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Maurizio Sapia – Feeling of Gravity
mostra personale
Comunicato stampa
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MASSIVE
I lavori della mia ultima serie Massive, sono degli “agglomerati fotografici”.
Questa è la definizione migliore che ho trovato per descrivere questi lavori. Ormai, certo non posso
più chiamarle fotografie anche se l' “utensile” che uso resta pur sempre la macchina fotografica.
Essi hanno perso le caratteristiche intrinseche della fotografia stessa. Innanzi tutto il soggetto
principale non è presente al momento dello scatto, cosa che distingue la fotografia da altre forme di
creatività, (se voglio fotografare la tastiera con cui sto scrivendo essa deve essere presente al
momento dello scatto, se invece la voglio disegnare, dipingere, descrivere a parole può anche essere
da un'altra parte) poi applico il processo di scelta e composizione a posteriori, dopo lo scatto, altra
cosa impossibile in fotografia dove si decide tutto, a volte con largo anticipo, a volte pochi istanti,
ma sempre prima del momento fondamentale della chiusura dell'otturatore. Il mio processo creativo
invece prevede la composizione di autoritratti fotografici in forme più o meno astratte seguendo una
logica dettata dall'esperienza e quindi dalla memoria, in un altro corto circuito concettuale: le mie
composizioni sono frutto di ricordi, mentre la fotografia è invece essa stessa il medium da sempre
deputato a rappresentare l'istante passato.
I soggetti secondari, cioè i singoli autoritratti che compongono l'opera, mantengono invece le
caratteristiche della fotografia visto che ognuno è la rappresentazione di quell'istante in cui ogni
scatto è stato fatto. Essi raccontano attraverso l'espressione ed il movimento una precisa sensazione
che è unica ed intrinseca di quello specifico momento, ma confondendosi nella massa, perdono
importanza a favore di una rappresentazione collettiva che è diversa da quella individuale. Il fatto
che non mi si veda mai direttamente in viso dovrebbe portare lo spettatore ad auto identificarsi e a
sentirsi parte, nel bene e nel male, di una condivisione collettiva di tanti singoli modi di pensare.
I lavori della mia ultima serie Massive, sono degli “agglomerati fotografici”.
Questa è la definizione migliore che ho trovato per descrivere questi lavori. Ormai, certo non posso
più chiamarle fotografie anche se l' “utensile” che uso resta pur sempre la macchina fotografica.
Essi hanno perso le caratteristiche intrinseche della fotografia stessa. Innanzi tutto il soggetto
principale non è presente al momento dello scatto, cosa che distingue la fotografia da altre forme di
creatività, (se voglio fotografare la tastiera con cui sto scrivendo essa deve essere presente al
momento dello scatto, se invece la voglio disegnare, dipingere, descrivere a parole può anche essere
da un'altra parte) poi applico il processo di scelta e composizione a posteriori, dopo lo scatto, altra
cosa impossibile in fotografia dove si decide tutto, a volte con largo anticipo, a volte pochi istanti,
ma sempre prima del momento fondamentale della chiusura dell'otturatore. Il mio processo creativo
invece prevede la composizione di autoritratti fotografici in forme più o meno astratte seguendo una
logica dettata dall'esperienza e quindi dalla memoria, in un altro corto circuito concettuale: le mie
composizioni sono frutto di ricordi, mentre la fotografia è invece essa stessa il medium da sempre
deputato a rappresentare l'istante passato.
I soggetti secondari, cioè i singoli autoritratti che compongono l'opera, mantengono invece le
caratteristiche della fotografia visto che ognuno è la rappresentazione di quell'istante in cui ogni
scatto è stato fatto. Essi raccontano attraverso l'espressione ed il movimento una precisa sensazione
che è unica ed intrinseca di quello specifico momento, ma confondendosi nella massa, perdono
importanza a favore di una rappresentazione collettiva che è diversa da quella individuale. Il fatto
che non mi si veda mai direttamente in viso dovrebbe portare lo spettatore ad auto identificarsi e a
sentirsi parte, nel bene e nel male, di una condivisione collettiva di tanti singoli modi di pensare.
08
settembre 2017
Maurizio Sapia – Feeling of Gravity
Dall'otto settembre al 20 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
DIE MAUER
Prato, Via Agnolo Firenzuola, 33/35/37, (Prato)
Prato, Via Agnolo Firenzuola, 33/35/37, (Prato)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19:30
Vernissage
8 Settembre 2017, h 18:30
Autore
Curatore