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Mattia Novello – Fraintensioni
Questa è la seconda personale che l’artista tiene negli spazi della Flaviostocco, una mostra che presenterà i recentissi lavori creati appositamente per l’occasione. Lavori che sono un’ulteriore evoluzione rispetto le opere esposte nel 2012. Saranno esposte sculture, installazioni e foto.
Comunicato stampa
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La Galleria d'Arte Flaviostocco di Castelfranco Veneto (Borgo Pieve 21, tel. 0423-495661) inaugura, sabato 28 febbraio alle ore 18, la mostra Mattia Novello - Fraintensioni, presentata da Alice Zannoni.
Mattia Novello è un giovane artista(classe 1985) con studio a Castelfranco Veneto considerato uno dei più promettenti artisti italiani della sua generazione. Questa è la seconda personale che l'artista tiene negli spazi della Flaviostocco, una mostra che presenterà i recentissi lavori creati appositamente per l'occasione. Lavori che sono un'ulteriore evoluzione rispetto le opere esposte nel 2012. Saranno esposte sculture, installazioni e foto.
Come scrive la critica d'arte Alice Zannoni: nel parlare del lavoro di Mattia Novello non posso fare a meno di appropriarmi criticamente del titolo stessa della nostra Fraintesioni e farme lo spunto per indagare la poetica dell'artista. Ciò, per quanto banale, poiché un titolo dovrebbe essere l'esemplificazione massima del contenuto e farne capire il senso, non è un'operazione scontata se il contesto – come in questo caso - è quello dell'arte contemporanea. Perché? Semplicemente perchè la parola “fraintensioni” nella lingua italiana non esiste, eppure nella ricchezza fonetica dei nessi è offerta la sua esistenza polisemica: esattamente come l'arte contemporanea in cui un'opera esiste nel significato che emana.
Esaustiva e chiarificatrice la massima di Nietzsche: “Non ci sono fatti ma solo interpretazioni” e, sulla base di questo, l'artista si diverte nel disattendere la verità attraverso un'intenzione straniante fatta di ambivalenze, paradossi, contrapposizioni, equilibri semantici e bilanciamenti concettuali.
Ma torniamo al titolo Fraintesioni che appunto nell'ambivalenza della sua ontologia rivela il duplice effetto di significato equivoco come “fraintendimento” ovvero come dichiarazione di intenti rispetto ai livelli di lettura delle opere in cui esiste sempre almeno una doppia possibilità che lascia sospeso il processo di definizione.
Se tutti i lavori scorrono sul filo della “fraintensione” come mezzo operativo che abita le opere, senza mezzi termini l'artista afferma questa specifica volontà anche con il nome dei lavori stessi, come per esempio Salto nel buio...riflettiamo...come ci sente a saltare nel buio? E' un rischio, certamente come lo è a passare sotto un coltello appeso a un palloncino di elio. E se indubbiamente la dimensione installativa è più consona rovesciare l'opinione del fruitore, le sculture, le fotografie e la pittura non sono da meno. Non è la tecnica a spingere la dimensione poetica bensì l'intenzione che genera il fare, lo scatto, il segno sulla tela. L'artista, con una forte matrice scultorea, lo dimostra con l'opera Esausto in cui crea un'improbabile “aria rotta”; con Illumino l'immenso, un lavoro straziante nella sua tragicità mascherata nella bellezza dei versi ungarettiani di un cappio fatto di luce bianca affrontando così il tema del suicidio/omicidio con un elegante sarcasmo; lo stesso input emotivo, quello del sarcasmo, che si ritrova anche in Incoscienza-coscienza: pelle igienica: in questo lavoro più che mai si addice il sarcasmo che nell'etimologia significa “lacerare le carni”...quindi cosa resta alla fine? La pelle, forse quella da salvare, oppure quella che poco a nulla serve se non nel paradosso della similitudine con il rotolo di carta per l'igiene personale. L'uomo è presente in mostra, nella sua forma realistica di scultura mimetica anche con l'opera Uomo freddo “giocata” anch'essa nell'ossimoro della temperatura emotiva riscaldata dalla coperta termica usualmente data nelle situazioni di emergenza.
