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Mauro Villone – Le streghe di Bini
Mauro Villone, torinese, dall’inizio degli anni Novanta, ha cercato di entrare nella cerchia di extracomunitari nigeriani presenti nella sua città
Comunicato stampa
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Città di regnanti in esilio e della Sindone Santa. Città industriale.
Nobile, proletaria, mistica. Torino Città magica! Barocca. "Falsa e cortese"
. Innevata.
Ma quanti volti e colori ha Torino? Quante etnie accoglie l'asfalto delle
sue braccia?
Ce ne sono di caldissimi di colori nell' inverno del nord: vengono dall'
Africa le vesti sfarzose, le voci alte, piene di energia di quel popolo che,
in molti casi, vende abusivamente molti oggetti.E di notte, spesso, la
propria vitalità.
Mauro Villone, torinese, dall'inizio degli anni Novanta, ha cercato di
entrare nella cerchia di extracomunitari nigeriani presenti nella sua città,
attratto fortemente dalla loro misteriosa realtà e dalla possibilità di
conoscerla meglio e di documentarla con una fotocamera.
Già in altre occasioni il materiale da lui raccolto è poi confluito in
mostre; le immagini che presentate al Machè sono alcune fotografie (nove
immagini di cui cinque 40x 45 cm, quattro 100x 150cm) estrapolate da un
contesto particolare, dove gli iniziati stanno per entrare in contatto con
il mondo degli spiriti.
Mauro Villone ha seguito la giovane amica Heléne fino in Nigeria per poter
prendere parte al rito iniziatico che l'avrebbe vista protagonista. La
ragazza appare mentre prepara la terra con i colori del bianco e del rosso,
nei lavori l'ansia documentaristica del fotoreporter viene meno, e le
fotografie sono quasi immagini concettuali. Evocative del mistero, di un
mondo dove è possibile modificare gli stati di coscienza danzando
settantadue ore di fila. Picasso, riflettendo sui feticci africani, dice a
Malraux: "Tutti i feticci servivano alla stessa cosa. Erano armi. Per
aiutare la gente a non essere più soggetta agli spiriti, a diventare
indipendente. Strumenti. Se diamo una forma agli spiriti diventiamo
indipendenti. Gli spiriti, l'inconscio, l'emozione sono una cosa sola...".
Entrare in uno stato alterato di coscienza, facendo vivere i propri demoni,
spiega Villone, "è una necessita misconosciuta dalla cultura occidentale,
attraverso essa si possono percepire mondi paralleli dove c'è l'accesso alla
comprensione di significati più profondi dell'esistenza".
Anna D'Agostino
Nobile, proletaria, mistica. Torino Città magica! Barocca. "Falsa e cortese"
. Innevata.
Ma quanti volti e colori ha Torino? Quante etnie accoglie l'asfalto delle
sue braccia?
Ce ne sono di caldissimi di colori nell' inverno del nord: vengono dall'
Africa le vesti sfarzose, le voci alte, piene di energia di quel popolo che,
in molti casi, vende abusivamente molti oggetti.E di notte, spesso, la
propria vitalità.
Mauro Villone, torinese, dall'inizio degli anni Novanta, ha cercato di
entrare nella cerchia di extracomunitari nigeriani presenti nella sua città,
attratto fortemente dalla loro misteriosa realtà e dalla possibilità di
conoscerla meglio e di documentarla con una fotocamera.
Già in altre occasioni il materiale da lui raccolto è poi confluito in
mostre; le immagini che presentate al Machè sono alcune fotografie (nove
immagini di cui cinque 40x 45 cm, quattro 100x 150cm) estrapolate da un
contesto particolare, dove gli iniziati stanno per entrare in contatto con
il mondo degli spiriti.
Mauro Villone ha seguito la giovane amica Heléne fino in Nigeria per poter
prendere parte al rito iniziatico che l'avrebbe vista protagonista. La
ragazza appare mentre prepara la terra con i colori del bianco e del rosso,
nei lavori l'ansia documentaristica del fotoreporter viene meno, e le
fotografie sono quasi immagini concettuali. Evocative del mistero, di un
mondo dove è possibile modificare gli stati di coscienza danzando
settantadue ore di fila. Picasso, riflettendo sui feticci africani, dice a
Malraux: "Tutti i feticci servivano alla stessa cosa. Erano armi. Per
aiutare la gente a non essere più soggetta agli spiriti, a diventare
indipendente. Strumenti. Se diamo una forma agli spiriti diventiamo
indipendenti. Gli spiriti, l'inconscio, l'emozione sono una cosa sola...".
Entrare in uno stato alterato di coscienza, facendo vivere i propri demoni,
spiega Villone, "è una necessita misconosciuta dalla cultura occidentale,
attraverso essa si possono percepire mondi paralleli dove c'è l'accesso alla
comprensione di significati più profondi dell'esistenza".
Anna D'Agostino
01
marzo 2005
Mauro Villone – Le streghe di Bini
Dal primo al 17 marzo 2005
fotografia
Location
MACHE’
Torino, Via Della Consolata, 9/G, (Torino)
Torino, Via Della Consolata, 9/G, (Torino)
Orario di apertura
lunedì-sabato 18-2
Vernissage
1 Marzo 2005, ore 18,30
Autore
Curatore