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Maurizio Fusillo / Delia Dellisanti – La Sindrome di Spock
Esporranno Maurizio Fusillo (1990, professore di Web Design all’accademia di belle arti di Foggia, già menzione per le arti elettroniche al Premio Nazionale delle arti 2013) e Delia Dellisanti (1994) dell’Accademia di Belle Arti di Bologna
Comunicato stampa
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LA GUERRA DEI MONDI (testo critico di Antonino Foti)
La dicotomia umanità/tecnologia e il quotidiano interagire tra questi due elementi stimola le menti più o meno intellettuali a disquisire sul pericolo che intercorre nel mettere in relazione un ossimoro e nella forzata necessità di farlo convivere, grazie all’elemento anti rigetto che è la grande e smisurata fiducia che l’uomo ripone nel mezzo tecnologico. Tuttavia, questo fervore dialettico è il sintomo di una profonda frustrazione tutta contemporanea in cui, nel pericoloso processo di umanizzazione della macchina, è insita l’impotenza nel collocarla a margine delle nostre vite, anzi, la consapevolezza che, quasi senza accorgersene, di come le si sia delegato il compito di calcolare, di riflettere o di elaborare processi mentali tesi alla creazione. Sono tanti gli esempi nella letteratura o nella cinematografia di come ci si sia posti il problema, in alcuni casi quasi al limite della profezia , se pensiamo ad Asimov o a Kubrick, questo perché sin dai primordi della tecnologia, l’utopia legata al miglioramento della vita quotidiana – che in alcuni casi c’è – ha allontanato sempre più l’individuo da quello che è il suo ruolo nel mondo e da come all’interno di esso si debba porre. È su queste dinamiche che Maurizio Fusillo e Delia Dellisanti hanno inteso descrivere e cercato di far convivere la freddezza dei contenuti computerizzati con il calore dell’intervento gestuale, “ardente” e umano. Secondo la loro visione “stereoscopica” e critica del dualismo uomo/macchina, i due interventi, pur convivendo su uno stesso piano fisico del supporto, non si conciliano certo con quelle che sono le prerogative dei due elementi e, anzi, la forzata convivenza, non fa altro che accentuarne di più il naturale abisso ideologico. Infatti, nelle loro opere, a prevaricare e ad annichilire il freddo supporto – in cui a tutti gli effetti è insito il concetto di “calcolo” – è l’intervento umano, irregolare e anarchico, che interrompe violentemente la monotonia delle cifre e dei calcoli, declinandoli a mera memoria inutile, umiliandone la loro razionalità con l’irrompere del sentimento. Tuttavia, anche l’irrazionalità del sentimento umano viene intaccata in uno scambio di fluidi concettuali, dove però salta agli occhi quale dei due elementi ne uscirà umiliato.
Le macchie sono il caos, il supporto la logica, in una guerra dei mondi in cui lo sconfitto avrà vinto, perché artefice di un cortocircuito, a prescindere dalla prospettiva da cui osservare le dinamiche intrinseche che lo rendono necessario o, al contrario, dannoso per i suoi sviluppi oggettivi. È lo Yin e Yang e, probabilmente, l’uno non potrebbe esistere senza l’altro nella nostra contemporaneità. Fusillo e Dellisanti lo dimostrano attraverso il loro linguaggio, fieramente opposto, ma bramoso di convivenza e non potrebbe essere altrimenti. È una diatriba, una fiera discussione con cui i due affrontano l’argomento, insieme, legati da un filo concettuale contrapposto, ma convivente, dove probabilmente si tollerano restando tuttavia sulle loro posizioni, dialogante però, consapevoli che il dialogo è un punto di partenza per un approdo in cui si sente la necessità di un accomodamento pacifico. È utopia, ma anche questa, depurata della sua ingenuità, serve a comprendere il punto oltre il quale non addentrarsi.
ANTONINO FOTI
Maurizio Fusillo
Maurizio Fusillo (1990) insegna Web Design all'Accademia di belle arti di Foggia.
Da sempre attivo nel campo dell'arte digitale, nel 2013 viene selezionato per partecipare al Premio Nazionale per le Arti dove si aggiudica la Menzione per le Arti Elettroniche (in giuria, tra gli altri, Vittorio Sgarbi, Fabrizio Plessi e Luigi Mainolfi) e la Menzione Speciale Social.
Nel Novembre del 2013 è stato selezionato per partecipare al festival di arti elettroniche "Insanitus" svoltosi a Kaunas, Lituania
Delia Dellisanti
Delia Dellisanti (1994) studia Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna con il Prof. Pellegrini ed il Prof. Mundula.
La sua ricerca artistica è orientata ai temi dell'informale e dell'espressionismo astratto.
E' alla sua prima esperienza espositiva.
