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Maurizio Semplice – L’attenzione distratta
Proveniente dalla narrativa, dalla fotografia e dalla fumettistica, Semplice, da qualche tempo ha iniziato a dedicarsi alla produzione di oggetti dal significato “straniante”. Con un balzo semiotico, molto simile a quello del suo humour letterario, egli ottiene uno stravolgimento di senso e di significato, che sposta, letteralmente, l’attenzione
Comunicato stampa
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Si inaugura il 12 gennaio 2008, alle ore 19 negli spazi espositivi della Porta Blu Gallery in via Arco degli Acetari n 40 (prima traversa a sinistra di via del Pellegrino), la mostra L’attenzione distratta, di Maurizio Semplice.
Per la ripresa dell’attività della Galleria, nell’anno 2008, abbiamo pensato come primo evento, di esporre i lavori dell’artista eclettico Maurizio Semplice. Proveniente dalla narrativa, dalla fotografia e dalla fumettistica, Semplice, da qualche tempo ha iniziato a dedicarsi alla produzione di oggetti dal significato “straniante”. Con un balzo semiotico, molto simile a quello del suo humour letterario, egli ottiene uno stravolgimento di senso e di significato, che sposta, letteralmente, l’attenzione; niente nelle sue operazioni è quello che sembra, gli oggetti stravolgono il proprio ruolo e negano la propria utilità, incanalandosi in tutt’altro discorso. L’attenzione distratta, ovvero, è quella che noi doniamo nel sovra-pensiero, che ci fa sbagliare la percezione e volare, perfino semioticamente, nel senso profondo, al di là della parola e dell’oggetto; si tratta del momento in cui una parola si lega immotivatamente o insensatamente al non-pensiero della distrazione, e svela contraddizioni insite in se stessa. Uscendo dalle sue installazioni si ha voglia di vedere il nascosto, il recondito, ma per farlo non bisogna soffermarsi, bisogna “essere” attentamente distratti. Scavalcare l’epistemologia è, a mio avviso, dentro ad un opera d’arte come giocare col vuoto, e col nulla, ossia cercare la rappresentazione, o il simbolo, al di là del soggetto: nella struttura. Nell’installazione che presentiamo perfino il terribile è divertente, ma nel suo essere divertente è di nuovo terribile, anzi “più” terribile… questo avviene, ad esempio, nell’offertorio con articoli di giornale. Quello che abbiamo voluto ricreare è un vero e proprio Ricevimento, con tanto di Marriage, di offertorio, di resti inutili da gettare, e di “credenza”… ma nulla è come sembra, tutto è rianalizzato; ovvero somiglia a ciò che dovrebbe essere, ma ad uno sguardo “attento”, tutto è veicolo semiotico per dire. Perfino l’arredamento, o, ad esempio lo studiolo, o il buffet, portano ad un discorso, un discorso che sfocia nel sociale, nella contestazione, nell’ironia politica, nell’analisi, ma che viene fuori solo dopo, una volta terminata la passeggiata all’interno, e una volta ripresi dall’attenzione distratta.
Per la ripresa dell’attività della Galleria, nell’anno 2008, abbiamo pensato come primo evento, di esporre i lavori dell’artista eclettico Maurizio Semplice. Proveniente dalla narrativa, dalla fotografia e dalla fumettistica, Semplice, da qualche tempo ha iniziato a dedicarsi alla produzione di oggetti dal significato “straniante”. Con un balzo semiotico, molto simile a quello del suo humour letterario, egli ottiene uno stravolgimento di senso e di significato, che sposta, letteralmente, l’attenzione; niente nelle sue operazioni è quello che sembra, gli oggetti stravolgono il proprio ruolo e negano la propria utilità, incanalandosi in tutt’altro discorso. L’attenzione distratta, ovvero, è quella che noi doniamo nel sovra-pensiero, che ci fa sbagliare la percezione e volare, perfino semioticamente, nel senso profondo, al di là della parola e dell’oggetto; si tratta del momento in cui una parola si lega immotivatamente o insensatamente al non-pensiero della distrazione, e svela contraddizioni insite in se stessa. Uscendo dalle sue installazioni si ha voglia di vedere il nascosto, il recondito, ma per farlo non bisogna soffermarsi, bisogna “essere” attentamente distratti. Scavalcare l’epistemologia è, a mio avviso, dentro ad un opera d’arte come giocare col vuoto, e col nulla, ossia cercare la rappresentazione, o il simbolo, al di là del soggetto: nella struttura. Nell’installazione che presentiamo perfino il terribile è divertente, ma nel suo essere divertente è di nuovo terribile, anzi “più” terribile… questo avviene, ad esempio, nell’offertorio con articoli di giornale. Quello che abbiamo voluto ricreare è un vero e proprio Ricevimento, con tanto di Marriage, di offertorio, di resti inutili da gettare, e di “credenza”… ma nulla è come sembra, tutto è rianalizzato; ovvero somiglia a ciò che dovrebbe essere, ma ad uno sguardo “attento”, tutto è veicolo semiotico per dire. Perfino l’arredamento, o, ad esempio lo studiolo, o il buffet, portano ad un discorso, un discorso che sfocia nel sociale, nella contestazione, nell’ironia politica, nell’analisi, ma che viene fuori solo dopo, una volta terminata la passeggiata all’interno, e una volta ripresi dall’attenzione distratta.
12
gennaio 2008
Maurizio Semplice – L’attenzione distratta
Dal 12 al 26 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
LAPORTABLU GALLERY
Roma, Arco Degli Acetari, 40, (Roma)
Roma, Arco Degli Acetari, 40, (Roma)
Orario di apertura
dalle 17:00 alle 20:00 dal Martedì al Sabato
Vernissage
12 Gennaio 2008, ore 19
Autore
Curatore