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Mattia Moreni e Nicola Samorì – La disciplina della carne
Venerdì 4 e sabato 5 dicembre 2015 apriranno in sequenza, prima a Cotignola poi a Rimini (FAR, piazza Cavour), le due sezioni di una mostra che mette a confronto, attraverso un sorprendente e serrato dialogo tra oltre sessanta dipinti e alcune sculture, due importanti artisti italiani: Mattia Moreni e Nicola Samorì
Comunicato stampa
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Venerdì 4 e sabato 5 dicembre 2015 apriranno in sequenza, prima a Cotignola poi a Rimini, le due sezioni di una mostra che mette a confronto, attraverso un sorprendente e serrato dialogo tra oltre sessanta dipinti e alcune sculture, due importanti artisti italiani che hanno fatto dell'ossessione della materia uno degli snodi principali della loro ricerca e sperimentazione.
Mattia Moreni e Nicola Samorì sono artisti di diversa generazione e percorsi: ad accomunarli una pittura intesa come luogo di attrito e scontro fertile tra le ragioni romantiche del gesto e una lucida riflessione intellettuale, spietata e incessante, sui limiti e possibilità della pittura stessa, linguaggio antichissimo che i due forzano e mettono costantemente alla prova alla scoperta di nuovi modi di vedere, a far scaturire altre immagini ancora potenti e violente, capaci di scardinare e far saltare le nostre abitudini visive.
Una pittura, quella che qui si mette in scena, che non di rado sfocia e anela alla scultura, e la mostra non mancherà di far dialogare oltre ai due autori, anche questi due linguaggi.
La mostra, che si divide in due sezioni distinte e complementari, intreccia e mette in dialogo, all'interno del percorso espositivo, le opere di entrambi, alla ricerca di inattese e cortocircuitanti affinità e sintonie, contrasti evidenti e distanze siderali; che le differenze tra i due artisti sono molte e lampanti, ma non pochi e niente affatto superficiali anche i punti di contatto e convergenza che questa mostra dissemina e svela lungo il suo articolato percorso.
Il doppio, una sorta di drammatica dualità tra natura e cultura, tra immagine e sua sparizione, tra materia grondante e pelli pittoriche raffinate e sottilissime, tra razionalità, furia e assalti, potrebbe quindi essere una sorta di filo che ci guida e orienta all'interno di questo tenebroso labirinto rischiarato da luci bianche e lunari; una dualità che rappresenta anche una delle tante possibili geografie della pittura oggi, una mappa che si disegna tenendo insieme un artista nel pieno della sua battaglia, e un altro che non smette certo di rinnovare stupori e riflessioni grazie a dipinti niente affatto offuscati o scalfiti dalla patina del tempo trascorso.
La mostra è frutto della stretta collaborazione di due realtà tra le più attive sulle arti visive contemporanee all'interno del panorama romagnolo e non solo: FAR la fabbrica delle arti di Rimini che tra i molti progetti e mostre presentate, e di cui è impossibile tener conto in poche righe, si distingue per la Biennale del Disegno, indagine necessaria e attesa che si è ritagliata uno spazio di osservazione privilegiato su quello che è uno dei linguaggi e pratiche più vitali del contemporaneo; l'altro luogo è il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola in provincia di Ravenna, da cui ha preso forma il progetto Selvatico, rete tra luoghi, persone e cose, tra artisti e collezioni museali: Selvatico è una mappa che ha coinvolto in questi anni un numero considerevole di autori, di varia provenienza, ambiti e discipline, in ramificati percorsi espositivi che sempre si intrecciano e dialogano con gli spazi espositivi e i luoghi, alla ricerca di connessioni tra opere, storie e memorie presenti, portando spesso gli artisti a lavorare in modalità anomale, anche in veste di curatori, alla ricerca di altri e nuovi punti di vista. Questa esposizione è anche perciò una sorta di spora o prolungamento di Selvatico, un approfondimento su due artisti che hanno più di un punto di contatto con Cotignola.
La scelta dei due luoghi che accolgono la mostra, oltre a rivelare perciò le forti sintonie e affinità elettive con le scelte progettuali di entrambi gli spazi espositivi, permette di costruire due sezioni molto differenti e capaci di incastrarsi perfettamente tra loro: nelle stanze di Palazzo Sforza e Casa Varoli gli autoritratti di Moreni, le sue Marilù che dialogano con i piccoli volti scorticati di Samorì, infine una stanza dei disegni dove la similitudine di segno tra i due, è impressionante; a Rimini poi, negli ampi spazi e sale della FAR una selezione di importanti quadri di grandi dimensioni, tra cui alcune teste teste monumentali di Samorì e suoi teatrini dipinti e fantasmi di santi dalla pittura antica, insieme alle angurie, i cartelli e le baracche per Moreni...
La mostra, corredata da un importante catalogo in cui figurano quasi tutte le opere esposte e una campagna fotografica di Daniele Casadio negli studi dei due artisti, è la storia di un incontro felice, quello tra due artisti non poi così distanti, e destinati a intrecciare per un momento i loro percorsi, anche a partire dalla tesi di laurea che Samorì scrisse proprio sugli ultimi dipinti di Moreni; e, infine, l'auspicato incontro tra Rimini e Cotignola che ha permesso di pensare e realizzare questa mostra disobbediente e militante.
