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Mauro Capelli – Il portale della speranza
Il Portale della speranza – opera dell’artista bergamasco Mauro Capelli – si offre nella forma simbolica di una soglia, di un rito di passaggio che permette di sconfinare oltre il punto di non ritorno, spinto dalla forza lenitiva del colore, dall’istinto vitale, dalla volontà di ricominciare.
Comunicato stampa
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Mauro Capelli
al mimumo MICROMUSEOMONZA
Giovedì 8 Giugno - mercoledì 21 Giugno 2017
"Il portale della speranza"
“Il portale della speranza”
Quando la terra trema, improvvisamente si perde il contatto con il fondamento, l'ancoraggio alla terraferma, la certezza nel suolo, l'identità attraverso l'appartenenza: l'effetto è un crollo irreversibile della fiducia e del baricentro esistenziale e sociale. Una violenta profanazione della terra lascia affiorare sotto le ferite l'anima tellurica che irrora di colore vivo le rovine di pietra accatastata e disordinata.
Il Portale della speranza - opera dell'artista bergamasco Mauro Capelli - si offre nella forma simbolica di una soglia, di un rito di passaggio che permette di sconfinare oltre il punto di non ritorno, spinto dalla forza lenitiva del colore, dall'istinto vitale, dalla volontà di ricominciare. La sopravvivenza - sembra suggerire l'artista - è un esercizio morale di pazienza ricostruttiva, tassello dopo tassello, di tenacia della memoria, senza mai abbandonarsi al sollievo dell'oblio e della rimozione, dell'inazione e della dimenticanza. La polvere dei muri sbriciolati, il crollo dei muri familiari, è il lutto di tutto e di tutti, è un velo di polvere steso sulle rovine che non può seppellire la dignità. Ricominciare è un lavoro mentale prima che fisico, per suturare ferite interiori prima che fisiche: le garze servono a ricucire lembi di lacerazioni e riconnettersi con l'identità frammentata.
E' necessaria tutta la visionarietà dell'artista per immaginare oltre il buio, è indispensabile la sensibilità dell'esteta per giustapporre tonalità armonizzando infinite vibrazioni di emozioni. Le garze, nella poetica di Mauro Capelli, sono tessuti di materiale povero ma ricco di densità allegorica ed originali effetti estetici. Garza come tessuto simbolico che accogliere senza disperdere, tesaurizzando la vitalità del colore rendendolo disponibile e vivido a futura memoria. Per resistere sotto le macerie è necessario l'amore per la luce e la fedeltà alla vita: il colore è un fiume carsico che può scomparire in profondità ma destinato a ritornare alla luce: oltre qualsiasi fatalità, pronto a riemergere con nuova vitalità.
I muri hanno orecchie, forse anche occhi, che svelano l'anima che abita le pareti sotto l'intonaco. Ciò che crolla rimane appeso alla memoria. Le rovine subiscono la legge della gravità e del disordine, poi, da terra, la polvere si leva in aria in anarchiche nuvole di polvere, atomi che si disperdono per riaggregarsi in nuove configurazioni. Nulla si distrugge, tutto si trasforma. Il tempo perduto si ricompatta in strutture nuove: le pietre frantumate sono i pezzi di un mosaico di una nuova bellezza silenziosa di colore e di memoria.
Vittorio Raschetti
Mauro Capelli vive e lavora a Clanezzo ha frequenta la scuola di pittura del maestro Cesare Benaglia. In tutta la sua opera si coglie una costante progressione nella ricerca dell'equilibrio pittorico che prende a pretesto l'argomento naturalistico per farne oggetto di elaborazione tecnica e direi anche spirituale.
E' presente in numerose collezioni private in Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, dove ha presentato numerose personali. Ha partecipato ad alcune delle più importanti fiere d'arte in Italia.
