sulla frenesia che caratterizza la vita dell’uomo contemporaneo con il suo progressivo allontanamento dalla natura e la sua incapacità di interpretarne i messaggi
Comunicato stampa
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La Genesi. Il mondo nuovo
“Varcare una soglia modifica sempre qualcosa dentro di noi” Firouz Galdo.
In quest’era di globalizzazione e consumismo, l’uomo vive spesso spostandosi di continuo, lasciando un luogo per un altro, dove diviene attivo o passivo a seconda della sua funzione primaria. Nell’arco di una giornata, attraversando la città possiamo essere sommersi da ridondanza, spaesamento e confusione visiva, che amplificano e fanno risuonare in noi un senso di non appartenenza, o una perdita di controllo interiore.
In questa frenesia contemporanea è importante ricordarsi le parole di James Hillman: “Tutti i luoghi hanno un’anima”. In antichità si considerava lo spazio come un’essenziale modalità dell’essere nel mondo; difatti la natura di un luogo può essere un elemento unico di condivisione per gli uomini, e l’energia che sopravvive nel corso del tempo, può darci degli input sensoriali o mnemonici che possono indurci attraverso differenti sensazioni, a prendere delle scelte per la nostra vita o farci
intraprendere una nuova strada. Il disagio profondo dell’uomo civilizzato lo sta allontanando dal contatto fisico e mentale con la natura: “Nella natura selvaggia sta la preservazione del mondo” scriveva Thoreau. Il nostro non prestare attenzione agli spazi attraversati od ai luoghi in cui ci soffermiamo può renderci insensibili all’anima di un luogo, e decidere di non adottarne la sua essenza dentro di noi.
E’attraverso l’esperienza ripetuta che si può riuscire ad elevare spazi di solo passaggio a veri propri “habitat sentimentali”. Sono il rito, la ripetitività a legarci affettivamente a qualcosa. Questa mostra vuole rimettere in contatto l’uomo con la memoria di un luogo d’origine, prima che tutto avesse inizio, quando le città erano ancora costruite di fango e pietre, e l’uomo era una mente vergine in un mondo nuovo, differente.
Questo luogo, raccontato attraverso i dipinti di Matteo Gennaro, è farcito di inusuale, di cieli colorati ed esseri dalle forme ambigue. Nei suoi paesaggi la natura si confonde a visioni allucinate, in un alternarsi di senso e non senso, dove i colori e le forme conducono ad un viaggio in cui l’uomo si confonde con le creature terrestri e con quelle celesti.
Percorrendo profili di montagne, rocce ed acque, inaspettate emergono le figure umane, protagoniste di un passato primordiale o di un futuro prossimo, certamente di una nuova genesi.
La mostra è pensata divisa in due parti: i dipinti ad olio che raffigurano il mondo nuovo e gli esperimenti fotografici in cui viene rappresentata la genesi, il mondo prima che nascesse. In quest’ultima parte ci sarà un vero e proprio contrasto stilistico rispetto alla prima, in quanto le foto tendono all’astratto e fanno parte di alcuni esperimenti che l’artista ha intrapreso negli ultimi anni. L’intera esposizione sarà dunque pensata per fluidità di senso, ma diacronicamente, in modo da poter riuscire a chiudere il cerchio di questo racconto mnemonico.
Matteo Gennaro nasce a Roma nel 1985, dove cresce e frequenta il IV Liceo Artistico statale “A.Caravillani”. Dopo il diploma, lasciati gli studi di antropologia si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma in pittura nel 2010. Espone in numerose collettive e nel 2013, presso il suo studio di Roma, ha luogo la sua prima mostra personale. Nel 2015 espone con una personale al Castello dei Conti di Ceccano e dal 2015 al 2018 vive e lavora in Portogallo. Ama la sperimentazione ed utilizza molteplici e differenti medium nelle sue creazioni: pittura ad olio, incisione, serigrafia, fotografia e scultura.
“Varcare una soglia modifica sempre qualcosa dentro di noi” Firouz Galdo.
