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Maxim Kantor – New Empire
L’artista russo Maxim Kantor presenta negli spazi espositivi della Fondazione Querini Stampalia il progetto New Empire; una lettura dell’impero occidentale contemporaneo.
Comunicato stampa
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L’artista russo Maxim Kantor presenta negli spazi espositivi della Fondazione Querini Stampalia il progetto New Empire; una lettura dell’impero occidentale contemporaneo.
La mostra, che comprende trenta quadri e settanta acqueforti, sarà inaugurata venerdì 4 marzo alle ore 18.
“Ho dedicato metà della vita” - scrive Kantor - “ad analizzare la società russa del XX secolo come modello rappresentativo di stato totalitario. Adesso mi sembra necessario occuparmi del mondo cosiddetto libero”.
L’etica di Kantor è sempre orientata ad una dimensione storica e politica. I rapporti affettivi suscitano in lui un interesse minore, benché costituiscano il fondamento della realtà.
Fin dagli Anni Ottanta la pittura di Kantor ha ruotato intorno ad alcuni temi ricorrenti: l’incomunicabilità, l’isolamento, la volgarità, la tristezza e il dolore. Questi diversi aspetti vengono sviluppati attraverso ritratti, paesaggi, rappresentazioni simboliche, tele monumentali pensate per esprimere una visione aperta e generale della società, come lo sono le opere Struttura della Democrazia e Ritratto di Papa.
Questi “dipinti politici” pongono la questione dell’identità del mondo che vi viene descritto.
I suoi lavori simbolici non sono più circoscritti alla realtà russa. Ma aprono a valutazioni più ampie. Mettono a confronto la società russa e il mondo in generale.
“Con questo progetto l’artista muove una critica tagliente” – sostiene il filosofo Vittorio Hosle – “alla nuova egemonia occidentale, dove la lotta al terrorismo ha una parte predominante. Il suo Requiem per un terrorista, fra le opere in mostra, suggerisce che alcuni paladini dell’antiterrorismo siano più pericolosi dei terroristi stessi”.
Mentre la Russia è protagonista delle sue opere fino alla metà degli Anni Novanta, ora, contemporaneamente, il mondo intero sembra essere entrato all’improvviso nella sua Russia, al punto che oggi l’artista non parla più dell’una o dell’altro soltanto, ma di entrambi inestricabilmente.
I suoi lavori simbolici non sono altro che osservazioni, spoglie di qualunque messaggio moralistico. “Kantor non è il pittore dell’Utopia, della Conoscenza, delle Soluzioni”, scrive di lui Denis Lejeune.
Confrontandosi con lo squallore e le violenze del mondo, Kantor rifiuta di giudicare. Il compito che si è dato è raffigurare la realtà e se la realtà che vede è cupa e assurda, così è.
Il suo atteggiamento di osservatore non comporta però un neutrale distacco. Le sue osservazioni sono ben lontane dall’essere prive di coinvolgimento e partecipazione. Kantor invita piuttosto a renderci conto che non è detto che si possa davvero migliorare il mondo tentando di cambiarlo. Gli orrori del XX secolo sono lì a dimostrarlo.
La sua arte è un’accettazione incondizionata della vita, un riconoscimento, senza pregiudizi, della sua complessità: i soggetti ricorrenti dell’artista appaiono come una serie di confronti con la dimensione tragica dell’esistenza, ma non escludono squarci di serena armonia.
“L’opera di Kantor” - sostiene sempre Denis Lejeune - “ci costringe a guardare in faccia la realtà”.
Il progetto New Empire, che si avvale della sponsorizzazione di Deutsche Bank e di Yukos – compagnia petrolifera, fa parte di un percorso che toccherà diversi musei europei.
Brevi cenni sull’artista
Maxim Kantor, nasce a Mosca nel 1957.
Partecipa alla Biennale di Venezia del 1997 e alcune sue opere sono esposte al British Museum di Londra, allo Staedel Institution di Francoforte, alla Galleria Tretjakov di Mosca, alla South Australia Gallery di Adelaide e in numerosi altri musei.
