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Maurizio Cariati – Tutti in scena
La personale di Maurizio Cariati, Tutti in scena, presenta un’accurata selezione di dipinti su tela di juta estroflessa e un corner di opere su carta: caratteristico dei suoi lavori è un morphing grottesco delle fisionomie, volti in close up, catturati e filtrati con l’uso del fisheye.
Comunicato stampa
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Manifiesto Blanco è particolarmente lieto di ospitare nei propri spazi la personale di Maurizio Cariati, Tutti in scena, che segna il ritorno dell’artista sulla scena meneghina dopo quasi due anni di assenza.
La mostra, curata da Martina Adamuccio, è stata pensata appositamente per gli spazi di via Benedetto Marcello, e presenta un’accurata selezione di dipinti su tela di juta estroflessa e un corner di opere su carta. Caratteristico dei suoi lavori è un morphing grottesco delle fisionomie, spesso dedotto da immagini fotografiche estrapolate da riviste o da internet, o realizzate dall’artista stesso: la maggior parte delle opere hanno per soggetto volti in close up, catturati e filtrati con l’uso del fisheye. I colori acrilici sono stesi direttamente su sacchi di juta con pennellate veloci e decise, che creano di volta in volta strati cromatici densi e materici, oppure lasciano intravedere la texture della fibra naturale. Di indubbio gusto contemporaneo, il suo lavoro nasce tuttavia dal confronto con artisti del passato recente: certamente Bonalumi, con i suoi lavori spesso accompagnati da inganni ottico-percettivi, ma anche Burri, per il quale la juta non rappresentava un mero supporto fisico, ma diveniva parte integrante dell’opera stessa. Si potrebbe citare anche Lucio Fontana che, con i suoi Buchi e Tagli, sembra condividere con Cariati non tanto i soggetti, ma certamente la volontà di registrare il gesto che modifica la forma originale della tela per permettere al fruitore di entrare dentro e andare oltre ciò che l’opera rappresenta. Là, dove Fontana instaurava un rapporto tra il bianco della materia e il nero del vuoto, Cariati tenta di creare un rapporto intimo, quasi carnale, tra osservatore e osservato. Da sempre legato al concetto di identità, il lavoro di Maurizio non permette di rimanere impassibili di fronte alla vita. Nel bene o nel male costringe l’osservatore ad accogliere manie, paure, ed ossessioni, registrate e messe ironicamente in mostra senza veli: le debolezze del singolo individuo si trasformano in una forza travolgente che esonda dalla tela e si abbatte sullo spettatore.
Maurizio Cariati nasce a Cosenza nel 1983. Compie gli studi presso l’istituto d’arte di Castrovillari, con specializzazione nel settore metalli. Successivamente decide di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro indirizzo Pittura. Consegue il diploma di II livello in Arte Visive, presso l’Accademia di Brera.
All’età di 22 anni, vince il Premio Celeste nella categoria studenti. Ha inizio la sua carriera artistica: con la mostra personale al Chiostrino di Sant’Eufemia a Como, alla Galleria Glauco Cavaciuti a Milano, alla Galleria GiaMaArt Studio di Vitulano (BN), alla Loft Gallery di Corigliano Calabro (CS), presso la Galleria Artespressione di Milano e all’Aratro Centro d’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi del Molise a Campobasso. Ha collaborato anche con lo stilista Maurizio Pecoraro presso il Flagship Store di Milano. Ultimamente, è stato presente alla I° edizione del Festival Animali presso il Macro Testaccio a Roma e in una mostra presso la Clen Gallery di New York. Ha esposto in mostre collettive presso Palazzo Guidobono a Tortona, al Museo d’Arte Contemporanea del Sannio a Benevento, al Palazzo Comunale E. Gagliardi di Vibo Valentia, alla Fabbrica del Vapore, al Teatro Filodrammatici, allo Spazio Oberdan di Milano, al consolato Italiano di Londra, al Palazzo della Permanente e nel Palazzo Mezzanotte a Milano, al Castello Estense a Ferrara, nella Villa Subaglio a Merate, al Palazzo San Bernardino di Rossano, al Palazzo dei Cartelloni e al Museo Marino Marini a Firenze, presso i Magazzini del Sale a Siena, al MACA Museo Arte Contemporanea di Acri (CS) e presso la Casa del Mantegna a Mantova; infine ha esposto in numerose gallerie private e fiere d’arte.
Nel 2011 viene invitato alla 54°esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nella regione Calabria, nella prestigiosa cornice di Villa Genoese Zerbi di Reggio Calabria. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e sono state pubblicate in riviste di settore e arredamento. Attualmente Maurizio Cariati vive e lavora tra Sartano (CS) e Milano.
