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Matter and Soul 2
Gli artisti presenti in mostra all’Atelier Chagall e Galleria Zamenhof: Leonardo Balbi, Esa Bianchi, Giorgio Carluccio, Simona Corbetta, Bruno De Santi, Andrea Greco, Roberto Lorenzini, Massimo Meucci, Maurizio Molteni, Lyudmila Vasilieva, Stefano Accorsi, Valentina Carrera…
Comunicato stampa
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Matter and Soul 2
A cura di valentina Carrera e Virgilio Patarini.
Opere di Leonardo Balbi, Esa Bianchi, Giorgio Carluccio, Simona Corbetta, Bruno De Santi, Andrea Greco, Roberto Lorenzini, Massimo Meucci, Maurizio Molteni, Lyudmila Vasilieva, Clara Zambotti Luminoso.
L’anima è il corpo
Apparentemente è un paradosso: arrivare all'anima attraverso la materia. Ma in realtà è quello che accomuna gli artisti selezionati per questa mostra. Ciascuno di loro, in un modo o in un altro, utilizza il gesto e la materia pittorica per raccontare uno stato d'animo, un'emozione, il guizzo di un'idea intravista, un momento di abbandono o di passione. E in effetti, storicamente, l'Informale nasce anche con questo scopo, con questa "tensione" ideale: esprimere in maniera più diretta possibile una pulsione, l'impulso di un istante, un'esposizione di energia psichica e fisica (Pollock) o anche una sensazione a lungo meditata, filtrata, rarefatta (Rothko). Lo stato d'animo si trasmette al corpo, come in una danza, e il corpo lo trasmette alla tela. La scelta dei colori, la tavolozza, risponde a criteri musicalmente sensibili, sottilmente o prepotentemente "sentimentali". È come se liberarsi dalla figura, dalla rappresentazione icastica della realtà, significasse liberarsi dalla ragione e liberare al tempo stesso e portare alla luce l'inconscio e le pulsioni più profonde, irrazionali. Anche se poi, a ben vedere, la ragione non scompare, non si dissolve: passa semplicemente in secondo piano. Apollo fa un passo indietro e lascia la scena a un Dioniso "scatenato", ebbro, letteralmente entusiasta. Ma è sempre lui, da dietro le quinte o dal fondo del palcoscenico, che suggerisce al fratello invasato i passi di danza e le coreografie. Ovvero, fuor di metafora, l'affiorare delle pulsioni profonde non si trasforma in orgiastiche azioni incontrollate e distruttive, ma innesca composizioni che cercano comunque un ritmo, un'armonia, un nuovo equilibrio tra forze contrapposte. Le menadi non dilaniano il corpo di Penteo, ma eseguono una danza bacchica e sofisticata al tempo stesso. Che non sarebbe piaciuta né a Socrate né a Platone, ma per motivi differenti. A Platone non sarebbe piaciuta perchè nega di fatto la distinzione tra anima e corpo e dimostra come in realtà anima e corpo coincidano. L'anima è il corpo. E viceversa. La materia è anima. E l'anima è materia. È questo forse l'incombente eredità che l'Informale ha lasciato alla nostra civiltà contemporanea. E che questi artisti raccolgono.
Virgilio Patarini
Senza mezze misure
A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini.
Opere di Stefano Accorsi, Valentina Carrera, Bruno De Santi, Paolo Facchinetti, Luigi Marchesi, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Sasha Zelenkevich e altri.
Tra sprint e maratona
Senza mezze misure, letteralmente. Opere grandi o piccole. O due metri per due (minimo) o venti centimetri per venti, massimo trenta per trenta. Quello che accomuna gli artisti qui selezionati è che tutti si esprimono, con una certa disinvoltura, sia nei grandi e talvolta grandissimi formati che nei piccoli, talvolta piccolissimi formati, avendo la capacità ogni volta di cambiare passo.
È come se un atleta fosse specialista, al tempo stesso, dei cento metri e della dieci chilometri: praticamente impossibile. Diversa muscolatura, diverso tipo di allenamento, diversa attitudine mentale. Lo stesso è per la pittura: occorre una ben diversa concentrazione, ma anche una ben diversa “fisicità” per dipingere un venti per venti rispetto a due metri per due. Cambiano i tempi di esecuzione, ma anche il rapporto con la tela, col colore, col gesto della mano che guida il pennello o la spatola. Ma non si deve pensare che un quadro di piccolissimo formato valga meno, in termini di valore estetico, di uno grande. Non è certo sulla base dei centimetri quadrati o dei minuti di esecuzione che si può valutare l’intensità di un’esperienza artistica.
Sarebbe come dire che un bacio conta meno di una settimana di sesso continuato. Dipende. Dipende dal bacio, dal momento, dalla persona a cui si è dato o da cui si è ricevuto, dall’intensità di quel bacio. Certo l’energia che ci vuole è diversa. Ma l’intensità dell’emozione è un’altra cosa.
Guglielmo Nero
A cura di valentina Carrera e Virgilio Patarini.
Opere di Leonardo Balbi, Esa Bianchi, Giorgio Carluccio, Simona Corbetta, Bruno De Santi, Andrea Greco, Roberto Lorenzini, Massimo Meucci, Maurizio Molteni, Lyudmila Vasilieva, Clara Zambotti Luminoso.
L’anima è il corpo
Apparentemente è un paradosso: arrivare all'anima attraverso la materia. Ma in realtà è quello che accomuna gli artisti selezionati per questa mostra. Ciascuno di loro, in un modo o in un altro, utilizza il gesto e la materia pittorica per raccontare uno stato d'animo, un'emozione, il guizzo di un'idea intravista, un momento di abbandono o di passione. E in effetti, storicamente, l'Informale nasce anche con questo scopo, con questa "tensione" ideale: esprimere in maniera più diretta possibile una pulsione, l'impulso di un istante, un'esposizione di energia psichica e fisica (Pollock) o anche una sensazione a lungo meditata, filtrata, rarefatta (Rothko). Lo stato d'animo si trasmette al corpo, come in una danza, e il corpo lo trasmette alla tela. La scelta dei colori, la tavolozza, risponde a criteri musicalmente sensibili, sottilmente o prepotentemente "sentimentali". È come se liberarsi dalla figura, dalla rappresentazione icastica della realtà, significasse liberarsi dalla ragione e liberare al tempo stesso e portare alla luce l'inconscio e le pulsioni più profonde, irrazionali. Anche se poi, a ben vedere, la ragione non scompare, non si dissolve: passa semplicemente in secondo piano. Apollo fa un passo indietro e lascia la scena a un Dioniso "scatenato", ebbro, letteralmente entusiasta. Ma è sempre lui, da dietro le quinte o dal fondo del palcoscenico, che suggerisce al fratello invasato i passi di danza e le coreografie. Ovvero, fuor di metafora, l'affiorare delle pulsioni profonde non si trasforma in orgiastiche azioni incontrollate e distruttive, ma innesca composizioni che cercano comunque un ritmo, un'armonia, un nuovo equilibrio tra forze contrapposte. Le menadi non dilaniano il corpo di Penteo, ma eseguono una danza bacchica e sofisticata al tempo stesso. Che non sarebbe piaciuta né a Socrate né a Platone, ma per motivi differenti. A Platone non sarebbe piaciuta perchè nega di fatto la distinzione tra anima e corpo e dimostra come in realtà anima e corpo coincidano. L'anima è il corpo. E viceversa. La materia è anima. E l'anima è materia. È questo forse l'incombente eredità che l'Informale ha lasciato alla nostra civiltà contemporanea. E che questi artisti raccolgono.
Virgilio Patarini
Senza mezze misure
A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini.
Opere di Stefano Accorsi, Valentina Carrera, Bruno De Santi, Paolo Facchinetti, Luigi Marchesi, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Sasha Zelenkevich e altri.
Tra sprint e maratona
Senza mezze misure, letteralmente. Opere grandi o piccole. O due metri per due (minimo) o venti centimetri per venti, massimo trenta per trenta. Quello che accomuna gli artisti qui selezionati è che tutti si esprimono, con una certa disinvoltura, sia nei grandi e talvolta grandissimi formati che nei piccoli, talvolta piccolissimi formati, avendo la capacità ogni volta di cambiare passo.
È come se un atleta fosse specialista, al tempo stesso, dei cento metri e della dieci chilometri: praticamente impossibile. Diversa muscolatura, diverso tipo di allenamento, diversa attitudine mentale. Lo stesso è per la pittura: occorre una ben diversa concentrazione, ma anche una ben diversa “fisicità” per dipingere un venti per venti rispetto a due metri per due. Cambiano i tempi di esecuzione, ma anche il rapporto con la tela, col colore, col gesto della mano che guida il pennello o la spatola. Ma non si deve pensare che un quadro di piccolissimo formato valga meno, in termini di valore estetico, di uno grande. Non è certo sulla base dei centimetri quadrati o dei minuti di esecuzione che si può valutare l’intensità di un’esperienza artistica.
Sarebbe come dire che un bacio conta meno di una settimana di sesso continuato. Dipende. Dipende dal bacio, dal momento, dalla persona a cui si è dato o da cui si è ricevuto, dall’intensità di quel bacio. Certo l’energia che ci vuole è diversa. Ma l’intensità dell’emozione è un’altra cosa.
Guglielmo Nero
08
settembre 2012
Matter and Soul 2
Dall'otto al 20 settembre 2012
arte moderna e contemporanea
Location
ATELIER CHAGALL
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
Atelier Chagall: da mercoledì a sabato ore 15-19, domenica ore 11-19. Galleria Zamenhof: da mercoledì a domenica ore 15-19
Vernissage
8 Settembre 2012, ore 18.30 (Atelier Chagall), ore 20.30 (Galleria Zamenhof)
Autore