La biografia completa dell’artista, i suoi progetti e le immagini delle sue opere sono pubblicati nel sito: www.maximkantor.com
La mostra, che comprende trenta quadri e settanta acqueforti, sarà inaugurata venerdì 4 marzo alle ore 18.
“Ho dedicato metà della vita” - scrive Kantor - “ad analizzare la società russa del XX secolo come modello rappresentativo di stato totalitario. Adesso mi sembra necessario occuparmi del mondo cosiddetto libero”.
L’etica di Kantor è sempre orientata ad una dimensione storica e politica. I rapporti affettivi suscitano in lui un interesse minore, benché costituiscano il fondamento della realtà.
Fin dagli Anni Ottanta la pittura di Kantor ha ruotato intorno ad alcuni temi ricorrenti: l’incomunicabilità, l’isolamento, la volgarità, la tristezza e il dolore. Questi diversi aspetti vengono sviluppati attraverso ritratti, paesaggi, rappresentazioni simboliche, tele monumentali pensate per esprimere una visione aperta e generale della società, come lo sono le opere Struttura della Democrazia e Ritratto di Papa.
Questi “dipinti politici” pongono la questione dell’identità del mondo che vi viene descritto.
I suoi lavori simbolici non sono più circoscritti alla realtà russa. Ma aprono a valutazioni più ampie. Mettono a confronto la società russa e il mondo in generale.
“Con questo progetto l’artista muove una critica tagliente” – sostiene il filosofo Vittorio Hosle – “alla nuova egemonia occidentale, dove la lotta al terrorismo ha una parte predominante. Il suo Requiem per un terrorista, fra le opere in mostra, suggerisce che alcuni paladini dell’antiterrorismo siano più pericolosi dei terroristi stessi”.
Mentre la Russia è protagonista delle sue opere fino alla metà degli Anni Novanta, ora, contemporaneamente, il mondo intero sembra essere entrato all’improvviso nella sua Russia, al punto che oggi l’artista non parla più dell’una o dell’altro soltanto, ma di entrambi inestricabilmente.
I suoi lavori simbolici non sono altro che osservazioni, spoglie di qualunque messaggio moralistico. “Kantor non è il pittore dell’Utopia, della Conoscenza, delle Soluzioni”, scrive di lui Denis Lejeune.
Confrontandosi con lo squallore e le violenze del mondo, Kantor rifiuta di giudicare. Il compito che si è dato è raffigurare la realtà e se la realtà che vede è cupa e assurda, così è.
Il suo atteggiamento di osservatore non comporta però un neutrale distacco. Le sue osservazioni sono ben lontane dall’essere prive di coinvolgimento e partecipazione. Kantor invita piuttosto a renderci conto che non è detto che si possa davvero migliorare il mondo tentando di cambiarlo. Gli orrori del XX secolo sono lì a dimostrarlo.
La sua arte è un’accettazione incondizionata della vita, un riconoscimento, senza pregiudizi, della sua complessità: i soggetti ricorrenti dell’artista appaiono come una serie di confronti con la dimensione tragica dell’esistenza, ma non escludono squarci di serena armonia.
“L’opera di Kantor” - sostiene sempre Denis Lejeune - “ci costringe a guardare in faccia la realtà”.
Il progetto New Empire, che si avvale della sponsorizzazione di Deutsche Bank e di Yukos – compagnia petrolifera, fa parte di un percorso che toccherà diversi musei europei.
Brevi cenni sull’artista
Maxim Kantor, nasce a Mosca nel 1957.
Partecipa alla Biennale di Venezia del 1997 e alcune sue opere sono esposte al British Museum di Londra, allo Staedel Institution di Francoforte, alla Galleria Tretjakov di Mosca, alla South Australia Gallery di Adelaide e in numerosi altri musei.
La biografia completa dell’artista, i suoi progetti e le immagini delle sue opere sono pubblicati nel sito: www.maximkantor.com
04
marzo 2005
Maxim Kantor – New Empire
Dal 04 marzo al 17 aprile 2005
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Biglietti
intero: 6 €; ridotto 4 €
Orario di apertura
10-18, venerdì e sabato fino alle 22. Chiuso il lunedì
Vernissage
4 Marzo 2005, ore 18
Sito web
www.maximkantor.com
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