La mostra, curata da Martina Adamuccio, è stata pensata appositamente per gli spazi di via Benedetto Marcello, e presenta un’accurata selezione di dipinti su tela di juta estroflessa e un corner di opere su carta. Caratteristico dei suoi lavori è un morphing grottesco delle fisionomie, spesso dedotto da immagini fotografiche estrapolate da riviste o da internet, o realizzate dall’artista stesso: la maggior parte delle opere hanno per soggetto volti in close up, catturati e filtrati con l’uso del fisheye. I colori acrilici sono stesi direttamente su sacchi di juta con pennellate veloci e decise, che creano di volta in volta strati cromatici densi e materici, oppure lasciano intravedere la texture della fibra naturale. Di indubbio gusto contemporaneo, il suo lavoro nasce tuttavia dal confronto con artisti del passato recente: certamente Bonalumi, con i suoi lavori spesso accompagnati da inganni ottico-percettivi, ma anche Burri, per il quale la juta non rappresentava un mero supporto fisico, ma diveniva parte integrante dell’opera stessa. Si potrebbe citare anche Lucio Fontana che, con i suoi Buchi e Tagli, sembra condividere con Cariati non tanto i soggetti, ma certamente la volontà di registrare il gesto che modifica la forma originale della tela per permettere al fruitore di entrare dentro e andare oltre ciò che l’opera rappresenta. Là, dove Fontana instaurava un rapporto tra il bianco della materia e il nero del vuoto, Cariati tenta di creare un rapporto intimo, quasi carnale, tra osservatore e osservato. Da sempre legato al concetto di identità, il lavoro di Maurizio non permette di rimanere impassibili di fronte alla vita. Nel bene o nel male costringe l’osservatore ad accogliere manie, paure, ed ossessioni, registrate e messe ironicamente in mostra senza veli: le debolezze del singolo individuo si trasformano in una forza travolgente che esonda dalla tela e si abbatte sullo spettatore.
Maurizio Cariati nasce a Cosenza nel 1983. Compie gli studi presso l’istituto d’arte di Castrovillari, con specializzazione nel settore metalli. Successivamente decide di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro indirizzo Pittura. Consegue il diploma di II livello in Arte Visive, presso l’Accademia di Brera.
All’età di 22 anni, vince il Premio Celeste nella categoria studenti. Ha inizio la sua carriera artistica: con la mostra personale al Chiostrino di Sant’Eufemia a Como, alla Galleria Glauco Cavaciuti a Milano, alla Galleria GiaMaArt Studio di Vitulano (BN), alla Loft Gallery di Corigliano Calabro (CS), presso la Galleria Artespressione di Milano e all’Aratro Centro d’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi del Molise a Campobasso. Ha collaborato anche con lo stilista Maurizio Pecoraro presso il Flagship Store di Milano. Ultimamente, è stato presente alla I° edizione del Festival Animali presso il Macro Testaccio a Roma e in una mostra presso la Clen Gallery di New York. Ha esposto in mostre collettive presso Palazzo Guidobono a Tortona, al Museo d’Arte Contemporanea del Sannio a Benevento, al Palazzo Comunale E. Gagliardi di Vibo Valentia, alla Fabbrica del Vapore, al Teatro Filodrammatici, allo Spazio Oberdan di Milano, al consolato Italiano di Londra, al Palazzo della Permanente e nel Palazzo Mezzanotte a Milano, al Castello Estense a Ferrara, nella Villa Subaglio a Merate, al Palazzo San Bernardino di Rossano, al Palazzo dei Cartelloni e al Museo Marino Marini a Firenze, presso i Magazzini del Sale a Siena, al MACA Museo Arte Contemporanea di Acri (CS) e presso la Casa del Mantegna a Mantova; infine ha esposto in numerose gallerie private e fiere d’arte.
Nel 2011 viene invitato alla 54°esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nella regione Calabria, nella prestigiosa cornice di Villa Genoese Zerbi di Reggio Calabria. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e sono state pubblicate in riviste di settore e arredamento. Attualmente Maurizio Cariati vive e lavora tra Sartano (CS) e Milano.
09
marzo 2017
Maurizio Cariati – Tutti in scena
Dal 09 marzo al 09 aprile 2017
arte contemporanea
Location
MANIFIESTO BLANCO
Milano, Via Benedetto Marcello, 46, (Milano)
Milano, Via Benedetto Marcello, 46, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19
Vernissage
9 Marzo 2017, ore 18.30
Autore
Curatore