In Pareti urbane come in Forme astratte la prospettiva per quanto cartesiana nella ripresa viene ribaltata e le forme geometriche dell'urbe diventano altro, sono lo spazio totale di una visione ma anche la cornice di una porzione di mondo ripresa da un altro punto di vista. Questa serie di lavori è congeniale per scivolare in una lettura semiotica del lavoro che fa capo alla linguistica e alla teoria dei segni e che riporta nuovamente al titolo della mostra Fraintensioni. L'intensione di un enunciato, facendo riferimento a Carnap, è l’insieme delle informazioni linguistiche che determinano a cosa si riferisce l’espressione ovvero, detto con parole semplici, è il significato di un termine che si trova sul vocabolario.“Fra-le-in-intensioni”, pertanto nelle pieghe d'uso e di applicazione di un termine, ci sta l'estensione, ovvero il valore di verità che coincide con le porzioni di mondo alle quali si fa vivere il segno. Mattia Novello con i suoi lavori è un pioniere della coerenza estensionale, dichiarata ricerca che coincide con la presa di coscienza di una impossibile totalità; l'artista travalica un limite esistenziale che apparentemente può sembrare una ricchezza – la totalità come massimo complesso – e con una riflessione accorta ne demolisce l'assunto a favore della positiva ambivalenza dei livelli di lettura e del non assoluto come essenza. Prossimo, se non coincidenti al relativismo (o meglio relazionismo) Mattia Novello con la sua poetica e un ingegno che diverte e suscita bellezza al primo sguardo in realtà sbatte in faccia al fruitore una nota intensa nella sua oggettività che riguarda l'esistenza del pensiero, dell'uomo come essere, dell'opinione come non convenzione, dell'arte come sperimentazione, della ricerca di un verbo come indice primario per indicare le relazioni e appunto delle Fraintensioni come processo di lotta verso una verità che tanto non esiste.
La mostra rimane aperta, tutti i giorni fino all'21 marzo 2015, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. Domenica chiuso.
Mattia Novello nato a Thiene nel 1985, si diploma presso l'Istituto Europeo di Design a Milano, Minor in Mix e media Art presso Parsons The New School a New York. Tiene la sua prima mostra nel 2012 presso la Galleria Flaviostocco di Castelfranco Veneto-TV, nel 2013 e 2014 tiene due personali alla galleria Amy-d a Milano e partecipa a diverse collettive pubbliche. Selezionato a Gennaio 2015 per esporre in fiera d'arte Step-up a Bologna.
Mattia Novello è un giovane artista(classe 1985) con studio a Castelfranco Veneto considerato uno dei più promettenti artisti italiani della sua generazione. Questa è la seconda personale che l'artista tiene negli spazi della Flaviostocco, una mostra che presenterà i recentissi lavori creati appositamente per l'occasione. Lavori che sono un'ulteriore evoluzione rispetto le opere esposte nel 2012. Saranno esposte sculture, installazioni e foto.
Come scrive la critica d'arte Alice Zannoni: nel parlare del lavoro di Mattia Novello non posso fare a meno di appropriarmi criticamente del titolo stessa della nostra Fraintesioni e farme lo spunto per indagare la poetica dell'artista. Ciò, per quanto banale, poiché un titolo dovrebbe essere l'esemplificazione massima del contenuto e farne capire il senso, non è un'operazione scontata se il contesto – come in questo caso - è quello dell'arte contemporanea. Perché? Semplicemente perchè la parola “fraintensioni” nella lingua italiana non esiste, eppure nella ricchezza fonetica dei nessi è offerta la sua esistenza polisemica: esattamente come l'arte contemporanea in cui un'opera esiste nel significato che emana.
Esaustiva e chiarificatrice la massima di Nietzsche: “Non ci sono fatti ma solo interpretazioni” e, sulla base di questo, l'artista si diverte nel disattendere la verità attraverso un'intenzione straniante fatta di ambivalenze, paradossi, contrapposizioni, equilibri semantici e bilanciamenti concettuali.
Ma torniamo al titolo Fraintesioni che appunto nell'ambivalenza della sua ontologia rivela il duplice effetto di significato equivoco come “fraintendimento” ovvero come dichiarazione di intenti rispetto ai livelli di lettura delle opere in cui esiste sempre almeno una doppia possibilità che lascia sospeso il processo di definizione.
