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Mauro Pipani – Arborea
Alberi come anime è il sottile filo conduttore che attraversa un tracciato simbolico inseguito da anni da Pipani. Attraverso uno stratificato archivio di segni, fatto di equilibrio tra gestualità e grafia, quello che appare nell’opera di Pipani è un mondo vegetale intriso di umori naturali e psicologici, composto di qualità combinabili, sensuali e algide, deformanti e rigorose, sospese in quella nebbia opaca di colori madreperlacei che vela ma non nasconde
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mauro Pipani
ARBOREA
S.Mauro Pascoli, Villa Torlonia, Sala delle Tinaie
11 luglio - 15 agosto 2015
Gatteo, Oratorio di S.Rocco
11 luglio - 2 agosto 2015
ingresso libero
Orario: villa Torlonia tutti i giorni dalle 18 alle 20 chiuso lunedì
Oratorio S.Rocco venerdì, sabato e domenica dalle 18 alle 20
catalogo con presentazione di Renato Barilli, poesie di Luciano Benini Sforza
a cura di Annamaria Bernucci
Si inaugura sabato 11 luglio 2015 alle ore 18 a Villa Torlonia a S.Mauro Pascoli e all’Oratorio di S.Rocco a
Gatteo (FC) la mostra di Mauro Pipani dal titolo Arborea. Un’operazione che vede promotori i Comuni di
S.Mauro Pascoli e di Gatteo in uno slancio partecipativo per l’arte contemporanea in due significative sedi
storiche a forte vocazione culturale della provincia cesenate.
Arborea condensa la ricerca e l’opera recente dell’artista Mauro Pipani attraverso un percorso congiunto e
interagente tra i due spazi espositivi. Il tema trae origine dalla riflessione dell’artista sulla memoria della natura
e le sue collusioni con l’esistenza umana. Microcosmi viventi, gli alberi, assimilano il nutrimento dalla terra,
sono emblema di miti e forze ancestrali, specchio degli esseri umani nella corrispondenza reciproca di nascita,
di morte, di rigenerazione e energia vitale. Alberi come anime è il sottile filo conduttore che attraversa un
tracciato simbolico inseguito da anni da Pipani. Attraverso uno stratificato archivio di segni, fatto di equilibrio
tra gestualità e grafia, quello che appare nell’opera di Pipani è un mondo vegetale intriso di umori naturali e
psicologici, composto di qualità combinabili, sensuali e algide, deformanti e rigorose, sospese in quella nebbia
opaca di colori madreperlacei che vela ma non nasconde.
Tutto si fonde in una forte concezione unitaria nelle sue opere, dove la tensione della scrittura, nutrimento e
strumento di contaminazione, si coniuga con lo spazio e il respiro della pittura e del segno: ogni singola
occasione operativa si fa per l’artista coagulo e precipitato, esperimento e elaborazione per accendere
sensorialità percettive, ma anche stream intellettuale ed emotivo. E la scrittura è un tentativo di dare senso
all’esperienza del visivo poiché in arte tutto è rivelato e nascosto contemporaneamente.
L’opera su carta diviene territorio privilegiato, ma anche gli altri supporti, le tavole, le tarlatane, le lastre, gli
acetati si trasformano in un vasto campo operativo assimilabile alla pagina. Nella quale con una frenesia
misurata Pipani riversa, forzando confini disciplinari e immergendosi in codici visivi con la precisa volontà di
sovvertirli, energie e sentimenti. Silloge di una serie di interventi in progress che Pipani coltiva dagli anni ’90,
la mostra Arborea condensa cicli coerenti, con opere contaminate da una comune affinità come le serie
intitolate Cartografie, Ori di Bisanzio, Sinopie, Innesti.