My Soul is My OS (Concept)
La serie di opere gioca sul contrasto tra la "freddezza" dei contenuti generati dal computer contrapposta al "calore" dell'intervento umano e del gesto.
I contenuti generati dal computer e l'intervento umano non sono sullo stesso piano, il secondo prevalica e distrugge l'altro.
Il gesto si fa atto violento che copre, consuma, macchia, rovina. E' l'umanità fragile ed irrazionale che cancella la razionalità della macchina, il sentimento che invalida, brucia e annichilisce la logica.
Nelle opere si rappresenta la contrapposizione tra razionale e irrazionale, tra pensiero e sentimento, tra l'uomo e la macchina, il primo schiavo dei sentimenti e quindi privo di logica, schiavo delle passioni, la seconda incapace di provare emozioni e quindi perfettamente logica e razionale, pura matematica, ma eternamente, irrimediabilmente subordinata al primo. Uomo e macchina si integrano, si contrappongono, si fondono, in un rapporto che non potrà mai essere però senza attriti o ad armi pari, ma che genera nuove prospettive.
Alla logica consequenziale della macchina si contrappone l'espandersi casuale delle macchie, l'impeto istintivo del gesto, che distrugge l'ordine e lo annulla con l'illogicità del sentimento, delicato ma potente,
La macchia,stimolo informe,è la metafora del caos. Il nostro occhio non vi riconosce nulla di preciso, essa sfugge a qualsiasi schema logico e viene creata in maniera quasi del tutto incosciente.
I testi riportati sugli scontrini (calcoli matematici, diagrammi e frasi) sono generati automaticamente dal computer.
Thinking Machine (Concept)
Prima di dormire i pensieri si fanno flusso ed il cervello si fa uno stagno dal quale affiorano le frasi. Sono le parole che non si riescono a dire, i pensieri che la luce del giorno scaccia e fa fuggire. Il pensiero si fa flusso, incostante, ciclico. Le parole si mescolano, si fanno vaghe, si perde il filo. Si fanno film, storia, replica. La parola scritta esce dal suo mondo perpetuo e si piega al tempo, inizia a scorrere, incespica, inciampa e si ripete.
Thinking machine è quello che succede nella nostra testa.
Ne ricostruisce i processi, l'affiorare casuale, il fluire dei pensieri, il tempo. La fatica che si fa a tirare fuori le parole. Incespicare.
Thinking machine è la storia che ci raccontiamo prima di andare a letto.
Un movimento ipnotico. Frasi che spuntano a fatica. Fluire.
Thinking machine è fare i conti con sè stessi.
Sono le cose che vengono fuori quando si rimane da soli con sè stessi.
Quando il pensiero scorre libero senza poterlo controllare attivamente.
Casualmente.
Cose che vengono fuori.
Scorrelate, lente, galleggianti, affiorano.
spurgare il veleno.
Prima che ci prenda il sonno.
Mentre il sonno ci prende.
Parte del ricavato verrà devoluto alla ONLUS ISF
Informatici Senza Frontiere è un’associazione senza scopo di lucro, attiva dal 2005. La mission di ISF è di aiutare, tramite l’applicazione pratica e consapevole dell’ICT (Information and Communication Technology), i “soggetti deboli” ad essere più liberi. Nel perseguire questo scopo, in particolare, l'associazione intende: – poter rappresentare verso la società nel suo complesso un esempio positivo che: “si può fare”, e così stimolare la nascita di altre iniziative simili; – costituirsi come luogo di scambio ed emancipazione degli individui che partecipano alle attività, favorendo e promuovendo spirito di iniziativa e concreto impegno – promuovere un utilizzo sostenibile, solidale, aperto e la messa a disposizione dell’ICT.
I.S.A., I Speak Again, è un progetto di Informatici Senza Frontiere nato nella sezione Puglia nel 2011 a seguito di una richiesta di aiuto pervenuta da un malato di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) il quale, in fase terminale, impossibilitato al movimento ed alla parola, per comunicare con i propri amici e parenti, utilizzava un sistema molto avanzato e costoso, che gli permetteva di intercettare il movimento della pupilla per muovere il mouse sullo schermo per digitare parole riprodotte poi in sintesi vocale.
ISF vuole creare uno strumento simile a quello utilizzato, una tastiera virtuale, interamente progettata e realizzata dai soci di ISF, che, pur permettendo alla sua prima beta release, un’esperienza utente di rilievo, non pretende di essere uno strumento definitivo, né di funzionare alla perfezione, ma vuol porre le basi per qualcosa di più evoluto, apre una strada allo sviluppo di nuovi strumenti di assistenza.
L’intento è quello di cercare una strada semplice e immediata per restituire la parola a chi per malattia perde temporaneamente o definitivamente la possibilità di parlare e muoversi.
