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Maurizio Gracceva – Cuori Selvaggi
Contemperando l’immediatezza dell’istintualità con la cura dell’elaborazione pittorica, l’artista dipinge grovigli segnici e avvolgimenti di linee, come fossero appunti per un’esecuzione musicale, operando sul piano del quadro un gesto d’effrazione della superficie atto a liberare le energie…
Comunicato stampa
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Cuori selvaggi
di Bruna Condoleo
Volevo disegnare la coscienza di esistere e il flusso del tempo, come quando uno ascolta il polso, così commentava il proprio lavoro lo scrittore e pittore Henry Michaux in un’intervista del 1961 su Art News, esprimendo un desiderio arduo e complesso che, a mio avviso, si addice al senso dell’arte di Maurizio Gracceva. Contemperando l’immediatezza dell’istintualità con la cura dell’elaborazione pittorica, Gracceva dipinge grovigli segnici e avvolgimenti di linee, come fossero appunti per un’esecuzione musicale, operando sul piano del quadro un gesto d’effrazione della superficie atto a liberare le energie psichiche ed emotive.
Un nomadismo culturale che assomma gusto dell’astrazione, capacità espressionistica del colore e controllata gestualità, costitusce la cifra stilistica del Pittore. Dai recenti lavori traspaiono i panorami della propria interiorità: sentimento del fluire del tempo, estasi musicali, memorie letterarie e citazioni poetiche, malinconie esistenziali e iconografie desunte dal suo vissuto, come i cuori selvaggi che popolano molte opere. L’autonomia intrinseca della materia pittorica tende all’indipendenza formale roteando su se stessa, creando vortici, stratificazioni, ritorni. Cerchi ed ellissi, figure archetipiche ripetute quasi ossessivamente, dinamiche rotatorie e fitti reticoli lineari conservano nella loro natura primaria un significato arcaico e simbolico. I ritmi sferoidali rimandano spesso ad una materia organica, come i grandi cervelli di suggestione baconiana, oppure sono simili a divagazioni oniriche che evocano insetti giganteschi, kafkiane presenze psichiche, frutto di mutazioni genetiche. La seduzione esercitata dal mondo vegetale sulla creatività di Gracceva è evidente nelle trasformazioni morfologiche dei suoi dipinti; le forme, dispiegandosi alla stregua di ramificazioni arboree, esplodono in un’intricata circolazione gestuale da cui trapela un’inquietudine di fondo, manifesta nei turbolenti contorni lineari e in una tavolozza audace, incentrata sui toni dei viola, dei blu, dei rossi. Nell’estetica dell’autore di “Cuori selvaggi” il valore delle forme concentriche e del dinamismo di macchie colorate assume una prioritaria funzione espressiva; l’interazione di segno, colore e spazialità accentua la sensazione di un’arte dilatata, in grado di generare nel fruitore un forte potere di captazione.
di Bruna Condoleo
Volevo disegnare la coscienza di esistere e il flusso del tempo, come quando uno ascolta il polso, così commentava il proprio lavoro lo scrittore e pittore Henry Michaux in un’intervista del 1961 su Art News, esprimendo un desiderio arduo e complesso che, a mio avviso, si addice al senso dell’arte di Maurizio Gracceva. Contemperando l’immediatezza dell’istintualità con la cura dell’elaborazione pittorica, Gracceva dipinge grovigli segnici e avvolgimenti di linee, come fossero appunti per un’esecuzione musicale, operando sul piano del quadro un gesto d’effrazione della superficie atto a liberare le energie psichiche ed emotive.
Un nomadismo culturale che assomma gusto dell’astrazione, capacità espressionistica del colore e controllata gestualità, costitusce la cifra stilistica del Pittore. Dai recenti lavori traspaiono i panorami della propria interiorità: sentimento del fluire del tempo, estasi musicali, memorie letterarie e citazioni poetiche, malinconie esistenziali e iconografie desunte dal suo vissuto, come i cuori selvaggi che popolano molte opere. L’autonomia intrinseca della materia pittorica tende all’indipendenza formale roteando su se stessa, creando vortici, stratificazioni, ritorni. Cerchi ed ellissi, figure archetipiche ripetute quasi ossessivamente, dinamiche rotatorie e fitti reticoli lineari conservano nella loro natura primaria un significato arcaico e simbolico. I ritmi sferoidali rimandano spesso ad una materia organica, come i grandi cervelli di suggestione baconiana, oppure sono simili a divagazioni oniriche che evocano insetti giganteschi, kafkiane presenze psichiche, frutto di mutazioni genetiche. La seduzione esercitata dal mondo vegetale sulla creatività di Gracceva è evidente nelle trasformazioni morfologiche dei suoi dipinti; le forme, dispiegandosi alla stregua di ramificazioni arboree, esplodono in un’intricata circolazione gestuale da cui trapela un’inquietudine di fondo, manifesta nei turbolenti contorni lineari e in una tavolozza audace, incentrata sui toni dei viola, dei blu, dei rossi. Nell’estetica dell’autore di “Cuori selvaggi” il valore delle forme concentriche e del dinamismo di macchie colorate assume una prioritaria funzione espressiva; l’interazione di segno, colore e spazialità accentua la sensazione di un’arte dilatata, in grado di generare nel fruitore un forte potere di captazione.
22
settembre 2011
Maurizio Gracceva – Cuori Selvaggi
Dal 22 settembre al primo ottobre 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA LE OPERE
Roma, Via Di Monte Giordano, 27, (Roma)
Roma, Via Di Monte Giordano, 27, (Roma)
Orario di apertura
Dal Mercoledì al sabato 16.30 - 20.30
Vernissage
22 Settembre 2011, ore 18.30
Autore
Curatore