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Maurizio Rinaudo
La mostra sarà formata da una corposa quantità di dipinti, sculture e disegni grafici; tutte opere scelte e riguardanti le ultime evoluzioni artistiche dell’autore M. Rinaudo. In occasione e durante l’inaugurazione della mostra verrà effettuata dal Prof. Barberis (curatore del testo) la pubblicazione del libro, catalogo biografico delle opere, intitolato “Il Visionarismo Istintivo” di Maurizio Rinaudo” che sarà a disposizione del pubblico interessato.
Comunicato stampa
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Presentazione di Giorgio Barberis
Maurizio Rinaudo è, senz'altro, un artista controcorrente; lo è perché solleva la spinosissima questione del "realismo". Il realismo era stato distrutto dalle avanguardie storiche e, successivamente, dalle neoavanguardie. Tutta l'arte contemporanea è arte dell'ermetico e dell'inusitato; questo è accaduto perché l'arte ha rifiutato, per se stessa, una funzione materna ed assertiva, una funzione tendente a ribadire, nel fruitore, il già noto, l'abitudine a prendere abitudini. Rinaudo, fervido creatore di dipinti, sculture e disegni nonché lungimirante assertore di una esplicazione dalla cifra leggibile, teme che però, abbandonato il realismo, ci si allontani anche dalla grande questione filosofica che al realismo è legata. E' dunque da un punto di vista contemporaneo-realista (oltre che pittorico) che dobbiamo guardare al lavoro del nostro. Osserviamo i quadri su Torino (grande protagonista di questa rassegna) , Venezia, New York, Parigi. La sezione dedicata al paesaggio puro o quella dedicata alla natura morta. L'ipotesi guida è quella della riconoscibilità; siamo così riportati al dato, ad un "factum" liberato dalle suggestioni magate dell'enigma. L'infinito ed il trascendente escono del tutto sconfitti dalla pittura di Rinaudo. "Finitismo" e "fenomenismo" sono i protagonisti indiscussi della ricerca dell'artista nato nel cuneese ed operativo ad Osasco. L'arte, per lui, non è alla ricerca del noumeno che si staglia dietro le cose; le cose sono le cose, come dice Pessoa. I fenomeni rimandano ai fenomeni e questi esauriscono l'intero arco vitale dell'essere e del reale. Detto questo l’artista sottolinea potentemente un altro aspetto del realismo; accanto al naufragio del trascendente si staglia, conseguentemente, lo scacco di ogni forma di "nobilitazione". La pittura non guarda verso l'alto (qualsiasi esso sia), ma insegue il fenomeno sin dentro le strutture più infime della "deiezione". Di qui la serie dei "Mini" che celebra a piene mani i gradi più bassi dell'essere con voluta attenzione. Il nostro non intraprende le strade di certa arte dell’ultima ora; non opera il passaggio dal quadro all'oggetto. E' sempre alla pittura, al fare, al creare, che rimane demandato il compito di trattare del fenomeno; ciò accade perché Maurizio Rinaudo vuole costringere la pittura, una volta dedita alle cose nobili e nobilissime, ad occuparsi di ciò che non viene invaso dalla luce trasfiguratrice dell'eidos. E' dunque Platone l'oggetto della polemica insita nel suo operare; non si creda che si tratti di una posizione anacronistica. Il platonismo risorge continuamente dalle sue ceneri e pertanto si rende necessario al fenomenismo di affilare le armi in una lotta che durerà sicuramente finché il sole scalderà il pianeta Terra e accompagnerà le azioni degli uomini. E, del resto, in oltre trent’anni di ricerca ed azione pittorica, Rinaudo è giunto a tenere personali a Villa Gualino , alla Sala Civica del Comune di Vicolungo (sotto l’egida della Regione Piemonte), al Forum Investissement - Palais Des Congrès di Parigi ed è entrato nella “scuderia” di una notissima casa d’aste come la Meeting Art di Vercelli. Tutto questo contornato da una pregevole pubblicazione ricca di preziosi interventi critici che racconta l’incipit ed il divenire di un artista che la rassegna in atto esplica pienamente rendendo il giusto merito ad un artista che non è diventato tale per prassi, ma per un afflato personale che, da sempre, lo sprona e lo incita a dare il meglio di sé a chi vuole il meglio per sé.