La dicotomia umanità/tecnologia e il quotidiano interagire tra questi due elementi stimola le menti più o meno intellettuali a disquisire sul pericolo che intercorre nel mettere in relazione un ossimoro e nella forzata necessità di farlo convivere, grazie all’elemento anti rigetto che è la grande e smisurata fiducia che l’uomo ripone nel mezzo tecnologico. Tuttavia, questo fervore dialettico è il sintomo di una profonda frustrazione tutta contemporanea in cui, nel pericoloso processo di umanizzazione della macchina, è insita l’impotenza nel collocarla a margine delle nostre vite, anzi, la consapevolezza che, quasi senza accorgersene, di come le si sia delegato il compito di calcolare, di riflettere o di elaborare processi mentali tesi alla creazione. Sono tanti gli esempi nella letteratura o nella cinematografia di come ci si sia posti il problema, in alcuni casi quasi al limite della profezia , se pensiamo ad Asimov o a Kubrick, questo perché sin dai primordi della tecnologia, l’utopia legata al miglioramento della vita quotidiana – che in alcuni casi c’è – ha allontanato sempre più l’individuo da quello che è il suo ruolo nel mondo e da come all’interno di esso si debba porre. È su queste dinamiche che Maurizio Fusillo e Delia Dellisanti hanno inteso descrivere e cercato di far convivere la freddezza dei contenuti computerizzati con il calore dell’intervento gestuale, “ardente” e umano. Secondo la loro visione “stereoscopica” e critica del dualismo uomo/macchina, i due interventi, pur convivendo su uno stesso piano fisico del supporto, non si conciliano certo con quelle che sono le prerogative dei due elementi e, anzi, la forzata convivenza, non fa altro che accentuarne di più il naturale abisso ideologico. Infatti, nelle loro opere, a prevaricare e ad annichilire il freddo supporto – in cui a tutti gli effetti è insito il concetto di “calcolo” – è l’intervento umano, irregolare e anarchico, che interrompe violentemente la monotonia delle cifre e dei calcoli, declinandoli a mera memoria inutile, umiliandone la loro razionalità con l’irrompere del sentimento. Tuttavia, anche l’irrazionalità del sentimento umano viene intaccata in uno scambio di fluidi concettuali, dove però salta agli occhi quale dei due elementi ne uscirà umiliato.
Le macchie sono il caos, il supporto la logica, in una guerra dei mondi in cui lo sconfitto avrà vinto, perché artefice di un cortocircuito, a prescindere dalla prospettiva da cui osservare le dinamiche intrinseche che lo rendono necessario o, al contrario, dannoso per i suoi sviluppi oggettivi. È lo Yin e Yang e, probabilmente, l’uno non potrebbe esistere senza l’altro nella nostra contemporaneità. Fusillo e Dellisanti lo dimostrano attraverso il loro linguaggio, fieramente opposto, ma bramoso di convivenza e non potrebbe essere altrimenti. È una diatriba, una fiera discussione con cui i due affrontano l’argomento, insieme, legati da un filo concettuale contrapposto, ma convivente, dove probabilmente si tollerano restando tuttavia sulle loro posizioni, dialogante però, consapevoli che il dialogo è un punto di partenza per un approdo in cui si sente la necessità di un accomodamento pacifico. È utopia, ma anche questa, depurata della sua ingenuità, serve a comprendere il punto oltre il quale non addentrarsi.
ANTONINO FOTI
Maurizio Fusillo
Maurizio Fusillo (1990) insegna Web Design all'Accademia di belle arti di Foggia.
Da sempre attivo nel campo dell'arte digitale, nel 2013 viene selezionato per partecipare al Premio Nazionale per le Arti dove si aggiudica la Menzione per le Arti Elettroniche (in giuria, tra gli altri, Vittorio Sgarbi, Fabrizio Plessi e Luigi Mainolfi) e la Menzione Speciale Social.
Nel Novembre del 2013 è stato selezionato per partecipare al festival di arti elettroniche "Insanitus" svoltosi a Kaunas, Lituania
Delia Dellisanti
Delia Dellisanti (1994) studia Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna con il Prof. Pellegrini ed il Prof. Mundula.
La sua ricerca artistica è orientata ai temi dell'informale e dell'espressionismo astratto.
E' alla sua prima esperienza espositiva.
My Soul is My OS (Concept)
La serie di opere gioca sul contrasto tra la "freddezza" dei contenuti generati dal computer contrapposta al "calore" dell'intervento umano e del gesto.
I contenuti generati dal computer e l'intervento umano non sono sullo stesso piano, il secondo prevalica e distrugge l'altro.
