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Matteo Venturini – Non sei di segno minore
L’Accademia d’Arte Città di Ferrara APS promuove la personale di Matteo Venturini in esposizione due cicli pittorici: “Genesi” e “Mare dentro” ed alcune opere “isolate” in cui il pittore polesano d’adozione è alla ricerca di un modo personale e autentico di espressione pittorica.
Comunicato stampa
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Non sei di segno minore
di Lucia Boni
Non una zattera. La “Zattera della Medusa”, apre questa prima esposizione del giovane artista Matteo Venturini.
Corpi che si aggrappano, che si aggrovigliano, che si avviluppano, che aggrediscono e si difendono, corpi carichi di una vita azzannata, come il carico disperato di una zattera per uomini di scarto, 'residui', più destinata al naufragio che alla salvezza, eppure decisi a sopravvivere anche al costo della sopraffazione totale.
Solo corpi e acqua. È della Zattera di Théodore Géricault che si parla, quella che ha dipinto a 28 anni con caparbia volontà di romanticismo quanto di realismo, di brutalità e di totalità sublime.
“[...]La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta è quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore [...]”. Anche il Baricco di “Oceano mare” viene alla mente.
Non sono citazioni casuali, Matteo Venturini, come è giusto alla sua età, è alla ricerca di un modo personale e autentico di espressione pittorica e di rappresentazione di sé , si affida a numi tutelari della cultura e del passato, scava, studia, copia, indaga quegli artisti che sono il riflesso dell'atto appassionato, del quale ha bisogno e che gli dia la dignità del posto che occupa nel mondo.
A Géricault, Frida Kalo, Boccioni, Michelangelo, Goya, Doré chiede che possano condurlo o seguirlo, ma più ancora, accompagnarlo, facendo in modo che non si senta figlio di un dio minore.
La pittura non è un fatto estetico o qualità tecnica, non solo. Nell'equilibrio tra “coinvolgimento e distacco”, per Matteo la pittura è “Emergere. Salire.”, è un riscatto.
La passione, che connota chi è in crescita, contiene anche le incertezze e il timore di non essere mai all'altezza, ma al tempo stesso ha ambizioni (che possono apparire tutt'altro che modeste) e la caparbietà di voler raggiungere le cime, a costo di rimanere voce fuori dal coro.
Matteo fa propria la storia di Chris, il ragazzo che aveva lasciato tutto per cercare un'esperienza di vita autentica, come un moderno pellegrino, solo nell'Alaska, ha per casa il Magic Bus, un pulmino azzurro numero '142' abbandonato nella foresta. La pittura è il Magic Bus.
La rinascita, che può seguire il periodo di eremitaggio, è una rinascita dal mare, nell'aria. L'uomo si confronta con gli elementi, la pittura di Venturini si racconta per cicli: Mare dentro, La caduta di Icaro, La quiete dopo la tempesta, La scelta, La Genesi, con l'ambizione di approcciare la “Divina Commedia” e il “Giudizio Universale”, dove la figurazione è dipendente e complementare alla pittura di superfici trattate con impronte e gocciolature, come un magma primordiale e generatore. Una “pittura di onde e nuvole, forme libere ma perfette nella propria unicità, respiro del mare e del cielo, dell'acqua e del vento.
Essere la propria genesi. Capitani della propria anima”.
Così deve essere per quel Matteo che continua a ripetere a se stesso, mentre incita tutti noi, a non sentirsi mai di 'scarto': “Non sei di segno minore”.
di Lucia Boni
Non una zattera. La “Zattera della Medusa”, apre questa prima esposizione del giovane artista Matteo Venturini.
Corpi che si aggrappano, che si aggrovigliano, che si avviluppano, che aggrediscono e si difendono, corpi carichi di una vita azzannata, come il carico disperato di una zattera per uomini di scarto, 'residui', più destinata al naufragio che alla salvezza, eppure decisi a sopravvivere anche al costo della sopraffazione totale.
Solo corpi e acqua. È della Zattera di Théodore Géricault che si parla, quella che ha dipinto a 28 anni con caparbia volontà di romanticismo quanto di realismo, di brutalità e di totalità sublime.
“[...]La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta è quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore [...]”. Anche il Baricco di “Oceano mare” viene alla mente.
Non sono citazioni casuali, Matteo Venturini, come è giusto alla sua età, è alla ricerca di un modo personale e autentico di espressione pittorica e di rappresentazione di sé , si affida a numi tutelari della cultura e del passato, scava, studia, copia, indaga quegli artisti che sono il riflesso dell'atto appassionato, del quale ha bisogno e che gli dia la dignità del posto che occupa nel mondo.
A Géricault, Frida Kalo, Boccioni, Michelangelo, Goya, Doré chiede che possano condurlo o seguirlo, ma più ancora, accompagnarlo, facendo in modo che non si senta figlio di un dio minore.
La pittura non è un fatto estetico o qualità tecnica, non solo. Nell'equilibrio tra “coinvolgimento e distacco”, per Matteo la pittura è “Emergere. Salire.”, è un riscatto.
La passione, che connota chi è in crescita, contiene anche le incertezze e il timore di non essere mai all'altezza, ma al tempo stesso ha ambizioni (che possono apparire tutt'altro che modeste) e la caparbietà di voler raggiungere le cime, a costo di rimanere voce fuori dal coro.
Matteo fa propria la storia di Chris, il ragazzo che aveva lasciato tutto per cercare un'esperienza di vita autentica, come un moderno pellegrino, solo nell'Alaska, ha per casa il Magic Bus, un pulmino azzurro numero '142' abbandonato nella foresta. La pittura è il Magic Bus.
La rinascita, che può seguire il periodo di eremitaggio, è una rinascita dal mare, nell'aria. L'uomo si confronta con gli elementi, la pittura di Venturini si racconta per cicli: Mare dentro, La caduta di Icaro, La quiete dopo la tempesta, La scelta, La Genesi, con l'ambizione di approcciare la “Divina Commedia” e il “Giudizio Universale”, dove la figurazione è dipendente e complementare alla pittura di superfici trattate con impronte e gocciolature, come un magma primordiale e generatore. Una “pittura di onde e nuvole, forme libere ma perfette nella propria unicità, respiro del mare e del cielo, dell'acqua e del vento.
Essere la propria genesi. Capitani della propria anima”.
Così deve essere per quel Matteo che continua a ripetere a se stesso, mentre incita tutti noi, a non sentirsi mai di 'scarto': “Non sei di segno minore”.
25
febbraio 2023
Matteo Venturini – Non sei di segno minore
Dal 25 febbraio al 05 marzo 2023
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 17-20
Vernissage
25 Febbraio 2023, ore 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini