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Matthew Broussard – Disjointed Signals
Artesì inaugura la Mostra numero 1 e Mario Capecchi, suo fondatore, sceglie non a caso l’artista americano Matthew Broussard
Comunicato stampa
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Artesì inaugura la Mostra numero 1 e Mario Capecchi, suo fondatore, sceglie non a caso l’artista americano Matthew Broussard.
Le opere del giovane talento texano si inseriscono infatti perfettamente nell’ideale programmatico dell’Artesì, che si propone appunto come un omaggio all’arte che si confronta con l’arredamento, che non ha paura di entrare nelle case e di avvicinarsi agli oggetti. Sostanzialmente Capecchi ha ideato Artesì per far avvicinare all’arte chiunque senza bisogno di filtri critici o eruditi, accostandola e a volte, fondendola appunto all’arredamento. La conseguenza di questo proposito è l’avvicinamento a nuovi talenti come Matthew, che si lascino coinvolgere in questa sfida, facendosi stimolare da una indicazione precisa su cosa fare ma non su come farlo.
Matthew Broussard è un artista concettuale con le mani sporche, qualcuno che ha trovato un compromesso, sempre mutevole, fra il pensiero, l'idea, e la prepotenza della materia. Si lascia affascinare da materiali rudi come il ferro cercando però un risultato di maniacale perfezione. In questa mostra presenta una selezione di opere molto diverse fra loro, legate dall'esaltazione dell'oggetto di uso quotidiano, che rimane tale, pur se trasfigurato in termini estetici dall'intervento artistico. E’ l’armonia che domina le forme cadenzate, l’assenza di colori è il filo rosso che segna lo svolgersi del percorso espositivo; durante il quale si incontrano sì dei quadri (a smalto su lamina di ferro), ma anche “Abacus”; una libreria “da esterno”, oppure “Worktable”; un quarto di consolle ottocentesca rielaborata con una morsa da fabbro dorata, “Strumento”; uno schermo da proiezione, …
L’estetica è per Matthew Broussard un limite e il fine a cui tendere allo stesso tempo; estetica delle cose brutte o degli oggetti di scarso valore, di quelle cose a cui nessuno ha mai chiesto di essere belle; estetica degli attrezzi da lavoro nobilitati dall’artista con il mezzo più semplice e più efficace, con il mezzo più antico,quello che non ha mai perso la sua forza penetrante, l’oro.
Una mostra che merita una visita, un’idea che merita una riflessione più approfondita, una ventata d’aria veramente nuova nel panorama delle Gallerie d’Arte Fiorentine.
Le opere del giovane talento texano si inseriscono infatti perfettamente nell’ideale programmatico dell’Artesì, che si propone appunto come un omaggio all’arte che si confronta con l’arredamento, che non ha paura di entrare nelle case e di avvicinarsi agli oggetti. Sostanzialmente Capecchi ha ideato Artesì per far avvicinare all’arte chiunque senza bisogno di filtri critici o eruditi, accostandola e a volte, fondendola appunto all’arredamento. La conseguenza di questo proposito è l’avvicinamento a nuovi talenti come Matthew, che si lascino coinvolgere in questa sfida, facendosi stimolare da una indicazione precisa su cosa fare ma non su come farlo.
Matthew Broussard è un artista concettuale con le mani sporche, qualcuno che ha trovato un compromesso, sempre mutevole, fra il pensiero, l'idea, e la prepotenza della materia. Si lascia affascinare da materiali rudi come il ferro cercando però un risultato di maniacale perfezione. In questa mostra presenta una selezione di opere molto diverse fra loro, legate dall'esaltazione dell'oggetto di uso quotidiano, che rimane tale, pur se trasfigurato in termini estetici dall'intervento artistico. E’ l’armonia che domina le forme cadenzate, l’assenza di colori è il filo rosso che segna lo svolgersi del percorso espositivo; durante il quale si incontrano sì dei quadri (a smalto su lamina di ferro), ma anche “Abacus”; una libreria “da esterno”, oppure “Worktable”; un quarto di consolle ottocentesca rielaborata con una morsa da fabbro dorata, “Strumento”; uno schermo da proiezione, …
L’estetica è per Matthew Broussard un limite e il fine a cui tendere allo stesso tempo; estetica delle cose brutte o degli oggetti di scarso valore, di quelle cose a cui nessuno ha mai chiesto di essere belle; estetica degli attrezzi da lavoro nobilitati dall’artista con il mezzo più semplice e più efficace, con il mezzo più antico,quello che non ha mai perso la sua forza penetrante, l’oro.
Una mostra che merita una visita, un’idea che merita una riflessione più approfondita, una ventata d’aria veramente nuova nel panorama delle Gallerie d’Arte Fiorentine.
08
luglio 2005
Matthew Broussard – Disjointed Signals
Dall'otto al 31 luglio 2005
arte contemporanea
Location
ART SI’
Firenze, Via Vincenzo Bellini, 24, (Firenze)
Firenze, Via Vincenzo Bellini, 24, (Firenze)
Vernissage
8 Luglio 2005, ore 19
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