Il gesto si fa atto violento che copre, consuma, macchia, rovina. E' l'umanità fragile ed irrazionale che cancella la razionalità della macchina, il sentimento che invalida, brucia e annichilisce la logica.
Nelle opere si rappresenta la contrapposizione tra razionale e irrazionale, tra pensiero e sentimento, tra l'uomo e la macchina, il primo schiavo dei sentimenti e quindi privo di logica, schiavo delle passioni, la seconda incapace di provare emozioni e quindi perfettamente logica e razionale, pura matematica, ma eternamente, irrimediabilmente subordinata al primo. Uomo e macchina si integrano, si contrappongono, si fondono, in un rapporto che non potrà mai essere però senza attriti o ad armi pari, ma che genera nuove prospettive.
Alla logica consequenziale della macchina si contrappone l'espandersi casuale delle macchie, l'impeto istintivo del gesto, che distrugge l'ordine e lo annulla con l'illogicità del sentimento, delicato ma potente,
La macchia,stimolo informe,è la metafora del caos. Il nostro occhio non vi riconosce nulla di preciso, essa sfugge a qualsiasi schema logico e viene creata in maniera quasi del tutto incosciente.
I testi riportati sugli scontrini (calcoli matematici, diagrammi e frasi) sono generati automaticamente dal computer.
Thinking Machine (Concept)
Prima di dormire i pensieri si fanno flusso ed il cervello si fa uno stagno dal quale affiorano le frasi. Sono le parole che non si riescono a dire, i pensieri che la luce del giorno scaccia e fa fuggire. Il pensiero si fa flusso, incostante, ciclico. Le parole si mescolano, si fanno vaghe, si perde il filo. Si fanno film, storia, replica. La parola scritta esce dal suo mondo perpetuo e si piega al tempo, inizia a scorrere, incespica, inciampa e si ripete.
Thinking machine è quello che succede nella nostra testa.
Ne ricostruisce i processi, l'affiorare casuale, il fluire dei pensieri, il tempo. La fatica che si fa a tirare fuori le parole. Incespicare.
Thinking machine è la storia che ci raccontiamo prima di andare a letto.
Un movimento ipnotico. Frasi che spuntano a fatica. Fluire.
Thinking machine è fare i conti con sè stessi.
Sono le cose che vengono fuori quando si rimane da soli con sè stessi.
Quando il pensiero scorre libero senza poterlo controllare attivamente.
Casualmente.
Cose che vengono fuori.
Scorrelate, lente, galleggianti, affiorano.
spurgare il veleno.
Prima che ci prenda il sonno.
Mentre il sonno ci prende.
Parte del ricavato verrà devoluto alla ONLUS ISF
Informatici Senza Frontiere è un’associazione senza scopo di lucro, attiva dal 2005. La mission di ISF è di aiutare, tramite l’applicazione pratica e consapevole dell’ICT (Information and Communication Technology), i “soggetti deboli” ad essere più liberi. Nel perseguire questo scopo, in particolare, l'associazione intende: – poter rappresentare verso la società nel suo complesso un esempio positivo che: “si può fare”, e così stimolare la nascita di altre iniziative simili; – costituirsi come luogo di scambio ed emancipazione degli individui che partecipano alle attività, favorendo e promuovendo spirito di iniziativa e concreto impegno – promuovere un utilizzo sostenibile, solidale, aperto e la messa a disposizione dell’ICT.
I.S.A., I Speak Again, è un progetto di Informatici Senza Frontiere nato nella sezione Puglia nel 2011 a seguito di una richiesta di aiuto pervenuta da un malato di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) il quale, in fase terminale, impossibilitato al movimento ed alla parola, per comunicare con i propri amici e parenti, utilizzava un sistema molto avanzato e costoso, che gli permetteva di intercettare il movimento della pupilla per muovere il mouse sullo schermo per digitare parole riprodotte poi in sintesi vocale.
ISF vuole creare uno strumento simile a quello utilizzato, una tastiera virtuale, interamente progettata e realizzata dai soci di ISF, che, pur permettendo alla sua prima beta release, un’esperienza utente di rilievo, non pretende di essere uno strumento definitivo, né di funzionare alla perfezione, ma vuol porre le basi per qualcosa di più evoluto, apre una strada allo sviluppo di nuovi strumenti di assistenza.
L’intento è quello di cercare una strada semplice e immediata per restituire la parola a chi per malattia perde temporaneamente o definitivamente la possibilità di parlare e muoversi.
16
aprile 2014
Maurizio Fusillo / Delia Dellisanti – La Sindrome di Spock
Dal 16 al 30 aprile 2014
arte contemporanea
Location
CAFFE’ TRA LE RIGHE
San Severo, Via De Cesare, 13, (Foggia)
San Severo, Via De Cesare, 13, (Foggia)
Sito web
www.mauriziofusillo.it
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