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Matteo Varsi – Judas
PrimoPiano Homephotogallery inaugura la terza delle mostre del ciclo Tabù/Taboo con una personale dell’artista ligure Matteo Varsi. Il progetto di Varsi, realizzato per la galleria, sonda la complessità della sessualità umana e quella della sfera emotiva
Comunicato stampa
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PrimoPiano Homephotogallery inaugura la terza delle mostre del ciclo Tabù/Taboo con una personale dell’artista ligure Matteo Varsi. Il progetto di Varsi, realizzato per la galleria, sonda la complessità della sessualità umana e quella della sfera emotiva.
Il primo movimento, l’idea che Varsi sviluppa quale esercizio di conoscenza, è il dissolversi delle individualità nel gioco del vedere e dell’essere visto, folle rinuncia del proprio Sé che ci consente di scavalcare il terrore che l’orgasmo ci possa condurre al definitivo smarrimento come accade nella morte. Intuire quanto vera sia l’affermazione di Cooper che l’orgasmo è l’evacuazione di ogni esperienza e mostrarcelo, o meglio condurci all’occhio magico, così chiamavamo un tempo lo spioncino della porta, facendoci così supporre di trasgredire. Il secondo movimento: la trasgressione è glorificazione del limite. Essa non indebolisce il divieto, al contrario, ne è l’atteso completamento, quel limite che la imprigiona. Bataille scrive: ‘ Quel che c’è di notevole nel divieto sessuale è il suo pieno rivelarsi nella trasgressione’, e Varsi nei suoi 21 movimenti/immagini/rivelazioni spoglia i silenzi dell’educazione, svela il gioco del potere di consumo dei corpi che ne annienta il piacere d’uso, riporta il sesso, e dunque il corpo, alla sua religiosità, alla sua accezione sacra pre-cristiana. Così accade che Judas tradisce, egli è il motore del male estromesso dalla scena dell’esistenza umana sotto il giogo del cristianesimo e annulla il simbolo sacro che in sé univa il bene/male, e affidava al trasgredire il compito della conoscenza. Judas conduce il corpo primitivo a corpo cristiano, trasformandolo in corpo di passione e di resurrezione, ovvero in mortificazione e sofferenza, precipitando l’uomo nell’attesa di una felicità differita, facendogli smarrire l’erotismo, trasformando la sacra pulsione in diabolica colpa. Quella colpa è il macigno con il quale il potere schiaccia la rivolta, è la colpa che De Sade inscena e Pasolini ripropone quale continuo doloroso esercizio di sopraffazione sui corpi, perché è dal corpo che inizia l’oppressione dei popoli. Varsi vede attraverso Judas e oltre, ci conduce dentro quel mondo perduto, ci porta a conoscenza di una ricerca emotiva e sensuale. A noi il compito di riappropriarci del simbolo-corpo e ritrovare in esso quella ragione che non possiede nemmeno la migliore sapienza.
Cenni Biografici
Nasce a Levanto, in Liguria, nel 1970. Fotografia e letteratura costituiscono la sinergia delle sue prime ricerche. Dal 1998 inizia a collaborare con Boomerangmedia e Photonica. Pubblica su Lalunaditraverso rivista letterario-fotografica, è inserito nell'antologia " I lunatici " ( edita da MUP editore e distribuita da Feltrinelli ). Su richiesta di Franco Fontana, l'immagine VERTIGO ( tratta da ITINERA ) viene acquisita presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Modena.( 2003 ) Nel 2003 vince una borsa di studio per accedere all'ultimo anno dell' IIF ( Istituto Italiano di Fotografia ) a Milano dove si diploma l'anno successivo. Contemporaneamente approfondisce il suo interesse per la camera oscura e la stampa fine art presso il laboratorio CBS sempre a Milano. La fotografia diventa il mezzo per raccontare, per dire, per affabulare. “Amo credere che le mie immagini non diano giudizio, non siano oggettive, non denuncino. Vorrei che arrivassero agli altri come rappresentazioni di realtà”. Si avvale di strumenti fotografici molto rudimentali quali il foro stenopeico, la camera box e spesso sono gli oggetti di uso comune ad agevolare e caratterizzare le sue ricerche visive. Dal 2004 vive e lavora tra Milano e Levanto. Numerose le Mostre collettive e personali tra Milano, Roma, Levanto, Barcellona, Madrid, diverse le partecipazioni a festivals e biennali di fotografia