Se tutti i lavori scorrono sul filo della “fraintensione” come mezzo operativo che abita le opere, senza mezzi termini l'artista afferma questa specifica volontà anche con il nome dei lavori stessi, come per esempio Salto nel buio...riflettiamo...come ci sente a saltare nel buio? E' un rischio, certamente come lo è a passare sotto un coltello appeso a un palloncino di elio. E se indubbiamente la dimensione installativa è più consona rovesciare l'opinione del fruitore, le sculture, le fotografie e la pittura non sono da meno. Non è la tecnica a spingere la dimensione poetica bensì l'intenzione che genera il fare, lo scatto, il segno sulla tela. L'artista, con una forte matrice scultorea, lo dimostra con l'opera Esausto in cui crea un'improbabile “aria rotta”; con Illumino l'immenso, un lavoro straziante nella sua tragicità mascherata nella bellezza dei versi ungarettiani di un cappio fatto di luce bianca affrontando così il tema del suicidio/omicidio con un elegante sarcasmo; lo stesso input emotivo, quello del sarcasmo, che si ritrova anche in Incoscienza-coscienza: pelle igienica: in questo lavoro più che mai si addice il sarcasmo che nell'etimologia significa “lacerare le carni”...quindi cosa resta alla fine? La pelle, forse quella da salvare, oppure quella che poco a nulla serve se non nel paradosso della similitudine con il rotolo di carta per l'igiene personale. L'uomo è presente in mostra, nella sua forma realistica di scultura mimetica anche con l'opera Uomo freddo “giocata” anch'essa nell'ossimoro della temperatura emotiva riscaldata dalla coperta termica usualmente data nelle situazioni di emergenza.
In Pareti urbane come in Forme astratte la prospettiva per quanto cartesiana nella ripresa viene ribaltata e le forme geometriche dell'urbe diventano altro, sono lo spazio totale di una visione ma anche la cornice di una porzione di mondo ripresa da un altro punto di vista. Questa serie di lavori è congeniale per scivolare in una lettura semiotica del lavoro che fa capo alla linguistica e alla teoria dei segni e che riporta nuovamente al titolo della mostra Fraintensioni. L'intensione di un enunciato, facendo riferimento a Carnap, è l’insieme delle informazioni linguistiche che determinano a cosa si riferisce l’espressione ovvero, detto con parole semplici, è il significato di un termine che si trova sul vocabolario.“Fra-le-in-intensioni”, pertanto nelle pieghe d'uso e di applicazione di un termine, ci sta l'estensione, ovvero il valore di verità che coincide con le porzioni di mondo alle quali si fa vivere il segno. Mattia Novello con i suoi lavori è un pioniere della coerenza estensionale, dichiarata ricerca che coincide con la presa di coscienza di una impossibile totalità; l'artista travalica un limite esistenziale che apparentemente può sembrare una ricchezza – la totalità come massimo complesso – e con una riflessione accorta ne demolisce l'assunto a favore della positiva ambivalenza dei livelli di lettura e del non assoluto come essenza. Prossimo, se non coincidenti al relativismo (o meglio relazionismo) Mattia Novello con la sua poetica e un ingegno che diverte e suscita bellezza al primo sguardo in realtà sbatte in faccia al fruitore una nota intensa nella sua oggettività che riguarda l'esistenza del pensiero, dell'uomo come essere, dell'opinione come non convenzione, dell'arte come sperimentazione, della ricerca di un verbo come indice primario per indicare le relazioni e appunto delle Fraintensioni come processo di lotta verso una verità che tanto non esiste.
La mostra rimane aperta, tutti i giorni fino all'21 marzo 2015, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. Domenica chiuso.
Mattia Novello nato a Thiene nel 1985, si diploma presso l'Istituto Europeo di Design a Milano, Minor in Mix e media Art presso Parsons The New School a New York. Tiene la sua prima mostra nel 2012 presso la Galleria Flaviostocco di Castelfranco Veneto-TV, nel 2013 e 2014 tiene due personali alla galleria Amy-d a Milano e partecipa a diverse collettive pubbliche. Selezionato a Gennaio 2015 per esporre in fiera d'arte Step-up a Bologna.
28
febbraio 2015
Mattia Novello – Fraintensioni
Dal 28 febbraio al 21 marzo 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA FLAVIOSTOCCO
Castelfranco Veneto, Borgo Pieve, 21, (Treviso)
Castelfranco Veneto, Borgo Pieve, 21, (Treviso)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10 - 12.30 e 15.30 - 19.30
Vernissage
28 Febbraio 2015, ore 18.00
Autore
Curatore