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Mauro Rombi – Tracce
mostra fotografica
Comunicato stampa
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TRACCE
Fotografie di Mauro Rombi
“Numero uno. La fotografia è, innanzitutto, un modo di vedere. Non l’
atto di farlo.”
C’è un breviario di Susan Sontag che stabilisce per punti cosa sia la
fotografia moderna.
E che al numero uno mette quello: il modo di vedere, la modalità
dello sguardo. Altrimenti la realtà fugge via anche se fermata in uno
scatto. Uno scatto ordinario, un ricordo, niente di più. Invece, per
quella forma d’arte che è divenuta la fotografia da un secolo a questa
parte, il gioco sta tutto lì. Non nel ricordare, ma nel fornire una
nuova visività a una cosa vista. Che tutti possono avere visto o
vedere. Si può dire una nuova vita, forse. Anche se la fotografia
imbalsama, fissa. Ma nel farlo fornisce indicazioni, orienta lo
sguardo, lo trascina in un’avventura (anche questo, della “fotografia
come avventura dello sguardo”, è declinazione della Sontag, punto
10).
Queste “Tracce” di Mauro Rombi, per esempio.
Mauro, che ha scelto di migrare nel Sud America, proprio perché il
quasi continente sardo rischiava di bastargli, quando lascia San Paolo,
Quito, Rio de Janeiro e torna in via Portoscalas, a Cagliari, e dalla
sua casa alta percepisce l’occidente dello stagno di Santa Gilla,
smette di leggere ed esce. Confessa di non resistere al richiamo di
questa luce qui (confessa, anche, di non riuscire a togliersela dalla
pelle, la Sardegna). E comunque, quando viene qua, Mauro Rombi si
rimette a fotografare. Più che quando è oltre Atlantico. A Rio,
nonostante sia la città più fotogenica del mondo, lui ancora non è
riuscito a fare una fotografia. Invece, qui, arriva per un paio di
settimane e va a camminare fuori da una città mercato, la più bella,
fra le migliaia d’Italia, per posizione. Per esposizione ai venti.
Vergognoso scempio paesaggistico che il paesaggio sta cercando di
violare (sì, il paesaggio, per una volta, si ribella: sputa il
salmastro sulle auto del parcheggio, lambisce l’asfalto con un esercito
di canne, copre i vapori untuosi degli hot dog con gli odori acri e
ferrosi dello stagno e con quelli putrescenti di carcasse di animali).
Insomma, Mauro va là fuori e si lascia tutto quel consumismo alle
spalle. Cammina su argini limacciosi, sprofonda i piedi in sabbie
mobili, segue le orme di uccelli fino a perdersi. Sa di camminare su un
paesaggio scampato, su ciò che resta, nonostante l’ipermercato, le
fabbriche, le discariche. Sa che lì sotto giacciono nel fango resti
della città punica di Santa Gilla. Tutto diventa brama di una nuova
avventura dello sguardo. Desiderio di mettersi nuovamente alla prova,
di capire se si vede ancora a quel modo, ma anche un altro andrebbe
bene, l’importante è che sia “modo”, con regole, con princìpi, con una
necessità intrinseca. Al punto quattro del suo breviario, la Sontag ci
informa che “il modo di vedere moderno consiste nel vedere per
frammenti”.
Eccoli, i frammenti - le tracce - di Mauro Rombi. Se non sapessimo
che è lo stagno di Santa Gilla, penseremmo a paesaggi di chissà quali
contrade sudamericane. Saremmo capaci di spingerci a dire “che posti
incredibili, che beato…” e simili banalità. Oppure, che Mauro Rombi,
storico fondatore, negli anni Ottanta, della Galleria Photo 13, la
prima di fotografia, a Cagliari, è diventato pittore. Un materico senza
materia, o che, alla fine, alliscia tutto con una tecnica segreta. Che
è diventato un land-artist, che poi documenta fotograficamente i
paesaggi in cui interviene, creando dighe, deviando il corso delle
acque, fendendo la terra come Fontana la tela.
Invece Mauro ha semplicemente – ma non è affatto semplice – fatto
questo (va detto come breviario del suo modo di vedere): Numero uno.
Letto la scrittura della terra. 2. Ascoltato il suo canto (anche quello
di un fenicottero-cigno decomposto). 3. Guardato oltre la sua
apparenza.
Tutto il resto va visto, non detto. La palude è generatrice di vita.
Di illusioni per lo sguardo. Meglio, per il modo di vedere di un
fotografo fra Alberto Burri e Robert Smithson, che torna in Sardegna
per fotografare increspature di sale, passaggi di stato di fango in
dura terra, passaggi di nuvole riflesse sull’acqua cheta, orme incise
come un codice segreto. Come un contemporaneo vedutista, registra un
paesaggio per frammenti. Ma ognuno di quei frammenti è di per sé un
paesaggio.
