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Maurizio Nannucci
La mostra presenta due grandi “neon writings”, appositamente realizzati per questo appuntamento, che appartengono a un work in progress, in cui l’artista indaga il rapporto fra arte, cultura e società.
Comunicato stampa
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Dal 7 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014, Giacomo Guidi Arte Contemporanea di Roma, in Palazzo Sforza Cesarini, ospita la prima personale romana di Maurizio Nannucci (Firenze, 1939), sperimentatore fra i più sensibili e rigorosi dell’arte degli ultimi decenni, che vanta numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia, a Documenta Kassel, oltre alle biennali di San Paolo, Sidney, Istanbul, Valencia.
La mostra presenta due grandi “neon writings”, appositamente realizzati per questo appuntamento, che appartengono a un work in progress, in cui l’artista indaga il rapporto fra arte, cultura e società. La doppia installazione luminosa – “ART IS NOT INTENDED TO BE TRANSPARENT IN MEANING…” e “EVERY PLACE HOLDS THE POSSIBILITY OF A NEW GEOGRAPHY…” – s’inserisce nelle due sale di Giacomo Guidi Arte Contemporanea come un’opera d’arte ambientale che instaura un dialogo con lo spazio che l’accoglie, modificando il suo significato e la sua fruizione.
Gli elementi primari del lavoro di Nannucci, come il colore, la luce e la parola vengono usati, anche in questo intervento, in funzione di un’estetica che supera i modelli e concetti del passato e aprono a una prospettiva verso il futuro. La componente spaziale e la forza espressiva della sua ricerca, basata sulla riflessione su temi quali la luce, il tempo, lo spazio, la parola, lo ha portato a collaborare con i più importanti architetti della nostra epoca, quali Renzo Piano (“Polifonia” per l’Auditorium di Roma, 2002), Stephan Braunfels (“Blauer Ring” per la Biblioteca del Parlamento Tedesco di Berlino, 2003), Massimiliano Fuksas, Nicholas Grimshaw, Mario Botta, Thomas Müller.
Maurizio Nannucci (Firenze, 1939), sin dalla metà degli anni Sessanta, è tra i protagonisti delle sperimentazioni artistiche internazionali nell’ambito della poesia concreta, fluxus e concettuale, elaborando un suo proprio personale linguaggio legato alle strutture verbali e multimediali.
È dal 1967 (“Alfabetofonetico”) che Nannucci elabora una vasta antologia di testi in neon che creano un repertorio linguistico in cui una dimensione più varia di significati e una nuova percezione dello spazio instaurano un forte legame ambientale sia con l’architettura sia con il paesaggio urbano.
Sempre dalla metà degli anni Sessanta, Nannucci esplora le complesse relazioni tra arte, linguaggio e immagine, una riflessione che lo ha portato a creare inedite proposte concettuali, caratterizzate dall’utilizzo di media diversi: neon, fotografia, video, suono, edizioni e libri d’artista. Nannucci ha definito il suo operare più un processo di conoscenza che di ricerca estetica e formale. Di conseguenza il suo lavoro è caratterizzato da un continuo movimento di contenuti, ma anche personale; cosi l’artista diviene un viaggiatore che raggiunge e attraversa metropoli, periferie, zone remote e connota la realtà urbana in ogni parte del mondo, per scoprire e creare una geografia immaginaria e per rendere ragione e restituire attraverso i sensi ciò che rimane intraducibile.
Tra le sue installazioni pubbliche si ricordano: “Art”, 1988, Carpenter Center della Harvard University di Cambridge; “You can imagine the opposite”, 1991, Lenbachhaus, München; “Let’s talk about art, maybe”, 1993, Bank Building, Edinburgo; “Transit, a light journey”, 2000, Biennale di Architettura, Venezia; “All art has been contemporary”, 2000, Casino Luxembourg; “What to see what not to see”, 2003, Biennale di Valencia; “Changing place”, 2004, Fondazione Peggy Guggenheim, Venezia; “Index”, 2005, Enssib, Università di Lione; Museum Der Moderne, Salzburg, 2008; Hubbrücke, Magdeburg, 2008; Galleria degli Uffizi, Firenze, 2010; Museum of Fine Arts, Boston, 2011; Stazione Leopolda, Firenze, 2013.
Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia e di Documenta Kassel, oltre alle Biennali di San Paolo, Sydney, Istanbul, Valencia. Ha tenuto numerose mostre personali in musei, tra i quali: Lenbachhaus, München, 1991; Villa Arson a Nizza, 1992; Villa delle Rose, Bologna, 1992; Kunstmuseum, Aarhus, 2004; Wiener Secession, Vienna, 1995; European Patent Office, Monaco, 1999; Sprengel Museum, Hannover, 2002; Mamco, Ginevra, 2003; Museum Der Moderne, Salzburg, 2008; Villa Medicea La Magia di Quarrata, Pistoia, 2009; Musée d’art moderne, Saint Etienne, 2012.
In contemporanea, dal 24 novembre 2013 al 11 gennaio 2014, si tiene la mostra di Maurizio Nannucci “WORDS WITHOUT SILENCE / SILENCE WITHOUT WORDS” presso la Galerie Nikolaus Ruzicska di Salzburg.
