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Medea Tekna: il mito, le periferie, il gioco, i figli e le famiglie scomposte. Rilettura moderna e provocatoria del mito di Euripide
Medea Tekna, debutto assoluto a Palermo per l’opera di Giuseooe Massa. Atto finale del progetto sperimentale di teatro sociale a Brancaccio e Roccella, quartieri della Costa Sud di Palermo. Rilettura moderna e irriverente del mito classico che mette in scena lo scontro generazionale genitori-figli.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MEDEA TEKNA
21 | 22 | 23 LUGLIO 2023 ore 21:00
ECOMUSEO MARE MEMORIA VIVA| PALERMO
DEBUTTO ASSOLUTO | INGRESSO LIBERO SINO A ESAURIMENTO POSTI
Oggi venerdì 21 luglio alle ore 21:00 debutto assoluto di Medea Tekna all’Ecomuseo Mare Memoria Viva, regia di Giuseppe Massa (con repliche il 22 e 23 luglio). Lo spettacolo è il risultato di un teatro che si fa presenza nella periferia palermitana, con una forte matrice sociale e politica in cui il mito muovendosi nella zona liminale tra antico e contemporaneo, tra quello che ci circonda e ci attraversa, tra dimensione privata e collettiva, mette a fuoco il presente e diventa strumento per narrare i cortocircuiti della nostra società. Medea Tekna è l’atto finale del progetto teatrale sperimentale che la compagnia Sutta Scupa ha avviato il 15 giugno scorso a Brancaccio e Roccella, quartieri della Costa Sud di Palermo.
Un percorso laboratoriale di formazione e ricerca teatrale in cui lo sguardo dei partecipanti, soprattutto bambini, è stato educato a ri-conoscere i codici del mito e decrittarli, anche attraverso il gioco che è uno dei temi centrali di questa opera. La drammaturgia curata da Ubah Cristina Ali Farah e Giuseppe Massa facendo esperienza di questo percorso dà vita a una riscrittura inedita del mito di Euripide, in cui tradizione e contemporaneità si incontrano e dialogano, una poetica che riattiva il mito di Medea come modello comportamentale attraverso il quale analizzare e narrare la contemporaneità partendo dalla perifericità dei luoghi, ma anche della prospettiva verticale e periferica dei due figli di Medea e Giasone, non più soltanto vittime inattive, ma voce e sguardo che conquistano lo spazio negato. «Medea parla una lingua meticcia forte, crudele e dolcissima. Quella della visione creata da Ubah Cristina Ali Farah e Giuseppe Massa - spiega Simona Malato, approfondendo lo spaccato di questo lavoro sul mito e sulla figura di Medea, che interpreta come voce off nello spettacolo -. Si rivolge alle sue creature con graffi di parole e suoni antichi. È musica magica Medea. Suona come una percussione il suo rituale, basso e profondo il pianto per l’uomo che l’ha tradita, argentino e teso quello per le sue creature. La voce che si sposta su toni contrastanti è in questa Medea Tekna la rappresentazione che mi sono fatta di lei. Una tra le molte che questo misterioso personaggio offre al mondo. Qui la sua lingua è la sua carne, la sua carne la sua storia: il suo passato un suono grave il futuro un urlo.».
Medea Tekna mette in scena lo scontro generazionale tra genitori e figli, tra il mondo degli adulti e quello dell’infanzia; si interroga e mette in risalto le dinamiche, fortemente attuali, del conflitto coniugale, la sua esegesi, le implicazioni nell’equilibrio familiare sempre più precario e disfunzionale. Un effetto domino di conflitti, impossibilità relazionali e affettive che ha ripercussioni nella vita dei “figli dai diritti negati”. «‘Tekna’ in greco antico (τέκνον, ndr) significa figlio, creatura. In questa rivisitazione in chiave contemporanea di Medea assistiamo a un capovolgimento drammaturgico del centro del mito – spiega Giuseppe Massa, regista e direttore di Sutta Scupa -, partendo da una dimensione periferica che è quella dei due giovani figli della coppia Medea-Giasone. Attraverso una ibridazione tra classico e contemporaneo, quanto più armonica e dinamica possibile, si vuole affrontare una tematica spinosa della nostra attualità: il rapporto genitori-figli e più in generale il conflitto tra individuo e famiglia» La tragedia è incombente e si svolge nel quotidiano.
