Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Maurice Denis – Maestro del simbolismo internazionale
La proficua collaborazione culturale tra il Trentino-Alto Adige e il Land Tirol si concretizza, nel corso del 2007, con la realizzazione della tradizionale Landesausstellung, l’esposizione annuale co-prodotta dai Governi dai singoli territori, che ha come obiettivo lo studio e l’analisi delle radici comuni, nel campo della creatività artistica e della storia culturale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Ricordarsi che un dipinto – prima di essere un cavallo da battaglia, una donna nuda o un qualunque aneddoto – è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori assemblati in un certo ordine”
(Maurice Denis, 1890)
Il Mart di Rovereto presenta, per la prima volta in Italia, un’importante rassegna antologica dedicata all’opera dell’artista francese Maurice Denis (Granville, 1870 – Saint-Germanin-en-Laye, 1943), tra i massimi protagonisti della pittura simbolista. Negli anni della sua intensa attività, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, Maurice Denis ha svolto un ruolo fondamentale nella storia delle prime avanguardie europee come pittore raffinato e teorico di rilievo nel dibattito artistico e culturale. Attraverso un percorso cronologico costituito da oltre cento opere, sarà possibile scoprire la sua vasta ed eclettica attività di pittore, ma anche di grafico, decoratore, fotografo, critico e storico dell’arte. In mostra sono presenti i famosissimi capolavori della ricca collezione del Musée d’Orsay di Parigi, generosamente prestati al Mart, ma anche opere meno note e inedite, che metteranno a fuoco ogni aspetto della produzione artistica di Denis, dal periodo Nabis a quello più marcatamente simbolista, fino alla fase ispirata alla teoria di un “nuovo classicismo”.
L’esposizione al Mart, dopo le tappe di Parigi e Montréal, si tiene dopo oltre dodici anni dall’ultima mostra itinerante, ospitata in alcuni importanti musei europei. È questa quindi un’occasione unica per scoprire l’ampiezza e l’originalità della ricerca pittorica di Maurice Denis, ma soprattutto per cogliere la novità del suo fondamentale contributo alla storia dell’arte europea tra Ottocento e Novecento. L’artista francese gode oggi di una rinnovata considerazione da parte della critica internazionale, anche a seguito delle recenti esposizioni monografiche dedicate all’opera di Edouard Vouillard e Pierre Bonnard, suoi contemporanei e con lui esponenti di rilievo del gruppo dei Nabis.
Maurice Denis è “veramente al centro della pittura del suo tempo”, come afferma Serge Lemoine, presidente del Musée D’Orsay, nell’introduzione al ricco catalogo della mostra (edito da Skira). Nella sua pittura, “la linea diventa arabesco e genera la stilizzazione delle forme, come in Ingres e Puvis de Chavannes o, più tardi, in Matisse. Questa grande scuola di pensiero attraversa tutto il XX secolo”.
La mostra ricostruisce la sua lunga attività pittorica, la formazione culturale, le fonti di ispirazione e gli artisti a cui Maurice Denis guardava per dare forza alla propria ricerca artistica. Tra il 1889-1897, il “Nabi dalle belle icone”, come era soprannominato all’interno del gruppo, elabora, in un personalissimo linguaggio espressivo di forte valenza decorativa, visioni intime e familiari come in Martha al piano del 1891, ma anche riferite all’immaginario sacro e religioso come nel Christ vert, del 1890. Ed è quest’ultimo, forse, il carattere più importante dell’opera di Denis, interprete di una religiosità nuova, drammaticamente venata di “nostalgia per la fede perduta”, che l’artista esprime fin da giovanissimo, quando sulle pagine del suo Diario scrive: “è necessario che io sia pittore cristiano, che celebri tutti questi miracoli del cristianesimo, sento che è necessario”.
Nello stesso tempo Denis ambisce a creare una pittura più monumentale, ispirata alla grande tradizione dell’arte murale dei maestri del Rinascimento italiano: di grande impatto saranno le opere di Raffaello e Beato Angelico, che l’artista ha modo di osservare durante uno dei suoi numerosi soggiorni in Italia. Maurice Denis è una straordinaria figura di artista-intellettuale, con all’attivo numerosi saggi di teoria, storia e critica d’arte, come Teorie 1890-1910, pubblicato nel 1912 e Storia dell’arte religiosa, del 1939. Lo studio sistematico delle opere dei suoi maestri, tra i quali si possono annoverare Pulvis de Chavannes (il “grande oratore cristiano”), Paul Gauguin e Paul Cézanne, così come le influenze dell’arte giapponese decisive in quegli anni per il rinnovamento artistico europeo, rafforzano il suo interesse per gli effetti decorativi nella pittura e per le arti applicate.