Tutta la mostra origina da una convergenza concettuale, un approccio originario, quasi fisiologico in cui
c’è un gioco di sovrapposizioni e anticipazioni tra lo scrivere, il disegnare e lo stesso dipingere. Le direzioni
sono aperte e brucianti, Pipani capta il limite estremo del reale, come nell’installazione nell’aula dell’oratorio di
S.Rocco a Gatteo; ogni albero è lo specchio di un’anima, ogni segno corrisponde a un nome,a una memoria, a
un’avventura di chi si è inabissato o perduto nell’olocausto moderno del Mediterraneo.
Una lettura profonda del lavoro di Pipani affiora dalle parole di Renato Barilli nella presentazione del catalogo
della mostra. L’operare di Pipani si riallaccia agli interpreti di quella poesia definita ‘simbiotica’ lanciata da
teorizzatori come Roberto Sanesi e Ugo Carrega. Era il tempo in cui emergeva nella temperie tardo informale
la statura di Gastone Novelli. Si tratta di una poesia “ volta a sfruttare la coesistenza di tante impronte, umane
e naturali, sulla medesima superficie, chiamata ad arricchirsi senza fine di questi sottili nutrimenti, pur sempre
mantenendo il carattere leggero e ‘portatile’ del foglio, magari anche pronto a ritrovare la serialità del codice,
del volume.” “Ebbene - continua Renato Barilli – “ho sentito la necessità di rievocare questo ampio quadro di
riferimenti dato che l’arte di Mauro Pipani vi si colloca per intero, egli ne è un prezioso, convinto, tenace
continuatore, riuscendo a totalizzare in ogni sua opera una simile variegata costellazione di interventi,
intelligentemente sospesi tra il fisico e il mentale. Ovvero, potremmo concludere, l’informatica con la sua
virtualità non ha vinto del tutto la partita, vale la pena di continuare in un antico esercizio di amanuense o di
miniatore, anche se magari, altra caratteristica del Nostro, nella sua opera invano cercheremmo tracce di
minio, di colore squillante, anzi, siamo a una ben controllata sinfonia di bianchi e di grigi, il che del resto ben si
addice a un’attività fondata sulla scrittura come atto primario.
Mauro Pipani nasce a Cesenatico nel 1953. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Bologna con Pompilio Mandelli,
Maurizio Bottarelli e Adriano Baccilieri. Tra i fondatori del collettivo Via delle Bisce di Bologna negli anni ’70, centro di
produzione artistica, esordisce nel 1973 al Premio Suzzara di Mantova. Specializzatosi con un master in Architettura
sostenibile, Interior design, la sua attività poliedrica lo porta a dividersi tra progettazione, fotografia e pittura. Denso
l’elenco delle mostre personali e collettive cui partecipa. Si citano soltanto: Acque di superficie a cura di M.Meneguzzo
(1998 Cervia, Teatro Comunale, foyer), Figure del ‘900, 2 Oltre L’Accademia a cura di A. Baccilieri, R. Daolio, C. Pozzati
(2001, Pinacoteca di Bologna), Ossidiane (2003, Modena, Galleria S. Salvatore, a cura di A. Zanchetta), e tra le più
recenti, Binario 1 (2013, Cervia, Biblioteca Comunale a cura di S.Ghinassi), Pantagruelica (2014, Cervia, Magazzini del
sale), Gli alberi sono anime, testo di G. Ciucci (2014, Cattolica, Galleria S. Croce). Si sono occupati del suo lavoro tra gli
altri i critici Edoardo Di Mauro, Gian Ruggero Manzoni, Claudio Spadoni, Giancarlo Papi, Maria Rita Bentini, Marisa
Zattini, Mario de Micheli.