Il primo movimento, l’idea che Varsi sviluppa quale esercizio di conoscenza, è il dissolversi delle individualità nel gioco del vedere e dell’essere visto, folle rinuncia del proprio Sé che ci consente di scavalcare il terrore che l’orgasmo ci possa condurre al definitivo smarrimento come accade nella morte. Intuire quanto vera sia l’affermazione di Cooper che l’orgasmo è l’evacuazione di ogni esperienza e mostrarcelo, o meglio condurci all’occhio magico, così chiamavamo un tempo lo spioncino della porta, facendoci così supporre di trasgredire. Il secondo movimento: la trasgressione è glorificazione del limite. Essa non indebolisce il divieto, al contrario, ne è l’atteso completamento, quel limite che la imprigiona. Bataille scrive: ‘ Quel che c’è di notevole nel divieto sessuale è il suo pieno rivelarsi nella trasgressione’, e Varsi nei suoi 21 movimenti/immagini/rivelazioni spoglia i silenzi dell’educazione, svela il gioco del potere di consumo dei corpi che ne annienta il piacere d’uso, riporta il sesso, e dunque il corpo, alla sua religiosità, alla sua accezione sacra pre-cristiana. Così accade che Judas tradisce, egli è il motore del male estromesso dalla scena dell’esistenza umana sotto il giogo del cristianesimo e annulla il simbolo sacro che in sé univa il bene/male, e affidava al trasgredire il compito della conoscenza. Judas conduce il corpo primitivo a corpo cristiano, trasformandolo in corpo di passione e di resurrezione, ovvero in mortificazione e sofferenza, precipitando l’uomo nell’attesa di una felicità differita, facendogli smarrire l’erotismo, trasformando la sacra pulsione in diabolica colpa. Quella colpa è il macigno con il quale il potere schiaccia la rivolta, è la colpa che De Sade inscena e Pasolini ripropone quale continuo doloroso esercizio di sopraffazione sui corpi, perché è dal corpo che inizia l’oppressione dei popoli. Varsi vede attraverso Judas e oltre, ci conduce dentro quel mondo perduto, ci porta a conoscenza di una ricerca emotiva e sensuale. A noi il compito di riappropriarci del simbolo-corpo e ritrovare in esso quella ragione che non possiede nemmeno la migliore sapienza.
Cenni Biografici
Nasce a Levanto, in Liguria, nel 1970. Fotografia e letteratura costituiscono la sinergia delle sue prime ricerche. Dal 1998 inizia a collaborare con Boomerangmedia e Photonica. Pubblica su Lalunaditraverso rivista letterario-fotografica, è inserito nell'antologia " I lunatici " ( edita da MUP editore e distribuita da Feltrinelli ). Su richiesta di Franco Fontana, l'immagine VERTIGO ( tratta da ITINERA ) viene acquisita presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Modena.( 2003 ) Nel 2003 vince una borsa di studio per accedere all'ultimo anno dell' IIF ( Istituto Italiano di Fotografia ) a Milano dove si diploma l'anno successivo. Contemporaneamente approfondisce il suo interesse per la camera oscura e la stampa fine art presso il laboratorio CBS sempre a Milano. La fotografia diventa il mezzo per raccontare, per dire, per affabulare. “Amo credere che le mie immagini non diano giudizio, non siano oggettive, non denuncino. Vorrei che arrivassero agli altri come rappresentazioni di realtà”. Si avvale di strumenti fotografici molto rudimentali quali il foro stenopeico, la camera box e spesso sono gli oggetti di uso comune ad agevolare e caratterizzare le sue ricerche visive. Dal 2004 vive e lavora tra Milano e Levanto. Numerose le Mostre collettive e personali tra Milano, Roma, Levanto, Barcellona, Madrid, diverse le partecipazioni a festivals e biennali di fotografia
07
dicembre 2007
Matteo Varsi – Judas
Dal 07 dicembre 2007 al 07 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
PRIMOPIANO HOMEPHOTOGALLERY
Napoli, Via Foria, 118, (Napoli)
Napoli, Via Foria, 118, (Napoli)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30. Sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
7 Dicembre 2007, ore 21
Autore