Un giardino sintetico è il luogo in cui Mermero e Fere, i due giovanissimi figli di Medea e Giasone, trascorrono la giornata insieme ai loro “tutor” (la Nutrice e il Pedagogo). In un ambiente familiare tossico alimentato dal rapporto autodistruttivo dei due genitori, i bambini si rifugiano nel mondo alienato dei videogiochi, che diventa surrogato di una genitorialità disattesa. L’accostamento con due pupi siciliani sulla scena dà vita a uno sdoppiamento che avrà luogo anche nelle due figure educative, la Nutrice e il Pedagogo che tirano e stirano le vite dei due fratelli su due fronti opposti e incomunicabili: le lingue risultano disarmoniche, i codici culturali inconciliabili, il linguaggio si svuota vittima di un progressismo privo di radici e di qualsiasi risonanza storica ed emotiva. In questo bailamme emotivo, con un’affettività sorda ai bisogni dei due giovani, la fratellanza rimane fino alla fine l’unica forza positiva a cui appellarsi, all’ombra di una tragedia imminente in cui si assisterà all’implosione di una famiglia.
«In questo lavoro mettiamo in scena anche l’autocritica a cui noi adulti siamo poco avvezzi, e lo dico da genitore, sul modo in cui viviamo la contemporaneità in rapporto alla generazione a cui appartengono i nostri figli. Una generazione a cui stiamo negando letteralmente il futuro, attraverso mancanze e assenze affettive e relazionali che preferiamo non vedere, convinti che la sicurezza materiale ed economica che gli abbiamo creato intorno possa bastare.». L’impianto scenico è affidato a Mela dell’Erba (che cura anche i costumi), forme geometriche che si sostituiscono ai muri di un focolare domestico. Le elaborazioni sonore del compositore Giuseppe Rizzo insieme alle luci di Vincenzo Cannioto differenziano le sonorità provenienti dalla scena (dal ‘qui e ora’ teatrale dei bambini, della Nutrice del pedagogo e degli spettatori), da quelle che giungono dal mondo esterno (in particolare la stanza in cui Medea e Giasone stanno per porre fine alla loro relazione. Sul palco la grande Aurora Quattrocchi reduce da una toccante interpretazione al Festino, al suo fianco il giovanissimo Giovanni Fardella e i piccoli Vincenzo Massa e Testimony Ojo. Le voci fuori campo di Gabriele Cicirello e Simona Malato saranno protagoniste nella messinscena.
«Ho accettato il lavoro con Giuseppe Massa perché stimo il suo modo di fare teatro e di lavorare a testi complessi come il mito di Euripide - racconta Rori Quattrocchi, attrice nel ruolo della Nutrice di Mermero e Fere -. Le mie battute sono quasi tutte in siciliano che si affianca al greco, all’inglese e all’italiano, questa scelta registica l’ho apprezzata tantissimo perché spesso dimentichiamo la bellezza della nostra lingua siciliana, a cui non viene riconosciuta la dignità che merita, ridotta a ‘dialetto’ del popolino, come se questo fosse una nota di demerito. E invece dovremmo riappropriarcene e celebrare la sua grandezza, tutti. Proprio come fa il mio personaggio, la Nutrice dei due figli di Giasone e Medea, ruolo che ho trovato interessante perché si muove tra mito classico, tradizione e mondo moderno con i suoi disastri, come i videogiochi a cui i bambini vengono lasciati, forse una scusa per occuparsene meno. Medea Tekna è una sfida, come lo è provare in questi giorni con temperature insopportabili in un momento ecologicamente disastroso, che ci fa riflettere, proprio come questo spettacolo. La cosa che tra tutte ho amato? Le registrazioni di Simona Malato, perché è un’artista eccezionale, la sua voce è perfetta, grave, necessaria, consolatoria quando si incrocia alla mia recitazione, e bravissimo è anche il giovane Gabriele Cicirello, la seconda voce fuori campo di questo spettacolo.».