Raffaella Venturi
Note biografiche di Mauro Rombi
Nato nel 1957.
Laureato in Lettere presso la Facoltà di Cagliari, con una tesi dal titolo "Edouard Delessert e alcuni aspetti della fotografia in Sardegna nell’Ottocento".
Nel 1980 è stato uno dei fondatori della Galleria "Photo 13" di Cagliari; l'unica in Sardegna specializzata in fotografia, e una delle poche in Italia. Ha insegnato teoria e storia della fotografia. Ha pubblicato diversi saggi sulla fotografia, tra i quali si segnalano: "Utopia/Avaria",Ed.Galleria Photo 13, Cagliari,1988."Sardinna-Cymru-England, Photography And Our Cultural Heritage", Ed.Ass.Italia-Inghilterra, Cagliari, 1995."Photographs of Uganda & Sardinia", Ed. The University of Wales, Aberystwyth, 1995.Edouard Delessert, (a cura di Emilio Caredda e Mauro Rombi), Sei settimane nell'isola di Sardegna, Ed. Delfino, Sassari, 2001. AA.VV - Rivista "FOTOSTORICA", diretta da Italo Zannier, Gli archivi della fotografia, n°21-22, Treviso, 2002."X-Rays", Soter Editrice, Villanova Monteleone (SS), 2003.
Tra le mostre più significative:"Mostra Regionale d'Arte, Fiera Internazionale della Sardegna", Cagliari, 1980; "La casa delle fate", Galleria Photo 13, Cagliari, 1981; "Sotto la Sella del Diavolo", Galleria Immaginaria, Palermo, 1982; "Fotografia come segno cercato", Comune di Sorrento, 1984; "Il colore della fotografia",Comune di Massalubrense, 1984; "Incontri Internazionali di Fotografia", Bellinzona (Svizzera), 1998; "Passaggi. Fotografia a Cagliari negli anni ’80", Su Palatu, Villanova Monteleone, SS, 2003; "Gorizia-Anno Zero", Biennale di Architettura,Venezia, 2004. "La Strada Felice: fotografia e paesaggio contemporaneo in Sardegna", Su Palatu, Villanova Monteleone, SS, 2006. "O recanto", Museu da Image e du Som, San Paolo (Brasile), 2006. "La Strada Felice", Istituto di Cultura di Londra, Londra, 2006.Galleria P, O recanto, Cagliari 2009.
Fotografie di Mauro Rombi
“Numero uno. La fotografia è, innanzitutto, un modo di vedere. Non l’
atto di farlo.”
C’è un breviario di Susan Sontag che stabilisce per punti cosa sia la
fotografia moderna.
E che al numero uno mette quello: il modo di vedere, la modalità
dello sguardo. Altrimenti la realtà fugge via anche se fermata in uno
scatto. Uno scatto ordinario, un ricordo, niente di più. Invece, per
quella forma d’arte che è divenuta la fotografia da un secolo a questa
parte, il gioco sta tutto lì. Non nel ricordare, ma nel fornire una
nuova visività a una cosa vista. Che tutti possono avere visto o
vedere. Si può dire una nuova vita, forse. Anche se la fotografia
imbalsama, fissa. Ma nel farlo fornisce indicazioni, orienta lo
sguardo, lo trascina in un’avventura (anche questo, della “fotografia
come avventura dello sguardo”, è declinazione della Sontag, punto
10).
Queste “Tracce” di Mauro Rombi, per esempio.
Mauro, che ha scelto di migrare nel Sud America, proprio perché il
quasi continente sardo rischiava di bastargli, quando lascia San Paolo,
Quito, Rio de Janeiro e torna in via Portoscalas, a Cagliari, e dalla
sua casa alta percepisce l’occidente dello stagno di Santa Gilla,
smette di leggere ed esce. Confessa di non resistere al richiamo di
questa luce qui (confessa, anche, di non riuscire a togliersela dalla
pelle, la Sardegna). E comunque, quando viene qua, Mauro Rombi si
rimette a fotografare. Più che quando è oltre Atlantico. A Rio,
nonostante sia la città più fotogenica del mondo, lui ancora non è
riuscito a fare una fotografia. Invece, qui, arriva per un paio di
settimane e va a camminare fuori da una città mercato, la più bella,
fra le migliaia d’Italia, per posizione. Per esposizione ai venti.
Vergognoso scempio paesaggistico che il paesaggio sta cercando di
violare (sì, il paesaggio, per una volta, si ribella: sputa il
salmastro sulle auto del parcheggio, lambisce l’asfalto con un esercito
di canne, copre i vapori untuosi degli hot dog con gli odori acri e
ferrosi dello stagno e con quelli putrescenti di carcasse di animali).
