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Maya Zack – Made to Measure. Videos and drawings
La galleria ospita un’installazione che si presenta come una sorta di ufficio pieno di scartoffie, scaffalature metalliche e scatole di cartone, atte a ricreare parte dell’ambientazione che appare nel video Black and White Rule (2011), proiettato all’interno dell’installazione stessa. Maya Zack esplora il rapporto tra video e disegno, mezzi ricorrenti del suo linguaggio, conferendo a quest’ultimo una duplice funzione: nel video, i disegni sono lo strumento pratico utilizzato dai personaggi per misurare le cose apparendo sotto forma di equazioni, immagini di archivio e diagrammi. Al contempo i disegni su carta di varie dimensioni, accompagnano e proseguono lungo la galleria la trama del video che si fa così significato e significante.
Comunicato stampa
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Lunedì 24 settembre alle ore 18.00, la Galleria Marie-Laure Fleisch inaugura la terza tappa del progetto About Paper. Israeli Contemporary Art, con la mostra personale di Maya Zack intitolata Made to Measure / videos and drawings.
La galleria ospita un’installazione che si presenta come una sorta di ufficio pieno di scartoffie, scaffalature metalliche e scatole di cartone, atte a ricreare parte dell’ambientazione che appare nel video Black and White Rule (2011), proiettato all’interno dell’installazione stessa. Maya Zack esplora il rapporto tra video e disegno, mezzi ricorrenti del suo linguaggio, conferendo a quest’ultimo una duplice funzione: nel video, i disegni sono lo strumento pratico utilizzato dai personaggi per misurare le cose apparendo sotto forma di equazioni, immagini di archivio e diagrammi. Al contempo i disegni su carta di varie dimensioni, accompagnano e proseguono lungo la galleria la trama del video che si fa così significato e significante.
La distorsione percettiva tra realtà e rappresentazione è enfatizzata anche dall’esposizione di carte raffiguranti personaggi disegnati in scala reale nell’atto di misurare ciò che li circonda. Il loro modo di mappare e ridefinire lo spazio in maniera quasi ossessiva, provoca nello spettatore uno stato di suspense che ritroviamo come elemento dominante anche nel video stesso, tutto giocato sul concetto di pausa narrativa in corrispondenza di un momento di tensione, in cui i personaggi compiono ancora una volta gesti precisi.
L’intera mostra verte quindi sul dialogo continuo tra dentro e fuori, senso e non senso, mediante la realizzazione di ambienti reali e fittizi che si mostrano come luoghi algidi e asettici, saturi della presenza/assenza dell’uomo.
Nella realizzazione di questi lavori, Maya Zack è partita dal termine “Tatort”, parola tedesca che letteralmente viene tradotta come “scena del crimine”, riletta però attraverso un senso più ampio che si riferisce ad un luogo specifico in cui è accaduto qualcosa. Così, i disegni dei personaggi che animano la galleria, in uno stato di “morte apparente”, sono in realtà gli investigatori che si interrogano sul rapporto ambiguo tra la realtà e la sua rappresentazione.
La Project Room della galleria ospita Mother Economy (2007), video in cui l’artista mette in scena la sua personale strategia di elaborazione di una memoria alternativa che non tende a ricalcare passivamente il passato, piuttosto lo elabora ed interpreta. Mother Economy, presentato nel 2008 al Jewish Museum di New York, indaga ancora una volta le azioni solitarie e compulsive di una donna intenta a misurare vari oggetti con una precisione quasi scientifica, all’interno di uno spazio domestico. Gli altri membri della famiglia, seppur assenti, sono evocati dagli oggetti che abitano la casa, mentre l’audio diegetico della radio contestualizza il momento storico, il caos drammaticamente reale che si contrappone allo spazio apparentemente ordinato e controllato dell’abitazione.
Maya Zack, nata nel 1976, vive e lavora a Tel Aviv. Ha esposto nei più importanti musei d’Israele (Israel Museum di Gerusalemme e Museum of Art di Tel Aviv). All’estero ha presentato i suoi lavori al Jewish Museum di New York e al Jewish Museum di Berlino, entrando nella collezione di quest’ultimo. Ha vinto numerosi premi tra cui: il Celeste Kunstpreis di Berlino con Mother Economy (2008); l’Adi Prize for Jewish Expression in Art and Design di Gerusalemme con Living Room (2010); il 13th International Film Festival di Patras City, Grecia, con Black and White Rule (2011). Nel 2011 ha vinto l’Idud Hayetzira Award del Ministero israeliano della cultura e il Tel Aviv Museum of Art Prize; è presente in numerose collezioni private in Inghilterra, Francia, Belgio, America, Israele.