I giovani partecipanti al laboratorio di recitazione saranno protagonisti di un coro che conquisterà lo spazio in un post epilogo, portatori di speranza conquisteranno la scena, amplificando e universalizzando i contenuti che ci consegna la tragedia. «Il lavoro con i bambini è stato un percorso ricco e intenso. In Medea Tekna abbiamo lavorato alla realizzazione di questa scena corale partendo dall’ABC del teatro per insegnare ai bambini come stare in scena e occupare lo spazio. - spiega Domenico Ciaramitaro, attore e formatore che cura la coreografia finale con l’intervento corale dei bambini, che hanno seguito il laboratorio di recitazione che ha condotto insieme a Valeria Sara Lo Bue ed Elena Amato -. Hanno imparato a stare in ascolto dell’altro, a rispettare spazi e tempi come atto di cura nei confronti dell’altro. Fondamentale per stare sul palco, ma anche per stare dentro le dinamiche della vita. Ecco perché la disciplina teatrale con le sue regole e il suo rigore è uno strumento di crescita e occasione di vita per i bambini come per gli adulti. In passato ho già collaborato con Giuseppe Massa e presto riprenderemo a lavorare a uno spettacolo, sperimentando questa rara sinergia artistica e umana con orizzonti condivisi. È una fortuna quando due artisti che si stimano reciprocamente si trovano a lavorare insieme. Il teatro è un campo franco dove dovrebbero sempre incontrarsi le anime, prendersi per mano per regalare un sogno allo spettatore.»
GIUSEPPE MASSA_NOTA DI REGIA
Medea Tekna racconta il mito di Medea dal punto di vista delle giovanissime vittime della tragedia. Creare insieme ai bambini è una sfida artistica che ho accettato con gioia. È l'incontro per eccellenza, sublimato ulteriormente dalla partecipazione di Aurora Quattrocchi (qui nelle vesti della Nutrice) che in questo modo chiude il cerchio per quanto concerne l'incontro transgenerazionale. Medea Tekna nasce insieme ai bambini della periferia Sud di Palermo e ai miei figli (Vincenzo interpreta uno dei due figli della coppia Medea-Giasone). Ho provato ad ascoltare i loro desideri e a farli dialogare con le immagini che piano piano invadevano la mia mente in una dualità gioco-tragedia assolutamente spiazzante. Non è stato facile, e penso che proprio per questo sia un percorso prezioso. È come un nuovo inizio, un nuovo modo di fare teatro provando sempre di più a scardinare gabbie generazionali e inutili etichette, con l'intento di abbattere i muri urbanistici e culturali che ci dividono. Attraverso il mito generare nuovi modi di essere comunità, famiglia, rompere la bolla del becero individualismo in cui viviamo.
MEDEA TEKNA_PROGETTO VINCITORE DEL BANDO PERIFERIE
Medea Tekna, della compagnia Sutta Scupa diretta dal regista Giuseppe Massa, è progetto vincitore del bando periferie del Ministero della Cultura (MiC) con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo. Lo spettacolo è la fase conclusiva di un percorso di ricerca e formazione avviata il 15 giugno nei quartieri di Brancaccio e Roccella: Tekna Report, laboratorio di comunicazione ed esplorazione urbana (a cura della giornalista Rossella Puccio), Tekna Set, laboratorio di scenografia (a cura di Mela Dell’Erba) e Tekna Act, laboratorio di recitazione (con Giuseppe Massa, Rori Quattrocchi, Domenico Ciaramitaro, Elena Amato e Valeria Sara Lo Bue). Si ringraziano l’assessorato Turismo Sport Spettacolo della Regione siciliana, il Comune di Palermo e i partner che hanno sostenuto l’iniziativa ospitando i laboratori: Ecomuseo Mare Memoria Viva; Aps Terrebuone Brancaccio; Casa Al Bayt del Centro Padre Nostro e la Parrocchia Maria SS. delle Grazie. I giovani partecipanti ai laboratori: Luigi Costantino, Pietro Costantino, David Demeter, Sofia Giglio, Sara Graham, Emmanuel Masopeh, Miriam Raina, Carmelo Rubino, Andrea Tabita, Julian Tabita, Mohammed Toure, Queen Igbinigie, Martina Ziami.
