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Mauro Alberti – ©odiceAlberti
Una trentina di opere realizzate con le tecniche ed i materiali più disparati (serigrafie, dagherrotipi, resine, carte, vetri, tele, tavole, cornici, limatura di madreperla,…), raccontano le varie fasi della ricerca intrapresa dall’autore
Comunicato stampa
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©odiceALBERTI
...ovvero "YES LOGO!".
Una trentina di opere realizzate con le tecniche ed i materiali più disparati (serigrafie, dagherrotipi, resine, carte, vetri, tele, tavole, cornici, limatura di madreperla,...), raccontano le varie fasi della ricerca intrapresa dall'autore, con una coerenza stilistica e progettuale segno di una arte già matura e sinceramente impressionante per la giovane età dell'artista.
Il sottotitolo della mostra rimane provocatorio solo ad un'analisi superficiale; in realtà l'attenzione al logo-nome-griffe rende conto di una delle numerose tematiche stratificate ed inscindibili nell'arte di Mauro Alberti.
Se, infatti, il mercato calcola il prezzo di un'opera basandosi su dati oggettivi come il “nome” dell'autore e le dimensioni dall'opera, Alberti crea alcune opere con procedimento inverso: "cerco di INDUSTRIALIZZARE L'OPERA D'ARTE cioè di portarla al riconoscimento non in base alla poetica o alla tecnica, ma tramite LA FIRMA, IL LOGO! come potrebbe essere per qualsiasi marchio... la firma è sempre in bella vista e molto grande con sottostante la serigrafia del mio nome"
Ma sotto questo semplice sberleffo al mercato si nasconde una ricerca attuale e profonda dell'estetica contemporanea e quindi della realtà.
L'autore si immerge nel modo della cronaca, reporter in prima linea, e con un linguaggio preso a prestito dall'industria della moda, dallo spot, dal giornalismo sensazionalista, Alberti mette in mostra una metafora della comunicazione di massa: bombardamento mediatico che plasma le società.
La tecnica ed i materiali per inseguire questa poetica sono ricercati: serigrafie spesse su tela, a rendere una nuova dimensione che sa di griffe, ma che danno soprattutto uno spessore al ritratto: scultura materica su tela; materiali riflettenti come madreperla, vetri con trasparenze e opacità, resine come materia fusa ed informe su cui posizionare precisi disegni tecnici.
Ed ecco profili di mannequin, visi, fotogrammi che sembrano uscire da una sigla del TG sport oppure da moda e motori, serigrafati o sviluppati come dagherrotipi su speciali gelatine che si rifanno all'origine della fotografia.
Anche il colore è ricercato “per assurdo” come una variazione di effetti luminosi su tonalità molto vicine al bianco. Le opere più estreme, bianco su toni di bianco, sono significativamente intitolate “policromo”.
In molte opere riemerge il tema del logo solo nei frammenti di lettere o numeri che appaiono casualmente, e qui la ricerca estetica è sul tipo di lettering che varia costantemente.
In altre il logo è in primo piano ma ricoperto da schizzi di vernice che lo fanno urlare ancor più che se fosse esplicito.
In autoritratto, infine, le due tele che compongono l'opera portano solo il nome ALBERTI che ripetuto all'infinito forma una texture di ombre come in un tessuto di moda-futurista-pubblicitaria in continuo movimento.
...ovvero "YES LOGO!".
Una trentina di opere realizzate con le tecniche ed i materiali più disparati (serigrafie, dagherrotipi, resine, carte, vetri, tele, tavole, cornici, limatura di madreperla,...), raccontano le varie fasi della ricerca intrapresa dall'autore, con una coerenza stilistica e progettuale segno di una arte già matura e sinceramente impressionante per la giovane età dell'artista.
Il sottotitolo della mostra rimane provocatorio solo ad un'analisi superficiale; in realtà l'attenzione al logo-nome-griffe rende conto di una delle numerose tematiche stratificate ed inscindibili nell'arte di Mauro Alberti.
Se, infatti, il mercato calcola il prezzo di un'opera basandosi su dati oggettivi come il “nome” dell'autore e le dimensioni dall'opera, Alberti crea alcune opere con procedimento inverso: "cerco di INDUSTRIALIZZARE L'OPERA D'ARTE cioè di portarla al riconoscimento non in base alla poetica o alla tecnica, ma tramite LA FIRMA, IL LOGO! come potrebbe essere per qualsiasi marchio... la firma è sempre in bella vista e molto grande con sottostante la serigrafia del mio nome"
Ma sotto questo semplice sberleffo al mercato si nasconde una ricerca attuale e profonda dell'estetica contemporanea e quindi della realtà.
L'autore si immerge nel modo della cronaca, reporter in prima linea, e con un linguaggio preso a prestito dall'industria della moda, dallo spot, dal giornalismo sensazionalista, Alberti mette in mostra una metafora della comunicazione di massa: bombardamento mediatico che plasma le società.
La tecnica ed i materiali per inseguire questa poetica sono ricercati: serigrafie spesse su tela, a rendere una nuova dimensione che sa di griffe, ma che danno soprattutto uno spessore al ritratto: scultura materica su tela; materiali riflettenti come madreperla, vetri con trasparenze e opacità, resine come materia fusa ed informe su cui posizionare precisi disegni tecnici.
Ed ecco profili di mannequin, visi, fotogrammi che sembrano uscire da una sigla del TG sport oppure da moda e motori, serigrafati o sviluppati come dagherrotipi su speciali gelatine che si rifanno all'origine della fotografia.
Anche il colore è ricercato “per assurdo” come una variazione di effetti luminosi su tonalità molto vicine al bianco. Le opere più estreme, bianco su toni di bianco, sono significativamente intitolate “policromo”.
In molte opere riemerge il tema del logo solo nei frammenti di lettere o numeri che appaiono casualmente, e qui la ricerca estetica è sul tipo di lettering che varia costantemente.
In altre il logo è in primo piano ma ricoperto da schizzi di vernice che lo fanno urlare ancor più che se fosse esplicito.
In autoritratto, infine, le due tele che compongono l'opera portano solo il nome ALBERTI che ripetuto all'infinito forma una texture di ombre come in un tessuto di moda-futurista-pubblicitaria in continuo movimento.
04
novembre 2007
Mauro Alberti – ©odiceAlberti
Dal 04 novembre al 04 dicembre 2007
giovane arte
Location
MAS – MAMMUT ART SPACE
Catania, Via San Lorenzo, 20, (Catania)
Catania, Via San Lorenzo, 20, (Catania)
Vernissage
4 Novembre 2007, ore 18.30
Autore