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Matthew Spender – Le acconciature di Carrara
Prosegue a Carrara, fino al prossimo 10 agosto, nelle sale del complesso ex Ospedale San Giacomo, la nuova mostra personale di scultura di Matthew Spender, “Le acconciature di Carrara”, organizzata da Comune di Carrara e da Statuaria Arte. “Le acconciature di Carrara” si compone di ventitre opere, in marmo bianco statuario, in nero del Belgio, in travertino ed onice, raffiguranti teste muliebri e i diversi modi di acconciare, pettinare, raccogliere i capelli, realizzate appositamente per l’occasione dallo scultore, inglese di nascita ma ormai da tempo toscano di adozione.
Comunicato stampa
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La nuova mostra di Spender ripropone l'opera dell'artista a distanza di tre anni dalla precedente "Giro di Carrara in 80 giorni". L'esposizione di oggi, come quella di allora, ben testimonia di come Spender abbia con la citt? di Carrara un legame tutto particolare: apprezzato scultore di legno (sue le opere che Bernardo Bertolucci utilizzo per "Io ballo da sola") e di terracotta, proprio nella citt? apuana e nelle sue cave di marmo bianco, ha "scoperto" le potenzialit? della pietra. Come gi? accadde per il "giro di Carrara", anche per le "acconciature" l'artista ha voluto radicare le sue opere nella citt?: non solo per la scelta del marmo e del luogo in cui le opere sono state realizzate (nel laboratorio di Statuaria Arte), ma anche per la scelta di avvalersi di "modelle" non professioniste, individuate fra le cittadine carraresi. Cittadine famose, alcune - come la produttrice cinematografica Tilde Corsi (Le fate ignoranti, La finestra di
fronte) e la pallavolista Maurizia Cacciatori - e ragazze e donne, intraviste in un bar, su una spiaggia, per strada.
"Le forme che mi ossessionano in questa mostra - spiega Spender nella presentazione del catalogo, pubblicato da Federico Motta - derivano dal mondo neoclassico
italiano: quell'arco di creativit? che va da Antonio Canova ad Arturo Martini. Il fatto che questi maestri cercassero una idealizzazione della realt? implicava un pubblico per il quale il "bello" aveva parametri riconosciuti: con questo pubblico - e specialmente con l'acquirente - ogni maestro doveva quotidianamente trattare. Oggi, per? un concetto largamente accettato del "bello" non c'e' pi?. Non c'? niente da trattare. L'accademia ? morta. Chi crea, lo fa per se'. E' cos? che l'Artista rappresenta con queste "acconciature" la costante tensione fra quelle che lui stesso definisce "due forze": "la continua oscillazione
- spiega - fra l'ideale e l'aneddotico. Ideale implica il tentativo di non ricadere in forme gi? conquistate - un tentativo che si scontra col fatto che il "bello", come dicevo, non c'? pi?. Aneddotico vuol dire aderire troppo fedelmente alle apparenze del quotidiano". Il risultato ? in queste opere, nate da un percorso che nasce dalla consapevolezza che la scultura ? "lingua morta", come diceva Arturo Martini: "E', questa, una verit? alla quale penso costantemente mentre mi trascino dal museo alla strada, alla ricerca di un mondo personale con salde radici in entrambi" conclude Matthew Spender.
fronte) e la pallavolista Maurizia Cacciatori - e ragazze e donne, intraviste in un bar, su una spiaggia, per strada.
"Le forme che mi ossessionano in questa mostra - spiega Spender nella presentazione del catalogo, pubblicato da Federico Motta - derivano dal mondo neoclassico
italiano: quell'arco di creativit? che va da Antonio Canova ad Arturo Martini. Il fatto che questi maestri cercassero una idealizzazione della realt? implicava un pubblico per il quale il "bello" aveva parametri riconosciuti: con questo pubblico - e specialmente con l'acquirente - ogni maestro doveva quotidianamente trattare. Oggi, per? un concetto largamente accettato del "bello" non c'e' pi?. Non c'? niente da trattare. L'accademia ? morta. Chi crea, lo fa per se'. E' cos? che l'Artista rappresenta con queste "acconciature" la costante tensione fra quelle che lui stesso definisce "due forze": "la continua oscillazione
- spiega - fra l'ideale e l'aneddotico. Ideale implica il tentativo di non ricadere in forme gi? conquistate - un tentativo che si scontra col fatto che il "bello", come dicevo, non c'? pi?. Aneddotico vuol dire aderire troppo fedelmente alle apparenze del quotidiano". Il risultato ? in queste opere, nate da un percorso che nasce dalla consapevolezza che la scultura ? "lingua morta", come diceva Arturo Martini: "E', questa, una verit? alla quale penso costantemente mentre mi trascino dal museo alla strada, alla ricerca di un mondo personale con salde radici in entrambi" conclude Matthew Spender.
19
luglio 2003
Matthew Spender – Le acconciature di Carrara
Dal 19 luglio al 10 agosto 2003
arte contemporanea
Location
EX OSPEDALE DI SAN GIACOMO
Carrara, Via Carriona, (Massa-carrara)
Carrara, Via Carriona, (Massa-carrara)
Orario di apertura
ore 10-13 / 17-23
da marted? a domenica (chiusa il luned?)
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