La mostra presenta due grandi “neon writings”, appositamente realizzati per questo appuntamento, che appartengono a un work in progress, in cui l’artista indaga il rapporto fra arte, cultura e società. La doppia installazione luminosa – “ART IS NOT INTENDED TO BE TRANSPARENT IN MEANING…” e “EVERY PLACE HOLDS THE POSSIBILITY OF A NEW GEOGRAPHY…” – s’inserisce nelle due sale di Giacomo Guidi Arte Contemporanea come un’opera d’arte ambientale che instaura un dialogo con lo spazio che l’accoglie, modificando il suo significato e la sua fruizione.
Gli elementi primari del lavoro di Nannucci, come il colore, la luce e la parola vengono usati, anche in questo intervento, in funzione di un’estetica che supera i modelli e concetti del passato e aprono a una prospettiva verso il futuro. La componente spaziale e la forza espressiva della sua ricerca, basata sulla riflessione su temi quali la luce, il tempo, lo spazio, la parola, lo ha portato a collaborare con i più importanti architetti della nostra epoca, quali Renzo Piano (“Polifonia” per l’Auditorium di Roma, 2002), Stephan Braunfels (“Blauer Ring” per la Biblioteca del Parlamento Tedesco di Berlino, 2003), Massimiliano Fuksas, Nicholas Grimshaw, Mario Botta, Thomas Müller.
Maurizio Nannucci (Firenze, 1939), sin dalla metà degli anni Sessanta, è tra i protagonisti delle sperimentazioni artistiche internazionali nell’ambito della poesia concreta, fluxus e concettuale, elaborando un suo proprio personale linguaggio legato alle strutture verbali e multimediali.
È dal 1967 (“Alfabetofonetico”) che Nannucci elabora una vasta antologia di testi in neon che creano un repertorio linguistico in cui una dimensione più varia di significati e una nuova percezione dello spazio instaurano un forte legame ambientale sia con l’architettura sia con il paesaggio urbano.
Sempre dalla metà degli anni Sessanta, Nannucci esplora le complesse relazioni tra arte, linguaggio e immagine, una riflessione che lo ha portato a creare inedite proposte concettuali, caratterizzate dall’utilizzo di media diversi: neon, fotografia, video, suono, edizioni e libri d’artista. Nannucci ha definito il suo operare più un processo di conoscenza che di ricerca estetica e formale. Di conseguenza il suo lavoro è caratterizzato da un continuo movimento di contenuti, ma anche personale; cosi l’artista diviene un viaggiatore che raggiunge e attraversa metropoli, periferie, zone remote e connota la realtà urbana in ogni parte del mondo, per scoprire e creare una geografia immaginaria e per rendere ragione e restituire attraverso i sensi ciò che rimane intraducibile.
Tra le sue installazioni pubbliche si ricordano: “Art”, 1988, Carpenter Center della Harvard University di Cambridge; “You can imagine the opposite”, 1991, Lenbachhaus, München; “Let’s talk about art, maybe”, 1993, Bank Building, Edinburgo; “Transit, a light journey”, 2000, Biennale di Architettura, Venezia; “All art has been contemporary”, 2000, Casino Luxembourg; “What to see what not to see”, 2003, Biennale di Valencia; “Changing place”, 2004, Fondazione Peggy Guggenheim, Venezia; “Index”, 2005, Enssib, Università di Lione; Museum Der Moderne, Salzburg, 2008; Hubbrücke, Magdeburg, 2008; Galleria degli Uffizi, Firenze, 2010; Museum of Fine Arts, Boston, 2011; Stazione Leopolda, Firenze, 2013.
Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia e di Documenta Kassel, oltre alle Biennali di San Paolo, Sydney, Istanbul, Valencia. Ha tenuto numerose mostre personali in musei, tra i quali: Lenbachhaus, München, 1991; Villa Arson a Nizza, 1992; Villa delle Rose, Bologna, 1992; Kunstmuseum, Aarhus, 2004; Wiener Secession, Vienna, 1995; European Patent Office, Monaco, 1999; Sprengel Museum, Hannover, 2002; Mamco, Ginevra, 2003; Museum Der Moderne, Salzburg, 2008; Villa Medicea La Magia di Quarrata, Pistoia, 2009; Musée d’art moderne, Saint Etienne, 2012.
In contemporanea, dal 24 novembre 2013 al 11 gennaio 2014, si tiene la mostra di Maurizio Nannucci “WORDS WITHOUT SILENCE / SILENCE WITHOUT WORDS” presso la Galerie Nikolaus Ruzicska di Salzburg.
07
dicembre 2013
Maurizio Nannucci
Dal 07 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
GIACOMO GUIDI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Corso Vittorio Emanuele Ii, 282/284, (Roma)
Roma, Corso Vittorio Emanuele Ii, 282/284, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato, dalle 11.00 alle 13.30; dalle 14.30 alle 19.30.
Vernissage
7 Dicembre 2013, ore 18.00
Autore