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Maurizio Bonolis
Maurizio Bonolis ha ripreso a dipingere, dopo una pausa decennale, ed è tornato nel giro espositivo. I più informati ricordano le sue precedenti esposizioni al Tennis Tavolo Club, nel 1973, ed alla Libreria Dehoniana, nel 1985, entrambe a cura di Maurizio Vitiello. I suoi temi più cari erano i ritratti, trasfigurati da una vena espressionista, ed i cavalli impennati, che si proiettavano nello spazio con plastica evidenza.
Abbandonata l’attività artistica nel 1987, Maurizio Bonolis ha continuato la sua ricerca interiore, fino a maturare una svolta che si riflette nelle opere di questi anni. L’inclinazione realistica ha ceduto il passo a modi più sintetici, che risentono della lezione cubista, metafisica, simbolista. L’artista ha rinunciato al chiaroscuro e alla prospettiva tradizionali, ed ha elaborato un linguaggio colto, bidimensionale, in cui si ravvisa l’eco di alcuni maestri del Novecento, da Picasso a De Chirico, da Morandi a Sassu.
Attraverso campiture di colore puro, senza gradazioni, Bonolis delinea situazioni arcaiche, che sfuggono alle categorie di tempo per definirsi nella dimensione dello spazio, inteso come luogo metafisico della memoria e del pensiero. E’ opportuno riflettere sui soggetti raffigurati, che si prestano a diverse interpretazioni e chiavi di lettura. Un tema classico come la caduta di Icaro si rapporta al presente, si fa portavoce della sconfitta dell’uomo contemporaneo che ha volato troppo in alto, finché le sue ali di cera si sono spezzate. Anche l’angelo caduto o quello con il viso in ombra esprimono il senso di una sconfitta individuale e collettiva: è la sconfitta di una civiltà che, solo adesso, scopre quanto siano fragili le sue basi. Tuttavia, la pittura di Maurizio Bonolis non cede mai allo sconforto: il tema costante dell’uccello in volo, che costituisce il trait d’union fra le opere giovanili e la produzione recente, introduce una nota vivace di speranza e di ottimismo.
Marco di Mauro
Napoli, 2003
Maurizio Bonolis
Napoli, Piazza Vincenzo Bellini, 70, (Napoli)