Inaugurazione della mostra:
Sabato 11 luglio - ore 18
VILLA TORLONIA - S. MAURO PASCOLI
Venerdì 24 luglio - ore 18
BIBLIOTECA COMUNALE G. CECCARELLI
Via Roma 13 - Gatteo
in occasione della presentazione del catalogo
con introduzione di Renato Barilli e un testo di Annamaria Bernucci
Letture poetiche di Luciano Benini Sforza
ARBOREA
S.Mauro Pascoli, Villa Torlonia, Sala delle Tinaie
11 luglio - 15 agosto 2015
Gatteo, Oratorio di S.Rocco
11 luglio - 2 agosto 2015
ingresso libero
Orario: villa Torlonia tutti i giorni dalle 18 alle 20 chiuso lunedì
Oratorio S.Rocco venerdì, sabato e domenica dalle 18 alle 20
catalogo con presentazione di Renato Barilli, poesie di Luciano Benini Sforza
a cura di Annamaria Bernucci
Si inaugura sabato 11 luglio 2015 alle ore 18 a Villa Torlonia a S.Mauro Pascoli e all’Oratorio di S.Rocco a
Gatteo (FC) la mostra di Mauro Pipani dal titolo Arborea. Un’operazione che vede promotori i Comuni di
S.Mauro Pascoli e di Gatteo in uno slancio partecipativo per l’arte contemporanea in due significative sedi
storiche a forte vocazione culturale della provincia cesenate.
Arborea condensa la ricerca e l’opera recente dell’artista Mauro Pipani attraverso un percorso congiunto e
interagente tra i due spazi espositivi. Il tema trae origine dalla riflessione dell’artista sulla memoria della natura
e le sue collusioni con l’esistenza umana. Microcosmi viventi, gli alberi, assimilano il nutrimento dalla terra,
sono emblema di miti e forze ancestrali, specchio degli esseri umani nella corrispondenza reciproca di nascita,
di morte, di rigenerazione e energia vitale. Alberi come anime è il sottile filo conduttore che attraversa un
tracciato simbolico inseguito da anni da Pipani. Attraverso uno stratificato archivio di segni, fatto di equilibrio
tra gestualità e grafia, quello che appare nell’opera di Pipani è un mondo vegetale intriso di umori naturali e
psicologici, composto di qualità combinabili, sensuali e algide, deformanti e rigorose, sospese in quella nebbia
opaca di colori madreperlacei che vela ma non nasconde.
Tutto si fonde in una forte concezione unitaria nelle sue opere, dove la tensione della scrittura, nutrimento e
strumento di contaminazione, si coniuga con lo spazio e il respiro della pittura e del segno: ogni singola
occasione operativa si fa per l’artista coagulo e precipitato, esperimento e elaborazione per accendere
sensorialità percettive, ma anche stream intellettuale ed emotivo. E la scrittura è un tentativo di dare senso
all’esperienza del visivo poiché in arte tutto è rivelato e nascosto contemporaneamente.
L’opera su carta diviene territorio privilegiato, ma anche gli altri supporti, le tavole, le tarlatane, le lastre, gli
acetati si trasformano in un vasto campo operativo assimilabile alla pagina. Nella quale con una frenesia
misurata Pipani riversa, forzando confini disciplinari e immergendosi in codici visivi con la precisa volontà di
sovvertirli, energie e sentimenti. Silloge di una serie di interventi in progress che Pipani coltiva dagli anni ’90,
la mostra Arborea condensa cicli coerenti, con opere contaminate da una comune affinità come le serie
intitolate Cartografie, Ori di Bisanzio, Sinopie, Innesti.
Tutta la mostra origina da una convergenza concettuale, un approccio originario, quasi fisiologico in cui
c’è un gioco di sovrapposizioni e anticipazioni tra lo scrivere, il disegnare e lo stesso dipingere. Le direzioni
sono aperte e brucianti, Pipani capta il limite estremo del reale, come nell’installazione nell’aula dell’oratorio di
S.Rocco a Gatteo; ogni albero è lo specchio di un’anima, ogni segno corrisponde a un nome,a una memoria, a
un’avventura di chi si è inabissato o perduto nell’olocausto moderno del Mediterraneo.