UFFICIO STAMPA | MEDEA TEKNA
Rossella Puccio
rossellapuccio@gmail.com
PRENOTAZIONI:
Sutta Scupa | Compagnia Teatrale
https://suttascupa.it @SuttaScupa sito e social
+39 370.1400644 | medeatekna@gmail.com contatti
________________________________________
MEDEA TEKNA
da Euripide
adattamento e drammaturgia UBAH CRISTINA ALI FARAH e GIUSEPPE MASSA
regia MASSA FAMILY
con AURORA QUATTROCCHI| GIOVANNI FARDELLA | VINCENZO MASSA |TESTIMONY OJO
Voci off SIMONA MALATO | GABRIELE CICIRELLO
intervento coralebambini di Tekna Act a cura di DOMENICO CIARAMITARO | VALERIA SARA LO BUE | ELENA AMATO
Musiche originali e suoni GIUSEPPE RIZZO
Scene e Costumi MELA DELL’ERBA
Suono e Luci VINCENZO CANNIOTO
Maestro puparo GAETANO LO MONACO CELANO
Assistente drammaturgia PAOLO MANNINA
Assistente regia GIUSEPPE BONGIORNO
Assistente alla produzione ELENA AMATO
Ufficio Stampa Comunicazione Social ROSSELLA PUCCIO
Produzione SUTTA SCUPA
21 | 22 | 23 LUGLIO 2023 ore 21:00
ECOMUSEO MARE MEMORIA VIVA| PALERMO
DEBUTTO ASSOLUTO | INGRESSO LIBERO SINO A ESAURIMENTO POSTI
Oggi venerdì 21 luglio alle ore 21:00 debutto assoluto di Medea Tekna all’Ecomuseo Mare Memoria Viva, regia di Giuseppe Massa (con repliche il 22 e 23 luglio). Lo spettacolo è il risultato di un teatro che si fa presenza nella periferia palermitana, con una forte matrice sociale e politica in cui il mito muovendosi nella zona liminale tra antico e contemporaneo, tra quello che ci circonda e ci attraversa, tra dimensione privata e collettiva, mette a fuoco il presente e diventa strumento per narrare i cortocircuiti della nostra società. Medea Tekna è l’atto finale del progetto teatrale sperimentale che la compagnia Sutta Scupa ha avviato il 15 giugno scorso a Brancaccio e Roccella, quartieri della Costa Sud di Palermo.
Un percorso laboratoriale di formazione e ricerca teatrale in cui lo sguardo dei partecipanti, soprattutto bambini, è stato educato a ri-conoscere i codici del mito e decrittarli, anche attraverso il gioco che è uno dei temi centrali di questa opera. La drammaturgia curata da Ubah Cristina Ali Farah e Giuseppe Massa facendo esperienza di questo percorso dà vita a una riscrittura inedita del mito di Euripide, in cui tradizione e contemporaneità si incontrano e dialogano, una poetica che riattiva il mito di Medea come modello comportamentale attraverso il quale analizzare e narrare la contemporaneità partendo dalla perifericità dei luoghi, ma anche della prospettiva verticale e periferica dei due figli di Medea e Giasone, non più soltanto vittime inattive, ma voce e sguardo che conquistano lo spazio negato. «Medea parla una lingua meticcia forte, crudele e dolcissima. Quella della visione creata da Ubah Cristina Ali Farah e Giuseppe Massa - spiega Simona Malato, approfondendo lo spaccato di questo lavoro sul mito e sulla figura di Medea, che interpreta come voce off nello spettacolo -. Si rivolge alle sue creature con graffi di parole e suoni antichi. È musica magica Medea. Suona come una percussione il suo rituale, basso e profondo il pianto per l’uomo che l’ha tradita, argentino e teso quello per le sue creature. La voce che si sposta su toni contrastanti è in questa Medea Tekna la rappresentazione che mi sono fatta di lei. Una tra le molte che questo misterioso personaggio offre al mondo. Qui la sua lingua è la sua carne, la sua carne la sua storia: il suo passato un suono grave il futuro un urlo.».
