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MDR (Maria D. Rapicavoli) – Intimacies (Mediterranean Civilization)
La mostra di MDR (Maria D. Rapicavoli), Intimacies, a cura di Giovanni Iovane è frutto del periodo di residenza trascorso dall’artista presso gli spazi della fondazione, nel corso del quale ha progettato e realizzato una complessa installazione che ha trasformato l’intero padiglione bianco.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione della sua prima mostra personale presso la Fondazione Brodbeck di Catania, MDR (Maria D. Rapicavoli) ha progettato e realizzato una complessa installazione che ha trasformato l’intero padiglione bianco.
L’ampio spazio espositivo è stato così concepito come un ambiente immersivo in cui mare e cielo, separati da una linea d’orizzonte posta a circa due metri d’altezza da terra, sono i protagonisti della “geografia” che separa le coste libiche e tunisine dalla Sicilia.
Tale geografica mappatura è segnata in cielo dalle rotte aeree militari dei droni e dalle zone, dai “corridoi” off limits, mentre quella del mare è tracciata dai percorsi dei barconi dei migranti. In tal modo, nella parte alta della stanza, e sopra la linea dell’orizzonte, MDR ha impiegato fili bianchi di nylon attaccandoli alle parete ricostruendo le rotte aeree dei droni. Il cielo è rappresentato mediante luce blu che riproduce una fotografia del cielo scattata dall’artista alcuni anni fa. Il cielo, segnato e controllato dalle rotte degli aerei militari, occuperà tutte le pareti dello spazio espositivo mediante ampie forme trapezoidali.
Sul pavimento vi è disegnata con la polvere di pomice la mappa del mare mediterraneo compreso tra le coste libico-tunisine e quelle siciliane con le possibili rotte dei barconi dei migranti. Sono presenti inoltre degli elementi scultorei, come, ad esempio, rocce di origine calcarea con fossili su cui l’artista interviene incidendo parti della mappa e delle rotte.
Il mare, che occupa lo spazio sotto la linea d’orizzonte, “ricopre” la testa dell’osservatore costringendolo a una straniante esplorazione subacquea.
Il controllo militare del cielo ma soprattutto la grande tragedia dei flussi migratori e dei rifugiati politici sono l’oggetto di questa grande installazione che rinuncia a una messa in scena meramente documentaria o estetizzante.
L’immagine e le analisi di questa tragedia sociale e politica sono affidate a un processo evocativo che mira a riconquistare l’occhio dell’osservatore con uno scenario differente da ciò che da anni (troppi anni) si presenta ormai come un drammatico accadimento quotidiano.
Così come evidenziato dal titolo della sua mostra personale, Intimacies (Mediterranean Civilization), MDR mette in atto un procedimento sensibile, di prossimità e intimità con un luogo reale ormai tristemente segnato da morte, dolore, povertà e paura…e controllo, dall’alto, militare. Una intimità quasi fisica che mira anche e soprattutto psicologicamente a coinvolgere l’altro, noi.
L’ampio spazio espositivo è stato così concepito come un ambiente immersivo in cui mare e cielo, separati da una linea d’orizzonte posta a circa due metri d’altezza da terra, sono i protagonisti della “geografia” che separa le coste libiche e tunisine dalla Sicilia.
Tale geografica mappatura è segnata in cielo dalle rotte aeree militari dei droni e dalle zone, dai “corridoi” off limits, mentre quella del mare è tracciata dai percorsi dei barconi dei migranti. In tal modo, nella parte alta della stanza, e sopra la linea dell’orizzonte, MDR ha impiegato fili bianchi di nylon attaccandoli alle parete ricostruendo le rotte aeree dei droni. Il cielo è rappresentato mediante luce blu che riproduce una fotografia del cielo scattata dall’artista alcuni anni fa. Il cielo, segnato e controllato dalle rotte degli aerei militari, occuperà tutte le pareti dello spazio espositivo mediante ampie forme trapezoidali.
Sul pavimento vi è disegnata con la polvere di pomice la mappa del mare mediterraneo compreso tra le coste libico-tunisine e quelle siciliane con le possibili rotte dei barconi dei migranti. Sono presenti inoltre degli elementi scultorei, come, ad esempio, rocce di origine calcarea con fossili su cui l’artista interviene incidendo parti della mappa e delle rotte.
Il mare, che occupa lo spazio sotto la linea d’orizzonte, “ricopre” la testa dell’osservatore costringendolo a una straniante esplorazione subacquea.
Il controllo militare del cielo ma soprattutto la grande tragedia dei flussi migratori e dei rifugiati politici sono l’oggetto di questa grande installazione che rinuncia a una messa in scena meramente documentaria o estetizzante.
L’immagine e le analisi di questa tragedia sociale e politica sono affidate a un processo evocativo che mira a riconquistare l’occhio dell’osservatore con uno scenario differente da ciò che da anni (troppi anni) si presenta ormai come un drammatico accadimento quotidiano.
Così come evidenziato dal titolo della sua mostra personale, Intimacies (Mediterranean Civilization), MDR mette in atto un procedimento sensibile, di prossimità e intimità con un luogo reale ormai tristemente segnato da morte, dolore, povertà e paura…e controllo, dall’alto, militare. Una intimità quasi fisica che mira anche e soprattutto psicologicamente a coinvolgere l’altro, noi.
24
settembre 2017
MDR (Maria D. Rapicavoli) – Intimacies (Mediterranean Civilization)
Dal 24 settembre al 22 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE BRODBECK ARTE CONTEMPORANEA
Catania, Via Gramignani, 93, (Catania)
Catania, Via Gramignani, 93, (Catania)
Orario di apertura
Aperture su appuntamento
Vernissage
24 Settembre 2017, ore 17.00
Autore
Curatore