Una lettura profonda del lavoro di Pipani affiora dalle parole di Renato Barilli nella presentazione del catalogo
della mostra. L’operare di Pipani si riallaccia agli interpreti di quella poesia definita ‘simbiotica’ lanciata da
teorizzatori come Roberto Sanesi e Ugo Carrega. Era il tempo in cui emergeva nella temperie tardo informale
la statura di Gastone Novelli. Si tratta di una poesia “ volta a sfruttare la coesistenza di tante impronte, umane
e naturali, sulla medesima superficie, chiamata ad arricchirsi senza fine di questi sottili nutrimenti, pur sempre
mantenendo il carattere leggero e ‘portatile’ del foglio, magari anche pronto a ritrovare la serialità del codice,
del volume.” “Ebbene - continua Renato Barilli – “ho sentito la necessità di rievocare questo ampio quadro di
riferimenti dato che l’arte di Mauro Pipani vi si colloca per intero, egli ne è un prezioso, convinto, tenace
continuatore, riuscendo a totalizzare in ogni sua opera una simile variegata costellazione di interventi,
intelligentemente sospesi tra il fisico e il mentale. Ovvero, potremmo concludere, l’informatica con la sua
virtualità non ha vinto del tutto la partita, vale la pena di continuare in un antico esercizio di amanuense o di
miniatore, anche se magari, altra caratteristica del Nostro, nella sua opera invano cercheremmo tracce di
minio, di colore squillante, anzi, siamo a una ben controllata sinfonia di bianchi e di grigi, il che del resto ben si
addice a un’attività fondata sulla scrittura come atto primario.
Mauro Pipani nasce a Cesenatico nel 1953. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Bologna con Pompilio Mandelli,
Maurizio Bottarelli e Adriano Baccilieri. Tra i fondatori del collettivo Via delle Bisce di Bologna negli anni ’70, centro di
produzione artistica, esordisce nel 1973 al Premio Suzzara di Mantova. Specializzatosi con un master in Architettura
sostenibile, Interior design, la sua attività poliedrica lo porta a dividersi tra progettazione, fotografia e pittura. Denso
l’elenco delle mostre personali e collettive cui partecipa. Si citano soltanto: Acque di superficie a cura di M.Meneguzzo
(1998 Cervia, Teatro Comunale, foyer), Figure del ‘900, 2 Oltre L’Accademia a cura di A. Baccilieri, R. Daolio, C. Pozzati
(2001, Pinacoteca di Bologna), Ossidiane (2003, Modena, Galleria S. Salvatore, a cura di A. Zanchetta), e tra le più
recenti, Binario 1 (2013, Cervia, Biblioteca Comunale a cura di S.Ghinassi), Pantagruelica (2014, Cervia, Magazzini del
sale), Gli alberi sono anime, testo di G. Ciucci (2014, Cattolica, Galleria S. Croce). Si sono occupati del suo lavoro tra gli
altri i critici Edoardo Di Mauro, Gian Ruggero Manzoni, Claudio Spadoni, Giancarlo Papi, Maria Rita Bentini, Marisa
Zattini, Mario de Micheli.
Inaugurazione della mostra:
Sabato 11 luglio - ore 18
VILLA TORLONIA - S. MAURO PASCOLI
Venerdì 24 luglio - ore 18
BIBLIOTECA COMUNALE G. CECCARELLI
Via Roma 13 - Gatteo
in occasione della presentazione del catalogo
con introduzione di Renato Barilli e un testo di Annamaria Bernucci
Letture poetiche di Luciano Benini Sforza
11
luglio 2015
Mauro Pipani – Arborea
Dall'undici luglio al 15 agosto 2015
arte contemporanea
Location
VILLA TORLONIA
San Mauro Pascoli, Via II Martiri, 2, (Forlì-cesena)
San Mauro Pascoli, Via II Martiri, 2, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
villa Torlonia: tutti i giorni dalle 18 alle 20, chiuso il lunedì - Oratorio S.Rocco: venerdì, sabato e domenica dalle 18 alle 20
Vernissage
11 Luglio 2015, ore 18 a Villa Torlonia - Venerdì 24 luglio ore 18 BIBLIOTECA COMUNALE G. CECCARELLI Via Roma 13 - Gatteo, in occasione della presentazione del catalogo
Autore
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