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Mediterraneo d’arte
Il mare e la pesca da De Chirico all’era della globalizzazione
Comunicato stampa
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Plinio nella Naturalis Historia descrive l’opera di un famoso pittore della fine del IV secolo a. C., Peirakòs, il quale veniva chiamato rhyparographos, cioè pittore di cose immonde, poiché nei suoi quadri rappresentava cibi animali, pesci e/o crostacei, alimenti vegetali, elementi ritenuti “immondi”, “bassi” per capirci, come del resto all’epoca era considerato il quotidiano e tutto ciò a questo connesso.
Da questo contesto storicistico, basato sulla negatività della rappresentazione animale e naturale, è partita l’idea progettuale della presente mostra che vuole porre in rilievo il mondo ittico, sia come natura morta che come lavoro vero e proprio, insieme a tutto ciò che ruota intorno a questo mondo – pesci, paesaggi marini, mitologia, ecc. – per imporlo all’interno dell’evoluzione della nostra epoca – XX e XXI secolo – partendo in particolare “da de Chirico”, il primo che nel contemporaneo ha compreso l’importanza simbolica ed ermetica del pesce e il grande valore della cultura mediterranea. In questo modo si cercherà di verificare, in un contesto artistico, sociale, economico oltre che storicistico, più preciso e delimitato geograficamente all’Italia, la diffusione del lavoro nel Mediterraneo e dell’iconografia ittica nelle arti del Novecento: pittura, scultura, installazione, fotografia, video, fumetto, ecc.
Il pesce e il mare, come concetto simbolico ed allegorico, ma anche come elemento iconografico del Novecento, diventa così la costante culturale delle scelte espositive, anche attraverso i saggi trattati in catalogo che tenderanno a porre appunto in evidenza particolari storici, sociali, artistici, economici ed iconologici precipui dei nostri tempi.
Si tratta in qualche modo di una iniziativa sui generis che parte da un concetto storico-artistico per ampliarsi verso l’estetica, in modo da realizzare una vera e propria mostra-concept, pensata per temi: La pesca e il mare / Odisseo e altri miti mediterranei / Visioni mediterranee / Banchetti marini.
Ogni sezione, oltre ad essere introdotta dal punto di vista letterario, avrà anche pannelli illustrativi del tema affrontato; inoltre nell’allestimento sono previsti una serie di oggetti e utensili della pesca che diventeranno elementi di arredo estetico, ma anche di conoscenza per il pubblico. Nell’esposizione si usufruirà anche di inedito materiale documentario, sul lavoro e l’economia del ‘900 legata alla pesca, proveniente dall’Archivio Centrale dello Stato di Roma, co-organizzatore della presente rassegna, per la cura di Massimo Domenicucci.
Ancora, in mostra e in catalogo sarà presente anche una selezione di poeti contemporanei curata da Giuseppe Mannino. Previste letture sceniche a tema, performances, incontri culturali e di musica ispirate al mondo della pesca e alla cultura mediterranea.
Da questo contesto storicistico, basato sulla negatività della rappresentazione animale e naturale, è partita l’idea progettuale della presente mostra che vuole porre in rilievo il mondo ittico, sia come natura morta che come lavoro vero e proprio, insieme a tutto ciò che ruota intorno a questo mondo – pesci, paesaggi marini, mitologia, ecc. – per imporlo all’interno dell’evoluzione della nostra epoca – XX e XXI secolo – partendo in particolare “da de Chirico”, il primo che nel contemporaneo ha compreso l’importanza simbolica ed ermetica del pesce e il grande valore della cultura mediterranea. In questo modo si cercherà di verificare, in un contesto artistico, sociale, economico oltre che storicistico, più preciso e delimitato geograficamente all’Italia, la diffusione del lavoro nel Mediterraneo e dell’iconografia ittica nelle arti del Novecento: pittura, scultura, installazione, fotografia, video, fumetto, ecc.
Il pesce e il mare, come concetto simbolico ed allegorico, ma anche come elemento iconografico del Novecento, diventa così la costante culturale delle scelte espositive, anche attraverso i saggi trattati in catalogo che tenderanno a porre appunto in evidenza particolari storici, sociali, artistici, economici ed iconologici precipui dei nostri tempi.
Si tratta in qualche modo di una iniziativa sui generis che parte da un concetto storico-artistico per ampliarsi verso l’estetica, in modo da realizzare una vera e propria mostra-concept, pensata per temi: La pesca e il mare / Odisseo e altri miti mediterranei / Visioni mediterranee / Banchetti marini.
Ogni sezione, oltre ad essere introdotta dal punto di vista letterario, avrà anche pannelli illustrativi del tema affrontato; inoltre nell’allestimento sono previsti una serie di oggetti e utensili della pesca che diventeranno elementi di arredo estetico, ma anche di conoscenza per il pubblico. Nell’esposizione si usufruirà anche di inedito materiale documentario, sul lavoro e l’economia del ‘900 legata alla pesca, proveniente dall’Archivio Centrale dello Stato di Roma, co-organizzatore della presente rassegna, per la cura di Massimo Domenicucci.
Ancora, in mostra e in catalogo sarà presente anche una selezione di poeti contemporanei curata da Giuseppe Mannino. Previste letture sceniche a tema, performances, incontri culturali e di musica ispirate al mondo della pesca e alla cultura mediterranea.
05
ottobre 2005
Mediterraneo d’arte
Dal 05 ottobre al 05 novembre 2005
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
ACS – ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
Roma, Piazzale Degli Archivi, 27, (Roma)
Roma, Piazzale Degli Archivi, 27, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10-13; mercoledì 16-18
Vernissage
5 Ottobre 2005, ore 17
Autore
Curatore