Negli anni a cavallo tra i due secoli, Denis definisce ed elabora la teoria di un “nuovo classicismo” pittorico, in cui le scene intime e familiari e le rappresentazioni a carattere sacro sono tradotte in nuove forme classiche e monumentali. In mostra si potranno ammirare opere quali Baigneuses, Perros del 1898 proveniente dal Moma di New York e alcuni dipinti legati al tema delle “Spiagge” dove Denis, ispirato dall’antica bellezza del paesaggio della Bretagna, trasfigura scene di vita quotidiana e familiare in una dimensione i cui i miti della classicità svelano una forza senza tempo.
A partire dal 1919 (anno della morte di Marthe, la prima moglie, e della comparsa della malattia agli occhi), Denis si inserisce nei grandi movimenti artistici d’avanguardia maturando un “modernismo temperato” testimoniato dai grandi “cicli decorativi” a contatto con la spazialità architettonica, come la gigantesca vetrata della chiesa di Notre-Dame du Raincy progettata da Auguste Perret nel 1923-27.
L’esposizione del Mart rivelerà anche il talento dell’artista come grande disegnatore e illustratore. Lo dimostrano la serie di disegni e gouaches per la “Sagesse” di Paul Verlaine e per i “Fioretti” di San Francesco, in mostra per prima volta dopo l’acquisizione da parte del Musée d’Orsay. Totalmente inediti per il pubblico italiano sono anche due importanti cicli decorativi: la Légende de Saint Hubert, 1897, e la Glorification de la Croix, 1899; così come una selezione delle fotografie, il cui intero fondo è ancora di proprietà privata, scattate dallo stesso Maurice Denis, necessarie per comprendere le fonti di ispirazione delle sue creazioni pittoriche.
Infine, di grande importanza è il ruolo che Maurice Denis ha svolto all’interno del dibattito culturale del suo tempo. Jean Paul Bouillon, a cui si devono i più recenti e importanti approfondimenti sull’opera dell’artista, nel suo saggio in catalogo, approfondisce il profilo intellettuale dell’artista, nonché il denso e affascinante itinerario della sua produzione teorico-critica.
(Maurice Denis, 1890)
Il Mart di Rovereto presenta, per la prima volta in Italia, un’importante rassegna antologica dedicata all’opera dell’artista francese Maurice Denis (Granville, 1870 – Saint-Germanin-en-Laye, 1943), tra i massimi protagonisti della pittura simbolista. Negli anni della sua intensa attività, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, Maurice Denis ha svolto un ruolo fondamentale nella storia delle prime avanguardie europee come pittore raffinato e teorico di rilievo nel dibattito artistico e culturale. Attraverso un percorso cronologico costituito da oltre cento opere, sarà possibile scoprire la sua vasta ed eclettica attività di pittore, ma anche di grafico, decoratore, fotografo, critico e storico dell’arte. In mostra sono presenti i famosissimi capolavori della ricca collezione del Musée d’Orsay di Parigi, generosamente prestati al Mart, ma anche opere meno note e inedite, che metteranno a fuoco ogni aspetto della produzione artistica di Denis, dal periodo Nabis a quello più marcatamente simbolista, fino alla fase ispirata alla teoria di un “nuovo classicismo”.
L’esposizione al Mart, dopo le tappe di Parigi e Montréal, si tiene dopo oltre dodici anni dall’ultima mostra itinerante, ospitata in alcuni importanti musei europei. È questa quindi un’occasione unica per scoprire l’ampiezza e l’originalità della ricerca pittorica di Maurice Denis, ma soprattutto per cogliere la novità del suo fondamentale contributo alla storia dell’arte europea tra Ottocento e Novecento. L’artista francese gode oggi di una rinnovata considerazione da parte della critica internazionale, anche a seguito delle recenti esposizioni monografiche dedicate all’opera di Edouard Vouillard e Pierre Bonnard, suoi contemporanei e con lui esponenti di rilievo del gruppo dei Nabis.
Maurice Denis è “veramente al centro della pittura del suo tempo”, come afferma Serge Lemoine, presidente del Musée D’Orsay, nell’introduzione al ricco catalogo della mostra (edito da Skira). Nella sua pittura, “la linea diventa arabesco e genera la stilizzazione delle forme, come in Ingres e Puvis de Chavannes o, più tardi, in Matisse. Questa grande scuola di pensiero attraversa tutto il XX secolo”.