Medea Tekna mette in scena lo scontro generazionale tra genitori e figli, tra il mondo degli adulti e quello dell’infanzia; si interroga e mette in risalto le dinamiche, fortemente attuali, del conflitto coniugale, la sua esegesi, le implicazioni nell’equilibrio familiare sempre più precario e disfunzionale. Un effetto domino di conflitti, impossibilità relazionali e affettive che ha ripercussioni nella vita dei “figli dai diritti negati”. «‘Tekna’ in greco antico (τέκνον, ndr) significa figlio, creatura. In questa rivisitazione in chiave contemporanea di Medea assistiamo a un capovolgimento drammaturgico del centro del mito – spiega Giuseppe Massa, regista e direttore di Sutta Scupa -, partendo da una dimensione periferica che è quella dei due giovani figli della coppia Medea-Giasone. Attraverso una ibridazione tra classico e contemporaneo, quanto più armonica e dinamica possibile, si vuole affrontare una tematica spinosa della nostra attualità: il rapporto genitori-figli e più in generale il conflitto tra individuo e famiglia» La tragedia è incombente e si svolge nel quotidiano.
Un giardino sintetico è il luogo in cui Mermero e Fere, i due giovanissimi figli di Medea e Giasone, trascorrono la giornata insieme ai loro “tutor” (la Nutrice e il Pedagogo). In un ambiente familiare tossico alimentato dal rapporto autodistruttivo dei due genitori, i bambini si rifugiano nel mondo alienato dei videogiochi, che diventa surrogato di una genitorialità disattesa. L’accostamento con due pupi siciliani sulla scena dà vita a uno sdoppiamento che avrà luogo anche nelle due figure educative, la Nutrice e il Pedagogo che tirano e stirano le vite dei due fratelli su due fronti opposti e incomunicabili: le lingue risultano disarmoniche, i codici culturali inconciliabili, il linguaggio si svuota vittima di un progressismo privo di radici e di qualsiasi risonanza storica ed emotiva. In questo bailamme emotivo, con un’affettività sorda ai bisogni dei due giovani, la fratellanza rimane fino alla fine l’unica forza positiva a cui appellarsi, all’ombra di una tragedia imminente in cui si assisterà all’implosione di una famiglia.
«In questo lavoro mettiamo in scena anche l’autocritica a cui noi adulti siamo poco avvezzi, e lo dico da genitore, sul modo in cui viviamo la contemporaneità in rapporto alla generazione a cui appartengono i nostri figli. Una generazione a cui stiamo negando letteralmente il futuro, attraverso mancanze e assenze affettive e relazionali che preferiamo non vedere, convinti che la sicurezza materiale ed economica che gli abbiamo creato intorno possa bastare.». L’impianto scenico è affidato a Mela dell’Erba (che cura anche i costumi), forme geometriche che si sostituiscono ai muri di un focolare domestico. Le elaborazioni sonore del compositore Giuseppe Rizzo insieme alle luci di Vincenzo Cannioto differenziano le sonorità provenienti dalla scena (dal ‘qui e ora’ teatrale dei bambini, della Nutrice del pedagogo e degli spettatori), da quelle che giungono dal mondo esterno (in particolare la stanza in cui Medea e Giasone stanno per porre fine alla loro relazione. Sul palco la grande Aurora Quattrocchi reduce da una toccante interpretazione al Festino, al suo fianco il giovanissimo Giovanni Fardella e i piccoli Vincenzo Massa e Testimony Ojo. Le voci fuori campo di Gabriele Cicirello e Simona Malato saranno protagoniste nella messinscena.
