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Mauro Reggiani – L’ordine delle cose
il linguaggio geometrico di Mauro Reggiani, uno dei protagonisti assoluti dell’astrattismo italiano che fu il primo nel 1934 con Bogliardi e Ghiringhelli ad esporre opere astratte a Milano nella Galleria del Milione
Comunicato stampa
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Nel programma di indagine parallela, che la galleria Valente Artecontemporanea propone, sulle avanguardie storiche e sulla contemporaneità, la mostra rappresenta uno dei momenti di maggior interesse della stagione 2005. Vi si analizza il linguaggio geometrico di Mauro Reggiani, uno dei protagonisti assoluti dell'astrattismo italiano che fu il primo nel 1934 con Bogliardi e Ghiringhelli ad esporre opere astratte a Milano nella Galleria del Milione, centro dell'arte aniconica che avrebbe poi riunito pittori e scultori italiani e stranieri accomunati dall'idea della geometria come ordine e impegnati in una ricerca astratta basata sul modulo geometrico.
La mostra si caratterizza per la presenza di lavori su carta e su tela degli anni sessanta, molti dei quali inediti, che per qualità e valore complessivo rivestono uno spessore storico e didattico di rilievo. Sono opere dove l'autore si muove con serena sicurezza frutto del quarantennale sperimentalismo che lo ha visto protagonista del MAC e a contatto con le più rappresentative figure dell'astrazione concreta. L'impianto formale è ovviamente geometrico, ma le figure geometriche non hanno secondi significati, simbolici o metafisici, rappresentano unicamente il modo di concretizzare le strutture con cui l'autore concepisce lo spazio. Nella struttura e nei colori, essenziali, necessari, sta la riconoscibilità della soluzione di Reggiani per il quale il rapporto spazio colore si risolve sempre in una condizione di equilibrio, di proporzione mentale. Reggiani dà vita ad un'arte che si sviluppa sulla superficie con forme geometriche misurabili, libera da qualsiasi distrazione illustrativa o sentimentale e mirante solo alla bellezza di un ordinamento geometrico puro. Nelle sue opere ogni elemento geometrico mantiene la propria autonomia, ma in un continuo richiamarsi alla giustapposizione di forme e colori. Gli anni Sessanta rappresentano un momento importante per Reggiani, che ottiene nel '65 il primo premio della Biennale di Venezia e il primo premio della Quadriennale di Roma.
In questa esposizione, carte e cartoncini, matite, acquerelli, tempere e collage sono gli strumenti che Reggiani usa per introdurci nella sua intima riflessione, attraverso la quale è stato in grado di realizzare una specie di finestra sull'inconoscibile. L'impianto compositivo, contraddistinto da una controllata partizione dello spazio ideale, la ricerca di sintesi, il rigore, la progettualità cromatica, l'equilibrio dinamico delle parti, rappresentano gli elementi della sua poetica. Quello che ci mostra infatti è una visione ideale della realtà, spogliata di ogni oggettività, scomposta nei suoi elementi essenziali, in forme geometriche, linee e colori. Questa esperienza, tutta intellettuale, viene resa concreta e visibile attraverso il disegno e, ancora più importante, attraverso la costruzione geometrica in un armonioso gioco di intrecci che regola i rapporti tra le forme. La sua inesauribile sperimentazione è sempre concentrata sulla composizione, sulla misura, sulla bellezza, sulla tensione alla modernità.
Riccardo Zelatore
La mostra si caratterizza per la presenza di lavori su carta e su tela degli anni sessanta, molti dei quali inediti, che per qualità e valore complessivo rivestono uno spessore storico e didattico di rilievo. Sono opere dove l'autore si muove con serena sicurezza frutto del quarantennale sperimentalismo che lo ha visto protagonista del MAC e a contatto con le più rappresentative figure dell'astrazione concreta. L'impianto formale è ovviamente geometrico, ma le figure geometriche non hanno secondi significati, simbolici o metafisici, rappresentano unicamente il modo di concretizzare le strutture con cui l'autore concepisce lo spazio. Nella struttura e nei colori, essenziali, necessari, sta la riconoscibilità della soluzione di Reggiani per il quale il rapporto spazio colore si risolve sempre in una condizione di equilibrio, di proporzione mentale. Reggiani dà vita ad un'arte che si sviluppa sulla superficie con forme geometriche misurabili, libera da qualsiasi distrazione illustrativa o sentimentale e mirante solo alla bellezza di un ordinamento geometrico puro. Nelle sue opere ogni elemento geometrico mantiene la propria autonomia, ma in un continuo richiamarsi alla giustapposizione di forme e colori. Gli anni Sessanta rappresentano un momento importante per Reggiani, che ottiene nel '65 il primo premio della Biennale di Venezia e il primo premio della Quadriennale di Roma.
In questa esposizione, carte e cartoncini, matite, acquerelli, tempere e collage sono gli strumenti che Reggiani usa per introdurci nella sua intima riflessione, attraverso la quale è stato in grado di realizzare una specie di finestra sull'inconoscibile. L'impianto compositivo, contraddistinto da una controllata partizione dello spazio ideale, la ricerca di sintesi, il rigore, la progettualità cromatica, l'equilibrio dinamico delle parti, rappresentano gli elementi della sua poetica. Quello che ci mostra infatti è una visione ideale della realtà, spogliata di ogni oggettività, scomposta nei suoi elementi essenziali, in forme geometriche, linee e colori. Questa esperienza, tutta intellettuale, viene resa concreta e visibile attraverso il disegno e, ancora più importante, attraverso la costruzione geometrica in un armonioso gioco di intrecci che regola i rapporti tra le forme. La sua inesauribile sperimentazione è sempre concentrata sulla composizione, sulla misura, sulla bellezza, sulla tensione alla modernità.
Riccardo Zelatore
15
maggio 2005
Mauro Reggiani – L’ordine delle cose
Dal 15 maggio al 26 giugno 2005
arte contemporanea
Location
VALENTE ARTE CONTEMPORANEA
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Orario di apertura
tutti i giorni 9-13 e 16-19
Vernissage
15 Maggio 2005, ore 10
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