In quest’era di globalizzazione e consumismo, l’uomo vive spesso spostandosi di continuo, lasciando un luogo per un altro, dove diviene attivo o passivo a seconda della sua funzione primaria. Nell’arco di una giornata, attraversando la città possiamo essere sommersi da ridondanza, spaesamento e confusione visiva, che amplificano e fanno risuonare in noi un senso di non appartenenza, o una perdita di controllo interiore.
In questa frenesia contemporanea è importante ricordarsi le parole di James Hillman: “Tutti i luoghi hanno un’anima”. In antichità si considerava lo spazio come un’essenziale modalità dell’essere nel mondo; difatti la natura di un luogo può essere un elemento unico di condivisione per gli uomini, e l’energia che sopravvive nel corso del tempo, può darci degli input sensoriali o mnemonici che possono indurci attraverso differenti sensazioni, a prendere delle scelte per la nostra vita o farci
intraprendere una nuova strada. Il disagio profondo dell’uomo civilizzato lo sta allontanando dal contatto fisico e mentale con la natura: “Nella natura selvaggia sta la preservazione del mondo” scriveva Thoreau. Il nostro non prestare attenzione agli spazi attraversati od ai luoghi in cui ci soffermiamo può renderci insensibili all’anima di un luogo, e decidere di non adottarne la sua essenza dentro di noi.
E’attraverso l’esperienza ripetuta che si può riuscire ad elevare spazi di solo passaggio a veri propri “habitat sentimentali”. Sono il rito, la ripetitività a legarci affettivamente a qualcosa. Questa mostra vuole rimettere in contatto l’uomo con la memoria di un luogo d’origine, prima che tutto avesse inizio, quando le città erano ancora costruite di fango e pietre, e l’uomo era una mente vergine in un mondo nuovo, differente.
Questo luogo, raccontato attraverso i dipinti di Matteo Gennaro, è farcito di inusuale, di cieli colorati ed esseri dalle forme ambigue. Nei suoi paesaggi la natura si confonde a visioni allucinate, in un alternarsi di senso e non senso, dove i colori e le forme conducono ad un viaggio in cui l’uomo si confonde con le creature terrestri e con quelle celesti.
Percorrendo profili di montagne, rocce ed acque, inaspettate emergono le figure umane, protagoniste di un passato primordiale o di un futuro prossimo, certamente di una nuova genesi.
La mostra è pensata divisa in due parti: i dipinti ad olio che raffigurano il mondo nuovo e gli esperimenti fotografici in cui viene rappresentata la genesi, il mondo prima che nascesse. In quest’ultima parte ci sarà un vero e proprio contrasto stilistico rispetto alla prima, in quanto le foto tendono all’astratto e fanno parte di alcuni esperimenti che l’artista ha intrapreso negli ultimi anni. L’intera esposizione sarà dunque pensata per fluidità di senso, ma diacronicamente, in modo da poter riuscire a chiudere il cerchio di questo racconto mnemonico.
Matteo Gennaro nasce a Roma nel 1985, dove cresce e frequenta il IV Liceo Artistico statale “A.Caravillani”. Dopo il diploma, lasciati gli studi di antropologia si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma in pittura nel 2010. Espone in numerose collettive e nel 2013, presso il suo studio di Roma, ha luogo la sua prima mostra personale. Nel 2015 espone con una personale al Castello dei Conti di Ceccano e dal 2015 al 2018 vive e lavora in Portogallo. Ama la sperimentazione ed utilizza molteplici e differenti medium nelle sue creazioni: pittura ad olio, incisione, serigrafia, fotografia e scultura.
28
giugno 2018
Matteo Gennaro – La Genesi. Il Mondo nuovo
Dal 28 giugno al 18 luglio 2018
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
SEDI VARIE – Marciana
Marciana, (Livorno)
Marciana, (Livorno)
Orario di apertura
10.00 -23.00
Vernissage
28 Giugno 2018, h 19.00
Autore
Curatore