Come Escher, maestro incisore che coniugando i dettagli del reale ha prodotto effetti fantastici, costruzioni improbabili, geometrie dinamiche con l’utilizzo di artifici ottici, così Maurizio Cintioli (Roma, 1964), a lui ispirandosi, ha osservato e indagato Avoriaz, località sciistica, ascoltando solo la propria sensibilità, la propria momentanea disposizione di spirito. L’autore romano, allontanandosi per temi e contenuti dai precedenti lavori fotografici, con uno studiato intervento in post-produzione sugli scatti iniziali, ha elaborato un progetto per vagheggiare una realtà diversa, per vivere un desiderio, per alimentare una speranza; ma anche, più prosaicamente, per allontanarsi dal banale, dal quotidiano, magari solo per darsi un improbabile obiettivo, che sovente, come i sogni, aiuta a vivere; magari per crearsi un simbolo, verso cui veleggiare con la fantasia.