«Ho accettato il lavoro con Giuseppe Massa perché stimo il suo modo di fare teatro e di lavorare a testi complessi come il mito di Euripide - racconta Rori Quattrocchi, attrice nel ruolo della Nutrice di Mermero e Fere -. Le mie battute sono quasi tutte in siciliano che si affianca al greco, all’inglese e all’italiano, questa scelta registica l’ho apprezzata tantissimo perché spesso dimentichiamo la bellezza della nostra lingua siciliana, a cui non viene riconosciuta la dignità che merita, ridotta a ‘dialetto’ del popolino, come se questo fosse una nota di demerito. E invece dovremmo riappropriarcene e celebrare la sua grandezza, tutti. Proprio come fa il mio personaggio, la Nutrice dei due figli di Giasone e Medea, ruolo che ho trovato interessante perché si muove tra mito classico, tradizione e mondo moderno con i suoi disastri, come i videogiochi a cui i bambini vengono lasciati, forse una scusa per occuparsene meno. Medea Tekna è una sfida, come lo è provare in questi giorni con temperature insopportabili in un momento ecologicamente disastroso, che ci fa riflettere, proprio come questo spettacolo. La cosa che tra tutte ho amato? Le registrazioni di Simona Malato, perché è un’artista eccezionale, la sua voce è perfetta, grave, necessaria, consolatoria quando si incrocia alla mia recitazione, e bravissimo è anche il giovane Gabriele Cicirello, la seconda voce fuori campo di questo spettacolo.».
I giovani partecipanti al laboratorio di recitazione saranno protagonisti di un coro che conquisterà lo spazio in un post epilogo, portatori di speranza conquisteranno la scena, amplificando e universalizzando i contenuti che ci consegna la tragedia. «Il lavoro con i bambini è stato un percorso ricco e intenso. In Medea Tekna abbiamo lavorato alla realizzazione di questa scena corale partendo dall’ABC del teatro per insegnare ai bambini come stare in scena e occupare lo spazio. - spiega Domenico Ciaramitaro, attore e formatore che cura la coreografia finale con l’intervento corale dei bambini, che hanno seguito il laboratorio di recitazione che ha condotto insieme a Valeria Sara Lo Bue ed Elena Amato -. Hanno imparato a stare in ascolto dell’altro, a rispettare spazi e tempi come atto di cura nei confronti dell’altro. Fondamentale per stare sul palco, ma anche per stare dentro le dinamiche della vita. Ecco perché la disciplina teatrale con le sue regole e il suo rigore è uno strumento di crescita e occasione di vita per i bambini come per gli adulti. In passato ho già collaborato con Giuseppe Massa e presto riprenderemo a lavorare a uno spettacolo, sperimentando questa rara sinergia artistica e umana con orizzonti condivisi. È una fortuna quando due artisti che si stimano reciprocamente si trovano a lavorare insieme. Il teatro è un campo franco dove dovrebbero sempre incontrarsi le anime, prendersi per mano per regalare un sogno allo spettatore.»
GIUSEPPE MASSA_NOTA DI REGIA
Medea Tekna racconta il mito di Medea dal punto di vista delle giovanissime vittime della tragedia. Creare insieme ai bambini è una sfida artistica che ho accettato con gioia. È l'incontro per eccellenza, sublimato ulteriormente dalla partecipazione di Aurora Quattrocchi (qui nelle vesti della Nutrice) che in questo modo chiude il cerchio per quanto concerne l'incontro transgenerazionale. Medea Tekna nasce insieme ai bambini della periferia Sud di Palermo e ai miei figli (Vincenzo interpreta uno dei due figli della coppia Medea-Giasone). Ho provato ad ascoltare i loro desideri e a farli dialogare con le immagini che piano piano invadevano la mia mente in una dualità gioco-tragedia assolutamente spiazzante. Non è stato facile, e penso che proprio per questo sia un percorso prezioso. È come un nuovo inizio, un nuovo modo di fare teatro provando sempre di più a scardinare gabbie generazionali e inutili etichette, con l'intento di abbattere i muri urbanistici e culturali che ci dividono. Attraverso il mito generare nuovi modi di essere comunità, famiglia, rompere la bolla del becero individualismo in cui viviamo.
