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Matthew Broussard – Some domestic objects
“Some domestic objects” di Matthew Broussard, raccoglie 10 lavori in tecnica mista, tra cui due tele da 2,5 mt, lastre metalliche, acquerelli su carta e lavori su tavola.
Comunicato stampa
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“Some domestic objects” di Matthew Broussard, raccoglie 10 lavori in tecnica mista,tra cui due tele da 2,5 mt, lastre metalliche, acquerelli su carta e lavori su tavola. Con questi lavori Matthew ci invita, attraverso la rappresentazione di alcuni oggetti famigliari all’artista, ad entrare cautamente nel suo mondo. Non per farci conoscere i suoi oggetti – operazione evidentemente di superficie - ma per farci ripercorrere le sue modalità dell’atto visivo e creativo. Il significato originario che lui attribuisce all’atto del vedere. La volontà di porre lo sgurdo e attivare il pubblico, non tanto sul mondo degli oggetti materiali, quanto sulla condizione del guardare e dell’osservatore.
Nella premessa ai suoi lavori, Mattehw sottolinea la fragilità e la velleità dell’oggetto e dell’immagine (anche quella artistica), facilmente strumentalizzzabile o adattabile a fini istituzionali, pubblicitari, artistici o retoricamente e ideologicamente politici. A sottendere, che ogni volontà di ri-produzione linguistica non coincide e anzi confonde su-i significati originari. Prendendo coscienza che l’artista contemporaneo è condannato a fluttuare dentro una condizione di ricerca della purezza, del senso e l’evidente “corruzione” del linguaggio contemporaneo, Matthew Broussard ci accompagna attraverso i suoi lavori, in questa corroborante passeggiata, partecipi dei suoi dubbi di testimone affidabile e ai suoi sguardi incendiari, che in fondo manifestano il disincanto nei confronti del mondo delle cose, dell’artista stesso. Disincanto che si esprime proprio attraverso il linguaggio, la rappresentazione di quegli oggetti comuni, quotidiani, ovvero, di quella realtà privata condivisa. L’immagine veloce di “Range” - trad. poligono- ne è un esempio. Nell’acquerello di copertina infatti, non sono gli oggetti… che si vedono. Ma un paesaggio. Una scena. La domanda che ti fai è: Qual è l’obiettivo? E ancora : Che cosa sto vedendo? Anche tu vedi quello che vedo io? Come se l’esigenza di far coincidere il significato alla forma sia disatteso. E’ il dubbio, che genera la forza dell’immagine stessa. L’autonomia simbolica del linguaggio genera la rappresentazione.Siamo coinvolti. Non perchè folgorati da un’intuizione, una visione spettacolare ma, perché, motivazioni e significati originali si ricreano nel quotidiano continuamene senza che noi ce ne accorgiamo. Matthew ,quasi religiosamente prova a raccogliere quei momenti, cercando di eludere quella retorica coincidenza tra forma-linguaggio e significato.
di M.Gallinaro.
Nella premessa ai suoi lavori, Mattehw sottolinea la fragilità e la velleità dell’oggetto e dell’immagine (anche quella artistica), facilmente strumentalizzzabile o adattabile a fini istituzionali, pubblicitari, artistici o retoricamente e ideologicamente politici. A sottendere, che ogni volontà di ri-produzione linguistica non coincide e anzi confonde su-i significati originari. Prendendo coscienza che l’artista contemporaneo è condannato a fluttuare dentro una condizione di ricerca della purezza, del senso e l’evidente “corruzione” del linguaggio contemporaneo, Matthew Broussard ci accompagna attraverso i suoi lavori, in questa corroborante passeggiata, partecipi dei suoi dubbi di testimone affidabile e ai suoi sguardi incendiari, che in fondo manifestano il disincanto nei confronti del mondo delle cose, dell’artista stesso. Disincanto che si esprime proprio attraverso il linguaggio, la rappresentazione di quegli oggetti comuni, quotidiani, ovvero, di quella realtà privata condivisa. L’immagine veloce di “Range” - trad. poligono- ne è un esempio. Nell’acquerello di copertina infatti, non sono gli oggetti… che si vedono. Ma un paesaggio. Una scena. La domanda che ti fai è: Qual è l’obiettivo? E ancora : Che cosa sto vedendo? Anche tu vedi quello che vedo io? Come se l’esigenza di far coincidere il significato alla forma sia disatteso. E’ il dubbio, che genera la forza dell’immagine stessa. L’autonomia simbolica del linguaggio genera la rappresentazione.Siamo coinvolti. Non perchè folgorati da un’intuizione, una visione spettacolare ma, perché, motivazioni e significati originali si ricreano nel quotidiano continuamene senza che noi ce ne accorgiamo. Matthew ,quasi religiosamente prova a raccogliere quei momenti, cercando di eludere quella retorica coincidenza tra forma-linguaggio e significato.
di M.Gallinaro.
29
gennaio 2009
Matthew Broussard – Some domestic objects
Dal 29 gennaio al 22 febbraio 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
IL CHIOSCO
Padova, Via Ludovico Ariosto, 10, (Padova)
Padova, Via Ludovico Ariosto, 10, (Padova)
Orario di apertura
tutte le sere (h19,00-24) dal mercoledi alla domenica
Vernissage
29 Gennaio 2009, ore 19,30
Autore