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Mattia Battistini – Dimenticare Parigi
Una Parigi quasi inanimata, dove compaiano insegne, palazzi, quinte, strade, navi, automezzi e assai raramente presenze umane
Comunicato stampa
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Si inaugurerà il prossimo 15 aprile, alle ore 18, la mostra personale di Mattia Battistini, artista emergente del panorama dell’arte contemporanea.
Nato a Ravenna trentasette anni fa, Battistini ha fatto le sue prime esperienze espositive a Roma nel 1994. Poi, nel 1999, è la volta di Parigi, dove lì conoscerà a fondo la cultura artistica francese, il mondo arabo e in particolare quello algerino.
I temi affrontati da Mattia Battistini sono tanti: dai nudi alle navi, dai pescicani ai soldati, giocatori di calcio, ciclisti, ballerini, i funamboli e gli inconfondibili gatti. Da poco rientrato da Parigi, presenta in Galleria il suo ultimo lavoro, che ha come tema la città, attraverso quaranta opere, tutte tecniche miste su carta, tavola, tela, ferro e lamiera.
Titolo della mostra “Dimenticare Parigi”. Una Parigi quasi inanimata, dove compaiano insegne, palazzi, quinte, strade, navi, automezzi e assai raramente presenze umane. I pochi essere umani appaiono scheletrici, larvali, abbozzati con quattro linee incrociate o semplificate da una divisa riconoscibile, come il benzinaio o il gendarme oppure ridotti ad una rappresentazione simbolica, con grandi occhi che si affacciano dai finestrini del metrò e del tram e che guardano la stessa città che scorre. Facile incontrare nella città animali urbani, corvi, gazze o felini. Tutto il campo visivo racchiuso nella cornice mostra una sostanziale ribellione delle cose alla razionalità e all’ordine. Non c’è descrizione, perché non c’è intento descrittivo. L’obiettivo inconscio è quello di far convivere flashes della memoria e desiderata nella città ideale, con la ripetizione di fitti simboli personali e la frammentazione dei ricordi così come appaiono nella mente: ecco allora che nella città incontriamo, oltre alle navi e ai gatti, l’autocisterna dell’Agip (con il cane a sette zampe, simbolo nel simbolo), i tutori dell’ordine, le ciminiere industriali, le iscrizioni in arabo e in cinese.
Melania Lunazzi scrive nel catalogo “E’ una realtà da cartoon – ricorda Appuntamento a Belleville – da teatrino di burattini…E’ un mondo privo di azioni e scevro di intenzionalità maligna in cui però può capitare di essere assaliti da un gatto grande quanto un camion…...L’estensione del suo pensiero e del suo approccio sensitivo e sensibile alla vita è un rivestimento semitrasparente, una stratificazione leggera, un velo formato di sottili lembi e di frammenti di carta e altri materiali a volte fragilissimi. Un palinsesto. O, meglio, un piccolo arazzo….. composto da materiali né sofisticati né costosi, ma spesso di scarto, reperiti casualmente e riciclati, riassemblati per un nuovo utlizzo, che ridona loro una seconda vita, una nuova funzione, trasformandoli in quinte effimere e delicate”.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito dalla Galleria, con un testo critico di Melania Lunazzi, e illustrato dalle opere esposte in mostre.
Nato a Ravenna trentasette anni fa, Battistini ha fatto le sue prime esperienze espositive a Roma nel 1994. Poi, nel 1999, è la volta di Parigi, dove lì conoscerà a fondo la cultura artistica francese, il mondo arabo e in particolare quello algerino.
I temi affrontati da Mattia Battistini sono tanti: dai nudi alle navi, dai pescicani ai soldati, giocatori di calcio, ciclisti, ballerini, i funamboli e gli inconfondibili gatti. Da poco rientrato da Parigi, presenta in Galleria il suo ultimo lavoro, che ha come tema la città, attraverso quaranta opere, tutte tecniche miste su carta, tavola, tela, ferro e lamiera.
Titolo della mostra “Dimenticare Parigi”. Una Parigi quasi inanimata, dove compaiano insegne, palazzi, quinte, strade, navi, automezzi e assai raramente presenze umane. I pochi essere umani appaiono scheletrici, larvali, abbozzati con quattro linee incrociate o semplificate da una divisa riconoscibile, come il benzinaio o il gendarme oppure ridotti ad una rappresentazione simbolica, con grandi occhi che si affacciano dai finestrini del metrò e del tram e che guardano la stessa città che scorre. Facile incontrare nella città animali urbani, corvi, gazze o felini. Tutto il campo visivo racchiuso nella cornice mostra una sostanziale ribellione delle cose alla razionalità e all’ordine. Non c’è descrizione, perché non c’è intento descrittivo. L’obiettivo inconscio è quello di far convivere flashes della memoria e desiderata nella città ideale, con la ripetizione di fitti simboli personali e la frammentazione dei ricordi così come appaiono nella mente: ecco allora che nella città incontriamo, oltre alle navi e ai gatti, l’autocisterna dell’Agip (con il cane a sette zampe, simbolo nel simbolo), i tutori dell’ordine, le ciminiere industriali, le iscrizioni in arabo e in cinese.
Melania Lunazzi scrive nel catalogo “E’ una realtà da cartoon – ricorda Appuntamento a Belleville – da teatrino di burattini…E’ un mondo privo di azioni e scevro di intenzionalità maligna in cui però può capitare di essere assaliti da un gatto grande quanto un camion…...L’estensione del suo pensiero e del suo approccio sensitivo e sensibile alla vita è un rivestimento semitrasparente, una stratificazione leggera, un velo formato di sottili lembi e di frammenti di carta e altri materiali a volte fragilissimi. Un palinsesto. O, meglio, un piccolo arazzo….. composto da materiali né sofisticati né costosi, ma spesso di scarto, reperiti casualmente e riciclati, riassemblati per un nuovo utlizzo, che ridona loro una seconda vita, una nuova funzione, trasformandoli in quinte effimere e delicate”.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito dalla Galleria, con un testo critico di Melania Lunazzi, e illustrato dalle opere esposte in mostre.
15
aprile 2005
Mattia Battistini – Dimenticare Parigi
Dal 15 aprile al 05 giugno 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA PATRIZIA POGGI
Ravenna, Via Giuliano Argentario, 21, (Ravenna)
Ravenna, Via Giuliano Argentario, 21, (Ravenna)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-19,30; sabato 10,30-12,30 e 16-19,30; domenica 16,30-19,30
Vernissage
15 Aprile 2005, ore 18
Autore