Mattia Moreni e Nicola Samorì sono artisti di diversa generazione e percorsi: ad accomunarli una pittura intesa come luogo di attrito e scontro fertile tra le ragioni romantiche del gesto e una lucida riflessione intellettuale, spietata e incessante, sui limiti e possibilità della pittura stessa, linguaggio antichissimo che i due forzano e mettono costantemente alla prova alla scoperta di nuovi modi di vedere, a far scaturire altre immagini ancora potenti e violente, capaci di scardinare e far saltare le nostre abitudini visive.
Una pittura, quella che qui si mette in scena, che non di rado sfocia e anela alla scultura, e la mostra non mancherà di far dialogare oltre ai due autori, anche questi due linguaggi.
La mostra, che si divide in due sezioni distinte e complementari, intreccia e mette in dialogo, all'interno del percorso espositivo, le opere di entrambi, alla ricerca di inattese e cortocircuitanti affinità e sintonie, contrasti evidenti e distanze siderali; che le differenze tra i due artisti sono molte e lampanti, ma non pochi e niente affatto superficiali anche i punti di contatto e convergenza che questa mostra dissemina e svela lungo il suo articolato percorso.
Il doppio, una sorta di drammatica dualità tra natura e cultura, tra immagine e sua sparizione, tra materia grondante e pelli pittoriche raffinate e sottilissime, tra razionalità, furia e assalti, potrebbe quindi essere una sorta di filo che ci guida e orienta all'interno di questo tenebroso labirinto rischiarato da luci bianche e lunari; una dualità che rappresenta anche una delle tante possibili geografie della pittura oggi, una mappa che si disegna tenendo insieme un artista nel pieno della sua battaglia, e un altro che non smette certo di rinnovare stupori e riflessioni grazie a dipinti niente affatto offuscati o scalfiti dalla patina del tempo trascorso.
La mostra è frutto della stretta collaborazione di due realtà tra le più attive sulle arti visive contemporanee all'interno del panorama romagnolo e non solo: FAR la fabbrica delle arti di Rimini che tra i molti progetti e mostre presentate, e di cui è impossibile tener conto in poche righe, si distingue per la Biennale del Disegno, indagine necessaria e attesa che si è ritagliata uno spazio di osservazione privilegiato su quello che è uno dei linguaggi e pratiche più vitali del contemporaneo; l'altro luogo è il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola in provincia di Ravenna, da cui ha preso forma il progetto Selvatico, rete tra luoghi, persone e cose, tra artisti e collezioni museali: Selvatico è una mappa che ha coinvolto in questi anni un numero considerevole di autori, di varia provenienza, ambiti e discipline, in ramificati percorsi espositivi che sempre si intrecciano e dialogano con gli spazi espositivi e i luoghi, alla ricerca di connessioni tra opere, storie e memorie presenti, portando spesso gli artisti a lavorare in modalità anomale, anche in veste di curatori, alla ricerca di altri e nuovi punti di vista. Questa esposizione è anche perciò una sorta di spora o prolungamento di Selvatico, un approfondimento su due artisti che hanno più di un punto di contatto con Cotignola.
La scelta dei due luoghi che accolgono la mostra, oltre a rivelare perciò le forti sintonie e affinità elettive con le scelte progettuali di entrambi gli spazi espositivi, permette di costruire due sezioni molto differenti e capaci di incastrarsi perfettamente tra loro: nelle stanze di Palazzo Sforza e Casa Varoli gli autoritratti di Moreni, le sue Marilù che dialogano con i piccoli volti scorticati di Samorì, infine una stanza dei disegni dove la similitudine di segno tra i due, è impressionante; a Rimini poi, negli ampi spazi e sale della FAR una selezione di importanti quadri di grandi dimensioni, tra cui alcune teste teste monumentali di Samorì e suoi teatrini dipinti e fantasmi di santi dalla pittura antica, insieme alle angurie, i cartelli e le baracche per Moreni...
La mostra, corredata da un importante catalogo in cui figurano quasi tutte le opere esposte e una campagna fotografica di Daniele Casadio negli studi dei due artisti, è la storia di un incontro felice, quello tra due artisti non poi così distanti, e destinati a intrecciare per un momento i loro percorsi, anche a partire dalla tesi di laurea che Samorì scrisse proprio sugli ultimi dipinti di Moreni; e, infine, l'auspicato incontro tra Rimini e Cotignola che ha permesso di pensare e realizzare questa mostra disobbediente e militante.
04
dicembre 2015
Mattia Moreni e Nicola Samorì – La disciplina della carne
Dal 04 dicembre 2015 al 24 gennaio 2016
arte contemporanea
incontro - conferenza
serata - evento
incontro - conferenza
serata - evento
Location
MUSEO CIVICO LUIGI VAROLI
Cotignola, Corso Sforza, 21/24, (Ravenna)
Cotignola, Corso Sforza, 21/24, (Ravenna)
Orario di apertura
giovedì e venerdì 15.30-18.30, sabato, domenica e festivi 10-12 / 15.30-18.30. chiuso il 25 dicembre e 1° gennaio
Vernissage
4 Dicembre 2015, ore 18:30
Autore
Curatore