La mostra ricostruisce la sua lunga attività pittorica, la formazione culturale, le fonti di ispirazione e gli artisti a cui Maurice Denis guardava per dare forza alla propria ricerca artistica. Tra il 1889-1897, il “Nabi dalle belle icone”, come era soprannominato all’interno del gruppo, elabora, in un personalissimo linguaggio espressivo di forte valenza decorativa, visioni intime e familiari come in Martha al piano del 1891, ma anche riferite all’immaginario sacro e religioso come nel Christ vert, del 1890. Ed è quest’ultimo, forse, il carattere più importante dell’opera di Denis, interprete di una religiosità nuova, drammaticamente venata di “nostalgia per la fede perduta”, che l’artista esprime fin da giovanissimo, quando sulle pagine del suo Diario scrive: “è necessario che io sia pittore cristiano, che celebri tutti questi miracoli del cristianesimo, sento che è necessario”.
Nello stesso tempo Denis ambisce a creare una pittura più monumentale, ispirata alla grande tradizione dell’arte murale dei maestri del Rinascimento italiano: di grande impatto saranno le opere di Raffaello e Beato Angelico, che l’artista ha modo di osservare durante uno dei suoi numerosi soggiorni in Italia. Maurice Denis è una straordinaria figura di artista-intellettuale, con all’attivo numerosi saggi di teoria, storia e critica d’arte, come Teorie 1890-1910, pubblicato nel 1912 e Storia dell’arte religiosa, del 1939. Lo studio sistematico delle opere dei suoi maestri, tra i quali si possono annoverare Pulvis de Chavannes (il “grande oratore cristiano”), Paul Gauguin e Paul Cézanne, così come le influenze dell’arte giapponese decisive in quegli anni per il rinnovamento artistico europeo, rafforzano il suo interesse per gli effetti decorativi nella pittura e per le arti applicate.
Negli anni a cavallo tra i due secoli, Denis definisce ed elabora la teoria di un “nuovo classicismo” pittorico, in cui le scene intime e familiari e le rappresentazioni a carattere sacro sono tradotte in nuove forme classiche e monumentali. In mostra si potranno ammirare opere quali Baigneuses, Perros del 1898 proveniente dal Moma di New York e alcuni dipinti legati al tema delle “Spiagge” dove Denis, ispirato dall’antica bellezza del paesaggio della Bretagna, trasfigura scene di vita quotidiana e familiare in una dimensione i cui i miti della classicità svelano una forza senza tempo.
A partire dal 1919 (anno della morte di Marthe, la prima moglie, e della comparsa della malattia agli occhi), Denis si inserisce nei grandi movimenti artistici d’avanguardia maturando un “modernismo temperato” testimoniato dai grandi “cicli decorativi” a contatto con la spazialità architettonica, come la gigantesca vetrata della chiesa di Notre-Dame du Raincy progettata da Auguste Perret nel 1923-27.
L’esposizione del Mart rivelerà anche il talento dell’artista come grande disegnatore e illustratore. Lo dimostrano la serie di disegni e gouaches per la “Sagesse” di Paul Verlaine e per i “Fioretti” di San Francesco, in mostra per prima volta dopo l’acquisizione da parte del Musée d’Orsay. Totalmente inediti per il pubblico italiano sono anche due importanti cicli decorativi: la Légende de Saint Hubert, 1897, e la Glorification de la Croix, 1899; così come una selezione delle fotografie, il cui intero fondo è ancora di proprietà privata, scattate dallo stesso Maurice Denis, necessarie per comprendere le fonti di ispirazione delle sue creazioni pittoriche.
Infine, di grande importanza è il ruolo che Maurice Denis ha svolto all’interno del dibattito culturale del suo tempo. Jean Paul Bouillon, a cui si devono i più recenti e importanti approfondimenti sull’opera dell’artista, nel suo saggio in catalogo, approfondisce il profilo intellettuale dell’artista, nonché il denso e affascinante itinerario della sua produzione teorico-critica.
22
giugno 2007
Maurice Denis – Maestro del simbolismo internazionale
Dal 22 giugno al 25 settembre 2007
arte moderna
Location
MART – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Biglietti
Intero: 8 € Ridotto: 5 €
Ridotto scolaresche: 1€ a studente
Biglietto famiglia: 20€
Amici del museo: gratuito
Orario di apertura
mar. – dom. 10.00 - 18.00
ven. 10.00 - 21.00
lunedì chiuso
Vernissage
22 Giugno 2007, ore 18
Editore
SKIRA
Autore
Curatore