MEDEA TEKNA_PROGETTO VINCITORE DEL BANDO PERIFERIE
Medea Tekna, della compagnia Sutta Scupa diretta dal regista Giuseppe Massa, è progetto vincitore del bando periferie del Ministero della Cultura (MiC) con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo. Lo spettacolo è la fase conclusiva di un percorso di ricerca e formazione avviata il 15 giugno nei quartieri di Brancaccio e Roccella: Tekna Report, laboratorio di comunicazione ed esplorazione urbana (a cura della giornalista Rossella Puccio), Tekna Set, laboratorio di scenografia (a cura di Mela Dell’Erba) e Tekna Act, laboratorio di recitazione (con Giuseppe Massa, Rori Quattrocchi, Domenico Ciaramitaro, Elena Amato e Valeria Sara Lo Bue). Si ringraziano l’assessorato Turismo Sport Spettacolo della Regione siciliana, il Comune di Palermo e i partner che hanno sostenuto l’iniziativa ospitando i laboratori: Ecomuseo Mare Memoria Viva; Aps Terrebuone Brancaccio; Casa Al Bayt del Centro Padre Nostro e la Parrocchia Maria SS. delle Grazie. I giovani partecipanti ai laboratori: Luigi Costantino, Pietro Costantino, David Demeter, Sofia Giglio, Sara Graham, Emmanuel Masopeh, Miriam Raina, Carmelo Rubino, Andrea Tabita, Julian Tabita, Mohammed Toure, Queen Igbinigie, Martina Ziami.
UFFICIO STAMPA | MEDEA TEKNA
Rossella Puccio
rossellapuccio@gmail.com
PRENOTAZIONI:
Sutta Scupa | Compagnia Teatrale
https://suttascupa.it @SuttaScupa sito e social
+39 370.1400644 | medeatekna@gmail.com contatti
________________________________________
MEDEA TEKNA
da Euripide
adattamento e drammaturgia UBAH CRISTINA ALI FARAH e GIUSEPPE MASSA
regia MASSA FAMILY
con AURORA QUATTROCCHI| GIOVANNI FARDELLA | VINCENZO MASSA |TESTIMONY OJO
Voci off SIMONA MALATO | GABRIELE CICIRELLO
intervento coralebambini di Tekna Act a cura di DOMENICO CIARAMITARO | VALERIA SARA LO BUE | ELENA AMATO
Musiche originali e suoni GIUSEPPE RIZZO
Scene e Costumi MELA DELL’ERBA
Suono e Luci VINCENZO CANNIOTO
Maestro puparo GAETANO LO MONACO CELANO
Assistente drammaturgia PAOLO MANNINA
Assistente regia GIUSEPPE BONGIORNO
Assistente alla produzione ELENA AMATO
Ufficio Stampa Comunicazione Social ROSSELLA PUCCIO
Produzione SUTTA SCUPA
21
luglio 2023
Medea Tekna: il mito, le periferie, il gioco, i figli e le famiglie scomposte. Rilettura moderna e provocatoria del mito di Euripide
Dal 21 al 23 luglio 2023
teatro
Location
ECOMUSEO DEL MARE MEMORIA VIVA
Palermo, Via Messina Marine, 27, (Palermo)
Palermo, Via Messina Marine, 27, (Palermo)
Orario di apertura
21:00
Sito web
Ufficio stampa
Rossella Puccio
Autore
Produzione organizzazione
Patrocini