Insomma, Mauro va là fuori e si lascia tutto quel consumismo alle
spalle. Cammina su argini limacciosi, sprofonda i piedi in sabbie
mobili, segue le orme di uccelli fino a perdersi. Sa di camminare su un
paesaggio scampato, su ciò che resta, nonostante l’ipermercato, le
fabbriche, le discariche. Sa che lì sotto giacciono nel fango resti
della città punica di Santa Gilla. Tutto diventa brama di una nuova
avventura dello sguardo. Desiderio di mettersi nuovamente alla prova,
di capire se si vede ancora a quel modo, ma anche un altro andrebbe
bene, l’importante è che sia “modo”, con regole, con princìpi, con una
necessità intrinseca. Al punto quattro del suo breviario, la Sontag ci
informa che “il modo di vedere moderno consiste nel vedere per
frammenti”.
Eccoli, i frammenti - le tracce - di Mauro Rombi. Se non sapessimo
che è lo stagno di Santa Gilla, penseremmo a paesaggi di chissà quali
contrade sudamericane. Saremmo capaci di spingerci a dire “che posti
incredibili, che beato…” e simili banalità. Oppure, che Mauro Rombi,
storico fondatore, negli anni Ottanta, della Galleria Photo 13, la
prima di fotografia, a Cagliari, è diventato pittore. Un materico senza
materia, o che, alla fine, alliscia tutto con una tecnica segreta. Che
è diventato un land-artist, che poi documenta fotograficamente i
paesaggi in cui interviene, creando dighe, deviando il corso delle
acque, fendendo la terra come Fontana la tela.
Invece Mauro ha semplicemente – ma non è affatto semplice – fatto
questo (va detto come breviario del suo modo di vedere): Numero uno.
Letto la scrittura della terra. 2. Ascoltato il suo canto (anche quello
di un fenicottero-cigno decomposto). 3. Guardato oltre la sua
apparenza.
Tutto il resto va visto, non detto. La palude è generatrice di vita.
Di illusioni per lo sguardo. Meglio, per il modo di vedere di un
fotografo fra Alberto Burri e Robert Smithson, che torna in Sardegna
per fotografare increspature di sale, passaggi di stato di fango in
dura terra, passaggi di nuvole riflesse sull’acqua cheta, orme incise
come un codice segreto. Come un contemporaneo vedutista, registra un
paesaggio per frammenti. Ma ognuno di quei frammenti è di per sé un
paesaggio.
Raffaella Venturi
Note biografiche di Mauro Rombi
Nato nel 1957.
Laureato in Lettere presso la Facoltà di Cagliari, con una tesi dal titolo "Edouard Delessert e alcuni aspetti della fotografia in Sardegna nell’Ottocento".
Nel 1980 è stato uno dei fondatori della Galleria "Photo 13" di Cagliari; l'unica in Sardegna specializzata in fotografia, e una delle poche in Italia. Ha insegnato teoria e storia della fotografia. Ha pubblicato diversi saggi sulla fotografia, tra i quali si segnalano: "Utopia/Avaria",Ed.Galleria Photo 13, Cagliari,1988."Sardinna-Cymru-England, Photography And Our Cultural Heritage", Ed.Ass.Italia-Inghilterra, Cagliari, 1995."Photographs of Uganda & Sardinia", Ed. The University of Wales, Aberystwyth, 1995.Edouard Delessert, (a cura di Emilio Caredda e Mauro Rombi), Sei settimane nell'isola di Sardegna, Ed. Delfino, Sassari, 2001. AA.VV - Rivista "FOTOSTORICA", diretta da Italo Zannier, Gli archivi della fotografia, n°21-22, Treviso, 2002."X-Rays", Soter Editrice, Villanova Monteleone (SS), 2003.
Tra le mostre più significative:"Mostra Regionale d'Arte, Fiera Internazionale della Sardegna", Cagliari, 1980; "La casa delle fate", Galleria Photo 13, Cagliari, 1981; "Sotto la Sella del Diavolo", Galleria Immaginaria, Palermo, 1982; "Fotografia come segno cercato", Comune di Sorrento, 1984; "Il colore della fotografia",Comune di Massalubrense, 1984; "Incontri Internazionali di Fotografia", Bellinzona (Svizzera), 1998; "Passaggi. Fotografia a Cagliari negli anni ’80", Su Palatu, Villanova Monteleone, SS, 2003; "Gorizia-Anno Zero", Biennale di Architettura,Venezia, 2004. "La Strada Felice: fotografia e paesaggio contemporaneo in Sardegna", Su Palatu, Villanova Monteleone, SS, 2006. "O recanto", Museu da Image e du Som, San Paolo (Brasile), 2006. "La Strada Felice", Istituto di Cultura di Londra, Londra, 2006.Galleria P, O recanto, Cagliari 2009.
09
ottobre 2009
Mauro Rombi – Tracce
Dal 09 al 31 ottobre 2009
fotografia
Location
MIELEAMARO
Cagliari, Via Giuseppe Manno, 88, (Cagliari)
Cagliari, Via Giuseppe Manno, 88, (Cagliari)
Autore
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