Per informazioni:
Maurizio Datena cell. 340 895 8730 m.datena@icloud.com
Mauro Capelli espone in contemporanea anche a CASA 900 in via Aliprandi 3 Monza da 17 Giugno - 2 Luglio 2017 - VERNISSAGE Sabato 17 giugno ore 18.00
al mimumo MICROMUSEOMONZA
Giovedì 8 Giugno - mercoledì 21 Giugno 2017
"Il portale della speranza"
“Il portale della speranza”
Quando la terra trema, improvvisamente si perde il contatto con il fondamento, l'ancoraggio alla terraferma, la certezza nel suolo, l'identità attraverso l'appartenenza: l'effetto è un crollo irreversibile della fiducia e del baricentro esistenziale e sociale. Una violenta profanazione della terra lascia affiorare sotto le ferite l'anima tellurica che irrora di colore vivo le rovine di pietra accatastata e disordinata.
Il Portale della speranza - opera dell'artista bergamasco Mauro Capelli - si offre nella forma simbolica di una soglia, di un rito di passaggio che permette di sconfinare oltre il punto di non ritorno, spinto dalla forza lenitiva del colore, dall'istinto vitale, dalla volontà di ricominciare. La sopravvivenza - sembra suggerire l'artista - è un esercizio morale di pazienza ricostruttiva, tassello dopo tassello, di tenacia della memoria, senza mai abbandonarsi al sollievo dell'oblio e della rimozione, dell'inazione e della dimenticanza. La polvere dei muri sbriciolati, il crollo dei muri familiari, è il lutto di tutto e di tutti, è un velo di polvere steso sulle rovine che non può seppellire la dignità. Ricominciare è un lavoro mentale prima che fisico, per suturare ferite interiori prima che fisiche: le garze servono a ricucire lembi di lacerazioni e riconnettersi con l'identità frammentata.
E' necessaria tutta la visionarietà dell'artista per immaginare oltre il buio, è indispensabile la sensibilità dell'esteta per giustapporre tonalità armonizzando infinite vibrazioni di emozioni. Le garze, nella poetica di Mauro Capelli, sono tessuti di materiale povero ma ricco di densità allegorica ed originali effetti estetici. Garza come tessuto simbolico che accogliere senza disperdere, tesaurizzando la vitalità del colore rendendolo disponibile e vivido a futura memoria. Per resistere sotto le macerie è necessario l'amore per la luce e la fedeltà alla vita: il colore è un fiume carsico che può scomparire in profondità ma destinato a ritornare alla luce: oltre qualsiasi fatalità, pronto a riemergere con nuova vitalità.
I muri hanno orecchie, forse anche occhi, che svelano l'anima che abita le pareti sotto l'intonaco. Ciò che crolla rimane appeso alla memoria. Le rovine subiscono la legge della gravità e del disordine, poi, da terra, la polvere si leva in aria in anarchiche nuvole di polvere, atomi che si disperdono per riaggregarsi in nuove configurazioni. Nulla si distrugge, tutto si trasforma. Il tempo perduto si ricompatta in strutture nuove: le pietre frantumate sono i pezzi di un mosaico di una nuova bellezza silenziosa di colore e di memoria.
Vittorio Raschetti
Mauro Capelli vive e lavora a Clanezzo ha frequenta la scuola di pittura del maestro Cesare Benaglia. In tutta la sua opera si coglie una costante progressione nella ricerca dell'equilibrio pittorico che prende a pretesto l'argomento naturalistico per farne oggetto di elaborazione tecnica e direi anche spirituale.
E' presente in numerose collezioni private in Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, dove ha presentato numerose personali. Ha partecipato ad alcune delle più importanti fiere d'arte in Italia.
Per informazioni:
Maurizio Datena cell. 340 895 8730 m.datena@icloud.com
Mauro Capelli espone in contemporanea anche a CASA 900 in via Aliprandi 3 Monza da 17 Giugno - 2 Luglio 2017 - VERNISSAGE Sabato 17 giugno ore 18.00
08
giugno 2017
Mauro Capelli – Il portale della speranza
Dall'otto al 21 giugno 2017
arte contemporanea
Location
MIMUMO MICROMUSEOMONZA
Monza, Via Lambro, 3, (Monza E Brianza)
Monza, Via Lambro, 3, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 00.00-24.00
Vernissage
8 Giugno 2017, -
Autore
Curatore