Giorgio Barberis
Maurizio Rinaudo è, senz'altro, un artista controcorrente; lo è perché solleva la spinosissima questione del "realismo". Il realismo era stato distrutto dalle avanguardie storiche e, successivamente, dalle neoavanguardie. Tutta l'arte contemporanea è arte dell'ermetico e dell'inusitato; questo è accaduto perché l'arte ha rifiutato, per se stessa, una funzione materna ed assertiva, una funzione tendente a ribadire, nel fruitore, il già noto, l'abitudine a prendere abitudini. Rinaudo, fervido creatore di dipinti, sculture e disegni nonché lungimirante assertore di una esplicazione dalla cifra leggibile, teme che però, abbandonato il realismo, ci si allontani anche dalla grande questione filosofica che al realismo è legata. E' dunque da un punto di vista contemporaneo-realista (oltre che pittorico) che dobbiamo guardare al lavoro del nostro. Osserviamo i quadri su Torino (grande protagonista di questa rassegna) , Venezia, New York, Parigi. La sezione dedicata al paesaggio puro o quella dedicata alla natura morta. L'ipotesi guida è quella della riconoscibilità; siamo così riportati al dato, ad un "factum" liberato dalle suggestioni magate dell'enigma. L'infinito ed il trascendente escono del tutto sconfitti dalla pittura di Rinaudo. "Finitismo" e "fenomenismo" sono i protagonisti indiscussi della ricerca dell'artista nato nel cuneese ed operativo ad Osasco. L'arte, per lui, non è alla ricerca del noumeno che si staglia dietro le cose; le cose sono le cose, come dice Pessoa. I fenomeni rimandano ai fenomeni e questi esauriscono l'intero arco vitale dell'essere e del reale. Detto questo l’artista sottolinea potentemente un altro aspetto del realismo; accanto al naufragio del trascendente si staglia, conseguentemente, lo scacco di ogni forma di "nobilitazione". La pittura non guarda verso l'alto (qualsiasi esso sia), ma insegue il fenomeno sin dentro le strutture più infime della "deiezione". Di qui la serie dei "Mini" che celebra a piene mani i gradi più bassi dell'essere con voluta attenzione. Il nostro non intraprende le strade di certa arte dell’ultima ora; non opera il passaggio dal quadro all'oggetto. E' sempre alla pittura, al fare, al creare, che rimane demandato il compito di trattare del fenomeno; ciò accade perché Maurizio Rinaudo vuole costringere la pittura, una volta dedita alle cose nobili e nobilissime, ad occuparsi di ciò che non viene invaso dalla luce trasfiguratrice dell'eidos. E' dunque Platone l'oggetto della polemica insita nel suo operare; non si creda che si tratti di una posizione anacronistica. Il platonismo risorge continuamente dalle sue ceneri e pertanto si rende necessario al fenomenismo di affilare le armi in una lotta che durerà sicuramente finché il sole scalderà il pianeta Terra e accompagnerà le azioni degli uomini. E, del resto, in oltre trent’anni di ricerca ed azione pittorica, Rinaudo è giunto a tenere personali a Villa Gualino , alla Sala Civica del Comune di Vicolungo (sotto l’egida della Regione Piemonte), al Forum Investissement - Palais Des Congrès di Parigi ed è entrato nella “scuderia” di una notissima casa d’aste come la Meeting Art di Vercelli. Tutto questo contornato da una pregevole pubblicazione ricca di preziosi interventi critici che racconta l’incipit ed il divenire di un artista che la rassegna in atto esplica pienamente rendendo il giusto merito ad un artista che non è diventato tale per prassi, ma per un afflato personale che, da sempre, lo sprona e lo incita a dare il meglio di sé a chi vuole il meglio per sé.
Giorgio Barberis
14
novembre 2009
Maurizio Rinaudo
Dal 14 al 28 novembre 2009
arte contemporanea
Location
LIBRERIA MILLEVOLTI
Torino, Corso Francia, 101, (Torino)
Torino, Corso Francia, 101, (Torino)
Orario di apertura
ore 9.30-13 / 16-19.30
Vernissage
14 Novembre 2009, alle ore 17, è presentata dal Prof. Giorgio Barberis, Storico Dell'Arte.
Curatore