La galleria ospita un’installazione che si presenta come una sorta di ufficio pieno di scartoffie, scaffalature metalliche e scatole di cartone, atte a ricreare parte dell’ambientazione che appare nel video Black and White Rule (2011), proiettato all’interno dell’installazione stessa. Maya Zack esplora il rapporto tra video e disegno, mezzi ricorrenti del suo linguaggio, conferendo a quest’ultimo una duplice funzione: nel video, i disegni sono lo strumento pratico utilizzato dai personaggi per misurare le cose apparendo sotto forma di equazioni, immagini di archivio e diagrammi. Al contempo i disegni su carta di varie dimensioni, accompagnano e proseguono lungo la galleria la trama del video che si fa così significato e significante.
La distorsione percettiva tra realtà e rappresentazione è enfatizzata anche dall’esposizione di carte raffiguranti personaggi disegnati in scala reale nell’atto di misurare ciò che li circonda. Il loro modo di mappare e ridefinire lo spazio in maniera quasi ossessiva, provoca nello spettatore uno stato di suspense che ritroviamo come elemento dominante anche nel video stesso, tutto giocato sul concetto di pausa narrativa in corrispondenza di un momento di tensione, in cui i personaggi compiono ancora una volta gesti precisi.
L’intera mostra verte quindi sul dialogo continuo tra dentro e fuori, senso e non senso, mediante la realizzazione di ambienti reali e fittizi che si mostrano come luoghi algidi e asettici, saturi della presenza/assenza dell’uomo.
Nella realizzazione di questi lavori, Maya Zack è partita dal termine “Tatort”, parola tedesca che letteralmente viene tradotta come “scena del crimine”, riletta però attraverso un senso più ampio che si riferisce ad un luogo specifico in cui è accaduto qualcosa. Così, i disegni dei personaggi che animano la galleria, in uno stato di “morte apparente”, sono in realtà gli investigatori che si interrogano sul rapporto ambiguo tra la realtà e la sua rappresentazione.
La Project Room della galleria ospita Mother Economy (2007), video in cui l’artista mette in scena la sua personale strategia di elaborazione di una memoria alternativa che non tende a ricalcare passivamente il passato, piuttosto lo elabora ed interpreta. Mother Economy, presentato nel 2008 al Jewish Museum di New York, indaga ancora una volta le azioni solitarie e compulsive di una donna intenta a misurare vari oggetti con una precisione quasi scientifica, all’interno di uno spazio domestico. Gli altri membri della famiglia, seppur assenti, sono evocati dagli oggetti che abitano la casa, mentre l’audio diegetico della radio contestualizza il momento storico, il caos drammaticamente reale che si contrappone allo spazio apparentemente ordinato e controllato dell’abitazione.
Maya Zack, nata nel 1976, vive e lavora a Tel Aviv. Ha esposto nei più importanti musei d’Israele (Israel Museum di Gerusalemme e Museum of Art di Tel Aviv). All’estero ha presentato i suoi lavori al Jewish Museum di New York e al Jewish Museum di Berlino, entrando nella collezione di quest’ultimo. Ha vinto numerosi premi tra cui: il Celeste Kunstpreis di Berlino con Mother Economy (2008); l’Adi Prize for Jewish Expression in Art and Design di Gerusalemme con Living Room (2010); il 13th International Film Festival di Patras City, Grecia, con Black and White Rule (2011). Nel 2011 ha vinto l’Idud Hayetzira Award del Ministero israeliano della cultura e il Tel Aviv Museum of Art Prize; è presente in numerose collezioni private in Inghilterra, Francia, Belgio, America, Israele.
24
settembre 2012
Maya Zack – Made to Measure. Videos and drawings
Dal 24 settembre al 17 novembre 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARIE-LAURE FLEISCH
Roma, Via Pallacorda, 15, (Roma)
Roma, Via Pallacorda, 15, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, dalle ore 14:00 alle 20:00
mattina e domenica su appuntamento
Vernissage
24 Settembre 2012, h 18
Autore